Maurizio Massaria
Maurizio Massaria, detto Rospetto (Roma, 20 ottobre 1951 – Slavonski Brod, 14 giugno 1998), è stato un mafioso italiano, esponente dell'organizzazione malavitosa romana Banda della Magliana.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nato a Roma, nel rione Testaccio, si affaccia nel mondo della criminalità già dai anni sessanta, come rapinatore e scippatore, essendo parte di una piccola batteria. Già dall'epoca vicino agli ambienti di estrema destra.
Nei primi anni settanta stringe rapporti con importanti esponenti della malavita romana, tra cui Danilo Abbruciati e Raffaele Pernasetti, poiché frequentavano lo stesso bar, nei pressi dell'Alberone, e successivamente, entra nella batteria di Maurizio Abbatino, come riferirà negli stesso successivamente:[1]
«Negli anni settanta, nella zona dell'Alberone si riunivano varie "batterie" di rapinatori, provenienti anche dal Testaccio. Ne facevano parte, oltre ad alcune persone che non ricordo, Maurizio Massaria, detto "rospetto", Alfredo De Simone, detto "il secco", i tre "ciccioni", cioè Ettore Maragnoli, Pietro "il pupo", e mi sembra Luciano Gasperini - questi tre, persone particolarmente riconoscibili per la mole corporea, svolgevano più che altro il ruolo di basisti e di ricettatori - Angelo De Angelis, detto "il catena", Massimino De Angelis, Enrico De Pedis, Raffaele Pernasetti, Mariano Castellani, Alessandro D'Ortenzi e Luigi Caracciolo, detto "gigione". Tutti costoro affidavano le armi a Franco Giuseppucci, chiamato allora "il fornaretto", ancora incensurato e che godeva della fiducia di tutti. Questi le custodiva all'interno di una roulotte di sua proprietà che teneva parcheggiata al Gianicolo. All'epoca frequentavo l'ambiente dei rapinatori della Magliana, del Trullo e del Portuense. Nel corso del tempo si erano cementati i rapporti tra me, Giovanni Piconi, Renzo Danesi, Enzo Mastropietro ed Emilio Castelletti, ma non costituivamo quella che in gergo viene chiamata "batteria", cioè un nucleo legato da vincoli di esclusività e solidarietà, in altre parole non ci eravamo ancora imposti l'obbligo di operare esclusivamente tra noi, né di ripartire i proventi delle operazioni con chi non vi avesse partecipato. In particolare, negli anni precedenti il 1978, ognuna delle suddette persone operava o da sola ovvero aggregata in gruppi più piccoli o diversi.»
Il percorso nella Banda della Magliana
[modifica | modifica wikitesto]Entrato nella banda in pianta stabile nel 1979, in seguito all'omicidio di Franco Nicolini, si dimostrò abile rapinatore, agendo prevalentemente nelle aree centrali della capitale. con il gruppo rimase attivo fino al 1986, quando, in seguito al pentimento di Claudio Sicilia e il seguente processo viene arrestato; tuttavia, ma riesce in seguito ad evadere e a fuggire in Toscana.
L'omicidio Barducci e la morte
[modifica | modifica wikitesto]Il 20 dicembre 1992 è protagonista di una rapina con omicidio, ai danni del gioielliere Carlo Barducci, insieme a Pompili e Osiride Bracci. Nel gennaio successivo venne così processato, e il 20 gennaio 1995 fu condannato in primo grado, e nel febbraio del 1998 in via definitiva.[3]
Nel frattempo egli si rese latitante fuggendo in Croazia, dove morì improvvisamente il 14 giugno 1998, a causa di un arresto cardiaco. [4][5]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Raffaella Fanelli intervista Maurizio Abbatino, su attualita.it.
- ^ Interrogatorio di Maurizio Abbatino del 13.12.92, 13 dicembre 1992.
- ^ Chi era il Freddo, su stylo24.it.
- ^ Trent'anni fa l'assalto alla gioielleria Barducci, su msn.com.
- ^ La cassazione conferma:uccisero loro Barducci, su ricerca.repubblica.it.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Giovanni Bianconi, Ragazzi di malavita, Baldini Castoldi Dalai, 2005, ISBN 88-8490-516-8.
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Documentario sulla Banda della Magliana su History Channel
- La Banda della Magliana dalla A alla Z, su ilcassetto.it. URL consultato il 9 ottobre 2012 (archiviato dall'url originale il 15 ottobre 2012).
- I segreti della Banda della Magliana su La storia siamo noi