Coordinate: 51°39′45″N 12°55′55″E

Campo di concentramento di Lichtenburg

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Campo di concentramento di Lichtenburg
campo di concentramento
Nome originaleKZ Lichtenburg
StatoGermania (bandiera) Germania
Stato attualeGermania (bandiera) Germania
CittàPrettin
Coordinate51°39′45″N 12°55′55″E
Attività1933-1939
Gestito daSchutzstaffel
Comandanti
  • Theodor Eicke (maggio 1934 - luglio 1934)
  • Bernhard Schmidt (luglio 1934 - marzo 1935)
  • Otto Reich (marzo 1935 – marzo 1936)
  • Hermann Baranowski (aprile 1936 - ottobre 1936)
  • Hans Helwig (novembre 1936 - luglio 1937)
  • Alexander Piorkowski (luglio 1937 - dicembre 1937)
Tipo prigioniero
  • Prigionieri politici
  • Criminali

Il campo di concentramento di Lichtenburg fu un campo di concentramento nazista ospitato nel castello di Prettin, in Sassonia. Insieme al campo di Sachsenburg, fu tra i primi ad essere costruito dai nazisti e fu gestito dalle SS dal 1933 al 1939.[1] Furono rinchiusi ben 2000 prigionieri maschi dal 1933 al 1937 e dal 1937 al 1939 ospitò le prigioniere donne.[2] Fu chiuso nel maggio 1939, quando fu aperto il campo femminile di Ravensbrück, che sostituì Lichtenburg come campo principale per le prigioniere.[3]

I dettagli sul campo di Lichtenburg, conservati negli Archivi di Arolsen, sono stati resi disponibili ai ricercatori solo alla fine del 2006.[1] Un resoconto del modo in cui il campo fu gestito può essere letto nei libri di Lina Haag A Handful of Dust o How Long the Night[4]. Haag fu forse la sopravvissuta più nota di Lichtenburg, avendo ottenuto il rilascio prima che fosse chiuso.

Lichtenburg fu tra i primi campi di concentramento della Germania nazista operativi dal 13 giugno 1933, divenne una sorta di modello per numerosi stabilimenti costruiti successivamente. Fu presto in sovranumero, le condizioni di detenzione peggiorarono sempre più con il passare degli anni. La maggior parte dei detenuti furono prigionieri politici oltre i cosiddetti delinquenti abituali, Gewohnheitsverbrecher. Dal 1937 divenne un campo per sole donne.[5] Nel 1939 le SS trasferirono 900 prigionieri, le prime donne prigioniere, da Lichtenburg a Ravensbrück.[6]

Il castello oggi ospita un museo regionale e una mostra sull'uso di Lichtenburg durante il periodo nazista.[2]

Personale del campo

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Gerarchia del campo dal 1934 al 1939.[7]

Comandante del campo

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Capo della custodia protettiva

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  • luglio 1934 - febbraio 1935: Edgar Entsberger
  • febbraio 1935 - aprile 1935: Karl Otto Koch
  • aprile 1935 - ottobre 1936: Heinrich Remmert
  • novembre 1936 - agosto 1937: Egon Zill

Direttore del campo femminile

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  • dicembre 1937 - maggio 1939: Günther Tamaschke

Vicedirettore del campo

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  • dicembre 1937 - agosto 1938: Alexander Piorkowski
  • settembre 1938 - maggio 1939: Max Koegel

Detenuti notevoli

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  1. ^ a b Holocaust Papers Pyramid of Persecution.
  2. ^ a b Lichtenburgprettin Germany, su asf-ev.de. URL consultato il 15 marzo 2022 (archiviato dall'url originale il 13 aprile 2020).
  3. ^ Ravensbrück Concentration Camp: Timeline of Persecution (1938 - 1945), su jewishvirtuallibrary.org, Jewish Virtual Library. URL consultato il 4 aprile 2018.
  4. ^ (EN) Lina Haag, How Long the Night, V. Gollancz, 1948. URL consultato il 9 settembre 2024.
  5. ^ Interview made possible with survivor of Lichtenburg concentration camp, su its-arolsen.org, International Tracing Service. URL consultato il 3 aprile 2018.
  6. ^ Ravensbrück: Timeline, su ushmm.org, United States Holocaust Memorial Museum. URL consultato il 4 aprile 2018.
  7. ^ Stefan Hördler, Sigrid Jacobeit (a cura di), Dokumentations- und Gedenkort KZ Lichtenburg, Berlino, 2009, p. 125ff.
  • Sarah Helm: Ravensbruck: Life and Death in Hitler's Concentration camp For Women. 2015 Penguin Random House, pps 4, 17-19, Prisoners sent from Lichtenberg to Ravensbruck 6-21.
  • Stefan Hördler: Before the Holocaust: Concentration Camp Lichtenburg and the Evolution of the Nazi Camp System. Holocaust and Genocide Studies 25, no. 1 (Spring 2011): 100–126.
  • Nikolaus Wachsmann: KL: A History of the Nazi Concentration Camps. 2015 Farrar, Straus and Giroux.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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