Chaim Hirszman
Chaim Hirszman (Janów Lubelski, 24 ottobre 1912 – Lublino, 20 marzo 1946) è stato un superstite dell'Olocausto polacco, uno dei due soli sopravvissuti del campo di sterminio di Bełżec che raccontarono la loro esperienza dopo la guerra; l'altro fu Rudolf Reder.[1]
Deportato a Bełżec nel 1942, fu costretto ad unirsi al gruppo dei Sonderkommando.[2] Durante il trasferimento dei suoi membri al campo di sterminio di Sobibór, Hirszman riuscì a fuggire.[1]
Dopo la guerra testimoniò dinanzi alla commissione centrale d'investigazione sui crimini tedeschi in Polonia. Fu però assassinato a Lublino il 20 marzo 1946, il giorno dopo la sua deposizione.[3] Secondo lo storico Martin Gilbert, Hirszman fu ucciso perché ebreo,[4] mentre secondo lo storico polacco Henryk Pajak, la ragione dell'assassinio fu da attribuire al fatto che Hirszman era un attivo e pericoloso funzionario del nuovo regime comunista.[5] Nel verbale della sua testimonianza, datato 19 marzo 1946, fu riportato che Hirszman lavorava per il Ministerstwo Bezpieczeństwa Publicznego (MBP, ministero della pubblica sicurezza polacco).
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b Arad, 1999.
- ^ (EN) Belzec Death Camp « Remember Me », holocaustresearchproject.org.
- ^ (EN) « Tetimony from Belzec / Chaim Hirszman ».
- ^ (EN) Martin Gilbert, The Holocaust. The Jewish Tragedy, Londres, Fontana Press, Londra, 1987, p.817
- ^ Henryk Pajak, Konspiracja mlodziezy szkolnej 1945-1955, Lublino, 1994, p.130-131
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Yitzhak Arad, Belzec, Sobibor, Treblinka: The Operation Reinhard Death Camps, Indiana University Pressª ed., 1999, p. 448, ISBN 978-0-253-21305-1.
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