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Pioggia (film 1929)

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Pioggia
Titolo di testa
Titolo originaleRegen
Paese di produzionePaesi Bassi
Anno1929
Durata12 min
Dati tecniciB/N
rapporto: 1,33:1
film muto
Generedocumentario
RegiaJoris Ivens, Mannus Franken
SceneggiaturaJoris Ivens, Mannus Franken
Casa di produzioneCapi-Holland
FotografiaJoris Ivens
MontaggioJoris Ivens
MusicheLou Lichtveld

Pioggia è un documentario del 1929, diretto da Joris Ivens e Mannus Franken. Il film fu proiettato in Italia nella serata finale della 1ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia, il 21 agosto 1932.

Il film descrive lo scatenarsi e lo sviluppo di un improvviso temporale nella città di Amsterdam. Battelli solcano le acque dei canali, giochi di luce zigzagano sulle mercanzie trasportate dai carretti, il vento scuote gli alberi e fa svolazzare la biancheria stesa, voli di uccelli o di aerei zebrano il cielo, imposte e vetri sbattono. Si aprono ombrelli, le gocce d'acqua schizzano sulle pozzanghere, gli pneumatici lasciano impronte profonde sul suolo reso fangoso dalla pioggia. L'acqua ruscella dai tubi di scarico.

Il film è stato definito un cine-poema.[1] La struttura e il movimento del film sono definiti esclusivamente dal ritmo della pioggia e dalle sue manifestazioni.[2] "Le immagini rubate delle persone-oggetti riprese in piani non ortodossi e con angolazioni ardite, le inquadrature dall'alto delle masse di ombrelli, la specularità delle immagini riflesse nelle pozzanghere, la trasparenza opaca ed umida attraverso i vetri del tram rafforzano la trasfigurazione della realtà. [...] L'atmosfera lirico-impressionistica è data dalla capacità di carpire i dettagli di una minuta realtà con le sue sottili, sfumate variazioni. Con minime diversità di luoghi ed elementi...Ivens gioca sugli effetti resi possibili dalla tecnica di ripresa e della pellicola. Gli stessi luoghi sono ripetuti prima durante e dopo il temporale con diverse rese tonali. Questa ricerca della ripetizione lo costringe ad un'indagine sempre più intima della realtà".[3]

Ivens racconta

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"Il sole batte sulle case, sui canali, sulla gente che si affolla per le strade. Si alza un leggero vento e le prime gocce di pioggia cominciano a cadere sull'acqua dei canali. L'acquazzone aumenta di intensità..."[4] Per quattro mesi sta in agguato con le sue macchine da presa per poter poi comporre col materiale girato il suo poema sulla pioggia.

  1. ^ Joris Ivens, Die Kamera und ik, Reinbek bei Hamburg, 1974, p. 26.
  2. ^ Klaus Kreimeier, Il cinema di Joris Ivens, Mazzotta, Milano, 1977, p. 12.
  3. ^ Silvano Cavatorta, Daniele Maggioni, Joris Ivens, p. 26.
  4. ^ Joris Ivens, Ricordi autobiografici, in "Bianco e nero", n. 10, ottobre 1949.
  • Joris Ivens, Ricordi autobiografici, in "Bianco e nero", n. 10, ottobre 1949.
  • Silvano Cavatorta, Daniele Maggioni, Joris Ivens, Il Castoro Cinema n. 66, Editrice Il Castoro, 1979.
  • Joris Ivens e Robert Destanque, Joris Ivens ou la mémoire d'un regard, Parigi, 1982.
  • Joris Ivens, Io-cinema. Autobiografia di un cineasta, Milano, Longanesi, 1979.

Collegamenti esterni

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