Vai al contenuto

Portale:Letteratura

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
 
 
 La Biblioteca di Babele - Portale letterario

«Un buon lettore, un grande lettore, un lettore attivo è un "rilettore"»

Benvenuto al Portale della letteratura della Wikipedia in lingua italiana.

Questo portale è stato pensato come pagina di riferimento e punto di partenza per chi è interessato alla letteratura. Da qui si può accedere facilmente alle voci e alle sezioni di maggiore interesse.

A questo portale è collegato il Progetto:Letteratura.

 
 
 Scaffale

Ossi di seppia è una raccolta poetica di Eugenio Montale pubblicata nel 1925. Ossi di seppia è un libro di gioventù sulla cui nascita non esistono documenti formali e testimonianze dirette da parte dell'autore. Quando la raccolta viene pubblicata, nel 1925, a Torino, per le edizioni gobettiane di "Rivoluzione liberale", essa è già frutto di una selezione piuttosto severa - il volume infatti è assai esile - operata dal poeta tra le liriche giovanili, quelle che lui stesso definirà "protomontaliane". Siamo lontani, con Montale, dai progetti letterari dei maestri della letteratura: il progetto strutturato, sullo stile del canzoniere lirico, appartiene alla stagione più matura di questo poeta. Con ciò, non mancano, come vedremo, elementi di coesione interna tra i componimenti di questa raccolta.
Nel 1983 viene pubblicato, postumo, il diario degli anni di studio di Montale, col titolo di Quaderno genovese. Fu subito evidente l'importanza di quel documento per la scoperta delle origini poetiche di Montale.

Continua...

Il Trattato sull'astrolabio, A Treatise on the Astrolabe (ˈtritɪs ɒn ði ˈæstrəˌleɪb) in lingua inglese, è un saggio medioevale di Geoffrey Chaucer sull'astrolabio, antico strumento di misura degli angoli celesti. Il saggio risale a circa il 1392 ed è il più antico manuale tecnico conosciuto nella letteratura inglese. Nonostante l'autografo non sia pervenuto, il trattato è sopravvissuto all'interno di circa altri ventidue manoscritti, la maggior parte risalenti comunque al XVI secolo, un centinaio di anni dopo la stesura originale: la conferma della paternità dell'opera inoltre è riscontrabile all'interno del Prologo, nei Canterbury Tales.
Il Trattato è considerato da molti studiosi come il maggior lavoro in prosa di Chaucer, quello che benché presenti argomenti tecnici e particolarmente complicati., risulta essere comunque chiaro, lineare e riesce ad arrivare in modo diretto ai punti in questione.
L'opera, benché sia il primo saggio così tecnico in lingua inglese, ha scarsa rilevanza letteraria: il Trattato non viene elevato a modello, né tantomeno imitato.

Continua...


 
 
 Biografia

Demostene, in greco antico Δημοσθένης [Dêmosthénês], nato ad Atene nel 384 a.C., morto a Calaurie nel 322 a.C., fu uomo di stato ateniese, grande avversario di Filippo II di Macedonia e uno dei grandi oratori atticisti.
Nato intorno al 384 a.C. ad Atene, nel demo di Peania, Demostene era figlio di un agiato armaiolo, che però morì nel 377, lasciandolo in balìa dei disonesti tutori Afobo ed Onetore, che gli sottrassero il patrimonio.
Contro di loro, nel 364, Demostene intentò per la prima volta una causa per il recupero dell'eredità: pur avendo vinto, non riuscì a riappropriarsi dell'intera somma e dovette utilizzare la pratica acquisita in questa circostanza per sopravvivere come logografo. Ben presto, però, entrò completamente in politica, esordendo come amministratore navale (trierarco) già nel 360, sostenendo l'onerosa liturgia della trierarchia.
Demostene, trovatosi in politica nel difficile momento della "guerra sociale" del 357-355, in cui gli alleati si ribellarono ad Atene, comprese subito la pericolosità, in mezzo a queste discordie, dell'azione di Filippo II di Macedonia, contro il quale incitò Atene ad intervenire prima a favore dei rodii cacciati dalla loro isola (352), poi, subito dopo, pronunciando la I Filippica contro il sovrano macedone, visto come il principale nemico della libertà greca.

Continua...

 
 
 Citazione

«Il leggere molti libri, il meditare su molti non ha altro effetto che quello di renderci dubbiosi sulle nostre idee, incerti nei nostri pensamenti; non si sa piú a che cosa credere, e spesso si finisce col non credere piú a nulla»