George Clooney è preoccupato: dopo il coinvolgimento di sua moglie Amal nella causa della Corte Penale Internazionale dell’Aia contro i leader di Hamas e il primo ministro israeliano Netanyahu, l’attore ha raddoppiato la sicurezza attorno alla loro residenza di Brignoles, in Provenza. foto | video
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UNA TENUTA IMMENSA Tre anni fa, George e Amal Clooney hanno mollato le luci di Hollywood per una sonnolenta cittadina francese e non si sono mai pentiti. La loro villa (con vigneto annesso) da 8 milioni di euro nella città medievale di Brignoles è diventata il loro rifugio e il luogo in cui passano gran parte del tempo con i loro gemelli di sei anni Ella e Alexander. Ma ora, Clooney è preoccupato. Da quando sua moglie Amal è entrata nel pool di avvocati esperti di Diritto internazionale a cui si è appoggiata la Corte Penale Internazionale dell’Aia per emettere il mandato di arresto per «crimini internazionali e di guerra» per i leader di Hamas, Yahya Sinwar, Mohammed Deif e Ismail Haniyeh e per il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il suo ministro della Difesa, Yoav Gallant, George non si sente più tranquillo. Si dice che abbia raddoppiato la sorveglianza attorno alla tenuta provenzale e che stia pensando di tornare negli Stati Uniti (o a Londra) almeno fino a quando la situazione a Gaza non si sarà stabilizzata.
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CI SONO ANCHE LE BOCCE A Brignoles, i Clooney vivono a soli dieci minuti dall’amico Brad Pitt e dalla sua tenuta Miraval. «I Clooney sono tutt’altro che inaccessibili - ha giurato il sindaco di Brignoles, Didier Brémond – se incrociano qualcuno del paese lo salutano sempre con un sorriso. La loro presenza sta dando energia a tutti». La loro proprietà di 170 ettari è costituita da un’abitazione di 750 metri quadri e poi piscina, campo da tennis, campo da bocce (così George può tenersi al passo con la pétanque, il passatempo locale), lago privato e quattro ettari di vigneti che producono un vino bianco «molto buono», assicura il sindaco, che lo ha assaggiato durante un picnic. In più, c’è anche un immenso parco di 16 ettari di pannelli solari che frutta ai Clooney 85 mila euro all’anno. Ad aiutare la coppia a trovare casa (chiamiamola così) è stato Vincent Sauvestre, dell’immobiliare Terres & Domaines. «Appena arrivata a visitare la tenuta Amal si è messa ad annusare il rosmarino e la lavanda ed è rimasta incantata. Sono entrambe persone molto semplici e piacevoli». Quanto agli interni della villa, i Clooney hanno voluto riprendere lo stile della loro lussuosa dimora di Laglio, sul Lago di Como. «George ha arredato tutto in stile italiano», ha rivelato il sindaco (forse un po’ contrariato). Durante la ristrutturazione, raccontano gli abitanti locali, in paese è sbarcato un esercito di artigiani italiani e c’è stato un gran via vai di prestigiosi decoratori parigini. Un giorno, George si è perfino avventurato da solo in un supermercato locale ed è stato assalito dai (dalle?) fan.
George Clooney con Amal Alamuddin e i gemelli Ella e Alexander sul lago di Como- guarda
«CREDO NEL DIRITTO» Oggi, le cose sono cambiate. Clooney ha il massimo rispetto per il lavoro della moglie Amal, ma teme anche per la sicurezza della famiglia. Ecco perché avrebbe chiamato altre bodyguard e starebbe pensando di lasciare temporaneamente Brignoles per passare altrove l’estate con i gemelli e la moglie. Amal, di origine libanese, considerata una delle donne arabe più influenti del mondo, è una dei massimi esperti europei di Diritto internazionale. E di giocare a fare solo “la moglie di Clooney” non ci pensa nemmeno. «Ho fatto parte di questo gruppo perché credo nello stato di diritto e nella necessità di proteggere le vite dei civili», ha dichiarato. «La legge che protegge i civili in guerra è stata sviluppata più di 100 anni fa e si applica in tutti i Paesi del mondo, indipendentemente dalle ragioni del conflitto. Per questo, come avvocata per i diritti umani, non accetterò mai che la vita di un bambino abbia meno valore di quella di un altro. Non accetto che qualsiasi conflitto debba essere al di fuori della portata della legge, né che qualsiasi autore sia al di sopra della legge».
F.T.
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