Orcomeno (Grecia Centrale)
Orcomeno comune | |
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Ορχομενός | |
Localizzazione | |
Stato | Grecia |
Periferia | Grecia Centrale |
Unità periferica | Beozia |
Territorio | |
Coordinate | 38°29′34.8″N 22°58′51.6″E |
Superficie | 416 km² |
Abitanti | 13 032 (2001) |
Densità | 31,33 ab./km² |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 323 00 |
Prefisso | 2261 |
Fuso orario | UTC+2 |
Cartografia | |
Orcòmeno (in greco Ορχομενός?) è un comune della Grecia situato nella periferia della Grecia Centrale (unità periferica della Beozia), con 13 032 abitanti secondo i dati del censimento 2001[1].
A seguito della riforma amministrativa detta piano Callicrate in vigore dal gennaio 2011[2], che ha abolito le prefetture e accorpato numerosi comuni, la superficie del comune è ora di 416 km² e la popolazione è passata da 10 732[3] a 13 032 abitanti.
Mitologia
[modifica | modifica wikitesto]Nella mitologia greca, Orcomeno era la principale città dei Mini, un antico popolo pre-ellenico, e in tempi mitologici fu rivale di Tebe per il controllo della Beozia. I racconti sulle origini della città variano tra gli autori, e non è possibile stabiline una cronologia precisa.
Re mitologici di Orcomeno
[modifica | modifica wikitesto]- Andreo
- Eteocle
- Almo
- Orcomeno I
- Minia
- Orcomeno II
- Presbone
- Climeno
- Ergino
- Azeo
- Attore
- Ascalafo e Ialmeno
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Orcomeno (in greco antico: Ὀρχομενός?, Orchomenós) era un'antichissima città della Grecia situata sul lago Copaide dove sbocca il fiume Cefiso; in un secondo momento fu spostata sul monte Acontion a causa dell'impaludamento della zona. Dopo la guerra di Troia la città fu dominata dai Beoti e quindi cominciò la sua decadenza; passò quindi sotto Tebe, città egemone della Lega beotica.
Nel 395 a.C. riuscì ad ottenere l'indipendenza combattendo al fianco del re di Sparta Agesilao, che uscì vittorioso a Coronea. La battaglia di Leuttra (371 a.C.) vide i Beoti nuovamente vincitori, e Orcomeno venne distrutta. Fu riedificata da Filippo II di Macedonia nel 338 a.C., dopo la vittoria riportata a Cheronea. Nell'agosto del 335 a.C. Orcomeno, che faceva parte della lega di Corinto, partecipò alla battaglia di Tebe al fianco dei Macedoni di Alessandro Magno[4]. In età romana qui si combatté una battaglia contro Mitridate, le cui forze erano comandate dal generale Archelao (86 a.C.)[5].
Secondo la leggenda, nei suoi pressi si trovava la fonte di Acidalia.
Gli scavi hanno messo in luce reperti risalenti al periodo neolitico. Sull'acropoli si sono evidenziati strati successivi di costruzioni di cui a pianta rotonda, poi ovale e infine rettangolare. La tomba a tholos detta Tesoro di Minia, una delle più grandi sopravvissute tra quelle costruite dai micenei nell'Età del Bronzo, ricorda in parte un trullo. Il tetto è formato da lastre di ardesia.
Di epoca più recente è la chiesa greco-bizantina a croce detta Panagia di Skripu, risalente al IX secolo d.C.[senza fonte] Incastonata nell'entrata della Chiesa di Santa Maria del monastero vicino al tempio greco di Orcomeno, è stata ritrovata una stele della prima metà del I secolo d.C. che descrive in che modo il generale romano Silla cercò di ottenere il consenso dei Beoti a conclusione della Prima guerra mitridatica, istituendo una serie di agoni poetici e musicali ad Orcomeno e nelle città limitrofe. Un'epigrafe greca incisa riporta i relativi nomi dei vincitori, comprensivi di patronimico e nome etnico[6].
Nel territorio comunale si trovano anche i resti dell'antica città di Acrefia.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (EN) Greece Municipalities, su Statoids.com. URL consultato il 30 maggio 2020.
- ^ (EL) ΕΦΗΜΕΡΙΣ ΤΗΣ ΚΥΒΕΡΝΗΣΕΩΣ - ΤΗΣ ΕΛΛΗΝΙΚΗΣ ΔΗΜΟΚΡΑΤΙΑΣ - ΤΕΥΧΟΣ ΔΕΥΤΕΡΟ, Αρ. Φύλλου 1292 - ΑΠΟΦΑΣΕΙΣ (PDF), su KEDKE.gr, 11 agosto 2010. URL consultato il 30 maggio 2020 (archiviato dall'url originale il 12 giugno 2018).
- ^ (EL) Δ_Διαίρεσης (XLS), su YPES.gr, 18 marzo 2001. URL consultato il 30 maggio 2020.
- ^ (LA) Diodoro Siculo, Bibliotheca historica, 17, 14, 2; Marco Giuniano Giustino, 11, 4.
- ^ Plutarco, Vita di Silla, 20-21.
- ^ Michele Saccomanno, Catalogo dei vincitori dei Charitesia e degli Homoloia di Orcomeno (PDF), in Axon, vol. 3, n. 1, Venezia, Edizioni Ca' Foscari, 2019, DOI:10.30687/Axon/2532-6848/2019/01/012, ISSN 2532-6848 , OCLC 8207471417. URL consultato il 30 maggio 2020 (archiviato il 15 novembre 2019). Ospitato su archive.is.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Orcomeno
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