Panfilia
Panfilia (Παμφυλία) | |
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Rovine della strada principale di Perga, capitale della Panfilia | |
Stati | Turchia |
Regioni | Panfilia |
Territorio | Anatolia meridionale |
Capoluogo | Perga |
Nome abitanti | Panfilici |
Posizione della Panfilia nell'Anatolia | |
La Panfilia era una piccola regione storico-geografica costiera dell'Asia Minore, confinante a ovest con la Licia e a nord-nord est con la Galazia e bagnata dal Mediterraneo orientale. Le coste panfilie erano prospicienti all'isola di Cipro.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Periodo greco, persiano ellenistico
[modifica | modifica wikitesto]Panfilo (figlio di Egimio[1]) era un personaggio leggendario che personificava la regione[2].
Il nome greco della regione, Παμφυλία, cioè "[terra] di tutte le stirpi" (πάν pan 'tutto' e φυλή phylḕ 'tribù, stirpe, genealogia'), indica la natura etnica mista dei coloni greci, spec. 'di dori', che raggiunsero le coste dell'Asia Minore sudorientale di fronte a Cipro fra l'inizio del VII e il VI secolo a.C.
Infatti è ben noto che per tradizione il più antico centro dell'area, Aspendo, era colonia di Argo, e dunque venne popolata in origine da genti doriche. Altre città, come Side, Perge e Attalia vantavano altre origini. Gli abitanti di Side provenivano ad esempio da Cuma Eolica, ed erano affini agli Eoli.
Evidenze linguistiche fanno pensare che alcuni coloni della Panfilia provenissero anche dalla parte settentrionale, dorizzata, di Creta. Tuttavia, Le peculiari caratteristiche del dialetto panfilio, attestato dal V al I sec. a.C:, sono una combinazione di tratti arcadociprioti, dorici ed eolici, oltre ad influenze anatoliche e innovazioni indipendenti. Questa natura composita della lingua rende impossibile stabilire un'appartenenza precisa ad una delle aree dialettali greche.[3] L'alfabeto panfilio è stato invece recentemente riconosciuto come una filiazione degli alfabeti del Peloponneso nordorientale (Argo, Corinto).[4]
La Panfilia fu conquistata, di volta in volta, da diversi regni e imperi. Fu parte del regno di Lidia; successivamente fu annessa dai persiani, e inserita nella satrapia di Lidia; divenne parte dell'impero di Alessandro Magno; in Età ellenistica fu area di interazione e di frizione politico-militare fra il regno di Pergamo, il regno Seleucide di Siria, le cui satrapie occidentali si spingevano ai confini dell'Asia Minore, e il regno lagide d'Egitto, il cui espansionismo sul mare interessava marginalmente anche Cipro e le coste microasiatiche mediterranee.
Periodo romano
[modifica | modifica wikitesto]Infine, fra l'età dei fratelli Gracchi e i tempi di Pompeo entrò nell'orbita di Roma, nei cui domini fu definitivamente inglobata agli inizi del I secolo a.C., e inserita infine, in età imperiale, nella provincia di Galazia.
In Panfilia si trovavano anche alcune città, come Coracesium, la cui economia, fino alla guerra piratica di Pompeo, era basata principalmente sui proventi della pirateria e sulla vendita di schiavi che le attività piratesche permettevano di prelevare.
Aspetti antropici e linguistici
[modifica | modifica wikitesto]Sul piano etnolinguistico, la peculiare caratteristica della Panfilia era la sua mistione di stirpi, dialetti e lingue. Il dialetto greco di Panfilia era infatti il risultato di una gamma eterogenea di influssi linguistici. I principali apporti che lo costituivano erano:
- una base dorica, emergente da alcuni aspetti del sistema vocalico e consonantico;
- un forte influsso cipriota derivante dall'immissione di coloni della città cipriota di Pafo
- un contributo eolico abbastanza cospicuo;
- superficiali influssi ionico-attici
- Un caratteristico peso delle influenze delle lingue epicoriche non greche dell'entroterra.
Il greco di Panfilia era considerato dagli altri greci mixobarbaro, cioè semi-barbarico.
Elenco di panfilici
[modifica | modifica wikitesto]- Diodoro di Aspendo, filosofo pitagorico (IV secolo a.C.)[5]
- Apollonio di Perga astronomo, matematico (262 a.C. ca. – ca. 190 a.C.)
- Artemidoro di Perga prosseno a Oropo (ca. 240-180 a.C.)[6]
- Aeto (figlio di Apollonio) di Aspendo, comandante tolemaico, fondatore di Arsinoe (~238 a.C.)[7]
- Mnasea (figlio di Artemone) di Side (scultore) fine III secolo a.C.[8]
- Oresta (figlio di Erimneo) di Aspendo, prosseno a Drero (Creta) (fine III - inizio II secolo a.C.)[9]
- Timilo di Aspendo, gara di stadion alle olimpiadi del 176 a.C.
- Apollonio (figlio di Cerano) prosseno a Lappa (Creta) (prima metà del II secolo a.C.)[10]
- Asclepiade (figlio di Mirone) di Perga, fisico onorato nei demi di Seleucia (Panfilia)[11]
- Menodora (figlia di Megacle) di Silio magistrato e benefattore (ca. II secolo d.C.)[12]
- Apollonio di Aspendo, poeta, (II/inizio III secolo d.C.)[13]
- Santa Matrona di Perge (tardo V, inizio VI secolo d.C.)
- Eustazio di Antiochia (Panfilia 270 d.C. - Traianopoli 337 d.C.)
Siti archeologici
[modifica | modifica wikitesto]- Ponte sull'Eurimedonte, un ponte romano ricostruito dai selgiuchidi, che segue un corso a zigzag sopra il fiume.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (EN) Apollodoro, Biblioteca II, 8.3, su theoi.com. URL consultato il 21 agosto 2019.
- ^ George Grote: Una storia della Grecia. p. 286; Irad Malkin: Mito e territorio nel Mediterraneo spartano. Cambridge U Pr, 2003. p. 41.
- ^ (FR) Claude Brixhe, Le Dialecte Grec de Pamphylie. Documents et Grammaire., Paris, A. Maisonneuve, 1976.
- ^ (DE) Eleonora Selvi e Andrea Santamaria, Shaping the Pamphylian alphabet: the puzzle of the two digammas, in Kadmos, vol. 62, n. 1-2, 1º dicembre 2023, pp. 95–114, DOI:10.1515/kadmos-2023-0005. URL consultato il 15 maggio 2024.
- ^ (EN) Copia archiviata, su ancientlibrary.com. URL consultato il 3 settembre 2013 (archiviato dall'url originale il 2 novembre 2012).[1]
- ^ Epigr. tou Oropou 148
- ^ (EN) SEG 39:1426 - Le monarchie ellenistiche: documenti scelti Page 264 di Christian Habicht ISBN 0-472-11109-4
- ^ IK Side I 1
- ^ BCH 1936:280,1
- ^ SEG 23:573
- ^ Epigr.Anat. 11:104,5
- ^ (EN) Immagini di donne nell'antichità Page 223 di Averil Cameron, Amélie Kuhrt ISBN 0-415-09095-4
- ^ (EN) IG VII 1773 - Il contesto del drama antico Page 192 di Eric Csapo, William J. Slater ISBN 0-472-08275-2
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Speciale cronaca numismatica numero 34
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Panfilia
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Panfilia, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Giuseppe Furlani, Roberto Paribeni e Lino Bertagnolli, PAMFILIA, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1935.
- Panfìlia, su sapere.it, De Agostini.
- (EN) Pamphylia, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- (EN) Livius.org: Panfilia, su livius.org. URL consultato il 6 settembre 2009 (archiviato dall'url originale il 29 dicembre 2012).
Controllo di autorità | VIAF (EN) 173037848 · LCCN (EN) sh87007963 · GND (DE) 4044438-7 · BNF (FR) cb12299018w (data) · J9U (EN, HE) 987007541528305171 |
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