John Tyler
John Tyler | |
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10º Presidente degli Stati Uniti d'America | |
Durata mandato | 4 aprile 1841 – 4 marzo 1845 |
Predecessore | William Henry Harrison |
Successore | James Knox Polk |
10º Vicepresidente degli Stati Uniti d'America | |
Durata mandato | 4 marzo 1841 – 4 aprile 1841 |
Presidente | William Henry Harrison |
Predecessore | Richard Mentor Johnson |
Successore | George M. Dallas |
23º Governatore della Virginia | |
Durata mandato | 10 dicembre 1825 – 4 marzo 1827 |
Predecessore | James Pleasants |
Successore | William Branch Giles |
Presidente pro tempore del Senato degli Stati Uniti d'America | |
Durata mandato | 3 marzo 1835 – 6 dicembre 1835 |
Predecessore | George Poindexter |
Successore | William R. King |
Senatore dalla Virginia | |
Durata mandato | 4 marzo 1827 – 29 febbraio 1836 |
Predecessore | John Randolph |
Successore | William Cabell Rives |
Membro della Camera dei rappresentanti, Virginia - distretto n. 23 | |
Durata mandato | 17 dicembre 1816 – 3 marzo 1831 |
Predecessore | John Clopton |
Successore | Andrew Stevenson |
Dati generali | |
Partito politico | Partito Democratico-Repubblicano (1811-1828) Partito Democratico (1828-1834) Partito Whig (1834-1841) Indipendente (1841-1844) Partito Democratico (1844-1862) |
Professione | Avvocato |
Firma |
John Tyler (Greenway, 29 marzo 1790 – Richmond, 18 gennaio 1862) è stato un politico statunitense.
È stato il 10º Presidente degli Stati Uniti d'America, ma concluse la sua vita politica nel Congresso provvisorio confederato.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]I primi passi in politica
[modifica | modifica wikitesto]John Tyler era il sesto di otto figli di John Tyler Senior, governatore della Virginia dal 1808 al 1811, e di sua moglie Mary Armistead. Fin da giovane studiò legge al William and Mary College di Williamsburg, in Virginia, dove si laureò nel 1807, abilitandosi alla professione d'avvocato due anni dopo. Durante il periodo universitario conobbe Letitia Tyler, figlia del colonnello Robert Christian, che sposò il 29 marzo 1813, giorno del suo ventitreesimo compleanno. La coppia avrebbe avuto sette figli, due maschi e cinque femmine.
Ben presto il giovane avvocato si diede alla carriera politica, candidandosi nel 1811 per i Repubblicani-Democratici (partito nel quale militava anche il padre) per la Camera dei delegati della Virginia, rimanendovi fino al 1816, quando Tyler venne eletto rappresentante della Virginia alla Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti d'America, divenendo un fervido sostenitore delle teorie politiche di Thomas Jefferson.
Dopo la fine del suo mandato nel 1821, si ricandidò per la Camera dei delegati della Virginia (1823-1825), per poi essere eletto, il 10 dicembre 1825, governatore dello Stato, carica che aveva ricoperto il padre anni prima. Rimase in carica per un biennio, finché nel 1827 successe al senatore Randolph sul suo seggio al Senato federale. In questo periodo il senatore Tyler, sebbene fedele alle idee di Jefferson, non accettò mai la disciplina di partito e mostrò una grande indipendenza, come quando il 2 aprile 1833 fu l'unico in Senato a votare contro il provvedimento doganale voluto dal presidente Andrew Jackson (noto come "force bill") durante la cosiddetta "crisi della nullificazione".
Poco tempo dopo, Tyler abbandonò i Democratici e aderì al partito Whig. Per la sua provenienza dal Sud, il partito lo scelse come candidato vicepresidente per le elezioni presidenziali del 1840, essendo il candidato alla presidenza, William Henry Harrison, del Nord. Harrison vinse le elezioni e Tyler divenne vicepresidente.
La presidenza
[modifica | modifica wikitesto]Eletto 10º vicepresidente solo da un mese, si ritrovò alla più alta carica il 4 aprile 1841, in seguito alla morte del presidente Harrison, ammalatosi di polmonite.
Era la prima volta nella storia degli Stati Uniti che veniva applicata la norma costituzionale per cui il vicepresidente succede al presidente nel caso questi sia impossibilitato a svolgere le sue funzioni, o muoia prima della scadenza del suo mandato. Molti ritenevano che questa successione dovesse essere provvisoria, e bisognasse indire nuove elezioni al più presto, però Tyler resistette e assunse i poteri da presidente a tutti gli effetti. Stabilì con questo un precedente, seguito in altri casi nella storia degli Stati Uniti fino a essere codificato nel XXV emendamento nel 1967.
La successione di Tyler fu piuttosto travagliata, infatti si mostrò subito molto indipendente rispetto al Partito Whig, per il quale era stato eletto e che deteneva la maggioranza al Congresso. Lo dimostrò quando pose il veto a una legge sulla tassazione fortemente voluta dalla maggioranza dei Whig, fatto che causò le dimissioni di massa di tutti i suoi ministri, eccetto il segretario di Stato Daniel Webster. Pur osteggiato per la sua indipendenza, infatti né i Democratici né i Whig lo consideravano dei loro, Tyler portò a termine importanti iniziative durante la sua presidenza; nel 1842 portò a termine con il Regno Unito il trattato Webster-Ashburton, concluso dal suo segretario di Stato con l'inviato britannico Alexander Baring, barone Ashburton, che definiva i confini meridionali tra Canada e Stati Uniti.
Durante la sua presidenza venne inaugurata, il 24 maggio 1844, la prima linea telegrafica che collegava Washington a Baltimora, e venne inviato il primo messaggio in codice Morse: What hath God wrought. Nella vita privata, da presidente Tyler rimase vedovo di Letitia, morta il 10 settembre 1842 dopo una paralisi; pochi mesi dopo, durante un ricevimento alla Casa Bianca, il presidente incontrò la ventiquattrenne Julia Gardiner, figlia di un senatore dello Stato di New York: avevano 30 anni di differenza. Si sposarono il 26 giugno 1844 in una cerimonia strettamente privata. Julia Tyler divenne molto popolare e fu riconosciuta come la prima vera "First Lady" della storia degli Stati Uniti. Da lei Tyler ebbe altri sette figli, cinque maschi e due femmine, dopo i precedenti sette (due maschi e cinque femmine).
Tyler si spese molto, come presidente, per favorire l'annessione del Texas. Questa fu ratificata l'ultimo giorno prima della scadenza della sua presidenza. Poiché era uno Stato schiavista, tale ingresso provocò una forte instabilità politica, che portò a contrasti tra schiavisti e abolizionisti che si sarebbero protratti a lungo. In vista delle nuove elezioni presidenziali, Tyler affrontava una situazione inedita: considerato un estraneo sia dai Democratici sia dai Whig a causa dell'annessione del Texas, non ottenne l'appoggio di nessun partito per la nominazione, sebbene nel maggio del 1844 una convention di suoi sostenitori a Baltimora lo avesse scelto come candidato; alla fine si ritirò dalla campagna elettorale appoggiando il candidato del Partito Democratico per le elezioni presidenziali del 1844, James Knox Polk.
Polk vinse le elezioni del novembre del 1844, succedendo a Tyler il 4 marzo 1845. L'ex presidente, scaduto il mandato, avrebbe tuttavia proseguito il suo impegno politico a livello del suo Stato, la Virginia.
Gli ultimi anni
[modifica | modifica wikitesto]Alla vigilia della guerra di secessione americana Tyler presentò le richieste della Virginia al governo. La missione fallì, ma egli si dichiarò favorevole alla secessione, e fu eletto deputato al Congresso confederato. Morì però prima dell'inaugurazione dello stesso, il 18 gennaio 1862, a Richmond in Virginia. Venne sepolto nella medesima cittadina presso l'Hollywood Cemetery.
Vita privata
[modifica | modifica wikitesto]Tyler ha avuto più figli di qualsiasi altro presidente americano. Dalla sua prima moglie Letitia Tyler (1790-1842) ha avuto ben otto figli.
Nel settembre 1842 Letitia morì per un ictus alla Casa Bianca (divenendo la prima First Lady a morire durante la sua permanenza nella Casa Bianca). Nel 26 giugno 1844, Tyler si risposò con Julia Gardinier (1820-1889) con cui ebbe altri sette figli.
Curiosità
[modifica | modifica wikitesto]• John Tyler ha ancora un nipote in vita, visto che il suo tredicesimo figlio Lyon Tyler ha avuto un figlio nel 1928 all'età di 75 anni di nome Harrison Ruffin Tyler.[1]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (EN) Gillian Brockell, The 10th president’s last surviving grandson: A bridge to the nation’s complicated past, in Washington Post, 1º dicembre 2020. URL consultato il 7 agosto 2023.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikisource contiene una pagina in lingua inglese dedicata a John Tyler
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su John Tyler
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Tyler, John, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Henry Furst, TYLER, John, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1937.
- Tyler, John, in Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2010.
- Tyler, John, su sapere.it, De Agostini.
- (EN) John Tyler, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- (EN) Opere di John Tyler, su Open Library, Internet Archive.
- (EN) Opere di John Tyler, su Progetto Gutenberg.
- (EN) Audiolibri di John Tyler, su LibriVox.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 19722306 · ISNI (EN) 0000 0000 8098 4900 · CERL cnp00400761 · LCCN (EN) n50081085 · GND (DE) 118803034 · BNE (ES) XX5301975 (data) · BNF (FR) cb121844877 (data) · J9U (EN, HE) 987007279070305171 |
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