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Itinerario francescano ad Assisi
Transetto sinistro della basilica inferiore di Assisi
Tipo itinerario
Stato
Regione
Territorio
Città
Tempo

L'itinerario francescano ad Assisi è un itinerario di tre giorni ad Assisi che ripercorre la vita di san Francesco attraverso la visita dei luoghi in cui si è svolta.

Introduzione

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Questo itinerario vuole seguire la vita di san Francesco attraverso la visita dei luoghi francescani di Assisi (contando anche le frazioni limitrofe facilmente raggiungibili come Rivotorto o Santa Maria degli Angeli). Molti di questi luoghi sono stati teatro di molti eventi, alcuni all'inizio e alla fine della vita del santo, quindi ci saranno molti "incroci" (potrà succedere che assisterete a conseguenze di cose che devono ancora succedere cronologicamente nella vita di san Francesco). Inoltre, è stato cercato un giusto compromesso tra l'ordine cronologico degli eventi e un ordine "pratico" (cercando ad esempio di porre di seguito due luoghi vicini, nonostante cronologicamente non fossero strettamente consequenziali). Il terzo giorno di itinerario contiene poche tappe per riempire idealmente soltanto la mattinata e permettere così un agevole ritorno a casa in caso veniate da lontano.

Quando andare

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I periodi ideali per compiere l'itinerario sono i mesi tardo-primaverili o l'inizio dell'autunno (volendo anche quelli estivi, a patto di non scegliere giornate eccessivamente torride); in pratica, è decisamente consigliato il bel tempo per poter godere del cammino e degli spazi naturali, che sono un aspetto importantissimo del percorso. Inoltre, se potete scegliere i giorni della settimana, meglio andare quando non ci sono troppe persone (evitare ad esempio festività religiose), per poter godere meglio l'atmosfera spirituale senza essere subissati dalla gente (Assisi sa essere molto affollata nei periodi vacanzieri canonici, e religiosi in particolare).

A chi è rivolto

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Più che un semplice itinerario turistico è anche e soprattutto un itinerario spirituale. Cercate di viverlo come tale, assaporando i momenti senza fretta e cercando di immedesimarvi in quanto accadde. Se siete cristiani, verrà naturale offrire momenti di preghiera nei luoghi più importanti e carichi di significato.

Durante la visita nei luoghi sacri (che giocoforza costituiranno il fulcro del percorso) è d'obbligo il rispetto delle regole basilari: fate il più possibile silenzio e non fate foto e video se è vietato. Spesso è possibile chiedere ai frati che gestiscono le chiese o conventi di accompagnarvi nella visita per aiutarvi nella comprensione della storia del posto. Benché non obbligatoria, un'offerta è sempre gradita (a maggior ragione se sarete accompagnati).

Come arrivare

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Per approfondire, vedi: Come arrivare a Assisi.

Come spostarsi

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Dal punto di vista organizzativo, per la maggior parte l'itinerario vuole ripercorrere anche fisicamente il "cammino" di san Francesco, quindi si svolge prevalentemente a piedi. Solamente nel secondo giorno è consigliato l'uso della macchina per poter raggiungere i posti limitrofi con facilità e approfittare del tempo (a piedi non riuscireste a concludere il tutto, mentre con i mezzi pubblici bisogna tenere a mente gli orari, non sempre comodi).

Preparativi

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Essendo prevalentemente un itinerario di cammino, a volte anche in sentieri naturali, occorre organizzarsi di conseguenza con un equipaggiamento il più possibile essenziale e scarpe comode. In tutti i luoghi religiosi non è possibile entrare con gonne corte o spalle scoperte, quindi in caso andiate nei mesi caldi assicuratevi di avere con voi scialli o altro per coprirvi durante la visita (alcuni posti lasciano all'ingresso una cesta con foulard per questo scopo, da usare e riconsegnare all'uscita). Decisamente fondamentale anche poter avere con voi una cartina della città per orientarvi (nei #Collegamenti esterni è possibile scaricare quella fornita dalla pro loco, in alternativa potete chiederne una nel centro di informazioni turistiche situato nella centrale Piazza del Comune).

Non dimenticatevi inoltre di controllate i giorni e gli orari di apertura dei vari posti, in base al periodo in cui effettuerete il percorso.

Tappe

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Mappa a tutto schermo Itinerario francescano ad Assisi(Modifica GPX)

L'ordine suggerito è il seguente:

  1. Primo giorno
    1. 43.07026412.6158271 Oratorio di San Francesco Piccolino
    2. 43.07020312.6177782 Cattedrale di San Rufino
    3. 43.07043112.6152983 Chiesa Nuova
    4. 43.06888912.6169444 Basilica di Santa Chiara
    5. 43.06139812.6182495 Chiesa di San Damiano
    6. 43.0698512.614446 Piazza del Vescovado
  2. Secondo giorno
    1. 43.0755412.609337 Bosco di San Francesco
    2. 43.06306412.6520378 Eremo delle Carceri
    3. 43.04560412.6121119 Santuario di Rivotorto
    4. 43.0577912.5810910 Basilica di Santa Maria degli Angeli/Porziuncola
  3. Terzo giorno
    1. 43.07198712.61254811 Chiesa di Santo Stefano
    2. 43.07472212.60555612 Basilica di San Francesco

Primo giorno: vita giovanile

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1. Oratorio di San Francesco Piccolino

L'itinerario comincia nel luogo di nascita di Francesco, che si trova dietro la Chiesa Nuova ed è accessibile anche da un portico di corso Giuseppe Mazzini.

In questo luogo si racconta che la madre di Francesco si rifugiò per dare alla luce il futuro santo (1181 o 1182). I suoi genitori erano Pietro Bernardone dei Moriconi e la nobile Pica Bourlemont, di origine francese, una famiglia della borghesia emergente della città di Assisi, che, grazie all'attività di commercio in Provenza, aveva raggiunto ricchezza e benessere. Su questo luogo venne poi costruito l'oratorio in pietra rustica a partire dal XIII secolo. Qualche secolo dopo venne affrescato, mentre nel 1926 è stato riportato alle umili fattezze originarie.

Se volete proseguire nell'ordine cronologico e avete voglia di camminare andate ora alla cattedrale di San Rufino dove venne battezzato, altrimenti potete recarvi direttamente alla Chiesa Nuova adiacente all'oratorio, lasciando la cattedrale di San Rufino a dopo.

2. Cattedrale di San Rufino

In questa chiesa consacrata a san Rufino, patrono della città, cattedrale già dal 1036, la madre fece battezzare il figlio con il nome di Giovanni (dal nome dell'apostolo Giovanni); tuttavia il padre decise di cambiargli il nome in Francesco, insolito per quel tempo, in onore della Francia che aveva fatto la sua fortuna.

All'interno della chiesa è possibile trovare ancora il fonte battesimale dove venne battezzato Francesco (ma anche, in seguito, santa Chiara e Federico II di Svevia).

Tornate ora alla Chiesa Nuova per proseguire nella vita giovanile di Francesco.

3. Chiesa Nuova

Informazioni

Vicino all'oratorio di San Francesco Piccolino c'è la Chiesa Nuova, edificata nel XVII secolo al posto di una più antica chiesetta medievale costruita, a sua volta costruita sul luogo che la tradizione identifica come la casa paterna di san Francesco, e che peraltro era un'importante tappa di pellegrinaggio. Per via di questa costruzione più tarda (barocca) la Chiesa appare diversa dallo stile semplice delle altre costruzioni francescane.

Entrate: nella zona dell'altare c'era molto probabilmente la camera di Francesco. Qui nel 1204-1205 ebbe un sogno dove, vedendo un palazzo pieno d'armi, udì una voce promettergli che tutto quello sarebbe stato suo; il sogno gli parve premonitore di una gloria militare (in realtà alludeva alla milizia francescana), speranza che lo fece decidere di mettersi in viaggio verso le Puglie. Nella cappella della parte destra della chiesa, invece, sono conservate delle reliquie del santo e di altri francescani.

Recatevi quindi nella porta a sinistra, nella vecchia casa e magazzino di Bernardone. Scendendo le scale, sulla sinistra, si possono vedere le porte da cui si accedeva ai locali. Quella che era prima una via è stata nel tempo inglobata nel santuario, venendo anche coperta a mò di galleria. Scendendo questa via, sulla destra, si entra nel vecchio fondaco di Bernardone, utilizzato come negozio e magazzino per lo stoccaggio e l'esposizione di quelle stoffe che il mercante si procurava con i suoi frequenti viaggi in Provenza. Successivamente il locale è diventato un oratorio.

Tornate ora in chiesa: oltrepassata la porta d'ingresso, davanti a voi si trova il sottoscala, detto "carcere", in cui Bernardone rinchiuse Francesco nel 1205-1206 per punirlo della sua decisione di lasciare tutti i suoi averi per riparare la chiesa di San Damiano e vivere da povero invece di seguire la strada da mercante. La prigionia durò diversi giorni, finché non venne liberato dalla madre, mossa da pietà.

Usciti di nuovo nella piazza, sulla vostra sinistra vedrete le statue dei genitori di san Francesco (realizzate da R. Joppolo nel 1984). La madre tiene la catena, come simbolo della libertà donata al figlio; il padre invece tiene i vestiti che Francesco abbandonò il giorno in cui si convertì completamente a una vita di povertà.

4. Basilica di Santa Chiara

Informazioni

La prossima tappa dell'itinerario è rappresentata dalla maestosa Basilica di Santa Chiara, costruita tra il 1257 e il 1265 sulla ex chiesa di San Giorgio; qui Francesco andò a scuola fino ai 14 anni, e sempre qui venne sepolto dal momento della sua morte (1226) fino al 1230, quando la sua salma venne spostata nella neonata basilica a lui dedicata.

All'interno, nell'oratorio a cui si accede da una porta sulla sinistra della navata principale, è situato il crocefisso originale che si trovava nella chiesa di San Damiano e che parlò a Francesco.

Dalla navata si accede anche alla cripta, dove oltre alla tomba di santa Chiara si trovano numerose reliquie della santa e di Francesco.

5. Chiesa di San Damiano

È ora giunto il momento di uscire leggermente dal centro di Assisi: a est, attraverso la Porta Nuova delle mura della città, potete incamminarvi per una passeggiata in discesa di circa un quarto d'ora fino ad arrivare alla Chiesa di San Damiano e all'annesso convento francescano, ancora immersi nella natura. L'ingresso della chiesa si trova di fronte, sulla destra.

Nel 1205, mentre pregava all'interno di questa chiesa, Francesco raccontò di aver sentito parlare il Crocifisso, che per tre volte gli disse: «Francesco, va' e ripara la mia casa che, come vedi, è tutta in rovina». Non si riferiva soltanto a quella chiesetta, che giaceva in cattive condizioni, ma era un vero e proprio invito a riformare tutta la Chiesa nel suo complesso. Sopra l'altare potete vedere una copia del crocifisso che gli parlò, mentre avete già potuto ammirare l'originale nella Basilica di Santa Chiara. Dopo quell'episodio, le "stranezze" del giovane Francesco si fecero ancora più frequenti: fece incetta di stoffe nel negozio del padre e andò a Foligno a venderle, vendette anche il cavallo, tornò a casa a piedi e offrì il denaro ricavato al sacerdote di San Damiano perché riparasse quella chiesina. Pietro di Bernardone diventò furente, e molti ad Assisi furono solidali con quel padre che vedeva tradite le proprie aspettative: Francesco nella sua eccessiva generosità poteva essere interpretato come uno che dava sintomi di squilibrio mentale, e così sicuramente lo intese il padre.

Dopo la sua conversione, nell'estate del 1206 Francesco cominciò a riparare la chiesa fino al 1208. Dal marzo 1212 la chiesa ospitò definitivamente Chiara Scifi, ovvero Santa Chiara, che vi fondò un ordine di claustrali. Girate con calma per gli altri ambienti del convento e osservate il coro, il refettorio, il chiostro e il dormitorio dove morì la santa.

Nella primavera del 1225, debilitato dalla malattia, Francesco si fece portare a San Damiano per riposare e sottoporsi a cure mediche; in quell'occasione compose il Cantico delle creature, dettandolo a un suo compagno.

6. Piazza del Vescovado

Dopo esservi presi il giusto tempo a San Damiano, potete tornare ad Assisi per la stessa strada dell'andata (questa volta in salita).

Recatevi ora in piazza del Vescovado, dal più di 1000 anni sede della curia vescovile. Questo è un luogo di primaria importanza, perché qui iniziò ufficialmente la vita da mendicante di Francesco. Il padre, infatti, inerme di fronte ai folli sperperi del figlio e alla sua ostinazione, decise di denunciarlo ai consoli; in questo modo sperava che, sotto la pressione della possibile condanna dalla città, il ragazzo cambiasse atteggiamento. Il giovane, però, si appellò ad un'altra autorità: fece ricorso al vescovo. Il processo si svolse così nel mese di gennaio (o febbraio) del 1206, nel palazzo del vescovo; si narra che tutta Assisi fu presente al giudizio. Non appena il padre finì di parlare, Francesco immediatamente si spogliò di tutti i suoi vestiti e li restituì al padre, denudandosi totalmente davanti a tutti e dicendo al padre: «Finora ho chiamato te, mio padre sulla terra; d'ora in poi posso dire con tutta sicurezza: Padre nostro che sei nei cieli, perché in lui ho riposto ogni mio tesoro e ho collocato tutta la mia fiducia e la mia speranza». Il vescovo Guido lo coprì pudicamente agli sguardi della folla (pur non comprendendo del tutto quel gesto plateale). Da quel momento Francesco iniziò quindi un nuovo percorso di vita.

Secondo giorno: vita religiosa

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7. Bosco di San Francesco

Informazioni

Per cominciare il secondo giorno dell'itinerario, dedicato alla visita dei luoghi di preghiera e predicazione di Francesco, assicuratevi di indossare delle scarpe comode per camminare in mezzo alla natura (vi serviranno per almeno due posti). Recatevi quindi in piazza superiore di San Francesco, dove sulla mura di destra (guardando la Basilica superiore) c'è l'ingresso per il Bosco di San Francesco, nel quale potete passare la mattinata camminandovi dentro. Si tratta di un luogo dove il santo e i suoi compagni andavano a pregare e meditare. Il contatto con la natura è molto intenso, grazie anche al materiale offerto dal FAI all'ingresso, tra cui una copia cartacea del Cantico delle creature: leggetelo immersi in quei luoghi, che contribuirono ad ispirarlo, e rimarrete sicuramente emozionati.

All'interno del Bosco ci sono dei segnali che invitano a riflettere secondo tre percorsi (spirituale, paesaggistico e storico). A fondo valle c'è anche l'antico complesso benedettino di Santa Croce, di cui ancora oggi sono visibili i resti dell'ospedale, del monastero, della chiesa, del ponte, del mulino e di una torre-opificio.

8. Eremo delle Carceri

Informazioni

Dopo pranzo è giunto il momento di uscire da Assisi per recarsi all'Eremo delle Carceri. Ci si può arrivare a piedi (circa 5 km, ma su strada asfaltata), in macchina o in taxi (non ci sono altri mezzi pubblici). Visto il prosieguo dell'itinerario per questo giorno, che prevede anche tappe in aree ancora più distanti, se avete la possibilità di usare la vostra automobile ed essere così indipendenti è meglio.

Isolato e immerso in un bosco di lecci, sulle pendici del monte Subasio, l'eremo delle Carceri sorge nei pressi di alcune grotte naturali, frequentate da eremiti già in età paleocristiana. Francesco vi si ritirava già dal 1205-1206 da solo, e dopo che il luogo gli venne donato dai benedettini nel 1215, lui e i suoi seguaci vi si ritiravano ("incarceravano", da cui il nome) per pregare e meditare. Si ritirò in questo posto anche in un periodo di malattia negli ultimi anni della sua vita. Successivamente il convento è stato ampliato nel corso degli anni (in particolare nel 1400 da Bernardino da Siena).

Provenendo dalla strada che risale il monte Subasio, proseguite per un acciottolato fino ad una volta in muratura, oltrepassata la quale trovate il Chiostrino dei frati, una terrazza triangolare che si affaccia a strapiombo sul fosso delle Carceri. Alle estremità del chiostro ci sono le porte che conducono al refettorio dei frati e alla chiesa di Santa Maria delle Carceri. Al piano superiore del refettorio sono situate le celle dei frati.

Scendendo una ripida scalinata, dal convento si arriva ad un bosco di faggi; prendetevi un po' di tempo per giratevi tranquillamente, essendo il teatro delle meditazioni di san Francesco e dei suoi compagni. Approfittate anche degli spazi di preghiera che sono stati allestiti. Seguendo le indicazioni potrete anche trovare le grotte nelle quali si incarceravano i francescani: Francesco, Leone, Antonio da Stroncone, Bernardo di Quintavalle, Egidio, Silvestro e Andrea da Spello (ognuno aveva la sua).

Vicino alla grotta di san Francesco si trova un leccio secolare da dove si pensa che ebbe luogo la predica agli uccelli da parte del santo (anche se altre fonti indicano che ciò avvenne a Piandarca, in una valle a sud di Assisi). Nei pressi del sentiero che conduce alla grotta di frate Leone, invece, è sita la Cappella di San Barnaba, normalmente chiusa al pubblico, che contiene al proprio interno un altare a Tau ed una pala cinquecentesca raffigurante Gesù deposto dalla Croce.

9. Santuario di Rivotorto

Informazioni

Lasciato l'Eremo, prendete la macchina e recatevi a Rivotorto (frazione di Assisi sulla strada verso Foligno), così chiamata per essere localizzata vicino a un fiume tortuoso. Parcheggiate nell'area antistante al santuario, attraversate la strada ed entrate.

Questo è il santuario che protegge i resti ristrutturati del Sacro Tugurio, ovvero due piccole costruzioni in pietra, senza alcun ornamento, che rappresentarono la prima casa della comunità francescana (all'incirca dal 1208 al 1211) prima di insediarsi nella Porziuncola. Un tempo si trovavano completamente immerse nella campagna, poi venne costruita una chiesa per onorare il luogo (all'inizio del XVII secolo), ricostruita a metà 1800 in seguito alla sua distruzione causata da un terremoto. A fianco si trova un convento di frati.

Qui Francesco scrisse la Regola (ovvero l'obbligo di vivere secondo fraternità, umiltà e povertà) e da qui partì con i suoi compagni per andare dal papa Innocenzo III per chiederne l'approvazione (concessa informalmente, ma ufficializzata solo da Onorio III nel 1223).

10. Basilica di Santa Maria degli Angeli/Porziuncola

Informazioni

L'ultima tappa della giornata è una delle più importanti dell'intero itinerario. Riprendete la macchina e recatevi in località Santa Maria degli Angeli, anch'essa poco fuori Assisi, dove si trova la Porziuncola: è una piccola chiesetta attorno a cui venne costruita tra il XVI e il XVII secolo la basilica di Santa Maria degli Angeli a protezione dello stesso più antico edificio di culto. Entrate dentro l'imponente basilica e andate al centro del transetto, ove si trova la Porziuncola, costruita con pietra cavata dal monte Subasio. Si avverte immediatamente la grande differenza, di mole e di stile, fra i due edifici.

La Porziuncola fu la terza chiesa riparata da san Francesco dopo la sua vocazione, e divenne per Francesco un luogo dal significato particolare, dove sostava spesso in preghiera. Qui capì che doveva vivere "secondo il santo Vangelo": il 24 febbraio 1208, giorno di san Mattia, dopo aver ascoltato il passo del Vangelo secondo Matteo nella Porziuncola, Francesco sentì fermamente di dover portare la Parola di Dio per le strade del mondo. Iniziò così la sua predicazione, cominciando dai dintorni di Assisi. Successivamente i francescani vi si stabilirono definitivamente come Chiesa Madre dell'Ordine dal 1209-1210. Il 2 agosto del 1216, con la presenza di sette vescovi umbri (Guido di Assisi, Giovanni di Perugia, Egidio di Foligno, Benedetto di Spoleto, Villano di Gubbio, Rinaldo di Nocera e Bonifacio di Todi), il piccolo edificio fu consacrato e vi fu proclamato il cosiddetto "Perdono d'Assisi".

L'interno della chiesetta è costituito da un'unica aula con piccola abside, "chiusa" da una pala d'altare datata 1393, opera del pittore Ilario da Viterbo. Il piccolo edificio (di soli 4 metri per 7) conserva tuttora le strutture trecentesche. L'ingresso alla Porziuncola è sproporzionato, così come lo è la porta laterale aperta nel XIX secolo per consentire il flusso delle grandi folle di pellegrini. Sull'arco del portale d'ingresso, sulla fascia d'oro che incornicia l'affresco della facciata, sono scritte le parole "La tua richiesta Francesco accolgo" pronunciate da Gesù in risposta alla richiesta del santo: che a tutti quanti, pentiti e confessati, verranno a visitare questa chiesa, conceda ampio e generoso perdono, con una completa remissione di tutte le colpe. A sottolineare l'ingresso nel luogo dell'indulgenza altre due brevi iscrizioni, una incisa sulla soglia: Hic locus sanctus est ("Questo luogo è santo") e l'altra scritta alla base dell'altare dell'affresco sopra la porta: Haec est porta vitae aeternae ("Questa è la porta della vita eterna").

Sempre all'interno della Basilica, sulla destra approssimandosi verso l'altare, si trova la Cappella del Transito, la cui fama è data dal fatto che, in tale luogo, san Francesco morì il 3 ottobre 1226. Sempre in tale luogo il santo finì di comporre il Cantico delle creature aggiungendo gli ultimi versi.

Alla destra dell'abside della basilica passate attraversa la sacrestia per giungere al roseto, ultimi resti di un antico bosco dove Francesco visse con i suoi compagni. Tale luogo è famoso per un avvenimento che ha coinvolto il santo: una notte, infatti, preso da forti dubbi e dal rimorso del peccato, si rotolò nudo nel roseto spinoso. Tale roseto, al contatto con il corpo del santo, perse tutte le spine così da non arrecargli alcun danno. Ancora oggi il roseto, della cultivar Rosa canina assisiensis, fiorisce senza spine. Inoltre, noterete delle tortore che vivono all'interno: la tradizione vuole che questi uccelli nidifichino nelle mani della statua di san Francesco presente nel giardino da quando un giorno il santo le invitò a rendere gloria al Signore. Oltrepassato il roseto, potete entrare nella Cappella delle rose, costruita su una cella dove Francesco riposava e meditava, e dove incontrò sant'Antonio da Padova. Dopo la sua morte, la cappella venne costruita già nel XIII secolo, per essere poi allargata nel XV secolo da san Bernardino da Siena. Tra il 1506 e il 1516 venne decorata con una serie di affreschi ad opera di diversi artisti tra i quali Tiberio d'Assisi, che raffigurò la prima comunità francescana, il miracolo delle rose e la concessione dell'indulgenza.

Il secondo giorno dell'itinerario termina qui, nel luogo della morte del santo. Per il prosieguo (e la conclusione) del giorno successivo tornate quindi ad Assisi.

Terzo giorno: morte ed eredità

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11. Chiesa di Santo Stefano

L'ultimo giorno di itinerario inizia con una rapida visita alla Chiesa di Santo Stefano, che si trova sulla strada che dal centro della città porta alla Basilica di San Francesco. La tradizione francescana vuole che le campane di questa chiesetta abbiano suonato ininterrottamente nell'ora dell'agonia e della morte di Francesco.

Costruita tra il XII ed il XIII secolo in forme modeste e semplici, le sue mura sono in pietra viva e l'interno è ad unica navata illuminata da piccole finestre. Inoltre, caso più unico che raro, non ha subito praticamente nessuna modifica dal Duecento a oggi.

12. Basilica di San Francesco

Informazioni

Giungete quindi a piedi fino alla Basilica di San Francesco, costruita e consacrata al santo dopo la sua morte, e dove si trova la sua tomba. Divisa in Basilica inferiore e Basilica superiore, è gestita dai Frati Minori Conventuali e presenta mirabili affreschi di Cimabue, Giotto e altri artisti del tempo.

Il corpo di Francesco, dopo aver attraversato Assisi ed essere stato portato perfino in San Damiano, per essere mostrato un'ultima volta a Chiara ed alle sue consorelle, venne sepolto nella chiesa di San Giorgio. Da qui la sua salma venne trasferita nell'attuale basilica nel 1230. Secondo la tradizione fu lo stesso Francesco ad indicare il luogo in cui voleva essere sepolto. Si tratta della collina inferiore della città dove, abitualmente, venivano sepolti i "senza legge", i condannati dalla giustizia (forse anche per questo era chiamata Collis inferni). Quel colle, donato da Simone di Pucciarello, fu ribattezzato Collis paradisi e su di esso fu edificata la nuova basilica, al margine nord-occidentale della città murata. Sebbene le disposizioni testamentarie di Francesco (1226) raccomandassero la costruzione di chiese secondo la primaria regola della povertà, disposizione confermata anche nello statuto redatto sotto Bonaventura da Bagnoregio (1260), la basilica rappresentò un'evidente deroga al rigore tipicamente francescano. Tale impresa fu possibile per una lettura delle strutture ecclesiali come mezzo di trasmissione per il messaggio francescano, soprattutto attraverso le decorazioni figurative che dovevano creare delle vere e proprie Biblia pauperum, ovvero "Bibbie per i poveri" analfabeti, incapaci di leggere ma istruibili attraverso le immagini. Il 16 luglio del 1228, a soli due anni dalla morte, Francesco venne proclamato santo da papa Gregorio IX; il giorno dopo, 17 luglio, lo stesso pontefice e il rappresentante dell'Ordine minoritico, frate Elia da Cortona, posero la prima pietra per la costruzione di quella imponente basilica, come pattuito l'anno prima. La costruzione della basilica venne avviata nel 1228 da Gregorio IX e fu consacrata il 20 maggio 1253 da papa Innocenzo IV. La basilica inferiore doveva essere già completa nel 1230, quando vi venne solennemente trasferita la salma di san Francesco; secondo la tradizione, il corpo fu nascosto per evitare che venisse trafugato. Solo nel 1818 fu ritrovato, tumulato in un sarcofago sotto l'altare maggiore.

Alla Basilica inferiore si accede dalla piazza inferiore di San Francesco, attraverso un portale che immette, a causa della pendenza del colle, nel lato sinistro della navata.

L'interno della basilica inferiore, affrescata splendidamente da alcuni dei più grandi artisti del Trecento italiano, ha una pianta a forma di croce commissa (o egizia) che ricorda un Tau, simbolo caro a Francesco. Alla fine del XIII secolo viene modificata l'iniziale struttura romanica (un'unica navata scandita da quattro campate) e vi vengono aggiunte sia le cappelle lungo le pareti laterali sia l'atrio d'ingresso. L'introduzione delle cappelle ha costretto la chiusura delle finestre lungo la navata creando una penombra che induce al raccoglimento. Il pavimento pende leggermente verso l'altare maggiore. Sulle pareti della navata centrale sono dipinti alcuni brani di affreschi raffiguranti Storie della vita di san Francesco e Storie della passione di Cristo, andati perduti per la maggior parte a seguito dell'apertura delle cappelle laterali. Il ciclo di affreschi è il più antico del complesso basilicale e risale al 1253 circa. È attribuito ad un maestro umbro, influenzato dalla pittura di Giunta Pisano (denominato dalla critica d'arte il Maestro di San Francesco), e riveste un particolare interesse dal punto di vista iconografico, per tracciare lo sviluppo delle storie del santo di Assisi prima delle celebri scene della basilica superiore.

Gli affreschi superstiti mostrano:

Storie della passione di Cristo (parete destra)
  • Apparecchio della Croce
  • Crocifissione
  • Deposizione
  • Compianto
  • Apparizione di Cristo in Emmaus
  • Madonna col Bambino e un angelo (di fronte al trono papale)
Storie della vita di san Francesco (parete sinistra)
  • Rinuncia ai beni terreni
  • Innocenzo III vede in sogno san Francesco che sorregge il Laterano
  • Predica agli uccelli
  • Miracolo delle stimmate
  • Morte di san Francesco

Il corpo del santo, come detto, venne deposto nel 1230 all'interno della basilica, e nascosto per ragioni di sicurezza sotto l'altare centrale dal 1400 circa fino al ritrovamento nel 1818. In seguito alla scoperta della tomba del santo, venne scavata una cripta alla quale si accede tramite due rampe a metà della navata centrale. Inizialmente venne realizzata in stile neoclassico su progetto dell'architetto romano Pasquale Belli, ma poiché lo stile contrastava troppo con il resto della basilica, la cripta fu radicalmente modificata tra il 1925 e il 1932 su progetto dell'architetto Ugo Tarchi secondo lo stile neo-romanico. Oltrepassato un piccolo vano rettangolare, zona di preghiera, accedete quindi a un ambiente circolare con al centro la tomba di Francesco inserita in una specie di pilastro, attorno al quale si può girare proprio come nel deambulatorio del Santo Sepolcro. La semplice tomba è composta da quattro rozzi muri che contengono un'urna di pietra rinchiusa da sbarre tra due griglie di ferro. A illuminare la tomba del Poverello d'Assisi c'è una lampada votiva, sempre progettata da Ugo Tarchi (1939), il cui olio che la alimenta viene donato, a rotazione, dalle venti Regioni d'Italia in occasione del 4 ottobre. Inoltre, ai quattro angoli della cripta, entro nicchiette chiuse da grate, sono stati sistemati i corpi dei beati frati Angelo, Leone, Masseo e Rufino e, lungo la scala che dalla basilica conduce alla cripta, il corpo della beata Jacopa de' Settesoli, nobildonna romana e terziana francescana. La visita alla tomba è un momento spirituale di rara intensità, da vivere appieno per renderlo indimenticabile (evitate di scattare foto, essendo proibito, e cercate di non farvi distrarre dai flash di coloro che molto probabilmente infrangeranno tale regola).

Da una porta nel transetto destro, oltre l'ambulacro che gira attorno al coro, arrivate alla Sala capitolare del Palazzo pontificio voluto da Gregorio IX e realizzato tra il 1228 e il 1239. Nelle vetrine potete vedere varie reliquie di san Francesco (ad esempio la sua tonaca, i suoi sandali, la Regola dell'ordine ecc.).

Salite ora alla basilica superiore, le cui pareti interne vennero interamente ricoperte da affreschi secondo un programma iconografico organico, legato alla corrispondenza tra le storie dell'Antico, del Nuovo Testamento e degli Atti degli Apostoli in concordanza con le storie di san Francesco. Il programma iconografico della navata principale venne probabilmente formulato da Matteo d'Acquasparta, generale dei francescani tra il 1287 e il 1289: le Storie dell'Antico e Nuovo Testamento vennero disposte nella fascia alta, accanto alle finestre, mentre la zona inferiore, più sgombra e più vicina ai fedeli, doveva essere occupata dalle grandi Storie di san Francesco. Le scene si leggono per parete, prima destra e poi a sinistra, e per registri, dalla scena più vicina all'altare a quello della parete di ingresso, dove terminano. Ritroverete qui quasi tutto quello che avete visto in questi tre giorni. Ecco in particolare i soggetti delle Storie di san Francesco:

  1. Omaggio dell'uomo semplice
  2. San Francesco dona il mantello a un povero
  3. Sogno delle armi
  4. Preghiera in San Damiano
  5. San Francesco rinuncia ai beni terreni
  6. Sogno di Innocenzo III
  7. Innocenzo III conferma la Regola francescana
  8. Apparizione di san Francesco su un carro di fuoco
  9. Visione dei troni
  10. Cacciata dei diavoli da Arezzo
  11. San Francesco davanti al Sultano
  12. San Francesco in estasi
  13. Presepe di Greccio
  14. Miracolo della sorgente
  15. Predica agli uccelli
  16. Morte del cavaliere di Celano
  17. Predica davanti ad Onorio III
  18. San Francesco appare al Capitolo di Arles
  19. San Francesco riceve le stimmate
  20. Morte di san Francesco
  21. Visioni di frate Agostino e del vescovo di Assisi
  22. Girolamo esamina le stimmate
  23. Saluto di Chiara e delle sue compagne a Francesco
  24. Canonizzazione di san Francesco
  25. San Francesco appare a Gregorio IX
  26. Guarigione dell'uomo di Ilerda
  27. Confessione della donna resuscitata
  28. Francesco libera l'eretico Pietro di Alife

Uscendo dalla Basilica passate attraverso il Convento, potendone vedere il chiostro.

Altre possibili tappe

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Nonostante l'itinerario si svolga attraverso i principali luoghi francescani, questo non significa che non possiate espandere la visita ad altri luoghi di Assisi non direttamente legati alla vita di san Francesco. In particolare, il primo giorno potreste avere tempo da dedicare alla Piazza del Comune (dove si trovano il Palazzo del Capitano del Popolo, la Chiesa di Santa Maria Sopra Minerva e la Fontana dei leoni), alla Rocca Maggiore che domina dall'alto la città o all'Abbazia di San Pietro a valle (altra chiesa riparata dal santo oltre a San Damiano e alla Porziuncola). Il terzo giorno, invece, ritornando dalla Basilica di San Francesco lungo l'omonima via potreste fare una breve sosta all'Oratorio dei pellegrini, originariamente chiesa dell'ostello che ospitava i pellegrini sulla via di Roma che volevano rendere omaggio alle spoglie di Francesco.

Sicurezza

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Nei dintorni

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Collegamenti esterni

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ItinerarioGuida: l'articolo rispetta le caratteristiche di un articolo usabile ma in più contiene molte informazioni e consente senza problemi lo svolgimento dell'itinerario. L'articolo contiene un adeguato numero di immagini e la descrizione delle tappe è esaustiva. Non sono presenti errori di stile.