Alfredo Martini

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Alfredo Martini
NazionalitàItalia (bandiera) Italia
Ciclismo
SpecialitàStrada
Termine carriera1957
Carriera
Squadre di club
1940-1941A.C. Montecatini
1941-1942S.C. Pontecchi Firenze
1941-1943Bianchi
1943S.C. Taddei Empoli
1944Individuale
1945S.C. Stefani Lando
1945Viscontea
1946-1947Welter
1948-1949Wilier Triestina
1950-1951Taurea
1951-1953Welter
1954Atala-Pirelli
1954Lygie
1955-1956Nivea-Fuchs
1957Leo-Chlorodont
Nazionale
1948-1952Italia (bandiera) Italia
Carriera da allenatore
1969-1972Ferretti
1973-1974Sammontana
1975-1997Italia (bandiera) Italia
 

Alfredo Martini (Calenzano, 18 febbraio 1921Sesto Fiorentino, 25 agosto 2014) è stato un ciclista su strada e dirigente sportivo italiano. Professionista dal 1941 al 1957, nel 1950 vinse il Giro del Piemonte e una tappa al Giro d'Italia. Dopo il ritiro dalle corse divenne direttore sportivo per alcuni club ciclistici; nel 1975 gli fu affidato l'incarico di commissario tecnico della Nazionale italiana di ciclismo su strada, che condusse in 22 anni alla vittoria di sei campionati del mondo[1][2].

Alfredo Martini nel 1957

Martini fu corridore professionista dal 1941 al 1957, vestendo tra le altre le maglie di Bianchi, Welter, Wilier Triestina, Taurea e Nivea-Fuchs. In carriera vinse il Giro dell'Appennino 1947, il Giro del Piemonte 1950, la tappa di Firenze al Giro d'Italia 1950, corsa che concluse al terzo posto assoluto dietro Hugo Koblet e Gino Bartali vestendo la maglia rosa per una tappa, e una tappa al Giro di Svizzera 1951, concluso al terzo posto dietro Ferdi Kübler e Koblet.

Carriera da dirigente sportivo

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Dal 1969 al 1974 fu attivo come direttore sportivo prima alla capannolese Ferretti, vincendo il Giro d'Italia 1971 con lo svedese Gösta Pettersson, e poi all'empolese Sammontana.

Nel 1975 assunse la carica di commissario tecnico della Nazionale italiana. Dal 1975 al 1997 guidò a conquistare la maglia iridata Francesco Moser nel 1977 a San Cristóbal (Venezuela), Giuseppe Saronni nel 1982 a Goodwood (Gran Bretagna), Moreno Argentin nel 1986 a Colorado Springs (Stati Uniti), Maurizio Fondriest nel 1988 a Renaix (Belgio), Gianni Bugno nel 1991 a Stoccarda (Germania) e nel 1992 a Benidorm (Spagna), ottenendo inoltre altri sette argenti e sette bronzi.

Dal 1998 fu supervisore di tutte le squadre nazionali di ciclismo e presidente onorario della Federazione Ciclistica Italiana; contemporaneamente abbandonò il suo pluridecennale incarico di CT della nazionale, lasciando il posto ad Antonio Fusi.

Nel 2007, con la collaborazione del giornalista sportivo Francesco Caremani, Martini raccontò la propria carriera di atleta e di commissario tecnico in un libro: "Ciclismo, brava gente. Un secolo di pedali e passioni raccontato in presa diretta". Nel 2008 uscì un'altra opera, "Alfredo Martini, memorie di un grande saggio del ciclismo", di Franco Calamai, che ripercorre la vita, i ricordi e gli aneddoti di una vita passata nel mondo dei pedali. Ne "La vita è una ruota. Storia resistente di uomini, donne e biciclette", scritto con Marco Pastonesi e pubblicato nel 2014, si trovano i ritratti di corridori, campioni, gregari e amici, raccontati passando dalla passione della bici ai ricordi della guerra e all'abitudine alla lettura.

Dal marzo 2013 fu presidente onorario dell'"Associazione Fausto e Serse Coppi" di Castellania.

Morì il 25 agosto 2014 all'età di 93 anni[1][3] nella sua casa di via Giusti a Sesto Fiorentino. Oggi riposa nel cimitero di Sesto Fiorentino. Sposato con Elda, ha avuto due figlie, Milvia e Silvia.

Coppa Leopoldo Bozzi
  • 1947 (Welter, una vittoria)
Giro dell'Appennino
  • 1950 (Taurea-Pirelli, due vittorie)
2ª tappa Giro d'Italia (Salsomaggiore > Firenze)
Giro del Piemonte
  • 1951 (Welter, una vittoria)
1ª tappa Giro di Svizzera (Zurigo > Aarau)
1946: 9º
1947: 6º
1948: 10º
1949: 6º
1950: 3º
1951: 20º
1952: 21º
1954: 46º
1955: 27º
1949: ritirato (15ª tappa)
1952: 56º

Classiche monumento

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1942: 24º
1943: 30º
1946: 44º
1948: 60º
1949: 30º
1950: 13º
1952: 37º
1953: 18º
1954: 13º
1955: 95º
1956: 47º
1957: 74º
1942: 41º
1945: 17º
1946: 15º
1948: 4º
1951: 14º
1952: 19º
1953: 39º
1955: 11º
1956: 51º

Competizioni mondiali

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Copenaghen 1949 - In linea Professionisti: ritirato
Moorslede 1950 - In linea Professionisti: ritirato
Commendatore Ordine al merito della Repubblica Italiana - nastrino per uniforme ordinaria
«Su proposta della presidenza del Consiglio dei ministri[4]»
— 2 giugno 1991
Collare d'oro al merito sportivo - nastrino per uniforme ordinaria
«Alla memoria (brevetto 476)»
— 2014
Stella d'oro dirigenti al merito sportivo - nastrino per uniforme ordinaria
«Insignito in base all'art. 13 del regolamento (brevetto 2151)»
— 2002
Piastrella del muretto di Alassio autografata da Martini
  1. ^ a b Ciclismo in lutto, è morto Alfredo Martini, in La Repubblica, 25 agosto 2014. URL consultato il 26 agosto 2014.
  2. ^ È morto Alfredo Martini, voleva il Nobel per la Pace assegnato alla bicicletta, in la Gazzetta dello Sport. URL consultato il 23 maggio 2016.
  3. ^ È morto Alfredo Martini, storico ct dell’Italbici, in La Stampa, 25 agosto 2014. URL consultato il 26 agosto 2014.
  4. ^ Commendatore Ordine al merito della Repubblica Italiana Sig. Alfredo Martini, su quirinale.it. URL consultato il 1º maggio 2011.
  5. ^ a b Omaggio ad Alfredo Martini, su Castagneto Carducci. URL consultato il 23 maggio 2016.
  6. ^ Alfredo Martini, l’addio commosso di Serravalle Pistoiese al suo concittadino onorario, su Comune di Serravalle Pistoiese. URL consultato il 23 maggio 2016.
  7. ^ Martini, tante emozioni per la cittadinanza onoraria di Calenzano, su La Gazzetta dello Sport. URL consultato il 23 maggio 2016.
  8. ^ CITTADINANZA ONORARIA DI BARBERINO AD ALFREDO MARTINI, su met.provincia.fi.it. URL consultato il 23 maggio 2016.
  • Alfredo Martini, Ciclismo, brava gente. Un secolo di pedali e passioni raccontate in presa diretta, Bradipolibri, 2007, ISBN 978-88-88329-77-2.
  • Franco Calamai, Alfredo Martini, memorie di un grande saggio del ciclismo, Vallardi, 2008, ISBN 978-88-95684-05-5.
  • Alfredo Martini, Marco Pastonesi, La vita è una ruota. Storia resistente di uomini, donne e biciclette, Ediciclo, 2014, ISBN 978-88-6549-108-9.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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