Tito Giulio Prisco
Tito Giulio Prisco (latino: Titus Julius Priscus; fl. 251) è stato un governatore dell'impero romano, brevemente autoproclamatosi imperatore.
Tra la fine del 250 e gli inizi del 251 i Goti attraversarono il Danubio per saccheggiare il territorio romano. Da Oescus si mossero su Filippopoli, città in cui si trovava il governatore di Tracia e Macedonia Prisco, e la misero sotto assedio.
Un secondo gruppo di Goti, guidati da re Cniva, mossero verso ovest, ma vennero bloccati dall'esercito del governatore di Mesia inferiore, Treboniano Gallo, a Novae; si diressero allora verso Nicopoli, dove vennero intercettati e sconfitti dall'imperatore Decio. I Goti di Cniva si mossero verso Filippopoli, per ricongiungersi all'esercito là presente: Decio li inseguì, ma venne sorpreso e sconfitto a sua volta a Beroea.
Prisco, ancora sotto assedio a Filippopoli e senza prospettive di aiuto esterno dopo la sconfitta di Decio, dovette chiedere la pace a Cniva; in seguito accettò di essere proclamato imperatore (251).[1]
Il regno di Prisco durò poco: i Goti saccheggiarono poi Filippopoli, uccidendo un gran numero di abitanti; Prisco era probabilmente tra essi.
Tito Giulio Prisco viene a volte ricordato anche come Lucio Prisco, mentre non è da identificare con il coevo Gaio Giulio Prisco.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Aurelio Vittore, De Caesaribus, XXIX, 2.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Fonti antiche
- Ammiano Marcellino, Storie, xxxi.5.17
- Sesto Aurelio Vittore, De Caesaribus, xxix.2
- Dexippo, fr. 18
- Giordane, Getica, 18
- Polemio Silvio, Laterculus, 39-40.
- Zosimo, Storia nuova, i.23.1
- Fonti storiografiche moderne
- Sesto Aurelio Vittore, Liber de Caesaribus, tradotto da H. W. Bird, Liverpool University Press, 1994, ISBN 0853232180, p. 129.
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