Palazzo Venezia
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Citazioni sul Palazzo Venezia di Roma.
- L'insieme del Palazzo, all'esterno, quantunque sparso delle grazie del Rinascimento, è ancora medioevale. La porta, gemmata come un'opera d'oreficeria, che guarda a levante; l'altra, volta a nord, esilmente classicheggiante nelle colonne scanalate, nei capitelli corinzi e nel timpano; le finestre, infine, a croce guelfa o inanellate di marmo, non bastano a togliere al suo aspetto quel che di arcigno e di guerriero che gli procurano la massa imponente, i modiglioni[1], i merli, la torre. E ben più arcigno e guerriero parrebbe se, anziché una sola torre, ne avesse quattro (una per ogni angolo) com'era nel primo concetto. (Corrado Ricci)
- Ma dall'aspetto esterno è grandemente diverso l'interno. In questo Pietro Barbo (prima Cardinale di Venezia, poi papa col nome di Paolo II) volle le grazie e l'amenità della più serena rinascenza; volle l'aerea libertà delle loggie e dei giardini animati di fiori, di fonti e di statue che il non avaro terreno di Roma donava a chi, anche per poco, lo rimoveva. Raccoglitore appassionato, egli desiderò negli appartamenti ricchezza di libri miniati, di oreficerie, di maioliche, di stoffe, di pitture, di dorature; ad ogni porta leggiadria di ornamenti marmorei; e in ogni vólta o soffitto una lieta costellazione d'imprese araldiche. Così nel grandioso palazzo l'intimità fu gioconda, come l'esteriorità severa, proprio come certi uomini pubblici che, dal loro ufficio condotti a severità, quando rientrano in famiglia s'abbandonano all'espansione dei più teneri sentimenti. (Corrado Ricci)
Note
[modifica]- ↑ In architettura, mensole scolpite a sostegno dei cornicioni degli edifici.
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