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Omero

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Omero
Omero (W. Bouguereau, 1874)
Per approfondire, vedi: Iliade e Odissea.

Omero (IX secolo a.C.), poeta greco.

Citazioni di Omero

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  • E Rea parlò, la Dea dal morbido velo, a Demètra: | «O figlia, vieni: Giove, signore del tuono, ti chiama, | ché tu venga fra i Numi: concederti onori promette. [...] | Su' persuaditi, figlia, né troppo covare lo sdegno | contro il figliuolo di Crono signore dei nuvoli, e il frutto | súbito fa' germogliare che in vita mantiene i mortali». | Disse così; né restìa fu la Dea dalle vaghe ghirlande. | Sùbito i frutti fe' germogliar da le zolle feraci, | e tutta si coprì la terra di fiori e di fronde. | Ed ai sovrani datori di leggi, pria ch'ella partisse, | a Dìocle, di cavalli maestro, a Trittòlemo, a Eumòlpo, | al condottiere di genti gagliardo Celèo, fu maestra | dei venerandi riti, a tutti insegnò celebrare | le pure orge: concesso non è trasgredirle o spiarle, | né farne ciancia: la voce rattenga l'ossequio a le Dive. | Tra gli uomini mortali, beato chi giunge a vederle; | ma chi restò profano, chi parte non v'ebbe, non gode | uguale fato, dopo la morte, nell'umido buio. || Ora, poi ch'ebbe tutto disposto, la Diva, all'Olimpo | novellamente salì, fra il consesso degli altri Immortali. | E qui, vicino a Giove signore del folgore, stanno | beate ed onorate. Felice su tutti, il terrestre | che queste Dee di cuore diligon: ché mandano tosto | alla sua casa opulenta, ché segga sul suo focolare, | Pluto, che agli uomini dà mortali le grandi ricchezze. (da Inno a Demetra, in Omero minore, Inni – Batracomiomachia – Epigrammi – Margite, traduzione di Ettore Romagnoli, con incisioni di Adolfo de Carolis, Nicola Zanichelli, Bologna, 1925, pp. 121-122)
  • Muse dal dolce eloquio, di Giove figliuole, maestre | degl'inni. Luna bella cantate dall'ali veloci. | Da lei scende celeste bagliore ad avvolger la terra, | dal suo capo immortale, dai fulgidi raggi, s'effonde | somma bellezza: un'aura rifulge che manda bagliori | dalla corona d'oro, si spargono raggi per l'aria, | quando dai gorghi del mare, lavate le fulgide membra, | cinte le vesti, Selène, che lungi lo sguardo sospinge, | i suoi puledri aggioga dall'erta cervice, raggianti, | nel vespro, a mezzo mese, che pieno rifulge il suo disco; | e mentre ella s'accresce, s'effondono fulgidi raggi | dal firmamento; ed è pei mortali segnale e presagio. | A lei s'uní, nel letto d'amore, una volta, il Croníde, | ed essa incinse, e diede a luce Pandía, la fanciulla | che tanto ha, fra i Beati del cielo, vezzoso l'aspetto. || Salve, o Signora, o Dea dal candido braccio, o Selene. | Diva dai riccioli belli, | benigna. Da te cominciando, | dei Seminumi dirò le gesta, cui sogliono i vati, | ministri delle Muse, cantar con le amabili voci. (da Inno a Selene, in Omero minore, p. 149)
  • [Sulle citazioni] Parole alate. (citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli)
Ἔπεα πτερόεντα.
  • Tutti gli uomini hanno bisogno degli dèi. (citato in AA.VV., Il libro delle religioni, traduzione di Anna Carbone, Gribaudo, 2017, p. 12. ISBN 9788858015810)

Incipit di Batracomiomachia

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La guerra dei topi e delle rane

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Grande impresa disegno, arduo lavoro:
O Muse, voi dall'Eliconie cime
A me scendete, il vostro aiuto imploro:
Datemi vago stil, carme sublime:
Antica lite io canto, opre lontane,
La Battaglia dei topi e delle rane.

Guerra de' topi e delle rane

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Mentre a novo m'accingo arduo lavoro,
O Muse, voi da l'Eliconie cime
Scendete a me ch'il vostro aiuto imploro:
Datemi vago stil, carme sublime:
Antica lite io canto, opre lontane,
La Battaglia de' topi e de le rane.

Guerra dei topi e delle rane

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Sul cominciar del mio novello canto,
Voi che tenete l'eliconie cime
Prego, vergini Dee, concilio santo,
Che 'l mio stil conduciate e le mie rime:
Di topi e rane i casi acerbi e l'ire,
Segno insolito a i carmi, io prendo a dire.

Citazioni su Omero

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  • «Cantami, o diva, del pelide Achille…», così comincia Omero l'Iliade. «Musa, quell'uom di multiforme ingegno...», così Omero comincia l'Odissea. Musa, diva, cioè dea. Non sono frasi fatte, ma la testimonianza intima del vero poeta epico, che non vuole parlare da sé, che fa parlare in sé stesso la dea, che l'accoglie nella propria fantasia, figlia della cosmica forza di crescita, affinché il divino parli lui degli eventi del mondo. (Rudolf Steiner)
  • Ci furono poeti prima di Omero. (Marco Tullio Cicerone)
  • Cleomene, figlio di Anassandrida, diceva che Omero era il poeta degli Spartani ed Esiodo quello degli Iloti, perché il primo ha insegnato come si combatte, il secondo come si coltiva la terra. (Plutarco)
  • Colui che l'acque | cantò fatali. (Ugo Foscolo)
  • I commentatori di Omero sono stati ciechi così a lungo che per loro non c'era niente da fare e hanno voluto accecare anche Omero. Hanno trasferito la loro cecità al poeta. (Samuel Butler)
  • I poemi d'Omero son belli, perché sono belli, e se qualcuno volesse provarvelo con altri argomenti, ditegli che non capisce nulla e non avrete sbagliato. (Renato Fucini)
  • I poemi omerici danno un determinato ciclo degli avvenimenti, spazialmente e temporalmente delimitato; prima, accanto e dopo sono pensabili senza conflitto e difficoltà altri cicli d'avvenimenti da esso indipendenti. Il Vecchio Testamento dà la storia universale, incomincia con il principale dei tempi e vuol terminare con l'adempimento della promessa con cui il mondo deve aver fine. (Erich Auerbach)
  • In Omero, l'amore per gli oggetti belli unisce arcaismo ed esotismo, mette insieme cose antichissime o provenienti da terre lontane.
    E tutto ancora si mescola: si può così ricordare che il vecchio elmo con i denti di cinghiale si trova proprio nel canto X dell'Iliade, quello di solito considerato un canto recente. È però anche il canto dove, per la prima volta, vediamo gli eroi montare a cavallo: il più antico ed il più recente convivono senza problemi.
    La diversità della storia si unifica nella poesia. (Jacqueline Worms de Romilly)
  • In Omero – se appena vi si pone attenzione – un uomo non "è" un eroe, "è detto" tale. Una donna non "è" virtuosa, "è detta" tale, così come "è detta" bella o fedele: "essere detti" equivale a essere. (Eva Cantarella)
  • L'arte rimane avvolta nel mantello di Omero. (Hans Urs von Balthasar)
  • L'influsso di Omero non è nient'affatto limitato, almeno per quel che riguarda la poesia greca, all'epos eroico. (Giorgio Pasquali)
  • Laggiù conobbi pure un vecchio aedo, che si accecò per rimaner nel sogno. (Roberto Vecchioni)
  • La Giustizia, secondo Omero, apre e chiude i congressi degli Dei, non quelli degli uomini. (Terenzio Mamiani)
  • La nostra vita sembra poca cosa, ma basta pensarci per capire che in realtà è fortemente omerica. La grande ombra è sempre su di noi: conflitti, tradimenti, ferocissimi duelli, astuzie ingegnose, la maga che ci trasforma in porci, il mostro con un occhio solo, i venti favorevoli o contrari, le sirene. Non passa momento senza che l'inventore della letteratura non s'infili in qualche modo nella nostra vita. (Carlo Fruttero)
  • Mira colui con quella spada in mano, | che vien dinanzi ai tre sì come sire: | quelli è Omero poeta sovrano. (Dante Alighieri, Divina Commedia)
  • Quello ardente | vecchio a cui fur le Muse tanto amiche | ch’Argo e Micena e Troia se ne sente; | questo cantò gli errori e le fatiche | del figliuol di Laerte e d’una diva, | primo pintor delle memorie antiche. (Petrarca, Triumphus Famae)
  • Nell'Iliade Omero ha conferito all'ordinamento della vita terrestre e spirituale del mondo antico una struttura altrettanto possente quanto Cristo al mondo moderno. (Fëdor Mikhailovič Dostoevskij)
  • Nessuno lo potrà superare per sublimità nelle cose grandi, per proprietà nelle piccole. Egli è vasto e insieme serrato, grazioso e grave, ammirabile ugualmente per copia e per brevità, e oltre a quelle addicentesi a un poeta possiede le doti più eminenti di un oratore. (Quintiliano)
  • Omero è il massimo dei poeti e il primo dei compositori di tragedie. (Platone)
  • Omero è il padre e il perpetuo principe di tutti i poeti del mondo. (Giacomo Leopardi)
  • Omero è stato teologo soltanto per essere poeta. (Montesquieu)
  • Omero è tragico e non pessimista e desolato e disperato, perché quel che sempre sormonta nel suo sentire e lo conclude è l'idea della volontà eroica. (Benedetto Croce)
  • Omero ha descritto la vita umana. Ogni villaggio ha il suo Nestore, il suo Agamennone, il suo Ulisse. Ogni parrocchia ha il suo Achille, il suo Diomede, il suo Aiace. Ogni secolo ha il suo Priamo, la sua Andromaca e il suo Ettore. (Joseph Joubert)
  • Per l'osservatore moderno rimane un prodigio inspiegabile come tutte le forze e le tendenze caratteristiche della grecità si presentino già chiaramente preformate in Omero. (Werner Jaeger)
  • Qualche volta s'addormenta anche il buon Omero. (Quinto Orazio Flacco)
  • Quel sommo | D'occhi cieco, e divin raggio di mente, | Che per la Grecia mendicò cantando. (Alessandro Manzoni)
  • Quello che ha influito maggiormente su di me ancora ragazzo, anzi quasi bambino, è stato Omero. Quando, in prima ginnasio, mi sono trovato tra le mani le sue due opere e ho incominciato a leggerle, ne sono rimasto totalmente conquistato. Percorrevo quel nuovo dominio con tale entusiasmo che, quando suonava la campana di interruzione dello studio, provavo un gran fastidio. È stata un'esperienza fortissima, che ha influito per sempre sul mio modo di scrivere. Di Omero mi ha appassionato la capacità di rendere bello tutto ciò di cui parla, il fatto che abbia saputo introdurre nel mondo tanta bellezza. (Eugenio Corti)
  • Se un'intelligenza superiore volesse ragguagliare gli abitanti dei cieli sugli avvenimenti degli uomini e darne loro un'immagine esatta, userebbe il linguaggio di Omero. (Joseph Joubert)
  • Si sono ipotizzati due Omeri, una federazione di Omeri, Omeri sparsi unificati da un redattore paziente ma anche confuso, un vociante e spintonante coro di Omeri che mescolano le loro voci, le lingue, le età. È impossibile muovere obiezioni: filologicamente, Omero non può esistere. Tuttavia, criticamente, Omero continua ad esistere. (Giorgio Manganelli)
  • Tutto si è perfezionato da Omero in poi, ma non la poesia. (Giacomo Leopardi)
  • Omero ed Esiodo hanno attribuito agli dei tutto ciò che per gli uomini è onta e biasimo: e rubare e fare adulterio e ingannarsi a vicenda. (Senofane)
  • Gli uomini sono tratti in inganno riguardo alla conoscenza delle cose visibili allo stesso modo di Omero, il quale fu il più sapiente tra tutti gli Elleni. Infatti dei bambini che uccidevano pidocchi lo trassero in inganno dicendogli: ciò che abbiamo visto e abbiamo preso lo lasciamo, ciò che non abbiamo visto né preso lo portiamo.
  • Omero è un astrologo.
  • Omero è degno di essere scacciato dagli agoni e di essere frustato, ed egualmente Archiloco.

Bibliografia

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  • Omero, La guerra dei topi e delle rane, traduzione di Giacomo Leopardi, 1815.
  • Omero, Guerra de' topi e delle rane, traduzione di Giacomo Leopardi, 1821-22.
  • Omero, Guerra dei topi e delle rane, traduzione di Giacomo Leopardi, 1826.

Altri progetti

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Opere

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