Jessica Mitford

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Jessica Treuhaft
Jessica Mitford nel 1988.
The Honourable Mrs Treuhaft
Nome completoThe Hon. Mrs. Jessica Lucy Treuhaft Freeman-Mitford
NascitaAsthall, 11 settembre 1917
MorteOakland, 22 luglio 1996
DinastiaFamiglia Mitford
PadreDavid Freeman-Mitford, II barone Redesdale
MadreSidney, Lady Redesdale
FigliMs. Julia Decca Romilly
Mrs. Constancia Forman néé Romilly
Mr. Nicholas Treuhaft
Mr. Benjamin Treuhaft
ReligioneAnglicanesimo

Jessica Lucy Freeman-Mitford (Asthall, 11 settembre 1917Oakland, 22 luglio 1996) è stata una scrittrice, giornalista e attivista britannica, membro della omonima famiglia aristocratica anglosassone.

Nata ad Asthall Manor, nell'Oxfordshire[1], Jessica era la sesta di sette figli di David Freeman-Mitford, II barone Redesdale, e di sua moglie, Sydney Bowles, figlia del politico ed editore Thomas Bowles.

Le sue sorelle Unity e Diana erano membri ben noti della British Union of Fascists e alla fine diventarono membri della stretta cerchia di Adolf Hitler.

Jessica (sempre conosciuta come Decca), rinunciò alla sua cultura privilegiata in tenera età e aderì allo stalinismo[2]. Era conosciuta come la "pecora rossa" della famiglia[3].

Primo matrimonio

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Ritratto di Jessica Mitford del 1937

All'età di 19 anni, Jessica conobbe suo cugino di secondo grado, Esmond Romilly di appena un anno più grande di lei e con un background simile al suo. Anch’egli di nobili origini e di famiglia conservatrice (sua zia Clementine era la moglie di Winston Churchill) nell’estate del 1932 aveva annunciato alla famiglia di aver abbracciato le teorie bolsceviche (per poi passare al socialismo democratico)[4] e allo scoppio della guerra civile spagnola si era arruolato nelle Brigate internazionali contro Francisco Franco. Si trovava infatti in Inghilterra per riprendersi dalla dissenteria contratta difendendo Madrid durante la guerra civile spagnola.[5]. I cugini si innamorarono immediatamente e decisero di fuggire in Spagna, dove Romilly iniziò a lavorare come reporter per il News Chronicle. Dopo alcune difficoltà causate dall'opposizione dei loro parenti, si sposarono con rito civile il 18 maggio 1937. Difficoltà economiche e lo stato avanzato di gravidanza di Jessica, convinsero la coppia a tornare in Inghilterra. Si trasferirono a Londra e vissero nell'East End, in una casa messa a disposizione da un amico. Il 20 dicembre 1937 Jessica diede alla luce una figlia, Julia Decca Romilly che morì il maggio successivo durante un'epidemia di morbillo. Jessica parlerà in seguito raramente di Julia che non viene citata per nome nemmeno nella sua autobiografia del 1960 Hons and Rebels (Figlie e ribelli)[2].

Nel 1939, Romilly e Jessica emigrarono negli Stati Uniti, dove cambiarono spesso città, svolgendo i lavori più disparati, perennemente a corto di soldi[2]. All'inizio della seconda guerra mondiale, Romilly si arruolò nella Royal Canadian Air Force; Jessica viveva allora in Washington DC e pensava di unirsi a lui una volta che fosse stato inviato in Inghilterra. Mentre viveva a Washington diede alla luce un'altra figlia, Constancia Romilly il 9 febbraio 1941.[6] Il marito venne dato per disperso il 30 novembre 1941, di ritorno da un bombardamento sulla Germania nazista.[7]

Secondo matrimonio

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Sei mesi dopo la morte del marito Jessica lasciò il lavoro part time per la RAF e iniziò a lavorare per un'agenzia governativa: l'Office Price Administratio (OPA). Qui conobbe l'avvocato statunitense per i diritti civili Robert Treuhaft che sposò nel 1943, diventando cittadina statunitense nel 1944.[7][8].

La coppia ebbe due figli: Nicholas (1944-1955) e Benjamin (nato nel 1947)[1][9].

Impegno politico e carriera

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Stalinismo e politica di sinistra

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Nel 1943 Mitford e Treuhaft iniziarono a militare attivamente nel partito comunista. Nel 1947 la famiglia si trasferì a Oakland, California e nei primi anni 50, Mitford lavorò come segretaria esecutiva della sezione locale del Civil Rights Congress. Grazie a questo impiego e al lavoro del marito, si trovò coinvolta in numerose campagne per i diritti civili, tra cui il fallito tentativo di fermare l’esecuzione di Willie McGee, un afroamericano accusato di aver stuprato una donna bianca. In quanto membri del partito comunista, nel 1953 -nel culmine del maccartismo e della paura rossa- vennero chiamati a testimoniare di fronte alla Commissione per le attività antiamericane. Entrambi rifiutarono di fare nomi e di testimoniare sulla loro partecipazione alle organizzazioni comuniste.[10].

Né le rivelazioni dei crimini di Joseph Stalin contro l'umanità del rapporto segreto di Nikita Kruscev del 1956 né l’invasione dell’Ungheria da parte dell’armata rossa nello stesso anno, spinsero i coniugi Treuhaft a lasciare il partito comunista americano. Lo fecero entrambi tuttavia nel 1958, ormai convinti che l’organizzazione fosse ormai sotto l’influenza dell’URSS e avesse perso ogni contatto con la base: l’appartenenza al partito era quindi “inutile” per perseguire i loro ideali di antifascismo, democrazia, pace e socialismo.[7]

Giornalismo investigativo

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Nel maggio 1961 si recò a Montgomery, in Alabama, mentre lavorava a un articolo sugli atteggiamenti del Sud per Esquire. Mentre era lì, lei e un amico andarono incontro all'arrivo dei Freedom Riders e presero parte in una rissa quando una folla guidata dal Ku Klux Klan attaccò gli attivisti per i diritti civili. Dopo la sommossa, Jessica procedette a una manifestazione guidata da Martin Luther King Jr.. La chiesa in cui fu tenuto questo fu anche attaccata dal Klan, e Jessica e il gruppo passarono la notte barricandosi dentro fino a che l'assedio fu terminato con l'arrivo della Guardia Nazionale dell'Alabama.

Attraverso il suo lavoro con sindacati e organizzazioni benefiche, Treuhaft si interessò all'industria funeraria e persuase Jessica a scrivere un articolo sull'argomento. Anche se l'articolo "Saint Peter Don't You Call Me" pubblicato sulla rivista Frontier, non è stato ampiamente divulgato, ha attirato molta attenzione quando Jessica è apparso in una trasmissione televisiva locale con due rappresentanti del settore. Convinta dell'interesse pubblico, scrisse The American Way of Death, che fu pubblicato nel 1963. Nel libro criticò aspramente l'industria per aver usato pratiche commerciali senza scrupoli per approfittarsi delle famiglie in lutto. Il libro divenne un importante bestseller e condusse a udienze del Congresso sull'industria funeraria. Il libro è stato una delle fonti d'ispirazione per il film del regista Tony Richardson del 1965, The Loved One[11], sottotitolato in modo significativo "An Anglo-American Tragedy".

Dopo The American Way of Death, Jessica ha continuato con il suo giornalismo investigativo. Nel 1970 pubblicò un articolo sull'Atlantic Monthly, "Let Us Now Appraise Famous Writers", un'esposizione della Famous Writers School. Ha pubblicato The Trial of Dr. Spock, the Rev. William Sloane Coffin, Jr., Michael Ferber, Mitchell Goodman and Marcus Raskin, seguito da una dura critica al sistema carcerario americano intitolato Kind and Usual Punishment: The Prison Business (1973), un'allusione alla frase "punizione crudele e insolita".

Jessica è stata un'illustre professoressa[12] per il semestre autunnale del 1973 presso la San José State University, dove tenne un corso chiamato "The American Way" che ha coperto lo scandalo Watergate e l'era McCarthy.

Nel 1960 pubblicò il suo primo libro Hons and Rebels (Figlie e ribelli), un libro di memorie sulla sua gioventù nella famiglia Mitford.[2] Il secondo memoriale di Jessica, A Fine Old Conflict (1977), descrive comicamente le sue esperienze di adesione e al fine di lasciare il Partito Comunista.

Oltre alla scrittura e all'attivismo, Jessica ha provato a comporre musica come cantante per "Decca and the Dectones". Ha registrato due brevi album: uno[13] che contiene la sua interpretazione di "Maxwell's Silver Hammer" e di "Grace Darling"[14], e l'altro, due duetti con l'amica e poetessa Maya Angelou[15]. Il suo ultimo lavoro è stato un aggiornamento intitolato The American Way of Death Revisited.

Jessica morì di cancro ai polmoni, all'età di 78 anni. In linea con i suoi desideri, ebbe un funerale economico, che costò $ 533,31 - fu cremata senza una cerimonia, le sue ceneri sparse in mare e la stessa cremazione costò $ 475[3][16].

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Henry Reveley Mitford Henry Mitford  
 
Mary Anstruther  
Algernon Freeman-Mitford, I barone Redesdale  
Georgiana Ashburnham George Ashburnham, III conte di Ashburnham  
 
Charlotte Percy  
David Freeman-Mitford, II barone Redesdale  
David Ogilvy, X conte di Airlie David Ogilvy, IX conte di Airlie  
 
Clementina Drummond  
Clementina Ogilvy  
Henrietta Stanley Edward Stanley, II barone di Alderley  
 
Henrietta Maria Dillon-Lee  
Jessica Freeman-Mitford  
Thomas Milner Gibson Thomas Gibson  
 
Isabella Glover  
Thomas Gibson Bowles  
Susannah Bowles William Bowles  
 
Mary Ann Dawes  
Sydney Bowles  
Charles Evans-Gordon George Evans-Gordon  
 
Frances Spalding  
Jessica Evans-Gordon  
Catherine Rose Alexander Rose  
 
Janet McIntosh  
 
  • Hons and Rebels aka Daughters and Rebels, 1960 (ed. ita. Figlie e ribelli, trad. di Ada Arduini, Milano, BUR Rizzoli, 2009. ISBN 978-88-17-03088-5)
  • The American Way of Death, 1963 (ed. ita. Il sistema di morte americano, trad. di Elena Spagnol Vaccari, Milano, Rizzoli, 1964)
  • The Trial of Dr. Spock, the Rev. William Sloane Coffin, Jr., Michael Ferber, Mitchel Goodman, and Marcus Raskin, Macdonald, 1969
  • Kind and Usual Punishment: The Prison Business, Alfred A. Knopf, 1973
  • A Fine Old Conflict, London: Michael Joseph, 1977
  • The Making of a Muckraker, London: Michael Joseph, 1979
  • Poison Penmanship: The Gentle Art of Muckraking, 1979
  • Grace Had an English Heart: The Story of Grace Darling, Heroine and Victorian Superstar, E. P. Dutton & Co, 1988. ISBN 0-525-24672-X
  • The American Way of Birth, 1992
  • The American Way of Death Revisited, 1998
  • Decca: The Letters of Jessica Mitford, edited by journalist Peter Y. Sussman. Alfred A. Knopf, 2006. ISBN 0-375-41032-5
  1. ^ a b Anne Chisholm, "Obituary: Jessica Mitford", su independent.co.uk, 25 luglio 1996.
  2. ^ a b c d Jessica Mitford, Hons and Rebels, Isis, 1960, ISBN 978-1-85089-441-4.
  3. ^ a b Thomas Mallon, "Red Sheep: How Jessica Mitford found her voice", su newyorker.com., New Yorker, 16 October 2006.
  4. ^ Kevin Ingram, Rebel: The Short Life of Esmond Romilly, London, Weidenfeld and Nicolson, 1985.
  5. ^ Esmond Romilly, Boadilla, London, Hamish Hamilton, 1938.
  6. ^ John A. Salmond, The Conscience of a Lawyer: Clifford J. Durr and American Civil Liberties, 1899-1975, Tuscaloosa, University of Alabama Press, 1990, p. 264, ISBN 978-0-8173-0453-9.
  7. ^ a b c Mary S. Lovell, The Mitford Girls: The Biography of an Extraordinary Family, Little, Brown, 2008, p. 403, ISBN 978-0-7481-0921-0.
  8. ^ Communist on The Hit Parade (PDF), in Tocsin, vol. 5, n. 9, Oakland, CA, 4 marzo 1964, p. 1 Col A. URL consultato il 25 maggio 2018.
  9. ^ Edward Guthmann, Great writer. But as a mother? Jessica Mitford's children recall the woman they called Decca, in The San Francisco Chronicle, 17 novembre 2006.
  10. ^ A. D. Vangen, Honoring God to the Very, Very, Very End!, Xulon Press, 2011, p. 113, ISBN 978-1-61379-893-5.
  11. ^ Lee Hill, A Grand Guy: The Art And Life of Terry Southern, HarperCollins, 2010, p. 135, ISBN 978-0-06-201283-8.
  12. ^ Jessica Mitford, My Short and Happy Life As a Distinguished Professor, su The Atlantic, 1º ottobre 1974. URL consultato il 12 settembre 2016.
  13. ^ CD Baby: JESSICA MITFORD: Decca and the Dectones, su cdbaby.com. URL consultato il 2 maggio 2019 (archiviato dall'url originale l'11 novembre 2016).
  14. ^ Patricia Holt, "Jessica Mitford Does the Beatles", su sfgate.com., SF Gate, 2 February 1995.
  15. ^ "Maya Angelou & Jessica Mitford: 'There Is a Moral to It All'", su dqydj.com (archiviato dall'url originale il 2 agosto 2014)., "Don't Quit Your Day Job" Records.
  16. ^ An expensive way to go. (The Business of Bereavement), The Economist (US edition), 4 January 1997.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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