Boeing P-29
Boeing P-29/XF7B-1 | |
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Descrizione | |
Tipo | aereo da caccia |
Equipaggio | 1 |
Costruttore | Boeing |
Data primo volo | 20 gennaio 1934 |
Utilizzatore principale | USAAC |
Altri utilizzatori | US Navy |
Esemplari | 4 |
Sviluppato dal | Boeing P-26 |
Dimensioni e pesi | |
Lunghezza | 6,88 m (22 ft 7 in) |
Apertura alare | 9,73 m (31 ft 11 in) |
Altezza | 2,26 m (7 ft 5 in) |
Superficie alare | 19,79 m² (213 ft²) |
Peso a vuoto | 1 262 kg (2 782 lb) |
Peso carico | 1 656 kg (3 651 lb) |
Propulsione | |
Motore | un Pratt & Whitney R-1340-30 radiale 9 cilindri raffreddato ad aria |
Potenza | 550 hp (410 kW) |
Prestazioni | |
Velocità max | 375 km/h; 202 kn (233 mph) |
Velocità di crociera | 322 km/h; 174 kn (200 mph) |
Autonomia | 1 210 km; 652 nmi (750 mi) |
Tangenza | 8 900 m (29 200 ft) |
Armamento | |
Mitragliatrici | 2 calibro 7,62 mm (0,30 in) |
Note | dati riferiti alla versione XF7B-1 |
dati estratti da Boeing Aircraft since 1916[1] | |
voci di aerei militari presenti su Wikipedia |
Il Boeing P-29 fu un aereo da caccia monomotore, monoposto e monoplano ad ala bassa, sviluppato dall'azienda aeronautica statunitense Boeing agli inizi degli anni trenta.
Con l'omologo XF7B-1, furono un tentativo di produrre una versione più avanzata del P-26 che aveva rappresentato un grande successo commerciale. Sebbene siano stati ottenuti lievi miglioramenti in termini di prestazioni, non fu in grado di superare le perplessità di United States Army Air Corps e United States Navy, di conseguenza, non ricevendo alcuna commissione, il progetto venne cancellato dopo la costruzione di solo quattro esemplari.
Storia del progetto
[modifica | modifica wikitesto]Il Boeing YP-29 è nato come Model 264, realizzato come iniziativa privata nell'ambito di un bailment contract negoziato con l'esercito degli Stati Uniti. Lo sviluppo di tre prototipi è stato avviato nell'intervallo tra il collaudo dell'XP-936 (prototipo P-26, denominazione aziendale Model 248) e la consegna del primo P-26A (denominazione aziendale Model 266) all'esercito degli Stati Uniti.
Il Model 264 era un P-26 aggiornato e modernizzato, che differiva per avere ali completamente a sbalzo a pianta ellittica, ipersostentatori sul bordo d'uscita (flap), cabina di pilotaggio chiusa con tettuccio a "serra" e carrello d'atterraggio retrattile. Il carrello era simile a quello adottato dal Boeing Monomail, con le ruote principali che si ritiravano all'indietro a metà circa delle ali. La fusoliera e l'impennaggio erano sostanzialmente le stesse di quelle del P-26. Come propulsore, il 264 mantenne il collaudato radiale Pratt & Whitney R-1340-31 raffreddato ad aria da 550 hp (410 kW) utilizzato nel P-26. L'armamento, basato su una mitragliatrice calibro 0,30 in e una da 0,50 in montate sui lati della fusoliera e sparanti tra le testate del motore radiale, era lo stesso del P-26A.
Il primo Model 264 presentava un tettuccio lungo, stretto e scorrevole, essenzialmente una continuazione trasparente del poggiatesta protettivo del P-26, che si estendeva fino al telaio del parabrezza. Il radiale Wasp era racchiuso in una cappottatura NACA anziché nello stretto anello Townend del P-26.
Un'ultima variante è stata considerata da Boeing, il Model 273, che era destinato alla United States Navy con la designazione XF7B-1. A parte lievi variazioni nelle dimensioni, equipaggiamento tipico dei modelli operanti da portaerei e prestazioni nominali del suo motore Wasp, il caccia imbarcato era molto simile ai suoi antecedenti dell'esercito. Come le altre varianti, il suo abitacolo chiuso fu infine modificato in un abitacolo aperto, che all'epoca era considerato più gradito ai piloti.
Impiego operativo
[modifica | modifica wikitesto]Utilizzatori
[modifica | modifica wikitesto]Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Bowers 1989, p. 226.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Enzo Angelucci, Paolo Matricardi, Guida agli Aeroplani di tutto il Mondo, Vol.2, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1979.
- Achille Boroli, Adolfo Boroli, L'Aviazione, Vol.6, Novara, Istituto Geografico De Agostini, 1983.
- (EN) AA.VV., Pedigree of Champions: Boeing Since 1916, 3rd Edition, Seattle, WA, The Boeing Company, 1969, ISBN non esistente.
- (EN) Peter M. Bowers, Boeing Aircraft since 1916, London, Putnam, 1989, ISBN 0-85177-804-6.
- (EN) Lloyd S. Jones, U.S. Fighters: Army-Air Force 1925 to 1980s, Fallbrook, California, Aero Publishers Inc., 1975, ISBN 0-8168-9200-8.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Boeing P-29
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Joseph F. Baugher, Boeing YP-29, su American Military Aircraft, http://www.joebaugher.com/uscombataircraft.html, 12 giugno 1999. URL consultato il 17 giugno 2020.
- (EN) John Rickard, Boeing YP-29 (Model 264), su historyofwar.org, http://www.historyofwar.org/mainindexframe.html, 21 agosto 2014. URL consultato il 17 giugno 2020.
- (EN) Maksim Starostin, Boeing YP-29, su Virtual Aircraft Museum, http://www.aviastar.org/index2.html. URL consultato il 17 giugno 2020.
- (RU) Boeing P-29, su Уголок неба (Angolo di Cielo). URL consultato il 17 giugno 2020.