Aergia

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Aergia (in greco: Ἀεργία, "inattività") è una dea della mitologia greca, una personificazione di indolenza e pigrizia. Aergia è la traduzione della versione latina Socordia (in latino: "ottusità"), o Ignavia. In particolare, il suo nome venne tradotto in greco perché Igino, mitografo e bibliotecario romano del II secolo a.C., la menzionò basandosi da una fonte greca; rendendola, di fatto, una divinità sia greca che latina.

Secondo Igino, Aergia è la figlia delle divinità primordiali Etere e Gea, sorella di: Dolore (Dolor), Inganno (Dolus), Ira, Lutto (Luctus), Menzogna (Mendacium), Giuramento (Iusiurandum), Vendetta (Ultio), Intemperanza (Intemperantia), Disputa (Altercatio), Dimenticanza (Obliuio), Ottusità (Socordia), Paura (Timor), Superbia, Incesto (Incestum), Battaglia (Pugna), Oceano (Oceanus), Temi, Tartaro (Tartarus), Ponto (Pontus), i Titani (Titanes) e le tre Furie (Furiae).

Secondo Publio Papinio Stazio, nella sua opera Tebaide, Aergia era una "languida" guardia della corte di Ipno nell'Oltretomba.[1][2]

[...] All’ozïoso Sonno

ivi la reggia ed il sicuro albergo

130diè la stanca natura; in su le soglie

stan la Quïete opaca, e il lento Oblio,

e la languida Ignavia e non mai desta:

gli Ozi e i Silenzi senza batter penne

siedon muti nell’atrio, e lungi scacciano

135i rumorosi Venti, e foglia in ramo

non lascian che si scuota o che augel canti.

  1. ^ Publio Papinio Stazio, La Tebaide/Libro decimo - Wikisource, su it.wikisource.org. URL consultato il 26 agosto 2024.
  2. ^ Publius Papinius Statius, La Tebaide (PDF), su rai.it, p. 387.

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