Eremo delle Carceri (Assisi)

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Eremo delle Carceri
Flag of UNESCO.svg Bene protetto dall'UNESCO
Eremo carceri.jpg
Eremo delle Carceri
Altre denominazioni
Stato bandiera Italia
Regione Flag of Umbria.svg Umbria


Regione ecclesiastica Umbria

Provincia Perugia
Comune Stemma Assisi
Località
Diocesi Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino
Religione Cattolica
Indirizzo Via Eremo delle Carceri - 06081 Assisi (PG)
Telefono +39 075 812301
Fax
Posta elettronica [email protected]
Sito web

Sito ufficiale

Sito web 2
Proprietà Ordine dei Frati Minori
Oggetto tipo eremo
Oggetto qualificazione
Dedicazione Maria Vergine
Vescovo
Sigla Ordine qualificante O.F.M.
Sigla Ordine reggente O.F.M.
Fondatore
Data fondazione
Architetto


Stile architettonico
Inizio della costruzione XIV secolo
Completamento
Distruzione
Soppressione
Ripristino
Scomparsa {{{Scomparsa}}}
Data di inaugurazione
Inaugurato da
Data di consacrazione
Consacrato da
Data di sconsacrazione {{{Sconsacrazione}}}
Sconsacrato da {{{SconsacratoDa}}}
Titolo
Strutture preesistenti Grotte eremitiche
Pianta
Tecnica costruttiva
Materiali
Data della scoperta {{{Data scoperta}}}
Nome scopritore
Datazione scavi
Scavi condotti da
Altezza Massima
Larghezza Massima
Lunghezza Massima
Profondità Massima
Diametro Massimo {{{DiametroMassimo}}}
Altezza Navata
Larghezza Navata
Superficie massima {{{Superficie}}}
Altitudine {{{Altitudine}}}
Iscrizioni
Marcatura
Utilizzazione
Note
Coordinate geografiche
43°03′49″N 12°39′06″E / 43.063594, 12.651676 Flag of Umbria.svg Umbria
Mappa di localizzazione New: Umbria
Eremo delle Carceri
Eremo delle Carceri
Assisi
Assisi
Perugia
Perugia
Patrimonio UNESCO.png Patrimonio dell'umanità
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Pericolo Bene non in pericolo
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L'Eremo delle Carceri è un romitorio francescano, inserito nel Parco Regionale del Monte Subasio (m 791 s.l.m.) ed immerso nel cuore di uno splendido bosco di lecci e querce, a circa cinque chilometri da Assisi (Perugia).

Storia

L'eremo è costruito sul luogo dove san Francesco d'Assisi si ritirava in contemplazione, preghiera e penitenza insieme ai primi compagni, presso una piccola chiesa circondata da grotte, già frequentate in età paleocristiana da eremiti. Sembra che il nome de carceribus derivi proprio da queste grotte orribili tuguri, simili "a carceri", rifugio degli anacoreti che frequentavano il monte Subasio.

« Conducendo un suo compagno,che aveva molto amato, in località fuori mano, gli diceva di avere scoperto un grande e prezioso tesoro. Quello ne fu tutto felice e volentieri si univa a Francesco quando era invitato. Spesso lo conduceva in una grotta, presso Assisi, ci entrava da solo, lasciando fuori l'amico, impaziente di impadronirsi del tesoro. Francesco, animato da un nuovo straordinario spirito, pregava in segreto il Padre; però non confidava a nessuno cosa faceva nella grotta; Dio solo lo sapeva, e a lui incessantemente chiedeva come impadronirsi del tesoro celeste. »
(dalla Leggenda dei tre compagni, IV, 12 - Fonti francescane, n. 1409)

Nel XIV secolo, alla cappella si affiancò un piccolo cenobio, ma solo con l'ampliamento voluto da san Bernardino da Siena nel 1426 assunse l'attuale aspetto.

Descrizione

Eremo delle Carceri, chiostro

Da un arco si accede ad un chiostro triangolare, che si affaccia sul Fosso delle Carceri, la roccia sopra la quale è costruito il convento.

Cappelle

Sotto una bassa tettoia è l'accesso alla Cappella di San Bernardino (XV secolo), dove si notano:

Segue la primitiva Chiesa di Santa Maria delle Carceri, piccola cappella ricavata in parte da una grotta, dove si conservano:

Altri ambienti

Scendendo a destra per una ripida scala si entra nella Grotta di san Francesco, in origine ambiente unico, ora divisa in due locali:

  • il primo accoglie il giaciglio in pietra su cui riposava il santo;
  • nell'altro si vede un masso su cui san Francesco sedeva per meditare e pregare.

Per una piccola porta si esce all'aperto: sul muro che chiude la grotta, è visibile un frammentario dipinto murale raffigurante:

Nel piano di calpestio è una lastra con un foro, attraverso il quale si intravede un crepaccio, detto buco del diavolo, aperto dal demonio sconfitto da frate Rufino, uno dei primo compagni di san Francesco:

Eremo delle Carceri, Cappella di San Bernardino (XV secolo)
« Come il demonio in forma di Crocifisso apparve più volte a frate Ruffino, dicendogli che perdea il bene che facea, però ch'egli non era degli eletti di vita eterna. Di che santo Francesco per rivelazione di Dio il seppe, e fece riconoscere a frate Ruffino il suo errore ch' egli avea creduto. [...] Tornasi frate Ruffino alla cella sua nella selva, e standosi con molte lagrime in orazione, eccoti venire il nemico in persona di Cristo, secondo l'apparenza di fuori, e dicegli: "O frate Ruffino, non t' ho io detto che tu non gli creda al figliuolo di Pietro Bernardoni, e che tu non ti affatichi in lagrime e in orazioni, però che tu se' dannato? Che ti giova affligerti mentre che tu se' vivo, e poi quando tu morrai sarai dannato?". E subitamente frate Ruffino risponde: "Apri la bocca; mo' vi ti caco". Di che il demonio isdegnato, immantanente si partì con tanta tempesta e commozione di pietre di monte Subasio ch'era in alto, che per grande spazio bastò il rovinìo delle pietre che caddono giuso, ed era sì grande il percuotere che faceano insieme nel rotolare, che sfavillavano fuoco orribile per la valle, e al romore terribile ch'elle faceano, santo Francesco con li compagni con grande ammirazione uscirono fuori del luogo a vedere che novità fosse quella; e ancora vi si vede quella ruina grandissima di pietre.  »

Il percorso è protetto da un muro fatto costruire nel 1609 dal cardinale Alessandro Damasceni Peretti (1571 - 1623). Accanto si trova il Fosso delle Carceri, chiamato anche Fosso secco, alle cui acque il Santo avrebbe chiesto di non distogliere i frati dalla preghiera con il rumore del loro scroscio.

Selva

Eremo delle Carceri, Grotta di frate Leone

Una rampa conduce ad un ponte, al termine del quale si trova:

Da qui inizia qui il cosiddetto Viale di San Francesco, suggestiva passeggiata che attraverso il bosco di lecci arriva ad luoghi devozionali, tra questi:

Sempre dopo il ponte, si sale alla cappella di Santa Maria Maddalena che custodisce:

Proseguendo si possono visitare le grotte del beato Rufino e del beato Masseo.

Bibliografia
  • Gualtiero Bellucci et al., Pellegrini sulle orme dei Santi. Giubileo 2000, Cannara 1999, pp. 69 - 73
  • Pier Maurizio Della Porta et al., Guida di Assisi: storia e arte, Editrice Minerva, Assisi 1991, pp. 175 - 178 ISBN 978887021562
  • Theophile Desbonnets, Sulle strade di san Francesco. Guida spirituale ai luoghi francescani, Edizioni Porziuncola, Assisi 2007, pp. 19 - 23 ISBN 9788827004883
  • Gian Maria Grasselli, Pietro Tarallo, Guida ai Monasteri d'Italia, col. "Piemme Pocket", Editore Piemme, Casale Monferrato 1994, p. 277 ISBN 9788838443558
  • Enrico Sciamanna, Santuari Francescani Minoratici. I luoghi dell'Osservanza in Assisi, Assisi 2005, pp. 57 - 68
  • Touring Club Italiano (a cura di), Umbria, col. "Guide Rosse", Touring Editore, Milano 1999, pp. 321 - 322 ISBN 9788836525423
Voci correlate
Collegamenti esterni
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Il contenuto di questa voce è stato firmato il giorno 3 aprile 2017 da Teresa Morettoni, esperta in museologia, archeologia e storia dell'arte.

Il firmatario ne garantisce la correttezza, la scientificità, l'equilibrio delle sue parti.