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Cherninia

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Cherninia
Ricostruzione di Cherninia denwai
Stato di conservazione
Fossile
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
SottoregnoEumetazoa
SuperphylumDeuterostomia
PhylumChordata
SubphylumVertebrata
InfraphylumGnathostomata
SuperclasseTetrapoda
ClasseAmphibia
OrdineTemnospondyli
SottordineStereospondyli
SuperfamigliaCapitosauroidea
GenereCherninia
Specie
  • C. megarhina
  • C. denwai

La cherninia (gen. Cherninia) è un anfibio estinto, appartenente ai temnospondili. Visse nel Triassico medio (Anisico, circa 247 - 244 milioni di anni fa) e i suoi resti fossili sono stati ritrovati in Africa e in India.

Questo animale doveva essere enorme: il solo cranio era lungo circa 1,4 metri, e si suppone che l'intero animale fosse lungo quasi 4,5 metri; è quindi probabile che Cherninia fosse uno degli anfibi più grandi mai esistiti.

Il cranio della specie tipo (Cherninia megarhina) era caratterizzato da un muso molto largo e allungato, orbite piccole e situate posteriormente nella volta cranica, e piccole corna tabulari dirette quasi lateralmente. Era inoltre presente un solco sensorio occipitale e creste biforcute e prominenti sulla volta cranica. Il palato era caratterizzato dalla presenza di un contatto ventrale tra exoccipitale e pterigoide, e da coane poste molto anteriormente rispetto alle vacuità interpterigoidee. Caratteristiche simili si riscontrano nell'affine Cherninia denwai, anche se quest'ultima specie possedeva corna tabulari non dirette lateralmente e una morfologia della regione otica leggermente diversa.

Classificazione

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I fossili di questo animale vennero descritti per la prima volta nel 1975 da Chernin e Cosgriff, i quali studiarono alcuni resti di anfibi temnospondili provenienti dalla formazione N'tawere della valle di Luangwa in Zambia, e li attribuirono a una nuova specie del temnospondilo Parotosuchus (P. megarhinus). In seguito venne descritta un'altra specie di Parotosuchus proveniente dal Triassico medio dell'India (P. denwai). Solo nel 2001 uno studio di Damiani mise in luce le affinità tra queste due specie e le differenze rispetto alle altre specie di Parotosuchus, rendendo indispensabile l'istituzione di un nuovo genere di grandi anfibi temnospondili, Cherninia appunto. Sembra che C. megarhina fosse leggermente più derivato rispetto a C. denwai.

Cherninia fa parte del gruppo dei capitosauri, anfibi temnospondili tipici del Triassico dall'aspetto e dallo stile di vita simile a quello dei coccodrilli. Secondo alcune analisi filogenetiche (Fortuny et al., 2011) Cherninia farebbe parte di un clade di capitosauri dalle dimensioni solitamente ridotte, come Eocyclotosaurus ed Edingerella.

Di seguito è riportato il cladogramma dello studio di Fortuny e colleghi, che illustra la posizione filogenetica di Cherninia nell'ambito dei capitosauri:


Stereospondyli

Lydekkerina huxleyi

Rhinesuchidae

Rhineceps nyasaensis

Uranocentrodon senekalensis

Capitosauria

Wetlugasaurus angustifrons

Odenwaldia heidelbergensis

Vladlenosaurus alexeyevi

Edingerella madagascariensis

Watsonisuchus spp.

Xenotosuchus africanus

Cherninia denwai

Paracyclotosaurus crookshanki

Stanocephalosaurus pronus

Stanocephalosaurus birdi

Procyclotosaurus stantonensis

Eocyclotosaurus spp.

Quasicyclotosaurus campi

Parotosuchus orenburgensis

Calmasuchus acri

Cyclotosaurus robustus

Tatrasuchus wildi

Eryosuchus garjainovi

Mastodonsaurus giganteus

Trematosauria

Benthosuchus sushkini

Trematosauroidea

Thoosuchus yakovlevi

Angusaurus spp.

Trematosaurus brauni

Paleobiologia

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Solitamente i capitosauri di grandi dimensioni, come Mastodonsaurus e Cherninia, sono stati percepiti come predoni passivi, che stavano acquattati sul fondale dei fiumi e dei laghi in attesa di una preda che passasse a portata di “risucchio”. Studi sull'anatomia e la morfologia funzionale dello scheletro di questi animali ha invece suggerito che fossero in grado di nuoto attivo e di predazione efficiente. Lo studio di Damiani (2001) ha quindi ipotizzato che Cherninia catturasse le sue prede grazie a movimenti repentini e laterali della testa, con le fauci spalancate.

  • Chernin, S., and Cosgriff, J. W., 1975, Further consideration of the capitosaurid from the upper Luangwa Valley, Zambia: Palaeontologica africana, v. 18, p. 143-148.
  • Mukherjee, R. N., and Sengupta, D. P., 1998, New Capitosaurid amphibians from the Triassic Denwa Formation of the Satpura Gondwana Basin, central India: Alcheringa, v. 22, p. 317-327.
  • R. Schoch and A. R. Milner. 2000. Stereospondyli. Handbuch der Paläoherpetologie - Encyclopedia of Paleoherpetology 3B:1-203
  • R. J. Damiani. 2001. A systematic revision and phylogenetic analysis of Triassic mastodonsauroids (Temnospondyli: Stereospondyli). Zoological Journal of the Linnean Society 133(4):379-482
  • Damiani, Ross J., 2001: Cranial anatomy of the giant Middle Triassic temnospondyl Cherninia megarhina and a review of feeding in mastodonsaurids. Palaeontologia Africana, 37: 41-52
  • Fortuny, J.; Galobart, À.; Santisteban, C. D. (2011). "A New Capitosaur from the Middle Triassic of Spain and the Relationships within the Capitosauria". Acta Palaeontologica Polonica 56 (3): 553.

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