Shin-hanga

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Il tempio Zōjōji a Shiba, di Kawase Hasui (1925)

Shin-hanga (新版画?, letteralmente "nuove stampe" o "nuove silografie") è stato un movimento artistico giapponese che si è sviluppato all’inizio del XX secolo, durante il periodo Taishō e il periodo Shōwa e che ha rivitalizzato la stampa silografica tradizionale ukiyo-e, la cui massima espressione e diffusione si realizzò tra il XVII e il XIX secolo.

Questo movimento artistico sosteneva l’organizzazione tradizionale di realizzazione di silografie ukiyo-e, una modalità di realizzazione collaborativa (sistema hanmoto) in cui l’artista era l’ideatore e disegnatore, ma non minore importanza avevano l’incisore, lo stampatore e l’editore, ciascuno impegnato con il proprio ruolo e la propria abilità professionale in una sorta di divisione del lavoro, alla realizzazione e diffusione delle silografie.

Il movimento shin-hanga si poneva in opposizione alla corrente contemporanea dello sōsaku-hanga o della stampa d’arte che sosteneva il principio del "disegnato in proprio" (jiga), "inciso in proprio" (jikoku) e "stampato in proprio" (jizuri), nella convinzione che la stampa artistica dovesse esprimere totalmente ed esclusivamente il sentimento e le capacità tecniche e professionali dell’artista che era il solo creatore dell’opera e che pertanto dovesse affrontare compiutamente tutte le fasi del processo di realizzazione di una silografia: ideazione, disegno, incisione su tavole, inchiostrature e stampa.

Il movimento dello shin-hanga fu attivo tra il 1915 e il 1942, sebbene fu ripreso brevemente tra il 1946 e gli anni cinquanta.

Il termine shin-hanga fu coniato nel 1915 da Watanabe Shōzaburō (1885–1962), il più importante editore di shin-hanga del periodo, allo scopo di differenziare questo movimento dall’insieme della produzione di ukiyo-e che si era fatta nel tempo arte commerciale, orientata principalmente all’esportazione negli Stati Uniti.

Le silografie Shin-hanga infatti erano prodotte in gran parte per il mercato occidentale attraverso il sostegno e la promozione di commercianti d’arte quali Robert O. Muller (1911-2003), e facevano appello ad una visione nostalgica e romantica del Giappone; ebbero all’estero grande popolarità.

Fioritura dei ciliegi a Kumoi, di Hiroshi Yoshida (1920)

Negli anni 20 infatti furono pubblicati numerosi articoli sullo shin-hanga nelle riviste specializzate europee e statunitensi quali The International Studio, Studio, Art News e the Art Digest” che contribuirono alla conoscenza ed affermazione del movimento in occidente. Nel 1921, si tenne a Tokyo la mostra Shinsaku-hanga Tenrankai ("Mostra della nuova stampa creativa"); furono poste in mostra 150 opere di 10 autori. Nel 1930 e nel 1936, si tennero due ulteriori importanti mostre di arte shin-hanga al Museo d’arte Toledo in Ohio che furono una grande vetrina delle stampe shin-hanga contemporanee. Per ironia, mancava in Giappone un forte mercato interno di silografie shin-hanga. Le stampeUkiyo-e erano considerate dai giapponesi dei prodotti commerciali di massa a differenza della concezione occidentale che durante il giapponismo le considerava opere artistiche. Dopo alcuni decenni di modernizzazione e occidentalizzazione operate durante il periodo Meiji, architettura, arti e costumi cominciarono ad avvicinarsi ai modi occidentali. Gli studenti giapponesi dei corsi ad indirizzo artistico incominciavano ad essere indirizzati alla cultura occidentale; si introdusse l’insegnamento della pittura ad olio e lo stile (arte yōga) fu conosciuto ed ottenne un riconoscimento formale alle esposizioni del Bunten (esposizioni ufficiali delle arti promosse dal Ministero dell’Educazione). Grande enfasi veniva data al realismo attraverso lo studio e la valorizzazione della prospettiva, dell’ombreggiatura e l’accuratezza anatomica.

Donna al bagno, di Hashiguchi Goyō (1915)

Le stampe Shin-hanga, d’altra parte erano considerate un sottogenere di un’arte ormai superata, l’ ukiyo-e e furono accantonate in favore di nuove arti espressive quali la scultura e la pittura ad olio. Lo Shin-hanga declinò quando il governo militare rafforzò il controllo sulle arti e la cultura durante gli anni della guerra. Nel 1943 fu istituita una commissione ufficiale di controllo della pittura di guerra e i materiali per la realizzazione di oggetti artistici furono razionati e contemporaneamente la richiesta di stampe giapponesi da parte dei mercati stranieri crollò drasticamente. Lo Shin-hanga non recuperò mai nel dopoguerra la popolarità e diffusione ottenuta negli anni precedenti. Invece il movimento sōsaku-hanga si affermò come il vero erede della tradizione silografica dell'ukiyo-e e raggiunse prestigio e popolarità sulla scena artistica internazionale.

Soggetti e tecniche

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Per influsso dell’Impressionismo europeo, gli artisti acquisirono alcuni elementi dell’arte occidentale quali gli effetti di luce ma si dedicarono sempre a soggetti e temi strettamente tradizionali: il paesaggio (fukeiga), luoghi famosi del Giappone (meishō), belle donne (bijinga), attori del teatro kabuki (yakusha-e) e fiori e uccelli (kachō-e).

La visione nostalgica e romantica del Giappone che gli artisti della corrente shin-hanga proponevano esprimeva la percezione del proprio ambiente in una fase di grandi trasformazioni. La maggior parte delle stampe di paesaggio (che costituiva il 70 % del complesso delle stampe shin-hanga) riproduceva luoghi tranquilli e immersi in una luce velata e soffusa. Alcuni artisti, tra cui Kawase Hasui (1883–1957), presentavano atmosfere sognanti, valorizzando le radici rurali e la calda architettura tradizionale in legno che stava completamente sparendo dal paesaggio urbano di Tokyo e delle grandi città.

Shin-hanga e Ukiyo-e

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Shin-hanga è spesso definito come movimento "neo-ukiyo-e" sorto all’ombra della tradizione dell'ukiyo-e.

Se effettivamente le stampe shin-hanga conservano della tradizione i soggetti e gli ambienti, occorre precisare che le tecniche e l’ispirazione sono piuttosto differenti.

Influenzati dal realismo dell’arte occidentale, gli artisti shin-hanga crearono uno stile ibrido che combinava soggetti tradizionali e tratto moderno. L’uso naturalistico della luce, colori delicati, linee di profilo colorate, tridimensionalità, rappresentazione della profondità dello spazio costituirono innovazioni artistiche di rottura con la tradizione dell'ukiyo-e.

Shin-hanga e Sōsaku-hanga

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Il movimento dello shin-hanga è spesso definito in opposizione al movimento sōsaku-hanga (movimento per la stampa creativa) che ebbe inizio negli anni 10 del XX° secolo e sviluppo contemporaneo. Mentre gli artisti del sōsaku-hanga proclamavano i principi del "self-drawn" (jiga), "self-carved" (jikoku) and "self-printed" (jizuri), in quanto l’artista deve fare proprie tutte le fasi del processo creativo che conduce alla realizzazione di una stampa e quindi non solo il disegno iniziale, gli artisti del movimento shin hanga continuarono a condividere il processo di realizzazione delle stampe con incisori, stampatori ed editori. Il nocciolo del divario tra shin-hanga e sōsaku-hanga è il dibattito su cosa costituisca una stampa d’arte. Gli artisti dello Shin-hanga e i relativi editori credevano che i propri lavori fossero opere artistiche quanto quelle realizzate dagli artisti sōsaku-hanga seppure realizzate all’interno di un processo di divisione delle fasi di realizzazione.

Neve sul fiume Aiase, di Takahashi Shōtei (1915)

Nel 1921, Watanabe Shōzaburō utilizzò anche il termine shinsaku-hanga ("nuove stampe") proprio per sottolineare gli aspetti creativi dello shin-hanga.

In un più ampio contesto, la dicotomia tra shin-hanga e sōsaku-hanga non era che una delle tante tensioni e dibattiti sulla scena artistica giapponese durante i decenni del periodo della modernizzazione, imperniati sui temi dell’occidentalizzazione e internazionalizzazione del paese. Parallelamente all’antagonismo shin-hanga/sōsaku-hanga era presente l’opposizione tra il movimento per la pittura tradizionale (nihonga) e le scuole pittoriche di orientamento occidentalizzante (Yōga), oltre al fiorire di numerose correnti artistiche quali futurismo, avanguardia, realismo socialista, e il movimento mingei (arte popolare), tutti alla ricerca di affermazione sulla scena artistica nel periodo tra il 1910 e il 1935 prima del sorgere del militarismo in Giappone.

Artisti di rilievo

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Artisti stranieri di shin-hanga

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Già all’inizio del XX secolo numerosi artisti stranieri presenti sul territorio giapponese si avvicinarono alla silografia giapponese e, spesso a seguito dell’incontro con Watanabe Shozaburo, si cimentarono nella realizzazione di stampe tratte dal proprio repertorio di disegni e acquarelli con il supporto degli incisori e stampatori del laboratorio di Watanabe. Tra questi:

  • Alessandro Guidi, Dall'ukiyo-e alla shin-hanga : tre secoli di xilografia giapponese nella collezione Bernati Catalogo dell'esposizione tenuta al Museo di Palazzo Poggi a Bologna dal 16 ottobre al 16 novembre 2003, Bologna, 2003.
  • Marco Milone, La xilografia giapponese moderno-contemporanea, Edizioni Clandestine, 2023, ISBN 8865967463.
  • (EN) Barry Till, Shin Hanga, the New Print Movement of Japan, Warwick (UK), Pomegranate Europe Ltd, 2007, ISBN 978-0-7649-4039-2.
  • (EN) Kendall Brown, Shin-Hanga: New Prints in Modern Japan, Los Angeles, County Museum of Art, 1996, ISBN 978-0-295-97517-7.
  • (EN) Helen Merritt, Modern Japanese Woodblock Prints: The Early Years, Honolulu, University of Hawaii Press, 1990.
  • (EN) Smith Lawrence, Modern Japanese Prints 1912-1989, New York, London, Paris, Cross River Press, 1994.

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