Massimiliano Lelli: differenze tra le versioni

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==Carriera==
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Il 1991 è il suo anno d'oro: il suo talento esplode al [[Giro d'Italia 1991|Giro]], vince due dure tappe di alta montagna, la prima con arrivo sul [[Monviso]], vince la classifica giovani ed arriva terzo, dietro a [[Franco Chioccioli]] e [[Claudio Chiappucci]]. Ma la stagione lo vede anche trionfatore nel [[Giro di Toscana]], e inoltre è secondo dietro a Sierra nel [[Giro del Trentino]]; arriva così una nuova maglia azzurra per il [[Campionato del mondo di ciclismo su strada 1991|mondiale]] di [[Stoccarda]]. Nel 1992 non conferma le aspettative dell'anno precedente: una sola vittoria al [[Giro di Puglia]], in volata davanti a [[Mario Cipollini]], mentre alla corsa rosa ottiene solo dei piazzamenti in un paio di tappe di montagna e giunge dodicesimo a [[Milano]].
Il 1991 è il suo anno d'oro: il suo talento esplode al [[Giro d'Italia 1991|Giro]], vince due dure tappe di alta montagna, la prima con arrivo sul [[Monviso]], vince la classifica giovani ed arriva terzo, dietro a [[Franco Chioccioli]] e [[Claudio Chiappucci]]. Ma la stagione lo vede anche trionfatore nel [[Giro di Toscana]], e inoltre è secondo dietro a Sierra nel [[Giro del Trentino]]; arriva così una nuova maglia azzurra per il [[Campionato del mondo di ciclismo su strada 1991|mondiale]] di [[Stoccarda]]. Nel 1992 non conferma le aspettative dell'anno precedente: una sola vittoria al [[Giro di Puglia]], in volata davanti a [[Mario Cipollini]], mentre alla corsa rosa ottiene solo dei piazzamenti in un paio di tappe di montagna e giunge dodicesimo a [[Milano]].

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Massimiliano Lelli
NazionalitàItalia (bandiera) Italia
Ciclismo
SpecialitàStrada
Termine carriera2004
Carriera
Squadre di club
1989Atala
1990-1993Ariostea
1994-1995Mercatone Uno
1996-1997Saeco
1999-2004Cofidis
Nazionale
1990-1991Italia (bandiera) Italia
 

Massimiliano Lelli (Manciano, 2 dicembre 1967) è un ex ciclista su strada italiano. Professionista dal 1989, si è ritirato nel 2004.

Nato a Manciano, in provincia di Grosseto, dopo aver corso con ottimi risultati nelle categorie minori, Massimiliano Lelli passa professionista nel 1989 con la squadra dell'Atala-Campagnolo, promettendo di divenire, grazie alle sue capacità sia di scalatore che di cronoman uno dei migliori ciclisti italiani per le grandi corse a tappe. La prima vittoria arriva l'anno seguente in un arrivo della Tirreno-Adriatico, ma quell'anno Lelli si mette in luce soprattutto al Giro d'Italia, arrivando, a soli 22 anni, nono in classifica generale ottenendo così anche la convocazione al mondiale di ciclismo in Giappone.

Il 1991 è il suo anno d'oro: il suo talento esplode al Giro, vince due dure tappe di alta montagna, la prima con arrivo sul Monviso, vince la classifica giovani ed arriva terzo, dietro a Franco Chioccioli e Claudio Chiappucci. Ma la stagione lo vede anche trionfatore nel Giro di Toscana, e inoltre è secondo dietro a Sierra nel Giro del Trentino; arriva così una nuova maglia azzurra per il mondiale di Stoccarda. Nel 1992 non conferma le aspettative dell'anno precedente: una sola vittoria al Giro di Puglia, in volata davanti a Mario Cipollini, mentre alla corsa rosa ottiene solo dei piazzamenti in un paio di tappe di montagna e giunge dodicesimo a Milano.

Nel 1993 vince di nuovo il Giro di Toscana ed è quarto nelle corsa rosa dietro a Miguel Indurain, Pëtr Ugrumov, e ancora Chiappucci. Nel 1995 vince la Settimana Ciclistica Bergamasca e il Campionato italiano a cronometro. Dopo aver vinto nel 1996 il Giro del Portogallo, primo italiano a riuscirvi, si trasferisce alla squadra francese della Cofidis, diventando un uomo squadra al servizio di Bobby Julich, Frank Vandenbroucke e David Millar. Da questo momento lascia il Giro, dedicandosi soprattutto al Tour de France e ottenendo anche significativi piazzamenti di tappa, ma andando a rilento in classifica generale, con un 14º posto come miglior risultato.

Nel luglio 2004 viene fermato dalla polizia francese dopo che David Millar lo ha chiamato in causa nell'affaire Cofidis ("Mi dopai per la prima volta a casa di Lelli, nel 2001" riferì il britannico): è l'atto che chiude la carriera di ciclista dell'italiano, anche se successivamente verrà dichiarato ufficialmente estraneo alle accuse di doping. Nel 2011 l'episodio in questione viene citato nuovamente nell'autobiografia dello stesso Millar Racing through the Dark, the fall and rise of David Millar, ovvero la prima volta in cui, a casa di quello che lui nel libro chiama l'Equipier (Lelli), lo scozzese s'iniettò l'Epo.[1]

Dopo il ritiro Lelli si è dedicato alla produzione di vino e alla vendita di biciclette, dando anche il suo contributo nello sviluppo del ciclismo giovanile a Manciano. Dal 2014 è commentatore per il ciclismo e inviato in motocicletta nelle corse ciclistiche italiane più importanti su Rai Sport.

Bologna-Raticosa
Gran Premio Cementeria Fratelli Bagnoli
Gran Premio Comune di Cerreto Guidi
Coppa Caduti - Puglia di Arezzo
Coppa 29 Martiri di Figline di Prato
Gran Premio Cementeria Fratelli Bagnoli
4ª tappa Tirreno-Adriatico (Salerno > Isola Liri)
Giro di Toscana
12ª tappa Giro d'Italia (Savona > Monviso)
16ª tappa Giro d'Italia (Aprica > Selva di Val Gardena)
4ª tappa Giro di Puglia (Mottola > Locorotondo)
Giro di Toscana

Altri successi

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Classifica giovani Giro d'Italia
Classifica scalatori Tour de Romandie
Classifica a punti Volta a Portugal
1989: ritirato (4ª tappa)
1990: 9º
1991: 3º
1992: 12º
1993: 4º
1994: ritirato (14ª tappa)
1995: ritirato (14ª tappa)
1991: ritirato (7ª tappa)
1992: ritirato (12ª tappa)
1995: 43º
1996: 25º
1997: 47º
1998: 36º
1999: 34º
2000: 27º
2001: 67º
2002: 14º
2003: 15º
1994: 23º
1996: ritirato (9ª tappa)
1999: 49º
2001: 44º
2002: ritirato (15ª tappa)

Classiche monumento

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1993: 56º
1995: 61º
1997: 114º
1998: 100º
1999: 75º
2000: 66º
2001: 74º
2002: 92º
2003: 55º
1993: 17º
1994: 49º
2000: 40º
2001: 21º

Competizioni mondiali

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Utsunomiya 1990 - In linea: ritirato
Stoccarda 1991 - In linea: ritirato

Riconoscimenti

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  • Premio alla carriera dell'Associazione Nazionale Ex Corridori Ciclisti nel 2006
  1. ^ Stefano Boldrini, Millar, dal doping alla rinascita Accuse a Riccò nell'autobiografia, in www.gazzetta.it, 7 giugno 2011. URL consultato il 7 giugno 2011.

Collegamenti esterni

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