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Shanidar

Coordinate: 36°48′02.16″N 44°14′35.88″E
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Şaneder
La grotta di Şaneder, nel Kurdistan iracheno
Localizzazione
StatoIraq (bandiera) Iraq
Mappa di localizzazione
Map

Shanidar (in curdo Şaneder‎) è una grotta posta ai piedi dei monti Zagros, nel Kurdistan iracheno. Il sito venne scoperto e studiato tra il 1957 e il 1961 da Ralph Solecki e dalla sua squadra della Columbia University; durante gli scavi venne trovato il primo scheletro di un Neanderthal adulto in Iraq, risalente al Paleolitico Medio (LXXX millennio a.C.).

Il proseguimento degli scavi ha prodotto nove scheletri di Neanderthal di varie età e stato di conservazione; i ritrovamenti suggeriscono che questi possedessero dei riti funebri, avendo seppellito i propri antenati con dei fiori. I resti di questi ritrovamenti sono i calchi inviati e preservati alla Smithsonian Institution, mentre probabilmente gli originali sono andati perduti in Iraq.

Il sito archeologico di Šanidar è noto soprattutto per i suoi reperti catalogati Šanidar I e IV. Šanidar I è l'individuo più anziano, ed era stato soprannominato dai suoi scopritori Nandy; aveva una età di 40-50 anni, una età molto considerevole per un uomo di Neanderthal, e presentava diversi segni di deformità. Era uno dei quattro scheletri che mostravano serie deformità dello scheletro a causa di ferite o traumi. In un impreciso momento della sua esistenza, Šanidar I subì un forte colpo sulla parte frontale sinistra, provocandogli una frattura nell'orbita sinistra tale da renderlo parzialmente o totalmente cieco dall'occhio sinistro.

Nandy subì probabilmente anche una distorsione del braccio destro, con eventuali fratture, che gli causarono la perdita dell'avambraccio e della mano. Le cure prestate ai traumi di questo individuo mostrano che i Neanderthal si occupavano dei loro anziani e dei loro malati, che diventavano oggetto di premure dell'intero gruppo. Shanidar II era un maschio adulto, probabilmente morto per una caduta poiché presenta fratture multiple sulle ossa dello scheletro e del cranio. Esistono prove evidenti che questo individuo ha ricevuto una sepoltura rituale tramite l'impilamento di alcune pietre lavorate nella sua tomba.

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