Fulvio Giulio della Corgna
Fulvio Giulio della Corgna (Perugia, 19 novembre 1517, altre fonti riportano il 13 novembre; † Roma, 2 marzo 1583) è stato un cardinale e vescovo italiano.
Cenni biografici
Nacque a Perugia nel novembre 1517, figlio di Francesco, detto Francia e di Giacoma Ciocchi Del Monte, sorella di papa Giulio III.
Compì i primi studi a Perugia e fu ammesso, ancora molto giovane, nell'Ordine di Malta. Iniziò precocemente la carriera militare sotto la guida di Rodolfo Baglioni, ma fu costretto a rinunziarvi per volere della madre, che lo inviò a Roma alla corte del fratello allora cardinale, per intraprendere gli studi di legge. Le pressioni dello zio cardinale lo indussero a scegliere la carriera ecclesiastica.
Episcopato
Divenuto canonico di san Giovanni in Laterano, fu posto al servizio del cardinal Alessandro Farnese.
L'elezione al pontificato dello zio lo portò rapidamente a ricoprire importanti incarichi nell'amministrazione temporale e spirituale dello Stato pontificio. Fu nominato arciprete del duomo di Perugia e il 5 marzo 1550 fu creato vescovo di quella città e ottenne dal papa di potervi celebrare il giubileo a guisa di Roma. Il 6 agosto del medesimo anno Giulio III gli concesse in commenda il monastero benedettino di san Mauro a Chivasco, nella diocesi di Torino, vacante per la morte del cardinal Francesco Sfondrati. Ma Francesco I di Savoia non ne approvò la nomina che quattro anni dopo.
Cardinalato
Fu creato cardinale nel concistoro del 20 novembre 1551 ricevendo il 4 dicembre la berretta rossa e il titolo, istituito allora, di cardinale presbitero di santa Maria in Via, mutato poi il 29 maggio 1555 in quello di San Bartolomeo all'Isola e in seguito nei titoli di santo Stefano al Monte Celio e pro hac vice della diaconia sant'Agata dei Goti. Il 14 maggio 1553 fu nominato legato di Ascoli e vicario apostolico utriusque fori di Rieti, Monteleone, Cascia, Visso e Norcia e amministratore apostolico della Chiesa di Lucera.
Nel 1553, non potendo ottemperare all'obbligo di residenza, il della Corgna rinunziò alla diocesi perugina a favore di Ippolito della Corgna(ch), riservandosi tuttavia il diritto di regresso, che gli permise di mantenere una forte influenza sulla vita religiosa locale.
Il 22 marzo 1553 il papa, misconoscendo il diritto di regresso del cardinal Alessandro Farnese, affidò l'amministrazione della diocesi di Spoleto al nipote, che vi inviò in sua vece il cardinale di Urbino, Giulio della Rovere.
Caduto in disgrazia, come tutta la sua famiglia, durante il pontificato di Paolo IV per le sue posizioni filospagnole e per aver apertamente osteggiato, nel conclave, la candidatura Carafa, il della Corgna fu privato della diocesi spoletina.
Avvisò suo fratello Ascanio della decisione di Paolo IV di arrestarlo, grazie a legami con gli agenti del re Filippo II di Spagna e il 27 luglio 1556 fu fatto imprigionare dal Papa in Castel Sant'Angelo e privato del titolo cardinalizio. Ma quando gli spagnoli giunsero vicino a Roma, il pontefice dovette liberarlo e ripristinarlo nel suo rango.
Alla morte del vescovo di Perugia, Ippolito della Corgna, fu Giulio Oradini(ch), uditore di Rota, a governare la diocesi fino al 6 settembre 1564, quando la sede vescovile tornò al della Corgna. Nello stesso anno vi fondò il seminario, prima ancora che il Concilio di Trento ne rendesse obbligatoria l'istituzione, dotandolo di rendite sufficienti per il mantenimento degli alunni.
L'opera pastorale del della Corgna si distinse per l'intransigenza nell'applicazione delle norme tridentine e per la decisa volontà di affermare il potere del vescovo nei confronti di Ordini religiosi, spesso gelosi delle proprie prerogative.
La cura della diocesi perugina non aveva però allontanato il della Corgna dalla Curia romana. Nel 1565 si adoperò presso l'imperatore e il doge di Venezia per ottenere la scarcerazione del fratello Ascanio e la composizione della multa richiesta dal papa a seguito del processo intentato contro il militare perugino. Nello stesso anno fu incaricato da Pio IV di riformare il cerimoniale romano e di studiare la procedura di investitura dei vescovi in relazione alle norme tridentine.
Il 5 maggio 1574, divenuto vescovo della sede suburbicaria di Albano, rinunciò alla diocesi perugina, pur continuando a esercitare una notevole influenza sulla vita religiosa locale, sia attraverso la distribuzione di importanti cariche a membri della sua famiglia, o comunque legati a lui, sia per il prestigio (anche se non scevro da polemiche) che si era guadagnato durante gli undici anni di governo della diocesi.
Fu poi vescovo di Porto dal 5 dicembre 1580. In quella sede diede mano al restauro della palazzo vescovile.
Morte
Morì a Roma, dopo una breve malattia, il 4 marzo 1583. Fu sepolto nella cappella Del Monte in san Pietro in Montorio, mentre solenni esequie furono celebrate pubblicamente a Perugia con un'orazione funebre letta dal canonico Marcantonio Masci nella cattedrale di san Lorenzo.
Successione degli incarichi
Predecessore: | Vescovo di Perugia | Successore: | |
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Francesco Bernardino Simonetta 1538 - 1550 |
1550 - 1553 | Ippolito della Corgna 1553 -? 1562 |
Predecessore: | Cardinale presbitero di Santa Maria in Via | Successore: | |
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titolo istituito nel 1551 | 1551 - 1555 | Giacomo Puteo 1555 - 1563 |
Predecessore: | Arcidiocesi di Spoleto Amministratore apostolico |
Successore: | |
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Fabio de Vigili Vescovo in carica 1540 - 1553 |
1553 - 1555 |
Alessandro Farnese 1555 - 1562 |
Predecessore: | Cardinale presbitero di San Bartolomeo all'Isola | Successore: | |
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Bartolomé de la Cueva de Albuquerque 1551 - 1555 |
1555 - 1557 | Antoine Perrenot de Granvelle 1562 - 1568 |
Predecessore: | Cardinale presbitero di Santo Stefano al Monte Celio | Successore: | |
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Giovanni Angelo de' Medici 1553 - 1557 |
1557 - 1562 | Girolamo da Correggio 1562 - 1568 |
Predecessore: | Camerlengo del Collegio Cardinalizio | Successore: | |
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Tiberio Crispo 1559 - 1561 |
15 gennaio 1561 - 9 gennaio 1562 | Giovanni Michele Saraceni 1562 - 1563 |
Predecessore: | Cardinale presbitero di Sant'Agata dei Goti | Successore: | |
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Tiberio Crispo 1545 - 1551 |
pro hac vice 1562 - 1565 |
Giovanni Michele Saraceni 7 febbraio - 7 novembre 1565 |
Predecessore: | Vescovo di Perugia | Successore: | |
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Giulio Oradini 1562 - ? |
1564 - 1574 | Vincenzo Ercolani 1579 -? 1586 |
Predecessore: | Cardinale presbitero di Sant'Angelo in Peschiera | Successore: | |
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Ranuccio Farnese 1546 - 1565 |
pro hac vice 1565 - 1566 |
Giovanni Ricci 1566 - 1566 |
Predecessore: | Cardinale presbitero di San Lorenzo in Lucina | Successore: | |
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Francesco Gonzaga 1562 - 1566 |
1566 - 1567 | Innico d'Avalos d'Aragona O.S. 1567 - 1586 |
Predecessore: | Cardinale diacono di Sant'Adriano al Foro | Successore: | |
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Innico d'Avalos d'Aragona O.S. 1563 - 1567 |
pro hac vice 1567 - 1574 |
Prospero Santacroce 1574 - 1583 |
Predecessore: | Cardinale vescovo di Albano | Successore: | |
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Scipione Rebiba 1573 - 1574 |
1574 - 1580 | Gianfrancesco Gambara 1580 - 1683 |
Predecessore: | Cardinale vescovo di Porto-Santa Rufina | Successore: | |
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Alessandro Farnese il giovane 1578 - 1580 |
1580 - 1583 | Giacomo Savelli 1583 - 1587 |
Predecessore: | Sottodecano del Collegio Cardinalizio | Successore: | |
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Alessandro Farnese il Giovane | 5 dicembre 1580 - 2 marzo 1583 | Giacomo Savelli |
Bibliografia | |
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