Emenone di Poitiers
Emenone | |
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Conte di Poitiers | |
In carica | 828 – 839 |
Predecessore | Bernardo I |
Successore | Ranulfo I |
conte d'Angouleme | |
In carica | 863 – 866 |
Predecessore | Turpione |
Successore | Vulgrino I |
Nascita | 810 circa |
Morte | Rancogne, 22 giugno 866 |
Consorte | Sancha[1] |
Figli | Ademaro Adalelmo |
Emenone (810 circa – Rancogne, 22 giugno 866) fu conte di Poitiers dall'828 all'839.
Origine
[modifica | modifica wikitesto]Non si conoscono gli ascendenti.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Molto probabilmente fu insediato conte di Poitiers, nell'828, dopo la morte di Bernardo I, infatti è citato in un documento che lo cita accanto alla corte del re d'Aquitania, Pipino I, a Chasseneuil[2].
Secondo le Chartes de l´abbaye de Nouaillé de 678 à 1200 (Poitiers) (ed. 1936) del frate P. de Monsabert, tra l'831 e l'832, Enemone fece uno scambio di terreni con l'abate di Nouaillé[3].
Emenone fu sostenitore del re d'Aquitania, Pipino I, e alla sua morte, secondo il monaco e storico, Ademaro di Chabannes, approvò l'elezione a re d'Aquitania, il figlio di Pipino I, Pipino II, opponendosi all'imperatore, Ludovico il Pio, che invase il Poitou e scacciò dalla contea Enemone e suo fratello Bernardo[4]. Emenone si rifugiò in Angoulême, presso il terzo fratello Turpione[2].
Forse Emenone fu uno dei due notabili fatti prigionieri dal wali di Arnedo e di Tudela, Musa ibn Musa, quando, tra l'850 e l'852, fece un'incursione nel sud della Francia[2]. La loro liberazione fu ottenuta dopo la pacificazione avvenuta tra il re di Francia, Carlo il Calvo e Musa[2], ora Wali anche di Saragozza.
Emenone, senza alcun titolo è citato in un documento dell'agosto 857, per una donazione all'abbazia di Nouaillé[5].
Sempre, secondo il monaco e storico, Ademaro di Chabannes, Emenone divenne conte di Angoulême, nell'863, dopo la morte del fratello Turpione, ucciso dai Vichinghi[6]
La morte di Emenone, conte di Angouleme[7], avvenne, 22 giugno 866[8], dopo uno scontro col cugino, Landrico, conte di Saintes, per il possesso del castello di Bouteville[2]. Sempre, secondo il monaco e storico, Ademaro di Chabannes, Emenone morì, per le ferite procurategli da Landrico circa due anni dopo la morte del fratello Turpione[6]. La morte lo colse a Runconia, otto giorni dopo aver ucciso Landrigo in combattimento[9], lasciando un figlio in tenera età, Ademaro[10]. Emenone fu tumulato ad Angoulême, nell'abbazia del beato Eparchio[6][10].
Discendenza
[modifica | modifica wikitesto]Della moglie di Emenone non si hanno molte notizie, ma secondo alcune fonti era una robertingia, la figlia del conte di Blois, di Troyes e di Châteaudun, Oddone I di Troyes[2] e di sua moglie, Guandilmoda (o Guandilmode), che compare assieme al marito in una donazione del marzo 849[11], mentre secondo altri era la sorella del duca di Guascogna, Sancho I Lopez, di nome Sancha[1]. Emenone e la moglie ebbero due figli:
- Ademaro (?-926), conte di Poitiers.
Se la moglie era la figlia di Oddone I, il figlio era[11]:
- Adalelmo (?-892), dall'886 fu conte palatino di Troyes[2].
Se la moglie era Sancha il figlio era[1]:
- Arnoldo (?-864), duca di Guascogna
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c (LA) Sancia moglie di Emenone
- ^ a b c d e f g (EN) Foundation for Medieval Genealogy : Emenon
- ^ (LA) Chartes de l´abbaye de Nouaillé de 678 à 1200 (Poitiers) ("Nouaillé"), pp. 23 e 24 par 13
- ^ (LA) Ademarus Engolismensis Historiarum, pp. 31 e 32 par 16
- ^ (LA) Chartes de l´abbaye de Nouaillé de 678 à 1200 (Poitiers) ("Nouaillé"), p. 31 par 17]
- ^ a b c (LA) Ademarus Engolismensis Historiarum, pp. 35 e 36 par 19
- ^ (LA) Monumenta Germaniae Historica, tomus II: Chronicon Aquitanicum , Pag 253
- ^ (LA) Monumenta Germaniae Historica, tomus XVI: Annales Engolismenses, p. 486 Archiviato l'11 marzo 2014 in Internet Archive.
- ^ (LA) Monumenta Germaniae Historica, tomus II: Adonis Continuatio, p. 324
- ^ a b (LA) Chronicon Santi Maxentii Pictavinis, p. 369
- ^ a b (EN) #ES Foundation for Medieval Genealogy : Nobiltà carolingia-EUDES
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]Fonti primarie
[modifica | modifica wikitesto]- (LA) Monumenta Germaniae Historica, tomus II.
- (LA) Monumenta Germaniae Historica, tomus XVI.
- (FR, LA) dom P. de Monsabert, Chartes de l´abbaye de Nouaillé de 678 à 1200 (Poitiers) ("Nouaillé").
- (LA) Ademarus Engolismensis, Historiarum Libri Tres.
- (LA) Chronicon Santi Maxentii Pictavinis.
Letteratura storiografica
[modifica | modifica wikitesto]- René Poupardin, I regni carolingi (840-918), in «Storia del mondo medievale», vol. II, 1979, pp. 583-635
- Louis Halphen, Francia: gli ultimi Carolingi e l'ascesa di Ugo Capeto (888-987), in «Storia del mondo medievale», vol. II, 1979, pp. 636-661
- Christian Settipani, La Préhistoire des Capétiens (Nouvelle histoire généalogique de l'auguste maison de France, vol. 1), éd. Patrick van Kerrebrouck, 1993
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]- Storia della Gallia tardo-antica e alto-medioevale
- Franchi (storia dei regni Franchi)
- Elenco di re franchi
- Conti di Poitiers
- Conti e duchi d'Angoulême
- Storia della Francia
Collegamenti esterni
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