Coordinate: 46°24′N 13°01′E

Tolmezzo

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Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Tolmezzo (disambigua).
Tolmezzo
comune
(IT) Tolmezzo
(FUR) Tumieç [1]
Tolmezzo – Stemma
Tolmezzo – Bandiera
Tolmezzo – Veduta
Tolmezzo – Veduta
Panorama dalla Torre Picotta
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Friuli-Venezia Giulia
Provincia Udine
Amministrazione
SindacoRoberto Vicentini (Centro-destra) dal 13-6-2022
Territorio
Coordinate46°24′N 13°01′E
Altitudine323 m s.l.m.
Superficie64,62 km²
Abitanti9 860[3] (31-05-2022)
Densità152,58 ab./km²
FrazioniBetania, Cadunea, Caneva, Casanova, Cazzaso, Fusea, Illegio, Imponzo, Lorenzaso, Terzo[2]
Comuni confinantiAmaro, Arta Terme, Cavazzo Carnico, Lauco, Moggio Udinese, Verzegnis, Villa Santina, Zuglio
Altre informazioni
Lingueitaliano, friulano
Cod. postale33028
Prefisso0433
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT030121
Cod. catastaleL195
TargaUD
Cl. sismicazona 2 (sismicità media)[4]
Cl. climaticazona F, 3 036 GG[5]
Nome abitantitolmezzini
Patronosan Martino di Tours
Giorno festivo11 novembre
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Tolmezzo
Tolmezzo
Tolmezzo – Mappa
Tolmezzo – Mappa
Posizione del comune di Tolmezzo nella provincia di Udine
Sito istituzionale

Tolmezzo (Tumieç in friulano[6], Schönfeld in tedesco desueto, Tolmeč in sloveno, Schunvelt in timavese) è un comune italiano di 9 860 abitanti[3] dell'ex provincia di Udine, in Friuli-Venezia Giulia. .

Geografia fisica

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Il monte Amariana innevato.

Tolmezzo si trova ai piedi del monte Strabut a 323 m s.l.m., tra il Tagliamento e il torrente But, alla confluenza delle sette valli carniche, circondata dalle Alpi Tolmezzine Orientali. La posizione in cui sorge Tolmezzo è, ed era soprattutto in passato, molto favorevole: la valle è infatti attraversata dalla strada, già esistente in epoca romana (nota come via Iulia Augusta), che attraverso il Passo di Monte Croce Carnico porta in Austria. Il simbolo di Tolmezzo è l'Amariana (1906 m), splendido monte che con la sua forma piramidale si erge sopra la città.

Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione meteorologica di Tolmezzo.

Tolmezzo ha un clima prealpino-continentale con inverni freddi e a volte molto nevosi ed estati calde con frequenti temporali, abbondanti precipitazioni annue soprattutto nelle mezze stagioni.

Lo stesso argomento in dettaglio: Storia del Friuli.

Le prime notizie storiche di Tolmezzo si hanno verso la fine del primo millennio, in un documento compare col nome Tulmentium ed è inclusa tra i feudi del Patriarcato di Aquileia. Molto probabilmente però la cittadina è più antica, si pensa abbia avuto origine da un piccolo borgo risalente all'epoca preromana. Sotto il Patriarcato di Aquileia tra il 1077 ed il 1420, Tolmezzo visse anni prosperi all'insegna dello sviluppo non solo economico, ma anche sociale.

I Patriarchi fecero costruire un castello (di cui ancora oggi si possono ammirare alcuni resti) che dominava la valle, da qui si controllavano i traffici commerciali e si dava protezione agli abitanti. Sempre nel periodo patriarcale la città fu dotata di un mercato (intorno al 1200) che contribuì all'aumento della popolazione migliorandone le condizioni di vita e fu concesso lo status di Terra che prevedeva una certa autonomia amministrativa.

Nel 1356 Tolmezzo divenne la capitale della Carnia ad opera del Patriarca Nicola di Lussemburgo che suddivise il territorio in quattro quartieri amministrativi: Gorto, Socchieve, Tolmezzo e San Pietro.

Pianta storica di Tolmezzo,1487
Sovrapposizione pianta storica di Tolmezzo su fotogramma aereo

Nel medioevo, intorno al 1400, Tolmezzo è un'attiva cittadina fortificata, le alte mura che la circondano sono dotate di 18 torri:

  • della Porta di Sopra
  • Modesti
  • del Degan
  • Reitembergher
  • della Fontana
  • di Santa Caterina
  • Giacomo Cosse
  • Grande d’angolo
  • della Porta di Sotto
  • Sopra la Roggia
  • Grande del Ridotto
  • Pianesi
  • Nicolò Vuruz
  • della Scuola
  • del Pievano
  • Agustini
  • del Romitorio
  • Andrea Alessi[7]

Più altre due torri esterne tra cui l'arroccata torre Picotta e la torre del Corpo di Guardia. Le porte della città erano quattro: le principali chiamate Porta di Sopra (in direzione nord-ovest) e Porta di Sotto (a sud-est), e le secondarie poste una in prossimità della fontana di Cascina (lato nord-est) e l'altra presso il Romitorio (lato sud-ovest). Intorno alla cinta muraria scorreva un fossato, e dominante sul territorio stava l'imponente castello patriarcale. Il florido periodo feudale termina nel 1420 quando Tolmezzo, come tutto il Friuli, è annessa alla Repubblica di Venezia, mantenendo però gli ordinamenti ed i privilegi patriarcali senza importanti ripercussioni sull'economia e sulla società.

L'assetto economico di Tolmezzo iniziò a cambiare nel '700 con lo sviluppo industriale. Jacopo Linussio era il maggiore imprenditore della zona e operava in ambito tessile, dando lavoro sia nelle fabbriche che nel settore commerciale a centinaia di abitanti non solo di Tolmezzo ma anche delle valli limitrofe.

Il 1797 segnò la caduta della Repubblica di Venezia ad opera di Napoleone; con il trattato di Campoformio il Friuli e la Carnia passarono all'Impero austriaco. Nel 1805, in seguito alla vittoria di Napoleone ad Austerlitz, la Carnia fu annessa al Regno d'Italia sotto il dominio francese, Tolmezzo era ancora la capitale. In seguito alla sconfitta definitiva di Napoleone, la Carnia fu annessa al Regno Lombardo Veneto.

Nel 1866, dopo la terza guerra di indipendenza, la Carnia ed una parte del Friuli entrarono a far parte del Regno d'Italia e Tolmezzo dette il suo contributo alla storia e alla nascita dell'attuale repubblica. Durante la prima guerra mondiale sul fronte carnico gli alpini furono impegnati contro gli austriaci. Nell'aprile 1916 era presente la 4ª Squadriglia da ricognizione e combattimento che il 15 aprile diventa 29ª Squadriglia che resta fino al 29 aprile. La seconda guerra mondiale vide impegnati i carnici contro i cosacchi e l'occupazione tedesca.

Sulle montagne che circondano Tolmezzo e in tutte le Alpi carniche, che segnano in gran parte il confine con l'Austria, si scorgono ancora i resti e le rovine di trincee e fortini. Nell'anno scolastico 1906 - 1907 l'insegnante della II classe della scuola elementare della frazione Caneva fu l'allora maestro Benito Mussolini.

Lo stesso argomento in dettaglio: Terremoto del Friuli del 1976.

Nel 1976 fu devastato dai terremoti del 6 maggio e del 15 settembre, che provocarono enormi crolli e danni. Molti crolli furono favoriti dall'età avanzata degli edifici, che erano stati risparmiati dalle devastazioni delle guerre mondiali.
Dopo il terremoto il centro abitato venne riedificato completamente con criteri antisismici.

Stemma

Lo stemma di Tolmezzo è stato concesso con regio decreto del 19 maggio 1930.[8]

«Troncato: nel primo d'azzurro, alla croce piana d'argento, bordata di rosso; nel secondo d'azzurro, alla torre al naturale, merlata, aperta e finestrata di nero, cimata da un'aquila nascente dalla merlatura. Ornamenti esteriori da Città.[9][10]»

Gonfalone
Bandiera della Comunità di Tolmezzo

Il gonfalone, concesso con D.P.C.M. del 29 luglio 1955.[8], è costituito da un drappo di colore azzurro, alla croce bianca bordata di rosso, frangiato d'argento, con l'iscrizione pure in argento: Città di Tolmezzo.[10]

Bandiera
Gonfalone

«…abbiamo comandato, come comandiamo, che siano da tutti in perpetuo inviolabilmente osservate, così volendo nobilitare essa Terra, e Comunità Nostra di Tolmezzo, oltre la di lei vecchia, ed antica usata Insegna della Torre, e Porta, sopra cui risiede l'Aquila, quale a beneplacito possano usare, concediamo in perpetuo l'Insegna della Croce bianca in Campo Celeste, con il finimento suo rosso, qual abbia in futuro, tanto per Vessillo, quanto per sigillo, o in altro modo…[11]»

Così nel mese di agosto dell'anno 1392 il patriarca Giovanni Sobieslaw di Moravia oltre a confermare gli antichi privilegi e statuti della Carnia, eleva Tolmezzo a ruolo di metropoli a capo di tutto il territorio, concedendole una nuova insegna: la bandiera a campo azzurro con croce bianca orlata di rosso. Questa è la bandiera che tutt'oggi Tolmezzo utilizza nel gonfalone comunale assieme ai più antichi simboli della torre con porta, sovrastata dall'aquila.

Da come si evince anche dai testi di Niccolò Grassi[12] e Pio Paschini[13], sembra quasi che la bandiera vada ad elevarsi come simbolo del territorio carnico dato il riconoscimento di Tolmezzo come capoluogo della zona.

Tolmezzo è tra le città decorate al valor militare per la guerra di Liberazione, insignito della Medaglia d'argento al valor militare per i sacrifici delle sue popolazioni e per l'attività nella lotta partigiana durante la seconda guerra mondiale:

Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«La gente carnica, che già durante il primo conflitto mondiale aveva subito una dura invasione e dato alla Patria la vita di millecinquecento suoi figli, osò, dopo il sette settembre 1943, lanciare una intrepida sfida all'invasore nazista ed al suo alleato fascista, realizzando la Zona libera della Carnia, lembo indipendente d’Italia retto dal Governo democratico del C.L.N., formato da civili. Così con una continua, eroica e tenace lotta, le divisioni partigiane "Garibaldi" e "Osoppo", con l'appoggio delle popolazioni locali, uomini e donne, le quali rinnovarono le gesta delle "Portatrici" del 1915-18, liberarono una estensione di 3.500 chilometri quadrati, e comprendente ben 42 Comuni. La difesa della Zona Libera e della sua capitale Ampezzo, costrinse l'occupatore a distogliere numerosi reparti dai vari fronti operativi per impiegarli nella repressione che costò ben 3.500 caduti partigiani e civili, migliaia di deportati ed internati, efferati eccidi, saccheggi, disumane rappresaglie soprattutto nei Comuni di Enemonzo, Forni Avoltri, Forni di Sopra, Forni di Sotto, Ovaro, Paluzza, Paularo, Prato Carnico, Sutrio e Villa Santina. La gente Carnica seppe resistere fino alla gloriosa insurrezione di primavera che in Carnia si poté considerare conclusa solo il 10 maggio 1945. Tolmezzo, 7 settembre 1943 – 10 maggio 1945»
— 5 aprile 1979[14]

La Città è stata, inoltre, insignita della Medaglia d'oro al merito civile per calamità naturali, a seguito delle devastazioni subito durante il terremoto in Friuli del 1976:

Medaglia d'oro al merito civile - nastrino per uniforme ordinaria
«In occasione di un disastroso terremoto, con grande dignità, spirito di sacrificio ed impegno civile, affrontava la difficile opera di ricostruzione del tessuto abitativo, nonché della rinascita del proprio futuro sociale, morale ed economico. Splendido esempio di valore civico e d'alto senso del dovere, meritevole dell'ammirazione e della riconoscenza della Nazione tutta. Eventi sismici 1976 (UD)»
— 14 febbraio 2003, con questo conferimento è, inoltre, revocata la Medaglia d'argento precedentemente conferita con D.P.R. del 12 dicembre 2002[15][16]
Titolo di Città - nastrino per uniforme ordinaria
«Decreto del Presidente della Repubblica»
— 3 marzo 1998

Monumenti e luoghi d'interesse

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Campanile del Duomo. Sullo sfondo, il Monte Strabut (a sinistra) e il Monte Amariana (a destra)
Chiesa di Santa Caterina
Palazzo Campeis sede del Museo Carnico M.Gortani
La Torre Picotta

Risalente al 1764 sorge sul sito dell'antica chiesa di San Martino demolita per far posto alla nuova chiesa progettata dal tolmezzino Domenico Schiavi. Fu restaurato nel 1931 con il completamento della facciata; il campanile è coronato da un angelo anemometro.

  • Chiesa di Santa Caterina

Di origine quattrocentesca, ma interamente ricostruita nel '700, possiede una pregevole pala raffigurante lo Sposalizio di Santa Caterina del pittore pordenonese Pomponio Amalteo risalente al 1537.

  • Palazzo Linussio

Jacopo Linussio, industriale carnico del XVIII secolo, scelse di costruire un grandioso complesso architettonico che fungesse al tempo stesso da industria tessili e da residenza per la sua famiglia. Il complesso della fabbrica, ultimato nel 1741 su progetto dell'architetto tolmezzino Domenico Schiavi, risponde a un disegno essenziale nella sua funzionalità: i volumi si articolano da un corpo centrale affiancato da due barchesse; sul retro due ampie ali racchiudono una corte di vaste dimensioni. La facciata reca al centro un elegante bassorilievo con il tema dell'annunciazione e una lapide con il marchio di fabbrica dei Linussio. All'interno della residenza che, nella modulazione degli ambienti, ripropone il modello veneziano dell'epoca, è visibile il salone centrale; il suo ruolo, dimostrativo per eccellenza, è sottolineato dagli affreschi che delle pareti che riflettono il gusto del tempo. Accanto al palazzo sorge la coeva Cappella gentilizia dedicata a Maria Annunziata.

  • Palazzo Campeis

Il palazzo Campeis ospita il Museo carnico delle arti popolari "Michele Gortani" facente parte del Sistema museale della Carnia. L'importante raccolta, che è la maggiore della regione, fu istituita nel 1921 da Michele Gortani; documenta diffusamente ed esaurientemente la vita, il costume, l'agricoltura, l'industria della Carnia attraverso i tempi, con notevoli raccolte di utensili, attrezzi, abiti, e con la ricostruzione di ambienti tipici (cucine, camere da letto e da soggiorno, antiche botteghe). Vi si conservano inoltre sculture, quadri, strumenti musicali, gli affreschi di Francesco Chiarottini staccati dal Palazzo Garzolini, alcuni dipinti, tra cui il Ritratto di Jacopo Linussio eseguito da Nicolò Grassi intorno al 1732, una serie di ritratti carnici del XVIII-XIX secolo, tre tele di Antonio Schiavi con scene bibliche e varie miniature. Il palazzo nella sua architettura richiama le dimore signorili venete sia nella partizione degli spazi interni, caratterizzati da stanze passanti, sia nella disposizione planimetrica costituita da un blocco centrale con barchesse ad uso residenziale e corpo minore porticato ad uso della servitù. Nella facciata principale emerge il portone d'ingresso e le sovrastanti bifore in pietra bocciardata.

  • Palazzo Frisacco

Il palazzo fu la dimora della famiglia Frisacco, notai e pubblici incaricati della città carnica. Il palazzo richiama nelle sue forme l'architettura veneto-friulana caratterizzata da un ampio portale d'ingresso in bugnato gigante con sovrastante apertura tripartita affacciante su un balcone in pietra sorretto da doppie mensole in pietra. Le aperture incorniciate con grigio carnico, il marcapiano e l'intera geometria a base quadrata declinano il palazzo in una impostazione Ottocentesca. Gli interni sono caratterizzati da solai con fitta travatura in legno ed ampi spazi al piano nobile. La parte retrostante originariamente, composta da corsello ed un corpo a due piani con aperture assiali al corpo principale e bifore, era adibita a spazi di servizio e lavanderia fu demolita e modificata in seguito agli interventi di restauro negli anni '60. Il palazzo è oggi sede di esposizioni museali di pittura e convegni su temi artistici.

  • La porta di sotto

Faceva parte dell'antica cinta muraria (XII-XIV secolo), oramai quasi del tutto scomparsa, che circondava e proteggeva la città in epoca medioevale.

  • La torre Picotta

Eretta nel 1477 per far fronte alle invasioni dei Turchi, venne distrutta durante il secondo conflitto mondiale (1944) dai tedeschi, ed è stata in seguito ricostruita grazie agli studi fatti su vecchi documenti e fotografie. Posta su una altura, una volta raggiunta a piedi attraverso un sentiero, vi si può ammirare tutto il paesaggio circostante e la città stessa.

Evoluzione demografica

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Abitanti censiti[17]

Etnie e minoranze straniere

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Gli stranieri residenti al 1 gennaio 2023 nel comune sono 363, ovvero il 3,7% della popolazione. Di seguito sono riportati i gruppi più consistenti:[18][19]

  1. Romania, 96
  2. Marocco, 49
  3. Ucraina, 37
  4. Cina, 34

Lingue e dialetti

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A Tolmezzo, accanto alla lingua italiana, la popolazione utilizza la lingua friulana. Ai sensi della Deliberazione n. 2680 del 3 agosto 2001 della Giunta della Regione autonoma Friuli-Venezia Giulia, il Comune è inserito nell'ambito territoriale di tutela della lingua friulana ai fini della applicazione della legge 482/99, della legge regionale 15/96 e della legge regionale 29/2007[20].
La lingua friulana che si parla a Tolmezzo rientra fra le varianti appartenenti al friulano carnico[21].

Tolmezzo, come tutto il Friuli, è sempre stata molto legata al corpo degli alpini; proprio nel capoluogo carnico nel 1909 venne fondato l'8º Reggimento alpini, costituito dai battaglioni Cividale, Gemona, e appunto Tolmezzo. Tutt'oggi gli alpini costituiscono una realtà importante nella cittadina; è infatti stanziato a Tolmezzo fino a tutto il 2016 il 3º reggimento artiglieria da montagna, facente parte della Brigata alpina "Julia", poi trasferito in provincia di Udine.

Geografia antropica

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La provincia dell'Alto Friuli

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Essendo il territorio della provincia di Udine abbastanza vasto e composito, andando da territori montani al mare Adriatico, sono forti le istanze autonomiste soprattutto da parte della Carnia, che vede in Tolmezzo il suo naturale capoluogo. Pertanto nel 2004 si giunse alla proposta della creazione di una provincia regionale, in base alla nuova legislazione sugli enti locali, da sottoporre a referendum popolare consultivo svoltosi domenica 21 marzo 2004. La nuova provincia regionale avrebbe dovuto chiamarsi Provincia dell'Alto Friuli, derivando dall'unione dei territori della Carnia, del Tarvisiano e del Gemonese. Per ovviare alle diatribe campanilistiche sulla sede del capoluogo, tra Tolmezzo e Gemona del Friuli, si optò per Venzone. Il referendum ebbe esito negativo, in quanto sia il Gemonese che il Tarvisiano si opposero al distacco dalla provincia di Udine con percentuali elevate (83,3% di no), a differenza della Carnia che invece votò in favore del distacco (71,8% di sì, con l'eccezione del comune di Rigolato, 53,7% no).

Il comune comprende 8 frazioni che hanno costituito le consulte frazionali (i dati della popolazione sono riferiti al 31 dicembre 2015[22]):

(Betanie), 1 104 abitanti, è localizzata alle pendici del monte Amariana. Rappresenta lo sviluppo urbano recente di Tolmezzo in diretto collegamento con la vicina zona industriale sud. Il territorio di Betania corrisponde alla Parrocchia del Sacro Cuore.

(Cjadugnee), 231 abitanti, è localizzata alle pendici del monte Cimons, in prossimità della confluenza del torrente Chiarsò con il But. Le sue origini storiche (I millennio d.C.) sono da collegare all'antica strada commerciale del Norico. Il nucleo storico, a Nord del rio Aip, si sviluppa su una via che si dirige a est verso i campi e i pascoli e che nell'ultimo tratto termina con una scalinata che conserva ancora la pavimentazione in ciottoli. Interessante la lunga cortina a schiera, risalente al XV secolo ma ristrutturata dopo il terremoto del 1976, denominata Ginnasio.

(Cjanive), 519 abitanti, si trova in una zona pianeggiante tra il monte Dobis e i fiumi But e Tagliamento, ed è collegata al capoluogo attraverso un ponte in pietra realizzato all'inizio del XX secolo con la costruzione della linea ferroviaria. Il nucleo storico si sviluppa intorno alla piazza Gianfrancesco Cassetti con la chiesa di Nicola Vescovo lungo la vecchia strada che collegava Tolmezzo a Verzegnis ed a Villa Santina; gli edifici sulla piazza hanno delle corti interne che si aprono verso la campagna, mentre il nucleo che si sviluppa lungo l'asse viario è caratterizzato da isolati compatti con corti chiuse, a cui si accede attraverso passaggi coperti segnati da portali in pietra e da edifici di un certo rilievo, soprattutto nel tratto iniziale di Via Monte Grappa.

(Cjasegnove), 219 abitanti, localizzato alla destra del But, su di un terreno in pendio, l'abitato dista circa 2 km da Tolmezzo sulla strada che conduce a Zuglio. È costituita da due nuclei delimitati da un alto muro in pietra, uno localizzato nei pressi del rio Velon, l'altro sorto intorno alla chiesa di San Daniele e lungo la strada che porta alla pieve di Santa Maria Oltrebût. La chiesa conserva un'antica ancona lignea scolpita e dorata che potrebbe trattarsi di un'opera della bottega del Mioni. La struttura urbanistica originaria, costituita da case in linea lungo le vie dotate di corti interne, si conserva ancora. Dei precedenti edifici di culto la pieve di Santa Maria Oltrebût risale al XVI secolo e conserva al suo interno altari lignei seicenteschi della bottega del Comuzzo oltre che resti di un cibario scolpito da Giovanni Antonio Pilacorte nel 1505 all'esterno dell'edificio. Situata sulla cima di un promontorio, è raggiungibile tramite una strada secondaria alla comunale che dall'abitato conduce a Fusea. Sul lato opposto del promontorio e alla sinistra dell'ingresso alla galleria Clapus, un suggestivo percorso pedonale chiamato il troi das poises o il calvario, conduce alla pieve. Lungo il suo percorso sono dislocate 13 ancone che formano le stazioni della Via Crucis. Altro sentiero molto interessante che parte da questo abitato, è chiamato il troi dal pelegrin che costeggiando il fianco della montagna conduce alla frazione di Cazzaso. Lungo il sentiero, in località Velon, vi è la presenza di una maina recentemente ristrutturata.

(Cjaçâs), 42 abitanti, di origine celtica e localizzato a est del monte Diverdalce, Cazzaso è raggiungibile imboccando la strada secondaria che si biforca dalla viabilità per Fusea in località Longiarins, in prossimità di un'antica "maina" (cappella) oggi ristrutturata. L'edificato è caratterizzato da un sistema viario ad anello, con strade strette che seguendo la morfologia in leggera pendenza del terreno formano grandi isolati, mentre la Chiesa della Santissima Trinità sorge in posizione elevata rispetto al centro abitato. Un sentiero che lambisce ad ovest la chiesa e che conduce ai prati e pascoli conserva l'antica pavimentazione in ciottoli.

(Fusee), 232 abitanti, situata in una conca in leggera pendenza, tra il monte Dobis e il monte Diverdalce, Fusea è raggiungibile da Tolmezzo attraverso una strada di rilevante contenuto naturalistico, che si stacca dalla provinciale Tre Croci nei pressi della galleria Clapus. A partire dalla vecchia strada di accesso il paese si sviluppa attorno alla chiesa di San Pietro Apostolo, ubicata in posizione elevata, attraverso strade molto strette che conservano l'originaria pavimentazione in ciottoli. Poco più a nord l'abitato si sviluppa intorno alla piazza della fontana con un nucleo centrale costituito da un isolato chiuso dotato di piccole corti. A monte del nucleo centrale, presso il rio Luchiat, vicino alle gallerie abbandonate della ex miniera di carbone, si trova un piccolo nucleo di particolare valore architettonico denominato Borgo Val. Fusea è anche punto di partenza per una visita all'altopiano di Curiedi, località molto interessante dal punto di vista naturalistico e collegata al comune di Lauco.

Pieve di San Floriano

(Dieç), 340 abitanti, su un pianoro posto a sette chilometri da Tolmezzo, Illegio si apre all'improvviso, dopo avere superato una ripida strada tagliata artificialmente nella roccia nelle pendici del Monte Amariana. La conca, protetta dai crinali montuosi che la circondano rendendola completamente invisibile dalla valle del But, è dotata di spazi coltivabili ed è una zona di rifugio con testimonianze archeologiche oggetto di studio dal 2002 e di campagne di scavo tuttora in corso. Dal 2002 il paese ospita ogni anno una mostra a tema riguardante l'arte cristiana. A 750 metri di quota sorge la pieve di San Floriano, medioevale, dell'inizio del IX secolo, visitabile percorrendo per trenta minuti un sentiero. La chiesa della Conversione di San Paolo, al centro del paese, è un esempio di architettura del primo Settecento.

(Dimponç), 361 abitanti, una frazione posta lungo la SS. 52bis carnica in direzione nord, verso l'Austria, Imponzo è ormai un unico agglomerato urbano con la vicina frazione di Cadunea. La chiesa più importante è dedicata a S. Bartolomeo. Dalla frazione è raggiungibile, tramite sentiero, la Pieve di S. Floriano che domina questa parte di valle.

Terzo - Lorenzaso

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(Tierç - Lorençâs), 424 abitanti. Sono due frazioni molto vicine poste sulla riva destra del Torrente But a metà strada tra Casanova e Zuglio, appunto al terzo miglio sulla strada che scendeva da Iulium Carnicum verso sud, in una zona pianeggiante sotto le pendici del monte Cuar. Il paese è dominato dalla chiesa di S. Giovanni Battista.

Oggi Tolmezzo è una moderna cittadina, centro commerciale e scolastico, offre molti servizi ed è il punto di riferimento di tutti i paesi delle valli carniche. L'economia locale si basa principalmente sul commercio, l'industria del legno e della carta e sull'artigianato locale: il ferro battuto, il legno intagliato e la tessitura a mano.

Infrastrutture e trasporti

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I trasporti urbani e interurbani del comune vengono svolti con autoservizi di linea gestiti da TPL FVG.

Tolmezzo era dotata fino al 1960 di una stazione ferroviaria sulla ferrovia Carnia-Tolmezzo-Villa Santina. Oggi la stazione più vicina è quella di Carnia.

Amministrazione

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Amministrazioni precedenti

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Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
14 settembre 1985 20 luglio 1990 Igino Piutti DC Sindaco
20 luglio 1990 22 agosto 1995 Renzo Tondo PSI Sindaco
25 aprile 1995 28 giugno 1999 Ilario Brollo centrosinistra Sindaco
28 giugno 1999 8 giugno 2009 Sergio Cuzzi centrodestra Sindaco
8 giugno 2009 26 maggio 2014 Dario Zearo centrodestra Sindaco
13 giugno 2014 3 febbraio 2022 Francesco Brollo Partito Democratico Sindaco
3 febbraio 2022 16 giugno 2022 Silvia Zossi Commissario straordinario
16 giugno 2022 in carica Roberto Vicentini centrodestra Sindaco

Altre informazioni amministrative

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Il comune fa parte dell'associazione intercomunale Conca Tolmezzina costituita nel 2006 insieme ai comuni di Amaro, Cavazzo Carnico e Verzegnis.

Galleria d'immagini

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  1. ^ Toponimo ufficiale in lingua friulana, sancito dal DPReg 016/2014, vedi Toponomastica ufficiale, su arlef.it.
  2. ^ Comune di Tolmezzo - Statuto.
  3. ^ a b Dato Istat - Popolazione residente al 1 gennaio 2022.
  4. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  5. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  6. ^ toponomastica ufficiale (DPReg 016/2014), su arlef.it.
  7. ^ Giovanni Gortani, Giuseppe Marchi, Le mura, le torri ed il castello di Tolmezzo, Udine, Comunità montana della Carnia, 1992.
  8. ^ a b Tolmezzo, su Archivio Centrale dello Stato. URL consultato il 2 agosto 2022.
  9. ^ Tolmezzo, su araldicacivica.it. URL consultato il 2 agosto 2022.
  10. ^ a b Bozzetti di stemma e gonfalone del Comune di Tolmezzo, su ACS, Raccolta dei disegni degli stemmi di comuni e città. URL consultato il 27 settembre 2024.
  11. ^ Agostino Spinotti, Gl'antichi, e recenti privilegj et esenzione della provinzia della Cargna racolti, e dedicati alli magnifici signori Nicolò Silverio, Gio: Battista Vazanini, Gio: Battista Candone e Daniele Nigris attuali capitani di essa provinzia, Venezia, Appresso Stefano Monti, 1740, p. 17, 400.
  12. ^ Niccolò Grassi, Notizie storiche della provincia della Carnia, Sala Bolognese, Arnaldo Forni Editore, 1976, ristampa dell'edizione del 1782, p. 184, 224.
  13. ^ Pio Paschini, Notizie storiche della Carnia: da Venzone a Monte Croce e Camporosso, Tolmezzo, Libreria Editrice Aquileia, 1971, terza edizione, p. 91, 92 e 188.
  14. ^ Istituto del nastro azzurro
  15. ^ Comune di Tolmezzo, Medaglia d'oro al merito civile, su quirinale.it.
  16. ^ Il Presidente Ciampi ha conferito Medaglie al Merito Civile alla Regione Friuli - Venezia Giulia e ai Comuni colpiti dal terremoto del 1976, su presidenti.quirinale.it.
  17. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  18. ^ Bilancio demografico e popolazione residente straniera al 31 dicembre 2022 per sesso e cittadinanza, su demo.istat.it, ISTAT. URL consultato il 19 settembre 2023.
  19. ^ Cittadini stranieri Tolmezzo 2023, su tuttitalia.it, ISTAT. URL consultato il 4 settembre 2024.
  20. ^ Toponomastica: denominazioni ufficiali in lingua friulana., su arlef.it.
  21. ^ Lingua e cultura, su arlef.it.
  22. ^ Dati comune di Tolmezzo Archiviato il 29 ottobre 2013 in Internet Archive.

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