Michele D'Angelo
Michele D'Angelo | |
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Nascita | Rionero in Vulture, 30 ottobre 1868 |
Morte | Combattimento del Bu Msafer, 3 marzo 1912 |
Dati militari | |
Paese servito | Italia |
Forza armata | Regio Esercito |
Arma | Artiglieria |
Specialità | Artiglieria da montagna |
Anni di servizio | 1892-1912 |
Grado | Capitano |
Comandanti | Luigi Capello |
Guerre | Guerra italo-turca |
Battaglie | Combattimento del Bu Msafer |
Comandante di | 12ª Batteria, 1º Reggimento artiglieria da montagna |
Decorazioni | vedi qui |
Studi militari | Regia Accademia Militare di Modena, da dove si trasferì a domanda presso quella di Artiglieria e Genio di Torino |
dati tratti da I quaderni dell'Associazione Nazionale Alpini. Il Labaro[1] | |
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Michele D'Angelo (Rionero in Vulture, 30 ottobre 1868 – Bu Msafer, 3 marzo 1912) è stato un militare italiano, decorato di Medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della guerra italo-turca.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nacque a Rionero in Vulture (provincia di Potenza) il 30 ottobre 1868,[1] figlio di Donato e di Elisabetta Giordano. Arruolatosi nel Regio Esercito, fu ammesso a frequentare la Regia Accademia Militare di Modena, da dove si trasferì a domanda presso quella di Artiglieria e Genio di Torino.[2] Sottotenente assegnato all'arma di artiglieria[1] nel settembre 1892, divenne tenente il 7 agosto 1894 assegnato in forza alla 7ª Brigata artiglieria da costa,[2] venendo poi trasferito all'artiglieria da montagna nell’agosto 1897.[2] Fu promosso capitano[1] nell’agosto 1907,[2] assumendo il comando di una batteria del 14º Reggimento artiglieria.[2] Assegnato alla Direzione di artiglieria di Venezia (settembre 1907-maggio 1908), ritorno in servizio presso il 1º Reggimento artiglieria da montagna[1] nel gennaio 1910.[2]
Assunto il comando della 12ª Batteria[1] il 15 gennaio 1912, il 26 dello stesso mese partì per la Libia sul piroscafo Verona, sbarcando a Derna. Assegnato alle fortificazioni della città, alle 7:00 del 3 marzo[3] erano appena iniziati[N 1] i lavori quotidiani[3] presso la Ridotta "Lombardia" quando iniziò l'attacco dei turco-arabi,[4] preceduto da un intenso fuoco di fucileria. Ai primi attaccanti se ne aggiunsero numerosi altri appoggiati dal fuoco dell’artiglieria, e alle 11:00[3] il combattimento si fece intensissimo, estendendosi a tutto l’altopiano.[2]
Chiamati i rinforzi, la batteria al comando del tenente Rodolfo Boselli[3] si posizionò in posizione avanzata, eseguendo un tiro troppo celere che portò ad un alto consumo di munizioni.[4] Incurante del fuoco nemico egli si diresse verso la batteria "Boselli" ma prima di arrivare fu mortalmente colpito da un proiettile che gli attraversò l’addome.[4] Per onorarne il coraggio fu decretata[2] la concessione della Medaglia d'oro al valor militare.[1]
Un'epigrafe, posta dall'on. Fortunato, sulla piazza principale di Rionero in Vulture lo ricorda.[4]
Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]— Regio Decreto 8 novembre 1912[5].[1]
Note
[modifica | modifica wikitesto]Annotazioni
[modifica | modifica wikitesto]- ^ I lavoratori, incaricati di costruire le opere fortificate avanzate sul ciglione, uscirono dalle trincee di Derna scortati dal 26º Reggimento fanteria "Bergamo" in prima linea e dal 35º Reggimento fanteria in posizione di riserva.
Fonti
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Andrea Bianchi e Mariolina Cattaneo, I quaderni dell'Associazione Nazionale Alpini. Il Labaro, Associazione Nazionale Alpini, 2011, ISBN 978-88-902153-1-5.
- Angelo Del Boca, Gli Italiani in Libia. Tripoli bel suol d'amore. 1860-1922, Bari, Laterza, 1986.
- F. Matteotti, La formazione dell'Impero Coloniale Italiano. Vol.I, Milano, F.lli Treves, 1938.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- D’Angelo, Michele, su Combattenti Liberazione, http://www.combattentiliberazione.it. URL consultato il 9 gennaio 2018.