Prangi
Il prangi, anche paranki, piranki, pirangi, farangi, firei o fireiha era un tipo di cannone prodotto dall'Impero ottomano e poi imitato e autonomamente prodotto in altri luoghi come l'impero Moghul di Babur. Era un cannone girevole a retrocarica.[1]
Etimologia
[modifica | modifica wikitesto]L'etimo di lingua turca ottomana "prangi" è stato scritto in varie forme: prankı, pirankı, parangi, parangı, pranga, pranku/prangu e parangu. Deriva dall'italiano/spagnolo braga, abbreviazione di it. "petriero a barga" e es. "pedrero de braga", un piccolo cannone girevole a retrocarica noto come "archibusone".[2]"Braga" sta per "pantaloni" o "culatta".[1] L'imperatore Babur dei Moghul d'India s'appropriò di quest'artiglieria per il suo esercito e la chiamò fuocoiha e farangi.[3] I parlanti tamil e telugu lo chiamano pīranki e pīrangi.[2]
Storia e descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Il prangi era un piccolo cannone girevole ottomano a retrocarica che spara colpi da 150 grammi, costruito principalmente in bronzo fuso ma in taluni casi anche in ferro. Gli ottomani usarono i prangi dalla metà del XV secolo in poi nelle battaglie campali, a bordo delle loro navi e nelle loro fortificazioni, dove i prangi spesso costituivano la maggior parte degli ordigni.[2] Alla fine del Quattrocento, la galea ottomana aveva un'artiglieria standard composta da: un grosso cannone; 4 cannoni "medi" (darbzen) e 8 prangi. Queste navi erano lunghe 42-43 metri con tre vele e trasportavano circa 328 persone.[4]
Il prangi divenne artiglieria d'ordinanza nell'armamento navale ottomano.[5] Un registro navale ottomano di inventario e indagine datato 10 aprile 1488 menzionava che la barça (it. barca) ottomana (barca) aveva 35 prangi, laagrıpar (it. "galeazza") aveva 16 prangi, la kadırga (it. "galea") aveva 8 prangi, la kalıt (it. "galeotta") e la kayık (it. "fusta") avevano 4 prangi.[6]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b Chase 2003, p. 143.
- ^ a b c Agoston 2019, p. 100.
- ^ (EN) Partington, JR, A History of Greek Fire and Gunpowder, Johns Hopkins University Press, 1999, p. 219, ISBN 9780801859540.
- ^ (EN) Bostan, Idris, Ottoman Maritime Arsenals and Shipbuilding Technology in the 16th and 17th centuries (PDF) (PDF), Manchester, FSTC Limited, 2007, p. 12.
- ^ Har-El 1995, p. 222.
- ^ Har-El 1995, pp. 173-174.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Gabor Agoston, Firangi, Zarbzan, and Rum Dasturi: The Ottomans and the Diffusion of Firearms in Asia, in Pál Fodor, Nándor E. Kovács e Benedek Péri (a cura di), Şerefe. Studies in Honour of Prof. Géza Dávid on His Seventieth Birthday, Hungarian Academy of Sciences. Budapest: Research Center for the Humanities, 2019, pp. 89–104.
- (EN) Shai Har-El, Struggle for Domination in the Middle East: The Ottoman-Mamluk War, 1485-1491 (PDF), in Mamlūk Studies Review, vol. 5, Leida, New York e Colonia, Brill, 1995, p. 222.
- (EN) Kenneth Chase, Firearms: A Global History to 1700, Cambridge University Press, 2003, ISBN 978-0-521-82274-9.