Monte Qaf
Monte Qāf, conosciuto anche come Qaf-Kuh, Cafcuh, Kafkuh, Djebel Qaf, o Jabal Qaf (in arabo جبل قاف? Jabal Qāf o Djebel Qaf) è una catena montuosa della mitologia mediorientale.[1]
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Il monte Qāf è una catena montuosa immaginaria sita ai limiti della Terra. Con i cerchi delle sue gigantesche vallate, essa circonda[1] interamente il Grande Oceano (Al-Bahr al-Muhit), che cinge il mondo abitato; quest'ultimo concepito come disco quadrato piatto, nel mezzo degli anelli del Qāf. Gli esegeti dicono che il monte Qāf è di smeraldo: i suoi riflessi conferiscono al cielo il suo colore ceruleo.[2]
L'intera montagna è rischiarata dalla «Perla che illumina la Notte»[3], la quale riceve ogni luce dall'Albero Tūbā (cioè: di Beatitudine).[4]
Chi percorre questa catena dalle cime impervie e dall'aria funesta, ritorna sempre alla partenza, «come il compasso, del quale una delle punte è al centro e l'altra sulla circonferenza».[3]
Varie leggende, composte in onore di ʿAlī, raccontano che, oltre questa montagna, la primavera è perpetua, semine e raccolti avvengono nella stessa giornata, e le malattie sono ignote.[5] Nella mitologia persiana è la dimora della Fenice o Simurgh.[6]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b Dorino Tuniz, I Sacri Monti nella cultura religiosa e artistica del Nord Italia, Cinisello Balsamo, San Paolo, 2005, p. 11.
- ^ Pierre Pascal, Note e concordanze, in Omar Khayyam, Roba'iyyat, Torino, Boringhieri, 1969, p. 206.
- ^ a b Bausani, 1999, p. 256.
- ^ Francesco Zambon, L'Alfabeto simbolico degli animali: i bestiari del medioevo, Milano, Luni, 2001, p. 231.
- ^ Bausani, 1999, p. 377.
- ^ Alberto Ventura, Sapienza Sufi, Roma, Edizioni Mediterranee, 2016, p. 424.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Alessandro Bausani, Persia religiosa: da Zaratustra a Bahâ'u'llâh, Cosenza, L. Giordano, 1999.
Altri progetti
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