Fausto Beccalossi

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Fausto Beccalossi
NascitaCellatica, 25 ottobre 1915
MorteCogull, 26 dicembre 1938
Cause della morteCaduto in combattimento
Dati militari
Paese servitoItalia (bandiera) Italia
Forza armataRegio Esercito
Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale
ArmaFanteria
CorpoBersaglieri
Reparto9ª Compagnia, 3º Battaglione, 1º Reggimento fanteria, 4ª Divisione fanteria "Littorio"
Anni di servizio1935-1938
GradoTenente di complemento
GuerreGuerra di Spagna
Decorazionivedi qui
dati tratti da Combattenti Liberazione[1]
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Fausto Beccalossi (Cellatica, 25 ottobre 1915Cogull, 26 dicembre 1938) è stato un militare italiano, decorato di Medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della guerra di Spagna.

Nacque a Cellatica, provincia di Brescia, il 25 ottobre 1915, figlio di Felice e di Tagliani Maria.[2] Conseguita la laurea in giurisprudenza presso l'università di Milano, venne ammesso a frequentare il corso allievi ufficiali di complemento presso la Scuola di Moncalieri nel novembre 1933.[1] Promosso sottotenente, dal marzo all'aprile 1935 prestò servizio di prima nomina nel 77º Reggimento fanteria "Lupi di Toscana".[1] Posto in congedo divenne funzionario della Banca d'Italia nella sede di Brescia, e dopo circa un anno veniva richiamato in servizio attivo e assegnato al 2º Reggimento bersaglieri nel settembre 1937.[1] Inviato in Spagna sbarcò a Cadice il 6 ottobre 1937, e fu assegnato al 1º Reggimento fanteria della 4ª Divisione d'assalto "Littorio".[1] Rimasto ferito una prima volta nel combattimento di Tortosa, fu insignito della croce di guerra al valor militare.[2] Cadde in combattimento il 26 dicembre 1938 durante l'azione per la conquista di Cogull.[1] Promosso tenente dal 1º dicembre 1938, fu insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria con Regio Decreto del 18 settembre 1939.[3]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Ufficiale arditissimo comandante di plotone di rincalzo, durante un improvviso violento contrattacco nemico, avuto sentore che altra compagnia del suo battaglione era attaccata da forze superiori, accorreva di iniziativa in suo soccorso, trascinando con l’esempio i propri uomini. Ferito da raffica di mitragliatrice rimaneva imperterrito sulla posizione contesa, combattendo a colpi di bombe a mano. Una seconda raffica lo colpiva al cuore, stroncando la sua eroica esistenza. Cogul, 26 dicembre 1938.[4]»
— Regio Decreto del 18 settembre 1939.[5]
Croce di guerra al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Nel guidare all’attacco il proprio reparto rimaneva ferito ad una gamba. Anziché preoccuparsi delle sue condizioni, con l’esempio incitava gli uomini a raggiungere a qualsiasi costo l’obbiettivo assegnato. Costretto in seguito a lasciare il reparto, con fiere parole esternava il suo rammarico, dimostrando elevato spirito combattivo. Rotabile Pauls-Cherta, 7 aprile 1938.[2]»


  • Adelchi Albanese, Nella bufera spagnola con le Camicie Nere della "Divisione d'assalto Littorio", Firenze, Bandettini, 1940.
  • Sandro Attanasio, Gli italiani e la guerra di Spagna, Milano, Ugo Mursia Editore, 1974.
  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare, Le medaglie d'oro al valor militare Volume primo (1929-1941), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 344.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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