Vai al contenuto

Bormio

Coordinate: 46°28′09.29″N 10°22′19.82″E
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Bormio
comune
Bormio – Stemma
Bormio – Bandiera
Bormio – Veduta
Bormio – Veduta
Vista invernale
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Lombardia
Provincia Sondrio
Amministrazione
SindacoSilvia Cavazzi (lista civica Bormio 5.0) dal 4-10-2021
Territorio
Coordinate46°28′09.29″N 10°22′19.82″E
Altitudine1 225 m s.l.m.
Superficie41,44 km²
Abitanti3 938[2] (1-1-2024)
Densità95,03 ab./km²
Frazioninessuna[1]; vedi elenco reparti
Comuni confinantiStelvio (BZ), Val Müstair (CH-GR), Valdidentro, Valdisotto, Valfurva
Altre informazioni
Cod. postale23032
Prefisso0342
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT014009
Cod. catastaleB049
TargaSO
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[3]
Cl. climaticazona F, 3 838 GG[4]
Nome abitantibormini
Patronosanti Gervasio e Protasio
Giorno festivo19 giugno
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Bormio
Bormio
Bormio – Mappa
Bormio – Mappa
Posizione del comune di Bormio nella provincia di Sondrio
Sito istituzionale

Bormio (Bùrmi in dialetto valtellinese , Worms im Veltlin in tedesco) è un comune italiano di 3 938 abitanti della provincia di Sondrio in Lombardia. Situata in alta Valtellina, in posizione strategica per i commerci sin dal Medioevo, è ricca di importanti testimonianze architettoniche, artistiche e culturali. Ubicata nel Parco Nazionale dello Stelvio, è una rinomata località turistica estiva e invernale che ha ospitato i campionati mondiali di sci alpino nel 1985 e nel 2005. Ospita la sede della Comunità montana Alta Valtellina.

Geografia fisica

[modifica | modifica wikitesto]

La conca di Bormio è ampia e luminosa; scavata nei secoli dai ghiacciai e dai corsi d'acqua e in parte colmata dalle alluvioni, è circondata da monti che verso nord formano una barriera di calcare e dolomia, la cui cima principale è la Reit (3075 m). Essa protegge dai venti del Nord. Questa conca caratterizza la zona essendo interamente circondata da valli fluviali.

Vi confluiscono quattro valli: la Valdidentro (percorsa dal torrente Viola Bormina) che collega al Passo del Foscagno; la Valfurva (percorsa dal torrente Frodolfo) che collega al Passo Gavia; la Valle del Braulio (percorsa dall'omonimo torrente) che la collega al Passo dello Stelvio; e la Valle di Fraele, nella quale scorre il fiume Adda che, dopo aver raccolto le acque degli altri tre torrenti prosegue il suo corso in Valdisotto verso il capoluogo Sondrio.

Dista circa 65 km da Sondrio, in direzione nord-est.

Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione meteorologica di Bormio.

La presenza degli scarichi delle acque termali (Bagni Vecchi di Bormio) ha fatto sì che lungo la parete rocciosa sottostante si sia insediata una stazione di Capelvenere (Adiantum capillus-veneris) che è la più alta d'Europa.

Nel parco del Grand Hotel Bagni Vecchi è presente una piccola colonia di Pini dell'Engadina (Pinus engadiniensis), unica all'esterno della valle svizzera. A Bormio il botanico Martino Anzi ha condotto i propri studi sulle piante cryptogamae. Bormio dispone inoltre di un orto botanico tra i maggiori e più ricchi delle Alpi italiane e non. Ospita moltissime specie e molte sono le iniziative che propone per tutte le età.

Origini del nome

[modifica | modifica wikitesto]

Il nome Bormio deriva con ogni probabilità dal termine gallico bormo = "sorgente calda"[5] o dal tedesco "warm" = caldo, come le acque termali.[6] Infatti, oltre che per lo sci, Bormio è nota per le sue terme, citate da Plinio il Vecchio, vissuto nel I secolo d.C.[7] Gli stabilimenti termali sono tre: le Terme di Bormio, che si trovano sul territorio di Bormio, e due stabilimenti, i Bagni Nuovi e i Bagni Vecchi, che si trovano sul territorio della frazione di Premadio del limitrofo comune di Valdidentro.

Lo stesso argomento in dettaglio: Storia di Bormio.
Carta storica della Repubblica delle Tre Leghe
Il nord della penisola italiana nel 1796.
Un'illustrazione del borgo di Enrico Alberto d'Albertis del 1894.
Sviluppo dell'abitato di Bormio dal 1900 al 1992

Il Bormiese costituisce una regione unitaria le cui caratteristiche fisiche hanno contribuito a determinare un'unica storia, una comune impronta etnografica e condizioni di vita simili.

La prima citazione di Bormio nei documenti antichi si ha in una lettera di Cassiodoro[8]. Durante il Medioevo Bormio fu sede dell'omonimo Contado, comprendente i territori che corrispondono ai comuni di Valfurva, Valdidentro e Livigno.[9]

Il Contado, nonostante i tentativi di acquisire il potere dei vescovi di Como e del vescovato di Coira, mantenne la propria indipendenza per circa tre secoli dal X al XIII, allorché finì sotto il controllo di Como. Nel 1377, attraverso l'emanazione della magna charta delle libertà bormiensi, il comune riprese autonomia e ottenne importanti privilegi.[9] Il potere venne affidato al Podestà di Bormio. Egli rappresentava l'autorità superiore e godeva di un potere direttivo e costrittivo.[10] Senza di lui gli organi comunali non potevano agire.[10]

Da allora e per tutti i due secoli successivi, il Contado fu al centro della rotta commerciale che collegava Venezia con il nord Europa. Grazie a posizione strategica e alla possibilità di imporre dazi in via esclusiva sulle merci di lì in transito, poté svilupparsi economicamente. Nel 1400 la popolazione era di 5 000 abitanti e sul territorio si potevano contare 32 torri.[9]

La prosperità durò sino al 1487 quando la località cadde sotto l'assedio dei Grigioni, divenuti più potenti in seguito all'accordo delle Tre Leghe. Da quel momento gli Sforza concessero anche alla Repubblica delle Tre Leghe la possibilità di imporre dazi al pari di Bormio. Il Contado, a causa della peste e dell'instabilità politica e militare della zona volse verso il declino e nel 1512 divenne un protettorato sottoposto al dominio delle Tre Leghe.[9]

Degno di nota fu Gian Giacomo Vismara, podestà dal 1495 al 1499, Cavaliere Aulico e Consigliere Segreto del Duca di Milano[11].

La stessa denominazione di "Magnifica Terra" o "Magna Terra di Bormio et honorate valli", assegnata in passato a tutta la zona, al di là degli aspetti naturali, definisce un territorio circoscritto nella sua autonomia, orgoglioso, sin dai tempi più lontani, della sua vita sociale.

Con l'arrivo di Napoleone e la campagna d'Italia terminò anche l'indipendenza del Contado di Bormio. Nel 1797, con la Valtellina, venne riunita alla Lombardia[12] e annessa alla Repubblica Cisalpina. Da allora seguì la stessa sorte della Lombardia, dapprima sotto gli Asburgo poi nel Regno d'Italia.

Monumenti e luoghi d'interesse

[modifica | modifica wikitesto]
La Torre degli Alberti.
Elementi architettonici disegnati da Enrico Alberto d'Albertis nel 1894

Architetture civili

[modifica | modifica wikitesto]
  • Kuerc: risale al XIV secolo, nel pieno periodo dell'autonomia bormina, ed era il luogo dove un tempo avvenivano le adunanze e si amministrava la giustizia. Sulle sue colonne venivano infatti affissi i decreti e le sentenze. Situato in Piazza Cavour di fronte alla Collegiata.
  • Torre degli Alberti (nota anche come Torre Marioli o Torre di Dossiglio), risalente al XIII secolo, è realizzata in pietra grigia a vista. Ospitò Bianca Maria Sforza nel 1493, Ludovico il Moro nel 1496 e Leopoldo V d'Austria (1623).
  • Palazzo Alberti: ospitò alcune delle più ricche e influenti famiglie sino al 1632, quando passò ai Gesuiti che ne fecero un centro formativo per il contado.[13]
  • Palazzo de Simoni, localmente noto come "castello", edificio che ospita il museo civico di Bormio.[14]
  • Pentagono: impianto polifunzionale di proprietà comunale dal 2022.[15] Ha ospitato tornei di pallacanestro e incontri di pugilato internazionali, nonché concerti e conferenze. Quando adibito ad eventi sportivi è una delle palestre più grandi della provincia di Sondrio.
  • Palazzo del ghiaccio, noto anche come Palaghiaccio Braulio: impianto sportivo adibito allo short track, al pattinaggio artistico ed all'hockey su ghiaccio. È sede del centro federale nazionale dello short track.

Architetture militari

[modifica | modifica wikitesto]

Architetture religiose

[modifica | modifica wikitesto]
  • Collegiata dei Santi Gervasio e Protasio: citata in antichi documenti già nel 803, fu più volte ricostruita nel corso della storia. L'aspetto deriva dalla ricostruzione del XVII secolo, dopo il devastante incendio avvenuto nel 1621 a causa dell'esercito spagnolo. All'interno sono presenti pregevoli opere artistiche legate all'ambiente alpino e Valtellinese. Da segnalare il "Compianto" del XVII secolo, con numerose statue lignee policrome, e le numerose tele di artisti locali del medesimo periodo. Notevoli i due armadi in stile rustico del XVII secolo. Nell'abside sono conservate due tele di Giuseppe Prina risalenti al XVIII secolo.
  • Chiesa di Santo Spirito: già attestata nel 1304 ma sconsacrata nel corso dell'Ottocento,[16] la chiesa ospita al suo interno resti di affreschi che coprono il periodo storico tra l'ultimo quarto del Quattrocento e la metà del Cinquecento, opere attribuite a Giovannino da Sondalo, al pittore locale Luigi Sermondi,[16] a Bartolino de Buri,[16] e a Giovanni Andrea De Magistris[16].
  • Chiesetta di Santa Barbara: attualmente sconsacrata, venne edificata nel periodo della peste nera nel XIV secolo.[17]
  • Chiesa di Sant'Antonio Abate: conosciuta come chiesa del santissimo Crocifisso per la grande devozione che o fedeli hanno verso l'antico crocifisso, di scuola tedesca, ritenuto miracoloso. Il Crocifisso, secondo la leggenda, prese la forma di una croce dopo essere stato colpito da un fulmine; il pastore di Valfurva che si era rifugiato sotto di esso completò la scultura; il Crocifisso fu gettato dai soldati nel torrente Frodolfo che lo condusse sino a Bormio dove venne appostato nella Chiesa.[18][19]
  • Oratorio San Vitale: realizzato nel 1196, con uno stile tipicamente romanico, conservante resti di affreschi del Trecento sulla facciata, che rappresentano gli emblemi dei vari artigiani.

Geografia antropica

[modifica | modifica wikitesto]

Il comune è suddiviso in cinque reparti (contrade)[1]:

  • Buglio;
  • Combo;
  • Dossiglio;
  • Dossorovina (o in dialetto Dossoruina);
  • Maggiore.

Non comprende frazioni[1].

Evoluzione demografica

[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[20]

Lingue e dialetti

[modifica | modifica wikitesto]

La lingua parlata in loco è l'italiano.

Nel comune è relativamente diffuso anche il dialetto bormino.[21] Quest'ultimo appartiene ai dialetti lombardi alpini ed è caratterizzato da tratti arcaici e da una certa somiglianza con la lingua romancia, idioma diffuso nelle vicine valli grigionesi.

Tradizioni e folclore

[modifica | modifica wikitesto]
Piazza Cavour, Kuerc e Torre Civica
La chiesetta sconsacrata di Santa Barbara a Bormio, ospita un'esposizione artistica.
La chiesa collegiata dedicata ai Santi Gervasio e Protasio, risale all'824.
Il ponte di Combo sul torrente Frodolfo.

Il Gabinát è un'antica tradizione in uso nella giornata del 6 di gennaio. Dai vespri della vigilia sino a quelli del giorno dell'Epifania si scatena fra la popolazione locale una vera e propria gara nel prevenire quanti si incontrano col motto "Gabinat!". L'obiettivo è cogliere di sorpresa qualcuno e dire "Gabinat!" prima dell'altro. Colui che è stato prevenuto deve "pagare" il Gabinat entro il 17 gennaio, giorno di Sant'Antonio, offrendo semplici dolci o una bicchierata. La medesima tradizione è presente in Val Camonica.

Gabinat è una parola dialettale che deriva dal tedesco geben-nacht ovvero "notte dei doni" e indica il giorno dell'Epifania.

Il Geneiron è un rito di origine precristiana. La tradizione prevede che la sera del 31 gennaio i ragazzi di Bormio transitino per le vie del paese trascinando delle "tolle" (contenitori di latta, come ad esempio barattoli, parti di lamiera, etc.) con l'intento di fare baccano per risvegliare la primavera. Adesso i bambini passano nei negozi a ricevere dolciumi, piccoli doni vestendosi "a la veglia" (alla vecchia).

L'è fora l'ors de la tana

[modifica | modifica wikitesto]

La tradizione dell'ors de la tana, prevista per il 2 di febbraio, è un antico uso della popolazione locale che consiste nel fare uscire qualcuno dalla propria abitazione mediante un pretesto ironico. Il malcapitato viene poi accolto da quanti gli hanno giocato lo scherzo col saluto "L'è fora l'ors de la tana" (è uscito l'orso dalla tana).

Anche in questo caso, l'uscita dell'"orso" dal letargo invernale, vuole significare la fine dell'inverno e annunciare la primavera che è alle porte.

Carneval di Mat

[modifica | modifica wikitesto]
La chiesetta di San Vitale edificata già nel XII secolo in stile romanico

Il Carneval di Mat è un'antichissima tradizione risalente al Quattrocento. Dal giorno di Sant'Antonio abate e per una settimana intera i mat (giovani del paese) prendono il potere in paese e sotto il Kuerc incoronano il Podestà dei Mat. Il bormino prescelto non poteva rifiutare l'incarico divenendo il Monarca dei Matti, in tal modo veniva condotto a Palazzo spodestando il vero Podestà del Contado. Per sette giorni egli deteneva il potere che gli permetteva di avere illimitata giurisdizione.

E passava a raccogliere denari per le vie e le abitazioni dei privati che loro malgrado finanziavano le gozzoviglie dei mat del carnevale. Il Podestà dei Mat in questa settimana attraverso un discorso "metteva in Piazza" tutti gli scomodi segreti e gli avvenimenti accaduti durante l'anno. La goliardica settimana terminava ai piedi del Kuerc, ove veniva allestita dagli arlecchini, aiutanti e difensori del Podestà, una grossa polentata a cui partecipavano i poveri del paese. Al termine di questa settimana il Podestà dei Mat perdeva i propri poteri e quasi sempre si riduceva in miseria.

Questa tradizione venne dapprima abolita nel 1755 da un decreto delle Tre Leghe in quanto il Governo grigionese non tollerava influenze sul potere. Tuttavia la protesta dei bormini, legati a questa secolare tradizione, indusse il governo grigionese nel 1766 a revocare e sostituire il decreto con un altro in cui si diceva che non era intenzione delle Tre Leghe abolire quei divertimenti, purché non si commettessero violenze e soprattutto si rispettasse il Palazzo del Podestà.

Questa tradizione restò quindi sospesa per anni, poi è stata però ripresa, e si celebra all'insegna del proverbio "A Sant'Antoni Abat, al salta fora tucc' i mat". Così ogni anno il Podestà dei mat simbolicamente prende il posto del Sindaco di Bormio per un giorno e l'arlecchino capo, al centro della piazza, legge le lamentele che i cittadini depositano durante l'anno nella cassetta dei Mat, posizionata in un angolo della piazza del Kuerc.

Palio delle Contrade
[modifica | modifica wikitesto]

Come in molti altri paesi, Bormio ha la sua versione del Palio delle Contrade. Si disputa sugli sci, tradizionalmente di fondo, durante il mese di febbraio. Prima della sera, le vie del paese vengono riempite di neve e la sera i concorrenti, divisi per categorie di età, gareggiano per simboleggiare e portare punti al proprio reparto. Punti che possono venire anche dall'abbigliamento: chi si veste "alla vecchia" porta più punti al reparto e chi normalmente porta comunque punti per la sua iscrizione. La classifica quindi non porta più punti a ogni reparto. Il Palio nato nel 1963, è diventato una tradizione del paese e ultimamente sono state fatte delle varianti di sci discesa e delle staffette. Rimane una delle tradizioni più sentite anche per la sana competizione tra i Reparti che spingono ogni anno ad iscriversi dai piccolissimi fino agli ultraottantenni, i veterani della competizione che da quando è nata vi hanno sempre partecipato.

I Pasquali sono delle portantine allegoriche (carri) a tema religioso. Esse vengono realizzate dai cittadini di Bormio, che divisi in cinque reparti (Maggiore, Dossorovina, Buglio, Combo, Dossiglio), si sfidano nella sfilata che si svolge il giorno di Pasqua. I carri sono rappresentazioni di valore simbolico religioso, sono composti da portantine in legno, dette barelle, sulle quali vengono poste delle preziose opere artigianali.

La lavorazione dei Pasquali ha inizio, già dopo il Natale, coinvolgono sia grandi sia piccini, e avvengono in assoluta segretezza, per evitare le 'spiate'. La vittoria è concessa al Pasquale che ottiene la valutazione migliore sulla base di vari criteri: aspetto estetico, significato religioso e qualità della lavorazione. Ogni Pasquale è mirato a trasmettere un messaggio che spazia dalla religione e l'amore di Dio per gli uomini, alla tolleranza nei confronti delle diversità, e così via.

La tradizione dei Pasquali trae origine dalla vecchia usanza del sacrificio dell'agnello ed è presente solo a Bormio e a Roma e da nessun'altra parte. In origine, infatti, il pasquale fu una costruzione sulla quale cittadini dei vari reparti ponevano l'agnello sacrificale da offrire a Dio. La volontà di abbellire, addobbando il proprio carro pasquale, trasformò questo primordiale uso in una vera e propria competizione che sopravvive sino ai nostri giorni.

La tradizione lombarda di Santa Lucia (in dialetto Santa Luzia) si pratica da tempo anche nel Bormiese: la Santa viene accolta a bordo del suo asinello lungo le vie del paese fino alla Piazza Cavour dove di ferma a distribuire la cupeta, tipico dolce valtellinese a base di miele, ostia e noci insieme a sacchettini di frutta secca. Questo evento si svolge nel tardo pomeriggio del 12 dicembre. Durante la notte tra il 12 e il 13 invece, secondo la tradizione, la Santa porta nelle case dei bambini dei regali sempre molto attesi.

Radio

  • Radio Bormio
  • Radio Rainolter

Notiziari online

[modifica | modifica wikitesto]
  • Alta Rezia News - Notizie dal cuore delle Alpi (operativo soprattutto nell'Alta Valtellina e quindi anche a Bormio)
Lo storico ginnasio in Bormio esistente dal 1632.

Nel territorio comunale sono presenti una scuola primaria, una secondaria di primo grado e un istituto d'istruzione superiore in cui sono presenti liceo scientifico, liceo linguistico, liceo delle scienze umane, Istituto Tecnico Economico e istituto Professionale di Stato Servizi per l'Enogastronomia e l'Ospitalità Alberghiera.[22][23]

  • Museo Civico di Bormio[24]

Infrastrutture e trasporti

[modifica | modifica wikitesto]

Il territorio di Bormio è attraversato dalla Strada Statale 38 dello Stelvio che, attraverso il Passo dello Stelvio, congiunge Piantedo con Bolzano[25]; nel centro del paese si dirama dalla statale 38 la Strada statale 300 del Passo di Gavia (ex Strada Provinciale 29) che, attraverso l'omonimo passo, conduce a Ponte di Legno[26].

Le stazioni ferroviarie più vicine si trovano a Tirano, poste sulle linee per Sondrio e per Sankt Moritz[25], negli anni 20 era stata progettata la Ferrovia dello Stelvio che avrebbe raggiunto Bormio e, da qui, la Val Venosta, senza però essere mai realizzata[27]. Nel 2015 è stato annunciato che è in fase di ideazione un progetto per prolungare la linea ferroviaria dell'Alta Valtellina fino a Bormio[28] nonché la realizzazione di uno studio di fattibilità per un collegamento tra Val Venosta e Valtellina aperto tutto l'anno tramite traforo[29].

Nel 2016 è stato confermato lo studio di fattibilità per il traforo dello Stelvio che si prevede essere solo ferroviario[30] secondo la Deliberazione della Giunta Provinciale n. 849 del 21.07.2015[28][31].

Amministrazione

[modifica | modifica wikitesto]
Il gonfalone comunale
Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
1945 1946 Francesco Berbenni Sindaco
1946 1964 Italo Occhi Sindaco
1964 1967 Francesco Berbenni Sindaco
1967 1970 Renzo Pelosi Sindaco
1970 1973 Cardelio Pedrana Sindaco
1973 1973 Marcello Forestieri Commissario Prefettizio
1973 1978 Italo Occhi Sindaco
1978 1988 Gianni Confortola Sindaco
1988 1991 Francesco Forte Sindaco
1991 1991 Raffaele Sirico Commissario Prefettizio
1991 1996 Renato Pedrini Sindaco
1996 2001 Cardelio Pedrana Sindaco
2001 2006 Renato Pedrini Sindaco
2006 2010 Elisabetta Ferro Tradati Sindaco
2010 2011 Luigi Scipioni Commissario Prefettizio
2011 2016 Giuseppe Occhi Sindaco
2016 2021 Roberto Volpato Sindaco
2021 in carica Silvia Cavazzi Sindaco

Bormio è gemellata con:

La pista da sci Stelvio

Stazione sciistica specializzata nello sci alpino col nome di Bormio Ski, Bormio ogni anno il 29 dicembre ospita sulla Pista Stelvio una gara di discesa libera valevole per la Coppa del Mondo di sci alpino, competizione organizzata dalla FIS, dal 2014 per tre stagioni la discesa libera è stata spostata a Santa Caterina Valfurva. Nel dicembre 2017 la pista Stelvio è tornata nel circuito di Coppa. Bormio è stata anche sede di vari recuperi di gare di Coppa annullate altrove. È stata sede dei Campionati mondiali di sci alpino nel 1985 e nel 2005; dal 12 al 16 marzo 2008 ha ospitato le finali della Coppa del Mondo di sci alpino 2008.

La località ha ospitato anche alcune tappe della Coppa del Mondo di sci di fondo.

Con 50 km di piste da sci e 1.800 metri di dislivello, Bormio Ski rappresenta uno degli impianti di maggiori dimensioni per estensione e soprattutto per dislivello in Lombardia. Bormio Ski si è inoltre distinta lanciando la prima APP in Italia che permette di pagare l'accesso alle piste da sci senza passare dalla casse (tecnologia Skifast).

Nicola Rodigari in gara al Palaghiaccio Braulio.

Bormio è centro federale nazionale dello sport dello short track.

È stata scelta come la sede dei campionati europei di short track del 2000. Le gare si sono disputate nell'impianto Palaghiaccio Braulio.[32]

Nel gennaio 2020, ha ospitato i campionati mondiali junior 2020, prestigiosa competizione che riguarda tutti gli atleti junior.

La squadra cittadina di short track è l'ASD Bormio Ghiaccio, uno dei principali vivai della nazionale. In questo club hanno mosso i primi passi pattinatori come Katia Zini, Mara Zini, Arianna Fontana, Nicola Franceschina, Nicola Rodigari, Yuri Confortola, Claudio Rinaldi, Michele Antonioli, Barbara Baldissera, Marinella Canclini, Matteo Compagnoni, Martina Valcepina, Arianna Valcepina, Elena Viviani e Luca Spechenhauser.

Bormio dall'alto

Per 7 volte Bormio è stata sede di arrivo di una tappa del Giro d'Italia, la prima nel 1953, la penultima nel 2004, con arrivo a Bormio 2000, e l`ultima nel 2017.

Tappe del Giro d'Italia con arrivo a Bormio
Anno Tappa Partenza km Vincitore di tappa Maglia rosa
1953 20ª Bolzano 125 Italia (bandiera) Fausto Coppi Italia (bandiera) Fausto Coppi
1960 20ª Trento 229 Lussemburgo (bandiera) Charly Gaul Francia (bandiera) Jacques Anquetil
1961 20ª Trento 275 Lussemburgo (bandiera) Charly Gaul Italia (bandiera) Arnaldo Pambianco
1988 14ª Chiesa in Valmalenco 120 Paesi Bassi (bandiera) Erik Breukink Stati Uniti (bandiera) Andrew Hampsten
2000 14ª Selva di Val Gardena 205 Italia (bandiera) Gilberto Simoni Italia (bandiera) Francesco Casagrande
2004 18ª Cles - Bormio 2000 118 Italia (bandiera) Damiano Cunego Italia (bandiera) Damiano Cunego
2017 16ª Rovetta 227 Italia (bandiera) Vincenzo Nibali Paesi Bassi (bandiera) Tom Dumoulin

Molte altre volte è stata luogo di transito/passaggio del Giro grazie anche alla presenza nei paraggi di importanti salite valtellinesi. A Bormio infatti partono/arrivano due salite che hanno fatto la storia del ciclismo e del Giro d'Italia: il Passo dello Stelvio e il Passo di Gavia, mentre altra salita nelle vicinanze è quella del Passo del Foscagno.

Viene organizzata ogni anno una corsa di 21 Km, con un dislivello dai 1225 m di Bormio ai 2758 del Passo dello Stelvio per podisti, ciclisti e skyrollers.

XXV Giochi olimpici invernali

Bormio ospiterà nel 2026 le gare di Sci alpinismo maschile e femminile e Sci alpino maschile in occasione delle Olimpiadi Milano-Cortina. Le competizioni si svolgeranno presso lo Stelvio Ski Centre.[33]

La squadra di calcio di Bormio è la Bormiese (la denominazione ufficiale è Unione Sportiva Bormiese - Calcio), fondata il 20 febbraio 1985, anno in cui avviene anche l'affiliazione alla FIGC, Federazione Italiana Giuoco Calcio, che le attribuì il numero di matricola 74266[34]. La squadra fu iscritta al girone A del campionato di Terza Categoria organizzato dal Comitato Provinciale di Sondrio[34]. Ha avuto risultati altalenanti tra la Terza Categoria e la Seconda Categoria, promozione ottenuta per la prima volta alla fine della stagione sportiva 1986-1987 malgrado avesse perso lo spareggio per il primo posto contro la Libertas Sondrio.[35]

Il campo di calcio utilizzato dalla squadra in principio non fu quello di Bormio che venne costruito solo nel 1988. La squadra incominciò quindi da Tirano, poi si trasferì a Grosio (1986). Nel periodo dell'alluvione della Valtellina (1987), a causa delle difficoltà nei trasporti, alla squadra, che avrebbe dovuto per la prima volta partecipare al campionato superiore, fu concesso dalla FIGC la sospensione dell'attività ufficiale per "causa di forza maggiore" e di mantenere la categoria di merito conservando per la stagione successiva (1988-1989) quella acquisita nel 1987, utilizzando il nuovo stadio appena costruito a Bormio in via Manzoni.

Squadre di calcio ospitate nei ritiri estivi

[modifica | modifica wikitesto]

Bormio è stata sede dei ritiri calcistici estivi di importanti squadre nazionali e internazionali.

Pallacanestro

[modifica | modifica wikitesto]
La Jugoslavia festeggia la vittoria del campionato mondiale maschile di pallacanestro Under-19 1987 al termine della vittoriosa finale (86-76) contro gli Stati Uniti.

Dal 29 luglio al 5 agosto 1987 ha ospitato i campionati mondiali under-19 (1987 FIBA Under-19 World Championship), vinti dalla Jugoslavia.[36]

  1. ^ a b c https://www.comuniecitta.it/risorse/statuti/bormio.pdf Comune di Bormio - Statuto
  2. ^ Dato Istat - Popolazione residente al 31 maggio 2022 (dato provvisorio).
  3. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  4. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  5. ^ Variante di borwo. Cfr. (EN) Bernhard Maier, Dictionary of Celtic Religion and Culture, Boydell & Brewer, 1997, ISBN 978-0-85115-660-6. URL consultato il 14 marzo 2024. (Borwo/Bormo), Etymological Dictionary of Proto-Celtic (*berw-a).
  6. ^ Storia di Bormio, su bormio3.it.
  7. ^ La camminata alla fonte Pliniana, su bormio.eu.
  8. ^ Cassiodoro, Variae, X, XXVIIII, 1).
  9. ^ a b c d Bormio, in Dizionario storico della Svizzera.
  10. ^ a b Podestà di Bormio, sec. XIII - 1797 – Istituzioni storiche – Lombardia Beni Culturali, su www.lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 14 marzo 2024.
  11. ^ E. Saita, Strategie economiche e politiche di un casato milanese, ecc. p.408-416
  12. ^ BORMIO in "Enciclopedia Italiana (1930)" di Giuseppe RUA - Guido RUATA - Elio MIGLIORINI Enrico BESTA, su treccani.it, 1930. URL consultato il 17 febbraio 2021 (archiviato dall'url originale il 30 luglio 2020).
  13. ^ Ilario Sivestri, Il palazzo Alberti di Bormio. Storia di uomini ed istituzioni di cui fu residenza (PDF), in Bollettino storico Alta Valtellina, n. 1, Centro Studi Storici Alta Valtellina, 1998, pp. 63-180.
  14. ^ Contino, Castello di Bormio.
  15. ^ Il Comune compra il Pentagono Una svolta per l’Alta Valtellina - Cronaca - ilgiorno.it, su Il Giorno, 16 novembre 2022. URL consultato il 7 dicembre 2022.
  16. ^ a b c d Chiesa di S. Spirito (ex), su lombardiabeniculturali.it.
  17. ^ Bormio - La Chiesa di Santa Barbara, su www.bormio3.it. URL consultato il 5 marzo 2023.
  18. ^ Il crocifisso di Combo, su paesidivaltellina.it.
  19. ^ Remo Bracchi, Il Santo Crocifisso di Combo, 1979.
  20. ^ Statistiche I.Stat ISTAT  URL consultato in data 28-12-2012.
    Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno. Fonte: Popolazione residente per territorio - serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.
  21. ^ Biondelli, 1853, p. 4.
  22. ^ CORSI ATTIVI E RELATIVI QUADRI ORARI, su iisalbertibormio.edu.it. URL consultato il 7 dicembre 2020 (archiviato dall'url originale il 26 ottobre 2020).
  23. ^ LE NOSTRE SEDI, su icbormio.edu.it. URL consultato il 7 dicembre 2020 (archiviato dall'url originale il 29 ottobre 2020).
  24. ^ Museo Civico di Bormio, su www.museocivicobormio.it. URL consultato il 17 agosto 2022.
  25. ^ a b Raggiungere Bormio in Alta Valtellina, su www.bormio3.it. URL consultato il 14 marzo 2024.
  26. ^ Stelvio, uno dei mitici passi insieme a Gavia e Mortirolo, su https://www.bormio.eu/, 19 maggio 2021. URL consultato il 14 marzo 2024.
  27. ^ Inventario d'archivio Casella 106. Comunicazioni - Ferrovie, trasporti 1877 - 1972, su culturaweb.provincia.brescia.it.
  28. ^ a b Provincia Autonoma di Bolzano, Passo dello Stelvio, protocollo d'intesa per lo sviluppo dell'area, su provinz.bz.it, 21 luglio 2015.
  29. ^ TrentoToday, Maroni e Kompatscher firmano per il traforo dello Stelvio: "Sarà ferroviario, aperto tutto l'anno", su trentotoday.it, 27 luglio 2015.
  30. ^ TrentoToday, Studio di fattibilità per il traforo dello Stelvio. Maroni: "I soldi ci sono", su trentotoday.it, 3 febbraio 2016.
  31. ^ Provincia di Bolzano, Beschluss der Landesregierung nr. 849: Einvernehmensprotokoll mit der Region Lombardei für die Aufwertung des Gebiets des Stilfser Joches (PDF), su trentino-suedtirol.ilfatto24ore.it, 21 luglio 2015 (archiviato dall'url originale il 1º giugno 2016).
  32. ^ Carta, inseguimento al poker Bormio sogna con i suoi razzi, in la Gazzetta dello Sport, 21 gennaio 2000. URL consultato il 18 febbraio 2010.
  33. ^ https://milanocortina2026.olympics.com/it, su milanocortina2026.olympics.com.
  34. ^ a b Annuario del Comitato Regionale Lombardo F.I.G.C. L.N.D. e S.G.S. della stagione 1985-1986, p. 72, che riporta: segreteria in via Roma 39; campo da gioco: Comunale di Grosio; presidente: Luigi Brandolise; segretario Pierluigi Spechenhauser.
  35. ^ Comitato Regionale Lombardo, riepilogo dati della stagione 1986-1987 p. 51. Dati consultati presso la sede del C.R.L. in via Pitteri a Milano.
  36. ^ 1987 World Championship for Junior Men | ARCHIVE.FIBA.COM, su archive.fiba.com. URL consultato il 24 marzo 2020.

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
Controllo di autoritàVIAF (EN140808889 · LCCN (ENn86829235 · GND (DE4225540-5 · BNF (FRcb12185379k (data) · J9U (ENHE987007567234405171