Deborah Warner

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Deborah Warner

Deborah Warner (Oxfordshire, 12 maggio 1959) è una regista britannica, nota soprattutto per le sue regie di opere teatrali e opere liriche.

Dopo la laurea alla Central School of Speech and Drama, nel 1987 si è unita alla Royal Shakespeare Company in veste di regista e ha ricevuto grandi apprezzamente per la sua regia di Tito Andronico.[1] Sempre negli anni 80 ha iniziato un proficuo sodalizio artistico con l'attrice Fiona Shaw, che Warner ha diretto in numerosi drammi, tra cui Elettra, Medea, L'anima buona di Sezuan, Hedda Gabler e Riccardo II con un cast tutto al femminile.[2] Nel 2017 ha diretto Glenda Jackson in una produzione di Re Lear all'Old Vic in cui la Jackson interpretava il ruolo solitamente maschile del protagonista, segnando il ritorno del due volte Premio Oscar sulle scene dopo venticinque anni d'assenza.[3]

Molto attiva anche in campo operistico, ha diretto numerose opere liriche, tra cui un controverso Don Giovanni al Glyndebourne Festival Opera, La morte a Venezia all'English National Opera, Fidelio al Teatro alla Scala nel 2014 ed Eugenio Onegin alla Metropolitan Opera House nel 2013.[4][5]

Onorificenze britanniche

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Commendatore dell'Ordine dell'Impero Britannico - nastrino per uniforme ordinaria
«Per i servizi al teatro.»
— 2006

Onorificenze straniere

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Cavaliere dell'Ordre des Arts et des Lettres - nastrino per uniforme ordinaria
«Servizi al teatro»
— 1992
  1. ^ (EN) Profile: Disturbing the picnic: Deborah Warner: The director who, su The Independent, 17 luglio 1994. URL consultato il 4 maggio 2019.
  2. ^ (EN) Benedict Nightingale, Deborah Warner, in The Times, 18 aprile 2005. URL consultato il 4 maggio 2019.
  3. ^ (EN) Susannah Clapp, King Lear review – Glenda Jackson is magnificent, in The Observer, 13 novembre 2016. URL consultato il 4 maggio 2019.
  4. ^ (EN) OPERA / A catalogue of unspeakable acts: In Deborah Warner's staging,, su The Independent, 12 luglio 1994. URL consultato il 4 maggio 2019.
  5. ^ Milano, la Scala verso la prima del Fidelio: "Sarà un Beethoven moderno e con tanti colori", su Repubblica.it, 27 novembre 2014. URL consultato il 4 maggio 2019.

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