Studio radiografico dell'apparato digerente superiore

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Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.
Studio radiografico dell'apparato digerente superiore
Procedura diagnostica
Immagine fluoroscopica in cui del bario viene ingerito, si può apprezzare la funzione della deglutizione e della peristalsi dell'esofago.
TipoEsame radiologico
AnestesiaNo

Uno studio radiografico dell'apparato digerente superiore consiste in una serie di radiografie utilizzate per esaminare eventuali anomalie del tratto gastrointestinale superiore. Un mezzo di contrasto, solitamente costituito da una miscela di solfato di bario e acqua, viene ingerito o instillato nell'apparato digerente e i raggi X vengono utilizzati per creare radiografie delle zone di interesse. Il bario aumenta la visibilità delle parti pertinenti del tratto gastrointestinale rivestendo la parete interna del tubo digerente, facendolo apparire più bianco sulla radiografia. Questo, in combinazione con altre radiografie, permette di ottenere immagini esplicative di organi quali la faringe, la laringe, l'esofago, lo stomaco e l'intestino tenue tali da rendere apprezzabili dall'osservatore il rivestimento interno della parete, le dimensioni, la forma, il contorno e la pervietà.

Grazie alla fluoroscopia è anche possibile visualizzare il movimento funzionale degli organi esaminati, osservando dunque la deglutizione, la peristalsi e la chiusura dello sfintere. A seconda degli organi da esaminare, le radiografie possono essere classificate come deglutizione di bario, pasto baritato e enteroclisi.

Per migliorare ulteriormente la qualità delle immagini, talvolta possono essere introdotti anche aria o gas, in una procedura che prende il nome di imaging a doppio contrasto. In questo caso, il gas viene indicato come il mezzo di contrasto negativo. Tradizionalmente le immagini vengono acquisite tramite una radiografia planare ma alle volte può essere utilizzata la tomografia computerizzata al fine di ottenere immagini tridimensionali.[1]

Note

  1. ^ KP Murphy, PD McLaughlin, OJ O'Connor e MM Maher, Imaging the small bowel., in Current opinion in gastroenterology, vol. 30, n. 2, Mar 2014, pp. 134–40, DOI:10.1097/mog.0000000000000038, PMID 24419291.
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