Raimondo Garau

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Raimondo Garau (Arbus, 1767 c.a. – Genova, 3 gennaio 1824) è stato un politico e giurista italiano.

Nato da una famiglia di piccoli coltivatori, cugino in primo grado del medico e filosofo Pietro Antonio Leo, ebbe un'istruzione grazie al "Legato Garau”, un fondo dello zio paterno, reverendo Francesco Garau, messo a disposizione per i propri discendenti che avessero voluto studiare, a patto che intraprendessero la carriera ecclesiastica.[1]

Iniziò gli studi dapprima a Iglesias, proseguendo ad Ales, ed infine a Cagliari dove apprese, presso le scuole pubbliche, i rudimenti della latinità e delle lettere. Abbandonata la carriera ecclesiastica, per mantenersi fece da precettore presso famiglie ricche.[1]

Laureatosi in legge il 20 febbraio 1794,[2] assunse cariche nella burocrazia statale, divenendo dapprima avvocato fiscale generale del Regno e poi capo dell’ufficio generale del Fisco Regio. Nello stesso periodo insegnò Diritto Civile all’Università di Cagliari.[3][1]

Si trasferì a Torino nel 1815 nominato senatore del Supremo Senato di Piemonte e consigliere del Supremo Consiglio di Sardegna. In tale veste contribuì alla definizione di alcune delle idee che furono alla base del Codice feliciano[4].

Morì a 67 anni a Genova il 3 gennaio 1824, durante un viaggio in Sardegna.[5][1]

In sua memoria nel 1901 gli è stato dedicato un busto nel paese natìo.[1]

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