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Gente della Spezia

Gente della Spezia – TIA, questa sconosciuta

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In questi giorni si è fatto un gran parlare di tassa dei rifiuti, detta TIA.
La Corte Costituzionale, con sentenza n.238 del 24 luglio 2009, si è pronunciata riconoscendone la natura tributaria e la conseguente illegittimità dell’IVA ad essa applicata. Non si può pagare la tassa della tassa, il che parrebbe persino ovvio. Non è poi così ovvio il fatto che la Corte Costituzionale venga ormai ritenuta un organo consultivo, in quanto qualsiasi ente si è ben guardato dal regolarsi immediatamente, senza se e senza ma, ai suoi dettati. Non poteva fare eccezione la nostra Acam Ambiente s.p.a., di concerto con Spezia Risorse s.p.a.: nel retro della fattura emessa il 1° Marzo scorso al sottoscritto, dopo aver preso atto della sentenza costituzionale, vi è testualmente riportato: “Tuttavia, la informiamo che sulla presente fattura è applicata l’IVA in quanto viene emessa da un soggetto societario e pertanto tenuto all’emissione di fatture con IVA a fronte di prestazioni di servizio dallo stesso svolte.” Insomma, caro cittadino, non te la devi prendere con noi, che ci possiamo fare? Siamo una s.p.a., proprio ti tocca, questa IVA, rassègnati. Avremmo potuto in alternativa fatturare il tutto al Comune della Spezia, ma se così avessimo fatto non avresti avuto “alcuna possibilità di successivo recupero degli importi, in particolare dell’utenza domestica”. E ancora: “Nel nostro caso invece, a seguito di chiarimenti normativi, potranno essere emesse dalla società note di credito con possibile riduzione dell’importo complessivo dell’utenza”. Di una tassa incostituzionale e per ciò stesso illegale. Non ci vuole una laurea in giurisprudenza per arrivare a capire che se una tassa o legge o qualsivoglia norma o atto amministrativo viene dichiarato illegale la disapplicazione deve essere immediata. Anche a livello tributario. Acam Ambiente e Spezia Risorse e chissà quante centinaia di enti omologhi in Italia non possono ritenersi avulsi dall’ordinamento giuridico italiano e aspettare chiarimenti normativi non meglio specificati. Quanti soldi sono stati sottratti ai cittadini? In presenza di una pronuncia di illegittimità costituzionale, solo al sottoscritto sono stati portati via € 13,48. Divertendoci a moltiplicare per 100.000 spezzini, fa la ragguardevole cifra teorica di € 1.348.000. Se pensiamo che ci dovrebbero ridare indietro gli ultimi 5 anni di IVA e interessi…
Vogliamo poi disquisire della qualità del servizio? I cassonetti spesso sono stracolmi, i marciapiedi sporchi, spesso la “rumenta” la troviamo da tutte le parti. Vero è che non sempre la colpa è di chi eroga il servizio, c’è anche una buona dose di maleducazione diffusa.
E la raccolta differenziata? Nelle note a margine della fattura, ad esempio, si sarebbe potuto scrivere dell’iniziativa in corso da qualche anno dello sconto del 30% applicato ai cittadini “ricicloni” che portano i rifiuti differenziati alle isole ecologiche, magari con indicazione della loro ubicazione. Pur essendo un assiduo differenziatore di rumenta, ho saputo di questa cosa per passa-parola solo qualche mese fa e ho deciso di sperimentarla. Sono andato all’isola ecologica della piramide, a Fabiano Basso, nelle vicinanze del canale Lagora che in quel tratto presenta, al solito, un habitat ideale per la proliferazione dei “tarponi”.
Mi è stata fatta una tesserina e mi è stato fissato un piano di riciclo di 800 punti annuale. Il periodo parte da gennaio, quindi mi sono già giocato quattro mesi in partenza. Un chilo di carta vale 4 punti, idem un chilo di vetro. Gli orari sono tipici di una città a misura di pensionato, dalle 8 alle 12. Meno male che c’è il sabato per la popolazione attiva. Approfittando di una settimana di ferie, ho fatto un po’ di pulizia in casa e ho portato 13 kg. di carta e 3 di vetro, totalizzando 32 punti. Sotto il chilo non fai punteggio e la plastica l’ho portata “a gratis”.
I criteri di differenziazione mi sono parsi molto primitivi: allineati in un piazzale, una serie di cassoni da camion. Il vetro finisce assieme alla plastica, carta e cartone senza alcuna differenziazione, metalli idem.
Eppure il riciclo dei rifiuti potrebbe essere un grande affare per tutti, cittadini compresi.
Il vetro indifferenziato viene ritirato dal consorzio Co.Re.Ve. a 37 euro la tonnellata, che diventano però 47 se il vetro viene separato per colore. Perchè non incentivare i cittadini al riciclo pagando loro una parte di quei 37 o 47 euro? Lo stesso discorso vale per la carta, anch’essa di varie tipologie e con costi di mercato sensibilmente divergenti tra di esse, l’alluminio, la plastica, ecc.
Non si capisce poi perchè le attività commerciali non possono usufruire di questi sconti, che si applicano solo alle utenze domestiche. A fronte di salassate anche di migliaia di euro in alcuni casi, un ristorante o un bar o un panificio avrebbero il loro interesse a recuperare il 30% portando quintali di materiale riciclabile, facendo bene sia alle loro tasche sia all’ambiente, evitando di intasare le discariche.
Nonostante la scarsa informazione e gli orari un po’ così, il senso civico degli spezzini funziona, nonostante tutto: ci è stato detto che la gente viene e porta tonnellate di materiale.
Ma quanto vetro, quanta carta, plastica, alluminio, pile esauste, scarti alimentari e ogni altro rifiuto finiscono nelle discariche? Iniziamo a restituire l’IVA, intanto. Poi cerchiamo di rendere tutti i cittadini partecipi di un movimento virtuoso che può portare una qualità della vita infinitamente superiore, distribuendo anche nelle loro tasche i proventi di un business dalle potenzialità enormi, se gestito in modo onesto e trasparente. Una rivoluzione della rumenta, nella città che entrerà nei libri di storia per il disastro di Pitelli, è possibile e doverosa.