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Selfie (film 2019)

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Selfie
Lingua originaleitaliano
Paese di produzioneItalia, Francia
Anno2019
Durata78 min
Rapporto1,85:1
Generedocumentario
RegiaAgostino Ferrente
SoggettoAgostino Ferrente
SceneggiaturaAgostino Ferrente
ProduttoreMarc Berdugo, Anne Charbonnel, Barbara Conforti, Fabrice Puchault
Casa di produzioneArte France, Magneto
Distribuzione in italianoIstituto Luce Cinecittà
FotografiaAlessandro Antonelli, Pietro Orlando
MontaggioLetizia Caudullo, Chiara Russo
MusicheAndrea Pesce, Cristiano Defabriitis
Interpreti e personaggi
  • Alessandro Antonelli
  • Pietro Orlando

Selfie è un film documentario del 2019 scritto e diretto da Agostino Ferrente.

Alessandro è un barista e Pietro un aspirante barbiere. I due sedicenni, seguendo le indicazioni del regista, si filmano con un iPhone per raccontare il loro difficile quartiere, il Rione Traiano, la loro vita quotidiana e l'amicizia che li lega. Raccontano anche della tragedia di Davide, il loro vicino che, nel 2014, è stato ucciso innocente da un carabiniere dopo un inseguimento perché scambiato per un ricercato in fuga. È leggendo di quell'episodio che l'autore li ha cercati, affidando loro lo smartphone, affinché raccontassero dal di dentro il contesto in cui è maturata quella tragedia.

Il documentario è stato interamente girato a Napoli.

Distribuzione

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Il film, presentato in anteprima mondiale al Berlin International Film Festival del 2019 [1], è una coproduzione franco-italiana, finanziata da Arte e Rai Cinema ed è stato distribuito in Italia dall'Istituto Luce Cinecittà, con il patrocinio di Amnesty International dal 30 maggio 2019.

«Cosa guardano in quei telefonini Alessandro e Pietro per tutto il tempo di 'Selfie'? Forse il loro futuro. Riprendere se stessi per tutto il tempo potrebbe sembrare straniante, ma con il terzo in campo, il regista Agostino Ferrente, la storia si fa fluida e avvincente, rimette in discussione il concetto stesso di documentario, diventa ricerca teorica, spezza le regole della rappresentazione. 'Selfie' da Berlino, al festival del cinema europeo di Lecce ora nelle sale, ricorda proprio il gesto dei cineasti che negli anni sessanta con la leggera 16mm uscivano per le strade a raccontare i coetanei metropolitani. Un gesto compulsivo universale si fa forma artistica, riflessione ma soprattutto film di grande divertimento per la spontaneità che si sente anche quando la si vorrebbe pilotare, per il trasporto emotivo che trasmette. Agostino Ferrente potrebbe ancora continuare il sortilegio che ha messo in moto già a cominciare da Le cose belle (che firmava con Giovannni Piperno) ma dice di sentirsi un po' spaventato da queste esperienze, quasi rubasse «l'anima» ai suoi protagonisti.»

«Per andare oltre le scorciatoie e gli stereotipi nel raccontare Napoli, il documentario di Agostino Ferrente è un ottimo antidoto. Presentato a Berlino qualche mese fa, alla stessa edizione in cui era presente 'La paranza dei bambini' di Giovannesi, la distanza tra i due film non poteva essere più grande. Quello tratto da Saviano era un corretto film di genere, che cercava il più possibile di essere rispettoso. Ma Ferrente (che già aveva inventato un dispositivo per raccontare storie di giovani napoletani in Le cose belle ) compie un ribaltamento di prospettiva. (...) Non si parla di camorra, dunque, ma della vita quotidiana di alcuni ragazzi. E decisiva è la scelta di dare a loro stessi la telecamera, anzi il telefonino, e di farli filmare. Diventano loro le guide in quel mondo, ma la cosa importante è che Ferrente non pretende di aver raggiunto in questo modo una verità immediata. Anzi, la scelta implica una serie di problemi, perché il loro sguardo non può essere "puro": è formato dai media (e dai social media), da musiche e film, e il film suggerisce quanto sia complicata un' autorappresentazione. La maniera di guardarsi da parte di questi ragazzi è altrettanto istruttiva di ciò che loro guardano. In fondo la pratica del filmarsi e del condividere narcisisticamente la propria vita non è per loro così rivoluzionaria come sarebbe stata 20 anni fa. Ma il fatto di diventare registi in qualche modo li responsabilizza, anche nei rapporti col loro mondo, e ne nasce un' intensità imprevista. A quel punto, anche le parti dedicate al crimine hanno una forza nuova (...) La realtà, le persone, sono complicati, e il selfie del titolo si ribalta nel suo contrario»

«Supereroi della verità, Alessandro e Pietro rendono 'Selfie' un documento imperdibile, la prova che, oltre 'Gomorra', c'è vita. Basta cercarla. E coltivarla.»

Riconoscimenti

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  1. ^ Selfie, su berlinale.de. URL consultato il 12 luglio 2023.
  2. ^ Selfie, su europeanfilmawards.eu. URL consultato il 12 luglio 2023.
  3. ^ Premi e Nomination Selfie, su mymovies.it. URL consultato il 12 luglio 2023.
  4. ^ EBS 16 - Premiato "Selfie" di Agostino Ferrente, su cinemaitaliano.info. URL consultato il 17 frebbaio 2024.
  5. ^ Lussemburgo Film Festival-"Selfie" miglior documentario, su cinemaitaliano.info. URL consultato il 17 febbraio 2024.

Collegamenti esterni

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