Rifugio Malinvern
Rifugio Malinvern | |
---|---|
Il rifugio Malinvern | |
Ubicazione | |
Stato | Italia |
Altitudine | 1 836 m s.l.m. |
Località | Vinadio |
Catena | Alpi Marittime |
Coordinate | 44°13′13″N 7°11′03″E |
Dati generali | |
Proprietà | Club Alpino Italiano, sezione di Ceva |
Gestione | Katia Tomatis |
Periodo di apertura | da giugno a inizio ottobre. |
Capienza | 38 posti letto |
Locale invernale | 7 posti |
Mappa di localizzazione | |
Sito internet | |
Il rifugio Malinvern (a volte indicato come rifugio Città di Ceva o Malinvern - Città di Ceva è un rifugio situato nel territorio del comune di Vinadio, in valle Stura di Demonte, nelle Alpi Marittime. Si trova a 1836 m s.l.m.[1].
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Il primo rifugio Malinvern venne costruito fra il giugno e l'ottobre 1940: era una costruzione in muratura di un piano più il sottotetto, rivestimento interno in masonite e copertura in lamiera zincata. Dotato di stufe per il riscaldamento ed acqua corrente, aveva capienza di diciotto posti. Venne saccheggiato ed incendiato da vandali dopo i fatti dell'8 settembre 1943[2].
L'edificio odierno venne costruito negli anni novanta ed è stato inaugurato il 15 settembre 2002[3] per iniziativa della sezione CAI di Ceva che ne mantiene la gestione. Prende il nome dalla Testa Malinvern, la quale si trova nei pressi della struttura.
Caratteristiche e informazioni
[modifica | modifica wikitesto]L'edificio è costituito da una struttura di due piani in muratura, con un'ampia vetrata sul lato della facciata. I posti letto sono disposti nei due piani, suddivisi fra una stanza a due posti, due da tre posti, due camere da sei posti e due camerate da nove posti. Ogni piano è dotato di acqua calda, servizi igienici e docce, per un totale di quattro bagni per tutta la struttura[1][4].
Il rifugio, dotato anche di impianto di riscaldamento, dispone al piano terra di una sala per i pasti e di una cucina[1].
L'energia elettrica è fornita da una piccola turbina idroelettrica.
Accessi
[modifica | modifica wikitesto]Dall'abitato di Vinadio si segue la strada asfaltata che risale il vallone di Riofreddo; superata la diga Enel, si prosegue fino alle Grange Draculet. La strada, sterrata, presenta un divieto di accesso agli autoveicoli (sebbene sia comunque percorribile con mezzi idonei)[1]. Si prosegue seguendo la strada per circa un'ora fino al rifugio[1].
Traversate
[modifica | modifica wikitesto]- Traversata al Rifugio Emilio Questa (3h 55', EE)[5] (nell'ambito della Via Alpina);
- Traversate nell'ambito della Grande Traversata delle Alpi[6];
Sono inoltre raggiungibili dal rifugio diversi laghi alpini, quali il lago Martel, il Lago Nero, i laghi Aver, il lago Malinvern ed infine i laghi della Paur, nonché vette come il Testa Malinvern, la cima Rossa, rocca La Paur, e Cima della Lombarda.
Altre attività
[modifica | modifica wikitesto]Nelle vicinanze del rifugio è possibile praticare l'arrampicata su roccia: vi sono quindici vie attrezzate nelle immediate vicinanze, ed un'altra parete attrezzata a breve distanza.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e Rifugi delle Alpi, Novara, Istituto geografico DeAgostini, 2007, pagg.34-35. (su alcuni siti web è riportato, erroneamente, 1839 m s.l.m. 1836 è indicata anche sull targa dell'insegna del rifugio)
- ^ Citazione di Dante Damiano sul testo di Andrea Parodi, Laghi, cascate e altre meraviglie, Arenzano, Andrea Parodi editore, 2003, p. 127.
- ^ Invito all'inaugurazione conservato presso la segreteria del CAI di Ceva
- ^ Diversi siti web riportano dati diversi. Si è scelto di favorire la fonte cartacea (Rifugi delle Alpi, edito da DeAgostini in collaborazione con il CAI)
- ^ Via Alpina - Tappa Rifugio Malinvern - Rifugio Questa, su via-alpina.org. URL consultato il 14 settembre 2011.
- ^ Rifugi e Bivacchi, su montagna.provincia.cuneo.it. URL consultato il 14 settembre 2011 (archiviato dall'url originale il 4 agosto 2011).
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su rifugio Malinvern
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Scheda del rifugio su rifugi-bivacchi.com, su rifugi-bivacchi.com. URL consultato il 20 luglio 2012 (archiviato dall'url originale il 14 giugno 2013).
- Scheda del rifugio su ghironda.com, su ghironda.com.