L'abito non fa il monaco
L'abito non fa il monaco è un proverbio italiano, che tuttavia è presente anche in altre lingue.
Significato
[modifica | modifica wikitesto]L'espressione invita a diffidare delle apparenze, non di rado ingannevoli, nel giudicare una persona, evitando quindi di esprimere valutazioni precipitose e superficiali sul conto di qualcuno. Spesso le persone non sono come appaiono a prima vista, anzi molte volte sono l'opposto[1].
Utilizzi
[modifica | modifica wikitesto]Nel diciannovesimo capitolo dei Promessi sposi il Conte zio, rivolgendosi al Padre provinciale che aveva difeso Fra Cristoforo e "la gloria dell'abito", capace di far sì "che un uomo, il quale al secolo ha potuto far dir di sé, con questo indosso diventi un altro", risponde: "Vorrei crederlo; ma alle volte, come dice il proverbio...l'abito non fa il monaco". Chiosa a questo punto Manzoni: "Il proverbio non veniva in taglio esattamente; ma il conte l'aveva sostituito in fretta a un altro che gli era venuto sulla punta della lingua: il lupo perde il pelo ma non il vizio".
Equivalenti in altre lingue
[modifica | modifica wikitesto]- L'habit ne fait pas le moine
- O hábito não faz o monge
- don't judge a book by its cover
Nella Bibbia
[modifica | modifica wikitesto]Un'affermazione di significato contrario si trova in Siracide 19:25-27[2]:
«Dall'aspetto si conosce l'uomo; dal volto si conosce l'uomo di senno.
Il vestito di un uomo, la bocca sorridente e la sua andatura rivelano quello che è.»
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ L'ABITO NON FA IL MONACO, su proverbi-italiani.com. URL consultato il 22 settembre 2017.
- ^ Siracide 19:25-27, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
- ^ Bibbia in sette lingue con concordanze e commento, su clerus.org. URL consultato il 14 marzo 2019 (archiviato il 4 novembre 2007).