George Thomson
George Thomson | |
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Commissario europeo per le Politiche Regionali | |
Durata mandato | 6 gennaio 1973 – 6 gennaio 1977 |
Presidente | François-Xavier Ortoli |
Predecessore | Albert Borschette |
Successore | Antonio Giolitti |
Dati generali | |
Partito politico | Partito Laburista e Liberal Democratici |
George Morgan Thomson, Barone Thomson di Monifieth (Stirling, 16 gennaio 1921 – Londra, 3 ottobre 2008) è stato un giornalista e politico britannico. È stato membro del governo e commissario europeo.
Infanzia e formazione
[modifica | modifica wikitesto]Quando Thomson aveva due anni la sua famiglia si trasferì a Monifieth, un sobborgo di Dundee[1]. Thomson studiò presso la "Grove Academy" di Dundee[2].
Carriera giornalistica
[modifica | modifica wikitesto]Thomson intraprese la carriera giornalistica presso il gruppo editoriale "DC Thomson Group" di Dundee, dirigendo i fumetti "Rover" e "Dandy" e scrivendo per quotidiani del gruppo[3].
Nella seconda guerra mondiale servì come pilota nella Royal Air Force[2].
Lavorò presso la rivista socialista "Forward", nella sede di Glasgow dal 1946 al 1948 e come direttore nella sede di Londra fino al 1952[2].
Carriera politica
[modifica | modifica wikitesto]Camera dei Comuni
[modifica | modifica wikitesto]Alle elezioni generali del 1950 Thomson si candidò per conto del partito laburista nel seggio tradizionalmente conservatore di Glasgow Hillhead, senza successo[3]. Alle elezioni del giugno 1952 venne eletto membro del parlamento britannico in rappresentanza del collegio di Dundee Est[2]. Fece parte della Camera dei Comuni ininterrottamente fino al gennaio 1973[2].
Alla Camera dei Comuni Thomson si specializzò sulle questioni dell'impero britannico[3]. Fu portavoce per gli affari coloniali del leader laburista Hugh Gaitskell[3]. Criticò duramente la scelta del governo conservatore di istituire la Federazione del Rhodesia e del Nyasaland[3]. Nel 1963 Thomson si candidò come membro del governo ombra, ma senza successo[3].
Governo
[modifica | modifica wikitesto]Nel giugno 1964 Thomson venne nominato segretario di stato per gli affari esteri nell'ambito del primo governo guidato da Harold Wilson[2]. Si trovò a gestire la rivolta in Rhodesia guidata da Ian Douglas Smith. Svolse l'incarico fino al 6 aprile 1966, quando venne nominato Cancelliere del Ducato di Lancaster all'interno dello stesso governo e gli venne assegnata la delega per le Comunità europee[2][3]. Il 7 gennaio 1967 tornò a servire come segretario di stato per gli affari esteri[2]. Gestì la crisi di Aden e decise il ritiro delle truppe britanniche[3].
Il 29 agosto 1967 Thomson venne nominato ministro per il Commonwealth[3]. Dovette gestire la guerra civile in Nigeria e la crisi del Rhodesia, per cui invocò sanzioni, e promosse la riduzione del presenza britannica in Asia[3]. Dal 17 ottobre 1968 al 6 ottobre 1969 fu ministro senza portafoglio nell'ambito del governo Wilson, e successivamente ricoprì di nuovo la carica di Cancelliere del Ducato di Lancaster con la delega per i rapporti con le Comunità europee[3].
Dopo la sconfitta elettorale dei laburisti nel 1970 Thomson fu ministro ombra della difesa fino all'aprile 1972[3]. Si dimise dall'incarico in polemica con l'atteggiamento euroscettico della maggioranza del suo partito[2].
Commissario europeo
[modifica | modifica wikitesto]Thomson apparteneva all'ala europeista del partito laburista e all'ingresso del Regno Unito nelle Comunità europee nel 1973 venne nominato commissario europeo[2]. Assieme a Christopher Soames fu il primo commissario europeo del Regno Unito. Nell'ambito della Commissione Ortoli fu commissario per le politiche regionali[2].
Promosse la creazione del Fondo europeo per lo sviluppo regionale[3]. Nel 1974 si oppose ai tentativi del governo laburista britannico di rinegoziare la presenza del Regno Unito nelle Comunità europee[3].
Thomson era uno dei possibili candidati per la presidenza della successiva commissione delle Comunità europee, ma gli venne preferito Roy Jenkins[3].
Camera dei Lords
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1977 Thomson entrò a far parte della Camera dei Lords[2].
Nel 1981 lasciò il partito laburista e fu tra i fondatori del partito social democratico[2].
Dal 1981 al 1988 Thomson presiedette l'Autorità indipendente per le telecomunicazioni[1]. Durante il suo mandato cominciarono le trasmissioni di Channel 4 e TV-am e vennero poste le basi per la televisione satellitare[3]. Nel 1988 si scontrò duramente con il governo di Margaret Thatcher sulla trasmissione di un documentario su un'azione dell'esercito britannico contro attivisti dell'IRA[3].
Nel 1988 il partito social democratico confluì nei liberal democratici. Nel settembre 1989 Thomson divenne membro del partito e ne fu portavoce per gli affari esteri e le telecomunicazioni all'interno della Camera dei Lords[3]. Criticò il crescente potere del gruppo Murdoch[3].
Altre attività
[modifica | modifica wikitesto]Thomson presiedette la "Advertising Standards Authority" dal 1977 al 1980[2]. Fu nominato presidente della Crown Estate e cancelliere dell'università Heriot-Watt[3]. Entrò nel consiglio della Royal Bank of Scotland[3]. Presiedette il Movimento europeo[3].
Thomson fu tra i sostenitori dell'associazione "Sustrans" per la mobilità sostenibile[4].
Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1977 Thomson venne nominato barone di Monifieth[3].
Nel 1981 venne nominato cavaliere dell'Ordine del Cardo[3].
Vita personale
[modifica | modifica wikitesto]Thomson era sposato ed aveva due figlie[1]. La figlia maggiore è sposata con Lord Dick Newby, già tesoriere dei liberal democratici, e la figlia minore con Roger Liddle, esponente del partito social democratico e poi consigliere di Tony Blair[3].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c (EN) Former minister Lord Thomson dies, su newsvote.bbc.co.uk, BBC News, 4 ottobre 2008. URL consultato il 4 agosto 2011.
- ^ a b c d e f g h i j k l m n (NL) George Thomson, su europa-nu.nl, Europa.nu. URL consultato il 4 agosto 2011.
- ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y (EN) Lord Thomson of Monifieth, su telegraph.co.uk, The Telegraph, 5 ottobre 2008. URL consultato il 4 agosto 2011.
- ^ Sustrans: join the movement, su sustrans.org.uk, Sustrans. URL consultato il 4 agosto 2011 (archiviato dall'url originale il 15 marzo 2009).
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su George Thomson
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Opere di George Thomson, su Open Library, Internet Archive.
- (NL) George Thomson, su parlement.com, Parlement & Politiek.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 65252975 · ISNI (EN) 0000 0001 1446 4955 · LCCN (EN) n77003176 · GND (DE) 1029689725 |
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