Vai al contenuto

Beyoncé (album)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
(Reindirizzamento da Ring Off)
Beyoncé
album in studio
ArtistaBeyoncé
Pubblicazione12 dicembre 2013
24 novembre 2014 (Platinum)
Durata66:36
93:24 (Platinum)
Dischi1 CD, 1 DVD
2 CD, 2 DVD (Platinum)
Tracce14 (CD) + 18 (DVD)
21 (2 CD) + 28 (2 DVD) (Platinum)
GenereAlternative R&B[1]
EtichettaParkwood, Columbia
Produttore40, Ammo, Beyoncé, Boots, Detail, Jerome Harmon, Caroline Polachek, Ryan Tedder, The-Dream, The Order, Timbaland, Justin Timberlake, Key Wane, Pharrell Williams
Registrazione2012–2013
FormatiCD+DVD, 2 CD+2 DVD, download digitale, streaming
Certificazioni
Dischi d'oroFrancia (bandiera) Francia[2]
(vendite: 50 000+)
Germania (bandiera) Germania[3]
(vendite: 100 000+)
Irlanda (bandiera) Irlanda[4]
(vendite: 7 500+)
Italia (bandiera) Italia[5]
(vendite: 25 000+)
Messico (bandiera) Messico[6]
(vendite: 30 000+)
Svizzera (bandiera) Svizzera[7]
(vendite: 10 000+)
Dischi di platinoAustralia (bandiera) Australia (2)
(vendite: 140 000+)
Canada (bandiera) Canada (3)[8]
(vendite: 240 000+)
Polonia (bandiera) Polonia (3)[9]
(vendite: 60 000+)
Regno Unito (bandiera) Regno Unito (2)[10]
(vendite: 600 000+)
Stati Uniti (bandiera) Stati Uniti (5)[11]
(vendite: 5 000 000+)
Svezia (bandiera) Svezia (2)[12]
(vendite: 60 000+)
Dischi di diamanteBrasile (bandiera) Brasile[13]
(vendite: 160 000+)
Beyoncé - cronologia
Album precedente
(2011)
Album successivo
(2016)
Singoli
  1. XO
    Pubblicato: 16 dicembre 2013
  2. Drunk in Love
    Pubblicato: 17 dicembre 2013
  3. Partition
    Pubblicato: 25 febbraio 2014
  4. Pretty Hurts
    Pubblicato: 24 aprile 2014
  5. Flawless
    Pubblicato: 12 agosto 2014
  6. 7/11
    Pubblicato: 24 novembre 2014
  7. Ring Off
    Pubblicato: 24 novembre 2014

Beyoncé è il quinto album in studio della cantante statunitense omonima, pubblicato il 13 dicembre 2013 dalla Parkwood Entertainment e dalla Columbia Records.

Primo progetto discografico concepito come visual e concept album della cantante, è stato riconosciuto con un Grammy Award su tre candidature, tra cui una come album dell'anno,[14] Beyoncé ha ricevuto ampi consensi da parte della critica, che ne ha lodato la produzione, la sperimentazione musicale, l'esplorazione della sessualità, oltre che alla dote vocale della cantante, definendolo un «capolavoro» della sua carriera e punto di svolta.[15]

L'album è stato distribuito digitalmente sull'iTunes Store senza alcun annuncio o promozione preventiva,[16] vendendo in soli tre giorni oltre 800 000 copie in tutto il mondo, diventando l'album più velocemente venduto nella storia dell'iTunes Store fino a quel momento.[17] Il progetto ha esordito al primo posto della Billboard 200 statunitense, facendo guadagnare a Beyoncé la quinta prima posizione consecutiva nella classifica.[18]

Il progetto è stato sostenuto da numerosi singoli estratti successivamente alla pubblicazione dell'album, elogiati sia per la musica e i testi che per i video musicali correlati: XO, Drunk in Love, Partition, Pretty Hurts e Flawless.

Il progetto discografico si compone di 14 brani correlati da 17 video (di cui due dedicati alle due tracce fantasma: Ghost per il brano Haunted e Yoncé per il brano Partition), nonché un video bonus per Grown Woman, la cui controparte audio relativa è stata pubblicata solamente il 14 dicembre 2023, in occasione del decimo anniversario dalla pubblicazione del disco.[19][20] Musicalmente si allontana dal contemporary R&B del precedente album 4,[21] addentrandosi nell'alternative R&B, hip hop e nelle sonorità post-dubstep, coniugando la musica elettronica al soul. Inoltre la produzione risulta più strutturata rispetto alle uscite precedenti della cantante e ha visto la partecipazione di numerosi autori e produttori, tra cui il marito Jay-Z, Sia, Timbaland, Justin Timberlake, The-Dream, Drake, Kanye West, Nicki Minaj, Caroline Polachek, Ryan Tedder, 40 e Frank Ocean.[22][23]

Il disco affronta differenti tematiche legate al mondo femminile e all'emancipazione della donna.[23] Numerosi critici musicali hanno osservato l'ampia esplorazione della sessualità nell'album, riportando che la cantante si sia avvalsa il diritto di esprimere ogni lato di sé; la stessa cantante ha affermato: «Non mi vergogno affatto di essere sessuale, non mi imbarazza e non sento di dover proteggere quel lato di me». Tra i brani che portano questo messaggio vi sono Drunk in Love, Rocket e Blow. Fanno parte di questo filone tematico anche Haunted e Partition, i quali si distinguono sia musicalmente che nell'aspetto visuale in due parti: lo stato onirico creato in Haunted, il quale risulta sessualmente esplicito nel testo, è inaugurato da un flusso di coscienza hip hop intitolato Ghost,[24] in cui Beyoncé riflette sulle case discografiche e del fallimento dell'assunzione di rischi nell'industria musicale, in riferimento del possibile fallimento del suo nuovo progetto in termini di vendite in quanto ambizioso e fuori dagli schemi commerciali.[25][26] Partition è introdotto con Yoncé, un brano hip hop che affronta in via esplicita una serata in un club, premeditando quanto accadrà nella seconda parte del brano.[27]

Chimamanda Ngozi Adichie nel 2014

Il secondo tema è il femminismo, affrontato in Flawless, in cui Beyoncé inserisce un estratto del discorso tenuto da Chimamanda Ngozi Adichie Dovremmo essere tutti femministi(We Should All Be Feminists), nel quale viene espressa la diversa percezione della manifestazione della sessualità maschile e femminile:[28]

«Cresciamo le ragazze in modo che si vedano le une con le altre come concorrenti. Non per il lavoro o per i risultati (che penso possano essere una cosa positiva), ma per le attenzioni degli uomini. Insegniamo alle ragazze che non possono essere esseri sessuali come lo sono i ragazzi". Femminista: la persona che crede nell'uguaglianza sociale, politica ed economica dei sessi»

Beyoncé inoltre tratta il tema dell'accettazione del proprio corpo, contro gli stereotipi dei mass media attraverso il brano Pretty Hurts. Altri brani trattano di insicurezze personali legati alla vita matrimoniale, come in Jealous che affronta il problema della fedeltà coniugale, Mine, il cui testo fa riferimento a conflitti coniugali e a difficoltà con la depressione post-partum, mentre i brani conclusivi Heaven e Blue trattano rispettivamente l'aborto spontaneo vissuto dalla cantante e l'amore per la figlia Blue Ivy Carter.[29]

Registrazione

[modifica | modifica wikitesto]

Le sessioni di registrazione del disco sono iniziate nell'estate del 2012 negli Hamptons, dove Beyoncé e il marito Jay-Z vivevano, invitando nella propria dimora i primi produttori e autori ad accompagnarli, tra cui Sia, Timbaland, Justin Timberlake e The-Dream.[23] In questo periodo la cantante ha trascorso le giornate accudendo la figlia Blue Ivy Carter, nata il 7 gennaio dello stesso anno, e registrando alcuni demo e scrivendo assieme a Sia il brano di apertura dell'album Pretty Hurts.[30] Il progetto è stato sospeso fino al 2013 e trasferito ai Jungle City e agli Oven Studios di New York, dove è stata registrata la maggior parte dell'album.[23] Jason Gay, intervistando Beyoncé nel 2013 per Vogue, ha osservato l'attenzione per i dettagli della cantante come «ossessiva» quando osservava il suo studio, notando le lavagne che creava per trarre ispirazione, che contenevano potenziali titoli di canzoni, vecchie copertine di album e immagini di spettacoli.[23]

Rispetto alle precedenti pubblicazioni, la cantante ha dedicato meno tempo alla produzione, concentrandosi piuttosto sul perfezionamento della musica dell'album, registrando un totale di ottanta brani.[31] Poco prima della fase di mastering, l'artista ha escluso i brani Standing on the Sun e Grown Woman, resi disponibili soltanto con la riedizione Platinum dell'album.[32][33]

Beyoncé ha preso in considerazione per la prima volta l'idea di creare un album visivo nel giugno 2013, quando erano state completati solo tre o quattro brani.[34] Spiegando le sue motivazioni, ha detto che spesso collegava immagini, ricordi d'infanzia, emozioni e fantasie alle canzoni che stava componendo e che «volevo che la gente ascoltasse i brani con la storia che ho in testa, perché è questo che le rende mie». Ha sottolineato che l'esperienza immersiva dell'album Thriller di Michael Jackson è stata l'influenza principale per la creazione di un progetto in cui «la gente avrebbe sentito le cose in modo diverso e [...] sarebbe stata in grado di vedere l'intera visione dell'album».[35]

Il direttore creativo del progetto visuale, Todd Tourso, ha lavorato con una troupe ridotta composta dal direttore della fotografia e produttore, oltre che dalla stessa Beyoncé e dal suo stylist, dal truccatore e dalla sicurezza.[36] Tourso ha svolto il ruolo di collegamento tra Beyoncé, che aveva già dei concetti per la maggior parte dei video, e i rispettivi registi, che avevano anche delle proposte concrete, e il resto della troupe.[36][37] Nel corso delle riprese, svoltesi tutte al di fuori degli Stati Uniti d'America, la cantante indossava delle cuffiette in modo da non far trapelare la nuova musica alle persone esterne al progetto.[38]

Al momento della post-produzione, il processo di scrittura delle canzoni ha iniziato a convergere con il contenuto delle immagini e Beyoncé guardava filmati non modificati per adattarvi la musica. I video di Flawless, Rocket e Mine sono stati modificati dalle loro controparti visive; Tourso ha commentato che «riscriveva alcune battute, o aggiungeva un certo audio, o aggiungeva dei bridge» e credeva che «completasse il quadro di dove l'audio doveva andare».[39] Diversi video avevano lo scopo di dimostrare il tema centrale dell'album dell'accettazione delle proprie imperfezioni, tanto che alcuni video non sono stati sceneggiati prima di essere registrati, tra cui Drunk in Love, XO, Yoncé e Blue; notando il contenuto esplicito di alcune immagini e l'esposizione del suo corpo, Beyoncé ha dichiarato di aver trovato le riprese liberatorie e ha espresso la sua intenzione di dimostrare che la sessualità è un potere che le donne dovrebbero avere e non perdere dopo essere diventate madri. Ha poi aggiunto: «So che trovare la mia sessualità, tornare nel mio corpo, essere orgogliosa di essere cresciuta, era importante per me esprimerlo; [...] So che ci sono tante donne che si sentono allo stesso modo».[40]

Mentre lavorava a Flawless, la cantante si ricordava della sconfitta subita da bambina assieme alle Girls Time, primo gruppo della cantante prima delle Destiny's Child, al concorso televisivo Star Search. L'artista considerava esso un momento decisivo per la sua carriera e riteneva che la competizione le avesse insegnato ad abbracciare l'imperfezione in futuro. Il tema era rappresentato nei video dall'uso ricorrente di trofei, che la cantante vedeva come un riferimento a «tutti i sacrifici che ho fatto da bambina, tutto il tempo che ho perso».[39][41]

Beyonce alla The O2 Arena durante il The Mrs. Carter Show World Tour a Londra nel 2014.

All'inizio di dicembre 2013 Beyoncé e la Parkwood Entertainment si sono incontrati con i dirigenti della Columbia Records e dell'iTunes Store per discutere dell'uscita dell'album, utilizzando il nome in codice «Lily».[42] Rob Stringer, presidente della Columbia Records, ha dichiarato consapevolmente ai media che l'album sarebbe stato pubblicato nel 2014 e che sarebbe stato «monumentale».[43]

13 dicembre 2013 Beyoncé è stato pubblicato nelle prime ore del mattino negli Stati Uniti d'America senza alcun annuncio o promozione precedente esclusivamente su iTunes Store.[44] L'album è stato disponibile esclusivamente sugli iTunes Store fino al 20 dicembre 2013, quando le copie fisiche sono state distribuite ad altri rivenditori.[45] La Parkwood Entertainment ha avuto un tempo di 72 ore dal momento in cui il disco è stato diffuso online per preparare la sua uscita fisica.[46] La cantante ha commentato che era «annoiata» dal fatto che la sua musica venisse commercializzata come era stato fatto in precedenza e voleva che la sua uscita fosse un'esperienza diversa per i suoi fan,[47] con l'intento di ripristinare l'idea dell'uscita di un album come evento significativo ed emozionante, che aveva perso significato di fronte alla pubblicazione di singoli commerciali.[48] Non appena l'album è diventato disponibile in esclusiva per gli iTunes Store, Sony Music ha emanato un comunicato in cui vietava ai rivenditori di mettere l'album in pre-ordine, per proteggere ulteriormente l'esclusività,[49] portando i rivenditori statunitensi Target e Amazon Music a rifiutare la messa in vendita dell'edizioni fisiche;[49][50] secondo un portavoce di Target, il negozio era interessato a vendere solo album pubblicati contemporaneamente in formato digitale e fisico.[50]

Dopo l'uscita dell'album, Beyoncé ha eseguito il primo singolo XO durante le restanti tappe della tournée nordamericana del The Mrs. Carter Show World Tour nel dicembre 2013.[51] All'inizio del 2014 ha eseguito Drunk in Love per la prima volta ai Grammy Awards.[52] La prima esibizione di XO trasmessa anche in televisione è avvenuta ai BRIT Awards 2014 il 19 febbraio.[53] Più tardi nello stesso mese, molti altri brani da Beyoncé sono stati aggiunti alla scaletta della seconda tappa europea del The Mrs. Carter Show World Tour, mentre tutti i video musicali dell'album sono stati proiettati al Los Angeles Film Festival 2014 il 13 giugno, con il commento di tre dei registi dei video presenti alla cerimonia.[54] Per promuovere ulteriormente l'album, Beyoncé ha intrapreso il suo primo tour negli stadi in coppia con Jay-Z, l'On the Run Tour, che ha preso il via a Miami il 25 giugno 2014 e si è concluso a Parigi il 13 settembre 2014.[55] In occasione degli MTV Video Music Awards 2014 la cantante ha eseguito un medley di sedici minuti dei brani del disco ed è stata premiata con il Michael Jackson Video Vanguard Award.[56]

Recensioni professionali
RecensioneGiudizio
AllMusic[57]
Entertainment Weekly[58]
Pitchfork[59]
Los Angeles Times[60]
Rolling Stone[61]
Slant Magazine[24]
Spin[62]
The Daily Telegraph[63]
The Guardian[64]
NME[1]

Beyoncé ha ricevuto ampi consensi dalla critica musicale, ottenendo un punteggio di 85/100 su Metacritic sulla base di 34 recensioni.[65] I critici hanno generalmente lodato l'audacia della cantante sia nelle tematiche che nelle musiche, oltre a sottolinearne l'aspetto visivo e l'uscita a sorpresa senza alcun tipo di promozione; molti hanno aggiunto che si tratta del capolavoro della sua carriera nonché il suo punto di svolta.[27][57][62][66]

L'esplorazione della sessualità nell'album è stata accolta con particolare favore dai recensori. Il critico del The New York Times Jon Pareles ha descritto i brani come «eterei ed eleganti, pieni di exploit erotici e voci calde», notando che «ogni tanto, per variare, diventano vulnerabili, compassionevoli o portatori di messaggi femministi».[67] Il critico musicale Robert Christgau ha ammirato la «sequenza sessuale» dei brani dell'album, in cui per «oltre sette tracce ben differenziate» Beyoncé «compie l'improbabile impresa di trasmettere un erotismo aperto che varia nel tempo e nelle nostre risposte individuali così come accade per lei».[68] David Amidon di PopMatters ha lodato la natura onesta e altamente sessuale dell'album, osservando che si tratta del «suo primo tentativo di creare un ponte con il pubblico, creando musica che fa sì che gli uomini vogliano ascoltare ciò che ha da dire e che le donne sentano di poterlo dire anche agli uomini i loro desideri».[69]

Altre recensioni hanno riconosciuto che l'album rifugge dall'R&B contemporaneo a favore di composizioni più sperimentali. La scrittrice Carrie Battan di Pitchfork ha scritto che Beyoncé «esplorava suoni e idee ai margini più grintosi della musica pop» e rifiutava «le strutture pop tradizionali a favore dell'atmosfera complessiva del progetto».[59] Sempre per Pitchfork, Jillian Mapes definisce Beyoncé «il talento di Michael Jackson ha incontrato il perfezionismo pop in un momento che ha definito l'interruzione del ciclo degli album [e] un giro di vittoria di Bey come dea regnante del femminismo pop».[70] Notando la mancanza di hit tra le varie tracce, NME ha ritenuto che la «produzione cupa e di basso profilo getti i riflettori sulle parole e sulle immagini messe in scena» e lo ha descritto come il lavoro più sperimentale della cantante fino ad oggi.[1] Rob Sheffield, critico di Rolling Stone, ha trovato l'audacia di Beyoncé tra i suoi attributi migliori, ritenendo che l'album sia «più forte quando punta sull'electro soul adulto con un tocco artistico boho».[61] Mikael Wood del Los Angeles Times ha sottolineato inoltre il desiderio di spingere i confini creativi tra i brani e ha ammirato «il modo in cui la musica mescola in modo simile l'intimo e lo stravagante».[60]

La performance vocale di Beyoncé è stata particolarmente apprezzata da Neil McCormick del The Daily Telegraph, scrivendo che «Beyoncé è una delle cantanti più tecnicamente dotate del pop», apprezzando la sua «potenza gospel, il flusso hip hop e la sua enorme gamma» nella scelta dei generi.[63] Anche Kitty Empire del The Guardian ha notato la varietà nel suo cantato all'interno dei brani più up-tempo del disco, notando come sia in grado di spaziare tra «falsetti squillant e sessuali, rappate da teppista, estasi senza parole e picchiate senza sforzo».[64]

Nonostante sia stato pubblicato a dicembre 2013, quando diverse pubblicazioni avevano completato le loro liste di fine anno, Beyoncé è stato classificato come il miglior album dell'anno da Billboard,[71] Houston Chronicle,[72] e Los Angeles Times,[73] mentre Spin lo ha classificato come il miglior album R&B dell'anno. L'album si è classificato tra i primi dieci nelle liste di The Associated Press,[74] MTV News,[75] e Digital Spy.[76] Alcune pubblicazioni hanno incluso Beyoncé nelle loro liste del 2014, ed è stato considerato il miglior album dell'anno da Vibe e dal The New York Times.[77]

Beyoncé è stata inclusa nelle liste dei migliori album del decennio 2010 da diverse pubblicazioni, tra cui Pitchfork (3°),[78] The Associated Press (3°),[79] Stereogum (7°),[80] Billboard (11°),[81] Rolling Stone (26°),[82] Consequence of Sound (79°),[83] NME (55°),[84] Tiny Mix Tapes (35°),[85] e Paste (40°).[86]

Nella lista dei 500 migliori album di Rolling Stone, Beyoncé è stato inserito al numero 81, citando la «portata musicale e l'apertura femminista» dell'album e aggiungendo che «ha dimostrato che nessun altro era al suo livello».[87] The Guardian ha incluso il progetto al numero 9 nella sua classifica dei 100 migliori album del 21º secolo.[88]

Impatto nell'industria musicale

[modifica | modifica wikitesto]

La strategia di marketing di pubblicare un album con poco o nessun preavviso è stata oggetto di studio presso la Harvard University School of Business,[89] l'Università di Victoria,[90] l'University of Waterloo,[90] e la Rutgers University.[90][91] Henry Knight della BBC ha dichiarato che «l'album autointitolato di Beyoncé non solo si è dimostrato innovativo dal punto di vista musicale, ma ha riscritto il modello di business dell'industria».[92] Zack O'Malley Greenburg di Forbes ha incluso Beyoncé nella sua lista dei «Vincitori dell'Industria Musicale 2013», notando che la cantante «non ha fatto uso di nessuno dei vantaggi dell'essere a contratto con una grande etichetta discografica: la "macchina" che ci dicono essere così necessaria per fare successo nella musica. Non c'è stata nessuna promozione radiofonica, nessun singolo, nessun tipo di anticipazione».[93] Time ha nominato Beyoncé come una delle 100 persone più influenti al mondo del 2014 grazie all'uscita dell'album, scrivendo: «A dicembre ha colto il mondo di sorpresa quando ha pubblicato un nuovo album, completo di un video per ogni traccia, e lo ha annunciato su Facebook e Instagram. Beyoncé ha infranto le regole dell'industria musicale e i record di vendita».[94]

La scelta dell'artista di utilizzare i social network per promuovere il progetto discografico è stata sottolineata da numerosi critici musicali, ritenuta una strategia di marketing innovativa nell'industria musicale.[95][96][97] Jackie Huba di Forbes, ha sottolineato come altri artisti che hanno pubblicato un album nel 2013, come Lady Gaga, Eminem, Britney Spears o Katy Perry, avessero speso milioni in pubblicità tradizionalmente proposta dalle case discografiche, mentre Beyoncé si sia appoggiata «all'elemento sorpresa e il passaparola; [...] si è affidata al suo enorme seguito sui social media per recepire il messaggio e diffonderlo», ottenendo un riscontro migliore in termini di vendite. La giornalista sottolinea inoltre che la strategia di Beyoncé dimostra che «i social media si sono trasformati in jet stream del passaparola, dove le notizie inaspettate si diffondono da persona a persona quasi istantaneamente. Gli esperti di marketing sfruttano il potere delle persone e la loro presenza sui social per far conoscere nuovi prodotti e servizi».[98] The Drum ha sottolineato come «Beyoncé ha lanciato quella che potrebbe essere definita un'eccellente campagna sui social media. [...] tutto quello che le serviva era un post su Instagram».[99] Rawiya Kameir di Complex, ripercorrendo l'anno, ha ricordato che la cantante avrebbe avuto più occasioni per promuovere il progetto, come la performance al Super Bowl XLVII Halftime Show del febbraio 2013 al fianco di Kelly Rowland e Michelle Williams. Kameir riporta che «negli ultimi due anni Beyoncé sembra aver acquisito una comprensione preternaturale del comparto online. [...] La spinta dei social media hanno dato a Beyoncé lo slancio. Secondo i dati di Twitter, nelle dodici ore successive all'annuncio, l'artista e l'album sono stati menzionati almeno 1,2 milioni di volte su Twitter. Si tratta di 1,2 milioni di pubblicità essenzialmente gratuita, perfetta per una generazione le cui notizie arrivano sotto forma di link su Twitter e condivisioni su Facebook e Instagram». Si sofferma inoltre sui fan della cantante, poiché « Beyhive

è fan club organizzato digitalmente e liberamente cresciuto che funziona come un braccio sicuro del suo dipartimento promozionale di ricondivisione».[100]

Successivamente alla decisione della Federazione internazionale dell'Industria Fonografica (IFPI) di stabilire il venerdì come giorno di uscita dei dischi a livello mondiale del 2015,[101] Andrew Flanagan di Billboard ha ritenuto che l'uscita di Beyoncé fosse uno dei punti di maggiore influenza della decisione della federazione, scrivendo: «Dopo sette mesi di tira e molla , una conversazione istigata in parte dalla pirateria australiana e dall'uscita a sorpresa di Beyonce nel dicembre 2013 ha fatto sì che l'industria discografica mondiale accettasse il venerdì come data di uscita dei nuovi album».[102]

  1. Pretty Hurts – 4:18 (Joshua Coleman, Sia Furler, Beyoncé Knowles)
  2. Haunted – 6:09 (Boots, Beyoncé Knowles) – contiene la traccia fantasma Ghost
  3. Drunk in Love (feat. Jay-Z) – 5:23 (Beyoncé Knowles, Noel Fisher, Shawn Carter, Andre Eric Proctor, Rasool Diaz, Brian Soko, Timothy Mosley, Jerome Harmon)
  4. Blow – 5:09 (Pharrell Williams, Beyoncé Knowles, James Fauntleroy, Timothy Mosley, Jerome Harmon, Justin Timberlake)
  5. No Angel – 3:48 (Caroline Polachek, Beyoncé Knowles, James Fauntleroy)
  6. Partition – 5:19 (Beyoncé Knowles, Terius Nash, Justin Timberlake, Timothy Mosley, Jerome Harmon, Dwane Weir, Charisse Hill, Mike Dean) – contiene la traccia fantasma Yoncé
  7. Jealous – 3:04 (Noel "Detail" Fisher, Beyoncé Knowles, Andre Eric Proctor, Rasool Diaz, Brian Soko, Boots)
  8. Rocket – 6:31 (Miguel Jontel Pimentel, Beyoncé Knowles, Justin Timberlake, Timothy Mosley, Jerome Harmon)
  9. Mine (feat. Drake) – 6:18 (Noah Shebib, Aubrey Drake Graham, Beyoncé Knowles, Jordan Kenneth Cooke Ullman, Sidney "Omen" Brown)
  10. XO – 3:35 (Ryan Tedder, Terius Nash, Beyoncé Knowles)
  11. ***Flawless (feat. Chimamanda Ngozi Adichie) – 4:10 (Beyoncé Knowles, Terius Nash, Chauncey Hollis, Rey Reel)
  12. Superpower – 4:36 (Pharrell Williams, Frank Ocean, Beyoncé Knowles)
  13. Heaven – 3:50 (Boots, Beyoncé Knowles)
  14. Blue (feat. Blue Ivy) – 4:26 (Boots, Beyoncé Knowles)
  1. Pretty Hurts – 7:04
  2. Ghost – 2:31
  3. Haunted – 5:21
  4. Drunk in Love – 6:21
  5. Blow – 5:25
  6. No Angel – 3:53
  7. Yoncé – 2:02
  8. Jealous – 3:26
  9. Rocket – 4:30
  10. Mine – 4:59
  11. XO – 3:35
  12. ***Flawless – 4:12
  13. Superpower – 5:24
  14. Heaven – 3:55
  15. Blue – 4:35
  16. Credits – 2:34
  17. Grown Woman – 4:24 (Beyoncé Knowles, Chris Godbey, Darryl Pearson, Garland Mosley, Jerome Harmon, Kelly Sheehan, Terius Nash, Timothy Mosley) – Bonus video

Durata totale: 78:00

Platinum Edition

[modifica | modifica wikitesto]
  1. Run the World (Girls) – 4:01
  2. ***Flawless – 4:11
  3. Get Me Bodied – 4:51
  4. Blow – 3:59
  5. Haunted – 4:47
  6. Drunk in Love (feat. Jay-Z) – 4:07
  7. 1+1 – 4:47
  8. Partition – 4:23
  9. Heaven – 4:39
  10. XO – 3:54

Durata totale: 43:39

  1. 7/11 – 3:34
  2. Flawless Remix (feat. Nicki Minaj) – 3:54
  3. Drunk in Love Remix (feat. Jay-Z & Kanye West) – 6:36
  4. Ring Off – 3:01
  5. Blow Remix (feat. Pharrell Williams) – 5:10
  6. Standing on the Sun Remix (feat. Mr. Vegas) – 4:33

Durata totale: 26:48

Successo commerciale

[modifica | modifica wikitesto]

Il 16 dicembre 2013 la Apple ha annunciato che Beyoncé è stato l'album che ha venduto più velocemente nella storia di iTunes, sia negli Stati Uniti che in tutto il mondo.[103] Riuscendo a vendere 828.773 copie in tutto il mondo in soli tre giorni, raggiungendo la posizione numero uno in 108 paesi.[103] Sei giorni dopo la pubblicazione, le copie raggiungono il traguardo del milione.[104]

Negli Stati Uniti, Beyoncé ha venduto 80 000 copie digitali nelle sue prime tre ore,[105] e un totale di 430.000 nel primo giorno completo.[106] Nella sua seconda giornata, vendette altre 120 000 copie, portando il totale a 550.000.[107] Infine debuttò alla numero uno della Billboard 200 con solo tre giorni di vendita, con 617 213 copie totali,[103] rendendola la prima artista donna a far esordire i suoi primi cinque album in studio in cima alla classifica, superando il record di Britney Spears di quattro album consecutivi.[108] La cantante è divenuta l'unica artista donna a vendere 300 000 copie in una settimana nel 2013 e la prima persona nel decennio 2010 a raggiungere le 300.000 copie in ognuna delle prime tre settimane.[109] Dopo soli 17 giorni dalla pubblicazione sono state vendute oltre 3 milioni di copie, divenendo l'ottavo album più venduto secondo Nielsen SoundScan.[110] A dicembre 2015, Beyoncé ha venduto 2,3 milioni di copie negli Stati Uniti ed è stato certificato doppio platino dalla Recording Industry Association of America.

Beyoncé ha debuttato alla quinta posizione della Official Albums Chart il 15 dicembre, con vendite di 67 858 copie digitali in due giorni.[111] L'amministratore delegato della Official Charts Company, Martin Talbot, ha osservato che «pochi, se non nessun album, hanno venduto così tante copie digitali in un così breve lasso di tempo».[111] Nella sua quinta settimana, l'album è salito a un nuovo picco di numero due.[112] È stato successivamente certificato doppio disco platino dalla British Phonographic Industry per le oltre 600 000 unità vendute.[10]

Al dicembre 2016 Beyoncé ha venduto più di cinque milioni di copie nel mondo, oltre ad aver generato più di un miliardo di streaming già a marzo 2015.[111][113]

Riconoscimenti

[modifica | modifica wikitesto]
American Music Award
  • 2014 – Miglior album R&B/soul[121]
Billboard Music Awards
  • 2014 – Candidatura al miglior album[122]
  • 2014 – Candidatura al miglior album R&B[122]
Grammy Award
  • 2015 – Miglior album con suono surround[14]
  • 2015 – Candidatura all'album dell'anno[14]
  • 2015 – Candidatura al miglior album urban contemporary[14]
MTV Video Music Awards Japan
  • 2015 – Candidatura all'album dell'anno[123]
Soul Train Music Award
  • 2014 – Album dell'anno[124]
World Music Award
  • 2014 – Candidatura al miglior album[125]
  1. ^ a b c (EN) Al Horner, Beyoncé - Beyoncé, su NME, 16 dicembre 2013. URL consultato il 24 aprile 2016.
  2. ^ (FR) Les Certifications, su Syndicat national de l'édition phonographique. URL consultato il 4 marzo 2016 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2017).
  3. ^ (DE) Beyoncé – Beyoncé – Gold-/Platin-Datenbank, su musikindustrie.de, Bundesverband Musikindustrie. URL consultato il 9 dicembre 2022.
  4. ^ (EN) 2013 Certification Awards - Gold, su The Irish Charts. URL consultato il 5 dicembre 2015.
  5. ^ Beyoncé (certificazione), su FIMI. URL consultato il 28 gennaio 2019.
  6. ^ (ES) Asociación Mexicana de Productores de Fonogramas y Videogramas, Certificados musicales, su Facebook. URL consultato il 21 novembre 2022.
  7. ^ (DE) Edelmetall, su Schweizer Hitparade. URL consultato il 5 dicembre 2015.
  8. ^ (EN) Beyonce – Gold/Platinum, su Music Canada. URL consultato il 10 agosto 2022.
  9. ^ (PL) oficjalna lista wyróżnień, su OLiS. URL consultato il 21 dicembre 2023. Digitare "Beyoncé" in "wyszukaj interesującą Cię frazę".
  10. ^ a b (EN) Beyoncé, su British Phonographic Industry. URL consultato il 26 luglio 2022.
  11. ^ (EN) Beyoncé - Beyoncé – Gold & Platinum, su Recording Industry Association of America. URL consultato il 9 agosto 2022.
  12. ^ (SV) Beyoncé – Sverigetopplistan, su Sverigetopplistan. URL consultato il 3 gennaio 2022.
  13. ^ (PT) Beyonce – Certificados, su Pro-Música Brasil. URL consultato il 17 ottobre 2019.
  14. ^ a b c d (EN) Nolan Fenney, Watch Beyoncé Explain the Hidden Meaning of Her Grammys Performance, su Time, 9 febbraio 2015. URL consultato il 26 luglio 2022.
  15. ^ #Accoglienza
  16. ^ (EN) BEYONCÉ Available Worldwide Now, su prnewswire.com, 13 dicembre 2013. URL consultato il 13 dicembre 2013.
  17. ^ (EN) Phillip Henry, Five Years Later, "Beyoncé" Is Still One of the Most Important Moments in Music, su Teen Vogue, 13 dicembre 2018. URL consultato il 26 luglio 2022.
  18. ^ a b c (EN) Beyoncé – Chart history, su Billboard, Penske Media Corporation. URL consultato il 28 gennaio 2014. Cliccare sulla freccia all'interno della casella nera per visualizzare la classifica desiderata.
  19. ^ (EN) Connor Gotto, Beyoncé releases Grown Woman on streaming in celebration of self-titled album’s 10th anniversary, su RETROPOP, 14 dicembre 2023. URL consultato il 30 ottobre 2024.
  20. ^ Beyoncé Finally Drops "Grown Woman" on Streaming, su Hypebeast, 14 dicembre 2023. URL consultato il 30 ottobre 2024.
  21. ^ (EN) Chris Kelly, Beyoncé, su Fact, 17 dicembre 2013. URL consultato il 26 luglio 2022.
  22. ^ (EN) Melissa Locker, 14 Things to Know About Beyoncé's New Album, su Time, 13 dicembre 2013. URL consultato il 26 luglio 2022.
  23. ^ a b c d e (EN) Jason Gay, Beyoncé Knowles: The Queen B, su Vogue, 10 febbraio 2013. URL consultato il 25 luglio 2022.
  24. ^ a b (EN) Sal Cinquemani, Review: Beyoncé, Beyoncé, su Slant Magazine, 14 dicembre 2013. URL consultato il 26 luglio 2022.
  25. ^ (EN) Clare Lobenfeld, First Impressions of Beyoncé's New Album, su Complex, 13 dicembre 2013. URL consultato il 26 luglio 2022.
  26. ^ (EN) Mesfin Fekadu, Review: Beyoncé reaches new heights on 5th album, su The Salt Lake Tribune, 18 dicembre 2013. URL consultato il 26 luglio 2022.
  27. ^ a b (EN) Andrew Hampp, Beyonce, Beyonce: Track-By-Track Review, su Billboard, 13 dicembre 2013. URL consultato il 26 luglio 2022.
  28. ^ (EN) Beyoncé samples Chimamanda Ngozi Adichie's call to feminism, su The Guardian, 13 dicembre 2013. URL consultato il 26 luglio 2022.
  29. ^ Beyoncé: «La perdita di un figlio, il dolore più grande», su Vanity Fair, 31 gennaio 2013. URL consultato il 26 luglio 2022.
  30. ^ Filmato audio "Self-Titled" Part 4. Liberation, su YouTube. URL consultato il 25 luglio 2022.
  31. ^ (EN) Alan Hicklin, Beyoncé Liberated, su Out, 8 aprile 2014. URL consultato il 25 luglio 2022.
  32. ^ (EN) Stacey Anderson, Beyonce Recorded 80 Songs for Visual Album, su Rolling Stone, 30 dicembre 2013. URL consultato il 25 luglio 2022.
  33. ^ (EN) Erika Ramirez, Beyonce Previews New Song, 'Standing On The Sun': Listen, su Billboard, 25 aprile 2013. URL consultato il 25 luglio 2022.
  34. ^ (EN) Michael Rothman, Lesley Messer, Watch Beyonce's Videos From Her New Visual Album – All of Them!, su ABC News, 13 dicembre 2013. URL consultato il 25 luglio 2022.
  35. ^ (EN) Allison Takeda, Beyonce Explains Surprise Visual Album: "It's More Than What I Hear", su Us Weekly, 13 dicembre 2013. URL consultato il 25 luglio 2022.
  36. ^ a b (EN) Amanda Dobbins, Beyoncé's Creative Director Todd Tourso on Her New Album and Keeping Secrets, su Vulture, 18 dicembre 2013. URL consultato il 25 luglio 2022.
  37. ^ (EN) Michael Zelenk, Meet the Directors Behind Beyoncé's Visual Album, su The Fader, 13 dicembre 2013. URL consultato il 25 luglio 2022.
  38. ^ (EN) Nick Hill, Beyoncé Talks Personal New Album And Secretive Video Shoots, su Contact Music, 22 dicembre 2013. URL consultato il 25 luglio 2022.
  39. ^ a b (EN) Spencer Kornhaber, Beyoncé's creative director talks "Flawless" and the self-titled album, su The Atlantic, 26 giugno 2014. URL consultato il 25 luglio 2022.
  40. ^ (EN) Lilli Harrison, Beyoncé Reveals She Weighed 195 Pounds During Pregnancy, Lost 65 Pounds After Having Blue Ivy, su E!, 30 dicembre 2013. URL consultato il 25 luglio 2022.
  41. ^ (EN) Parul Sehgal, How 'Flawless' Became a Feminist Declaration, su The New York Times, 24 marzo 2015. URL consultato il 25 luglio 2022.
  42. ^ (EN) Andrew Hampp, How Beyonce's 'Beyonce' Stayed Secret Until the Day of Release, Its First Singles, su Billboard, 13 dicembre 2013. URL consultato il 26 luglio 2022.
  43. ^ (EN) Jon Blistein, New Beyonce Album May Arrive in 2014, su Rolling Stone, 10 dicembre 2013. URL consultato il 26 luglio 2022.
  44. ^ (EN) Halle Kiefer, Beyoncé Just Dropped an Album With No Warning, su Vulture, 13 dicembre 2013. URL consultato il 26 luglio 2022.
  45. ^ (EN) Beyonce puts surprise album on iTunes, su BBC, 13 dicembre 2013. URL consultato il 26 luglio 2022.
  46. ^ (EN) Andrew Flanagan, Exclusive: The Harvard Business School Report on Beyonce, su Billboard, 30 settembre 2014. URL consultato il 26 luglio 2022.
  47. ^ (EN) Ella Alexander, Beyoncé Makes Music History, su Vogue, 13 dicembre 2013. URL consultato il 26 luglio 2022.
  48. ^ (EN) Michael Hann, Beyoncé releases new album straight to iTunes with no warning, su The Guardian, 13 dicembre 2013. URL consultato il 26 luglio 2022.
  49. ^ a b (EN) Ed Christman, Amazon Not Stocking New Beyonce CD Following iTunes Exclusive, su Billboard, 21 dicembre 2013. URL consultato il 26 luglio 2022.
  50. ^ a b (EN) Target Not Selling Beyonce's New Album, su Billboard, 19 dicembre 2013. URL consultato il 26 luglio 2022.
  51. ^ (EN) Miriam Coleman, Beyonce Gives 'XO' Its Live Debut, su Rolling Stone, 14 dicembre 2013. URL consultato il 26 luglio 2022.
  52. ^ (EN) Rhys Blakely, Mass wedding at Grammy Awards on Daft Punk's night, su The Times, 27 gennaio 2014. URL consultato il 26 luglio 2022.
  53. ^ (EN) Brit Awards 2014: David Bowie wins best British male trophy, su BBC, 20 febbraio 2014. URL consultato il 26 luglio 2022.
  54. ^ (EN) Haley Goldberg, LAFF 2014: 'Beyoncé' visual album comes to life at screening, su Los Angeles Times, 14 giugno 2014. URL consultato il 26 luglio 2022.
  55. ^ (EN) Sean Michaels, Jay Z and Beyonce unveil mock-film trailer for Run tour, su The Guardian, 19 maggio 2014. URL consultato il 26 luglio 2022.
  56. ^ (EN) Shirley Halperin, How Beyonce & Jay Z’s Triumphant VMA-Ending Moment Came to Be, su Billboard, 25 agosto 2014. URL consultato il 26 luglio 2022.
  57. ^ a b (EN) Andy Kellman, Beyoncé, su AllMusic, All Media Network. URL consultato il 26 luglio 2022.
  58. ^ (EN) Beyonce Album, su Entertainment Weekly. URL consultato il 27 luglio 2022.
  59. ^ a b (EN) Carrie Battan, Beyoncé: Beyoncé, su Pitchfork, 6 gennaio 2014. URL consultato il 26 luglio 2022.
  60. ^ a b (EN) Mikael Wood, Album review: 'Beyonce' is full of surprises, su Los Angeles Times, 14 dicembre 2013. URL consultato il 26 luglio 2022.
  61. ^ a b (EN) Rob Sheffield, Beyoncé, su Rolling Stone, 14 dicembre 2013. URL consultato il 26 luglio 2022.
  62. ^ a b (EN) Anupa Mistry, Beyonce Outdoes Herself (and Everyone Else) With the Humanizing, Superhuman 'Beyonce', su Spin, 16 dicembre 2013. URL consultato il 26 luglio 2022.
  63. ^ a b (EN) Neil McCormick, Beyoncé, album review: 'the most X-rated pop album since Madonna's Erotica', su The Daily Telegraph, 13 dicembre 2013. URL consultato il 26 luglio 2022.
  64. ^ a b (EN) Kitty Empire, Beyoncé: Beyoncé – review, su The Guardian, 13 dicembre 2013. URL consultato il 26 luglio 2022.
  65. ^ (EN) Beyoncé by Beyoncé, su Metacritic. URL consultato il 26 luglio 2022.
  66. ^ (EN) Greg Kot, 'Beyonce' album review: More than the delivery is a surprise, su Chicago Tribune, 14 dicembre 2013. URL consultato il 26 luglio 2022.
  67. ^ (EN) Jon Pareles, A December Surprise, Without Whispers (or Leaks), su The New York Times, 14 dicembre 2013. URL consultato il 26 luglio 2022.
  68. ^ (EN) Robert Christgau, "Beyoncé/D'Angelo", su Medium, 2 gennaio 2014. URL consultato il 26 luglio 2022 (archiviato dall'url originale il 10 dicembre 2017).
  69. ^ (EN) David Amidon, Beyoncé – "Beyoncé", su PopMatters, 9 gennaio 2014. URL consultato il 26 luglio 2022.
  70. ^ (EN) Jillian Mapes, Beyoncé: Lemonade, su Pitchfork, 26 aprile 2016. URL consultato il 26 luglio 2022.
  71. ^ Brad Wete, "15 Best Albums of 2013: Critics' Picks", su Billboard, 19 dicembre 2013.
  72. ^ (EN) Joey Guerra, Beyonce dominates on best album of the year list, su Houston Chronicle, 24 dicembre 2013. URL consultato il 26 luglio 2022.
  73. ^ (EN) Beyonce and Kanye West lead Times top albums of 2013 list, su Los Angeles Times, 30 dicembre 2013. URL consultato il 26 luglio 2022.
  74. ^ AP Writers' Top 10 2013 Albums Include Beyonce, Kanye West, su The Associated Press, 20 dicembre 2013. URL consultato il 26 luglio 2022 (archiviato dall'url originale il 20 dicembre 2013).
  75. ^ James Montgomery, "Best Albums of 2013: Does Beyoncé Bow Down To Yeezus?", su MTV News, 17 dicembre 2013. URL consultato il 26 luglio 2022 (archiviato dall'url originale il 19 dicembre 2013).
  76. ^ (EN) Robert Copsey e Lewis Corner, Digital Spy's top albums of 2013 (15 - 1), su Digital Spy, 17 dicembre 2013. URL consultato il 26 luglio 2022.
  77. ^ (EN) Best of 2014: Music Critic Top Ten Lists, su Metacritic. URL consultato il 26 luglio 2022 (archiviato dall'url originale il 3 dicembre 2014).
  78. ^ (EN) The 200 Best Albums of the 2010s, su Pitchfork, 8 ottobre 2019. URL consultato il 26 luglio 2022.
  79. ^ (EN) 'Lemonade' by Beyoncé is named the AP's album of the decade, su The Associated Press, 20 aprile 2021. URL consultato il 26 luglio 2022.
  80. ^ (EN) The 100 Best Albums Of The 2010s, su Stereogum, 4 novembre 2019. URL consultato il 26 luglio 2022.
  81. ^ (EN) The 100 Greatest Albums of the 2010s: Staff Picks, su Billboard, 19 novembre 2019. URL consultato il 26 luglio 2022.
  82. ^ (EN) The 100 Best Albums of the 2010s, su Rolling Stone, 3 dicembre 2019. URL consultato il 26 luglio 2022.
  83. ^ (EN) Top 100 Albums of the 2010s, su Consequence, 30 dicembre 2019. URL consultato il 26 luglio 2022.
  84. ^ (EN) The Best Albums of The Decade: The 2010s, su NME, 29 novembre 2019. URL consultato il 26 luglio 2022.
  85. ^ (EN) 2010s: Favorite 100 Music Releases of the Decade, su Tiny Mix Tapes. URL consultato il 26 luglio 2022.
  86. ^ (EN) The 100 Best Albums of the 2010s, su Paste, 7 ottobre 2019. URL consultato il 26 luglio 2022.
  87. ^ (EN) The 500 Greatest Albums of All Time, su Rolling Stone, 22 settembre 2020. URL consultato il 26 luglio 2022.
  88. ^ (EN) The 100 best albums of the 21st century, su The Guardian, 13 settembre 2019. URL consultato il 26 luglio 2022.
  89. ^ (EN) "The Curious Case of 'Beyoncé' the Album – News – Harvard Business School", su Harvard Business School. URL consultato il 27 luglio 2022.
  90. ^ a b c (EN) Ben Winsor, Why A Feminist Professor Is Teaching An Entire Class About Beyoncé, su Business Insider. URL consultato il 27 luglio 2022.
  91. ^ (EN) Beyonce 101: Canadian researchers offer university courses studying pop superstar, su CBC, 28 agosto 2015. URL consultato il 27 luglio 2022.
  92. ^ (EN) Henry Knight, Why Beyoncé speaks for a generation, su BBC, 15 aprile 2015. URL consultato il 27 luglio 2022.
  93. ^ Zack O'Malley Greenburg, Music Industry Winners 2013: Beyonce, Streaming, Rap DJs, su Forbes, 30 dicembre 2013. URL consultato il 27 luglio 2022.
  94. ^ (EN) Beyoncé, su Time. URL consultato il 27 luglio 2022.
  95. ^ (EN) Jonathan Bacon, What you can learn about launch marketing from Beyoncé and Prince, su Marketing Week, 19 febbraio 2014. URL consultato il 27 luglio 2022.
  96. ^ (EN) The 2010s: 5 Ways Beyoncé Defined The Decade In Music : All Songs Considered, in National Public Radio, 15 ottobre 2019. URL consultato il 27 luglio 2022.
  97. ^ (EN) Ben Sisario, Beyoncé Rejects Tradition for Social Media’s Power, in The New York Times, 16 dicembre 2013. URL consultato il 27 luglio 2022.
  98. ^ (EN) Jackie Huba, Beyoncé Uses Only Word Of Mouth To Market Surprise New Album, su Forbes. URL consultato il 27 luglio 2022.
  99. ^ Instagram launches in-app messaging function, Beyoncé uses social to promote new album & Twerking tops Google's 2013 'What is' search list, su The Drum. URL consultato il 27 luglio 2022.
  100. ^ How Beyoncé Uses Social Media to Run the Charts, su Complex. URL consultato il 27 luglio 2022.
  101. ^ Kelsey McKinney, New albums will come out on Fridays instead of Tuesdays now. Blame Beyonce., su Vox, 26 febbraio 2015. URL consultato il 27 luglio 2022.
  102. ^ (EN) Andrew Flanagan, Industry Sets Friday as Global Record Release Day, su Billboard, 26 febbraio 2015. URL consultato il 27 luglio 2022.
  103. ^ a b c (EN) BEYONCÉ Shatters iTunes Store Records With 828,773 Albums Sold in Just Three Days, su Apple, 16 dicembre 2013. URL consultato il 24 dicembre 2013 (archiviato dall'url originale il 16 dicembre 2013).
  104. ^ (EN) Kia Makarechi, Beyonce's Album Sales Cross 1 Million In iTunes, su HuffPost, 19 dicembre 2013. URL consultato il 24 dicembre 2013.
  105. ^ (EN) Silvio Petroluongo, Beyonce's Surprise Album Trending Towards No. 1 on Billboard 200, su Billboard, 13 dicembre 2013. URL consultato il 24 dicembre 2013.
  106. ^ (EN) Silvio Petroluongo, Beyonce Bound for No. 1 As Sales Soar Past 400,000, su Billboard, 14 dicembre 2013. URL consultato il 24 dicembre 2013.
  107. ^ (EN) Keith Caulfield, 'Beyonce' Sales Grow to 550k-Plus, Set for No. 1, su Billboard, 15 dicembre 2013. URL consultato il 24 dicembre 2013.
  108. ^ (EN) Keith Caulfield, It's Official: Beyonce Makes History With Fifth No. 1 Album, su Billboard, 17 dicembre 2013. URL consultato il 24 dicembre 2013.
  109. ^ (EN) Keith Caulfield, Beyonce Leads for Third Week at No. 1 on Billboard 200 Chart, su Billboard, 2 gennaio 2014. URL consultato il 26 luglio 2022.
  110. ^ (EN) Three Years Of 'Beyoncé': The Album Phenomenon In Numbers, su Capital Xtra. URL consultato il 26 luglio 2022.
  111. ^ a b c (EN) Daniel Lane, Beyoncé gatecrashes Top 5 after just 48 hours on sale!, su Official Charts Company, 15 dicembre 2013. URL consultato il 26 luglio 2022.
  112. ^ Sam Rigby, Ellie Goulding keeps UK album No.1, su Digital Spy, 12 gennaio 2014. URL consultato il 26 luglio 2022.
  113. ^ (EN) According to Nielsen SoundScan, A Breakdown of Beyonce's US & Worldwide Album Sales, su HuffPost, 13 dicembre 2016. URL consultato il 26 luglio 2022.
  114. ^ a b c d e f g h i j k l m n o (NL) Beyoncé – Beyoncé, su Ultratop. URL consultato il 28 gennaio 2014.
  115. ^ (EN) TOP 100 ARTIST ALBUM, WEEK ENDING 26 December 2013, su GFK Chart-Track. URL consultato il 28 gennaio 2014 (archiviato dall'url originale il 2 gennaio 2014).
  116. ^ (EN) 2014 Top 40 Official Albums Chart UK Archive - 18th January 2014, su Official Charts Company. URL consultato il 28 gennaio 2014.
  117. ^ (CS) Beyoncé - Beyoncé, su ČNS IFPI. URL consultato il 28 gennaio 2014.
  118. ^ (HU) Archívum – Slágerlisták – MAHASZ – Magyar Hangfelvétel-kiadók Szövetsége, su Hivatalos magyar slágerlisták. URL consultato il 28 gennaio 2014.
  119. ^ (NL) JAAROVERZICHTEN 2013, su Ultratop. URL consultato il 2 gennaio 2014.
  120. ^ (NL) JAAROVERZICHTEN - ALBUM 2013, su Dutch Charts. URL consultato il 2 gennaio 2014.
  121. ^ (EN) American Music Awards 2014: Complete list of winners and nominees, su Los Angeles Times, 13 ottobre 2014. URL consultato il 26 luglio 2022.
  122. ^ a b (EN) Emily Blake, Billboard Music Awards 2014: Full Winners List, su MTV, 18 maggio 2014. URL consultato il 26 luglio 2022 (archiviato dall'url originale il 9 dicembre 2022).
  123. ^ (JA) Natasha Inc, 「VMAJ」今年のMCはT.M.R.、道重さゆみ、w-inds., su 音楽ナタリー. URL consultato il 26 luglio 2022.
  124. ^ (EN) Centric Announces 'Soul Train Awards 2014' Nominees Including Beyonce & Pharrelll, su tvbythenumbers.zap2it.com, 15 ottobre 2014. URL consultato il 26 luglio 2022 (archiviato dall'url originale il 16 ottobre 2014).
  125. ^ (EN) World Music Awards: Select 2014 nomination, su World Music Award, 16 ottobre 2014. URL consultato il 26 luglio 2022 (archiviato dall'url originale il 6 ottobre 2014).

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
  Portale Musica: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di musica