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Guglielmo Righini

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Guglielmo Righini (Castelfranco Veneto, 16 febbraio 1908Firenze, 29 maggio 1978[1]) è stato un astronomo italiano, specializzatosi nello studio del Sole.

In particolare, introdusse in Italia nuovi sistemi per lo studio della corona solare, come le tecniche radioastronomiche, e l'uso di aerei nello studio delle eclissi solari, permettendo di allungare notevolmente la durata osservativa del fenomeno[2]. Ricorse a tale soluzione durante l'eclissi solare del 15 febbraio 1961 e quelle del 20 luglio 1963 in Canada, del 30 maggio 1965 nell'Oceano Pacifico meridionale e del 12 novembre 1966 in Brasile[3]. Scoprì così, assieme ad Armin Joseph Deutsch, i buchi coronali, regioni fredde della corona solare[4][5].

Righini fu tra i fondatori del Joint Organization for Solar Observations che portò alla costruzione dell'European Solar Telescope sull'isola di La Palma, nelle isole Canarie[6][7]. Nel 1965 si sposò con Maria Luisa Bonelli, nota storica della Scienza e museologa[8].

È sepolto nel cimitero monumentale delle Porte Sante a Firenze.

Si laureò in Fisica nel 1930 presso Università di Firenze[3].

Nel 1934 andò all'Università di Utrecht ove collaborò con Marcel Minnaert[5].

Nel 1936 andò in Siberia per osservare l'eclissi del 19 giugno[3].

Dal 1937 all'agosto 1939 prestò servizio presso la Stazione astronomica di Carloforte[9].

Nel 1951 divenne direttore dell'Osservatorio astrofisico di Asiago[3].

Nel 1953 divenne professore di Astronomia presso l'Università di Firenze e direttore dell'Osservatorio astrofisico di Arcetri[5].

Incarichi ricoperti

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Righini ricoprì numerosi incarichi durante la sua carriera:

Ha pubblicato 168 opere[3], tra le più conosciute ci sono:

  • L' energia solare e le sue applicazioni, scritto assieme a Giorgio Nebbia (1966)[12].
  • Terra luna anno 1 (1969)[13].
  • Contributo alla interpretazione scientifica dell'opera astronomica di Galileo (1978), Supplemento agli "Annali dell'Istituto e Museo di storia della scienza", 1978, fasc. 2[14].

Riconoscimenti

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È stato socio dell'Accademia Nazionale dei Lincei[15]. Nel 1960 è stato ammesso nell'Accademia dei XL[16].

Nel 1964 gli fu assegnato il Prix Janssen[17].

Gli è stato dedicato un asteroide, 9427 Righini[5].

  1. ^ RIGHINI GUGLIELMO, su astropa.inaf.it, 21 febbraio 2017.
  2. ^ Breve storia dell'Osservatorio, su arcetri.astro.it, Osservatorio Astrofisico di Arcetri. URL consultato il 26 marzo 2015 (archiviato dall'url originale il 2 aprile 2015).
  3. ^ a b c d e f (EN) Leonida Rosino, In Memoriam: Guglielmo Righini (1908-1978), in Solar Physics, vol. 62, n. 1, 1979, pp. 3-7.
  4. ^ (EN) Armin J. Deutsch e Guglielmo Righini, An Airborne Observation of the Coronal Spectrum at the Eclipse of July 20, 1963, in Astrophysical Journal, vol. 140, 1964, p. 313, DOI:10.1086/147920.
  5. ^ a b c d e f (EN) (9427) Righini = 1996 CV7 (PDF), in Minor Planet Circulars, n. 35492, 28 luglio 1999, p. 338. URL consultato il 26 marzo 2015.
  6. ^ (EN) I. Elliott, The Large European Solar Telescope, in Irish Astronomical Journal, vol. 16, n. 1, 1983, p. 23. URL consultato il 26 marzo 2015.
  7. ^ (EN) Wolfgang Mattig, JOSO - the Protagonist for a closer cooperation in Europe - some historical remarks, in Hvar Observatory Bulletin, vol. 28, n. 1, 2004, pp. 1-8. URL consultato il 26 marzo 2015.
  8. ^ Sandra Linguerri, Bonelli Righini Maria Luisa, in Scienza a due voci, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna. URL consultato il 26 marzo 2015.
  9. ^ Guglielmo Righini, in Astronomi in Italia, Osservatorio astronomico di Palermo "Giuseppe S. Vaiana". URL consultato il 26 marzo 2015.
  10. ^ Giancarlo Setti, Da dove veniamo? Dove andiamo?* (PDF), in Giornale di Astronomia, n. 4, 2014, p. 6. URL consultato il 26 marzo 2015 (archiviato dall'url originale il 2 aprile 2015).
  11. ^ (EN) History of the Memorie, su sait.oat.ts.astro.it, Società Astronomica Italiana. URL consultato il 26 marzo 2015.
  12. ^ L'energia solare e le sue applicazioni / Guglielmo Righini, Giorgio Nebbia
  13. ^ Terra luna anno 1, su scoprirete.bibliotecheromagna.it. URL consultato il 25 marzo 2015 (archiviato dall'url originale il 2 aprile 2015).
  14. ^ (FR) Contributo alla interpretazione scientifica dell'opera astronomica di Galileo
  15. ^ Paola Cagiano de Azevedo (a cura di), Accademia nazionale dei Lincei. Inventario dell'Archivio (1944-1965) (PDF), Roma, Mura srl, 2013, p. 39. URL consultato il 26 marzo 2015 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  16. ^ Elenco cronologico Soci Nazionali, su accademiaxl.it, Accademia Nazionale delle Scienza detta dei XL. URL consultato il 26 marzo 2015 (archiviato dall'url originale il 4 maggio 2015).
  17. ^ (FR) S.A.F., Prix et Médailles décernés par la Société depuis sa fondation, in L'Astronomie, vol. 93, 1979, p. 544.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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Controllo di autoritàVIAF (EN18687410 · ISNI (EN0000 0001 1602 7310 · SBN RAVV008928 · BAV 495/72818 · LCCN (ENn85802818 · GND (DE1198893575 · BNF (FRcb11528975w (data) · J9U (ENHE987007279313905171 · CONOR.SI (SL27493731