Tranvia Torino-Saluzzo/Carmagnola
Tranvia Torino-Saluzzo | |
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La stazione di Carignano | |
Inizio | Torino |
Fine | Saluzzo/Carmagnola |
Inaugurazione | 1881 (Torino-Moretta/Carmagnola) 1882 (Moretta-Saluzzo) |
Chiusura | 1948 (Pilone Virle-Carmagnola) 1950 (Torino-Saluzzo) |
Gestore | SATIP |
Vecchi gestori | CGTVP (1881-1882) CGTP (1882-1936) |
Lunghezza | 61,528 km |
Tipo | tranvia extraurbana |
Mezzi utilizzati | locomotive tranviarie a vapore e rimorchi; motrici ad accumulatori (1925-1950) |
Scartamento | 1.100 mm |
Trasporto pubblico | |
La tranvia Torino-Saluzzo, con diramazione Pilone Virle-Carmagnola, era una linea tranviaria interurbana che collegava le città di Torino, Saluzzo e Carmagnola dal 1881 al 1950.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]I primi passi verso la costruzione di una rete di tranvie nel Saluzzese furono compiuti nel luglio 1877, quando un'assemblea di Comuni interessati, deputati e consiglieri provinciali deliberò di promuovere la costruzione di una ferrovia tra Airasca, Saluzzo, Cuneo e Mondovì con diramazione Busca-Dronero[1]. Poco dopo il banchiere francese Alfonso Raoul Berrier-Delaleu presentò domanda per la concessione delle linee tranviarie Cuneo-Dronero, Cuneo-Busca-Saluzzo, Cuneo-Mondovì e Saluzzo-Moretta-Pancalieri (quest'ultima prolungabile sino a Torino): il 29 ottobre 1877 il consiglio provinciale di Cuneo accettò la domanda, accordando il successivo 4 novembre la costruzione e l'esercizio delle tranvie Cuneo-Dronero e Cuneo-Busca-Saluzzo[2]. La Cuneo-Dronero aprì il 23 novembre 1879[3], e il 24 ottobre 1880 toccò alla Saluzzo-Cuneo[4].
Sempre nel 1880 l'ingegner Giuseppe Bonelli, rappresentante del banchiere belga Rodolfo Coumond, presentò alla Deputazione provinciale di Torino domanda per la concessione delle linee Torino-Carignano-Carmagnola e Torino-Carignano-Moretta-Saluzzo[5]; l'autorizzazione alla costruzione della tratta Torino-Carmagnola fu ottenuta nel febbraio 1881[6]. Il successivo 26 ottobre furono aperte le tratte Torino-Moretta e Carignano-Carmagnola[7]; il primo orario prevedeva cinque coppie di corse tra Torino (piazza Nizza) e Moretta e sei coppie di corse sulla diramazione Carignano-Carmagnola in coincidenza con la linea principale[8]
Il 25 luglio 1882 fu aperta la tratta da Moretta a Saluzzo, con la quale la linea si congiungeva con le tranvie per Cuneo, Dronero e Borgo San Dalmazzo: erano previste sei coppie di corse giornaliere sull'intero percorso[9].
Le linee facevano capo alla Compagnie Générale des Tramways à Vapeur Piémontais (CGTVP), diretta da Coumond, che nel 1882 rilevò da Berrier-Delaleu, in difficoltà economiche per la costruzione delle tranvie Asti-Cortanze e Asti-Canale, le concessioni delle linee Cuneo-Saluzzo, Cuneo-Dronero, Pinerolo-Cavour e Saluzzo-Revello[10]. Con l'assorbimento delle linee di Berrier-Delaleu si costituì la Compagnia Generale dei Tramways Piemontesi (CGTP), con sede a Bruxelles, che sino alla prima guerra mondiale espanse la propria rete fino a raggiungere una lunghezza totale di 189,965 km[11]; tra il 1903 e il 1907 la società dichiarava un utile pari al 32% del prodotto l'esercizio, il maggiore tra tutte le tranvie piemontesi[12].
Passata la prima guerra mondiale la CGTP, per ridurre i costi d'esercizio (manodopera, combustibili, manutenzione) e incrementare le velocità nella seconda metà degli anni venti sperimentò un'automotrice a benzolo[13], per poi orientarsi sull'impiego di elettromotrici ad accumulatori su spinta del direttore generale dottor Pietro Lo Balbo[14]. La trazione ad accumulatori, impiegata in quegli anni anche su varie tranvie e ferrovie italiane (San Bonifacio-Lonigo-Cologna Veneta, Verona-Caprino-Garda, Udine-San Daniele, le tranvie interurbane parmensi e mantovane)[15] è favorita anche dal Governo: l'articolo 35 del Regio decreto legge nº 2150 del 2 agosto 1929[16] accorda sovvenzioni chilometriche fino a 10.000 lire per 35 anni[17]. Dal dicembre 1925 furono sperimentate due automotrici ad accumulatori a due assi sulla Torino-Carmagnola con buon successo di pubblico, tanto da spingere la CGTP a costruire altre unità[18] e ad acquistare motrici più capienti a carrelli per la Torino-Saluzzo-Cuneo, entrate in servizio domenica 2 novembre 1930[19].
Con le elettromotrici il servizio migliorò, ma non fu sufficiente a contrastare l'avanzata delle autolinee: il 1º maggio 1935 parte della rete, con scarso traffico o con profili accidentati, fu trasformata in autolinee affidate alla Società Anonima Autolinee Piemontesi, consociata della CGTP[20]. L'anno successivo il capitale della CGTP passò in mani italiane; la società cambiò denominazione in Società Anonima Tramvie Interprovinciali Piemontesi (SATIP) con sede a Torino e direzione d'esercizio a Saluzzo[21].
Durante la seconda guerra mondiale furono gravemente danneggiati una motrice a carrelli, sei rimorchiate a due assi, tredici carri a sponde alte e venti carri chiusi[22]; fu anche bombardato e gravemente danneggiato il deposito torinese di corso Spezia[23] e fu interrotta la diramazione per Carmagnola, riaperta sul finire del 1946[24]. Il conflitto impegnò notevolmente la SATIP, specie per quanto riguarda il trasporto degli sfollati[25].
Nonostante svariati progetti di ricostruzione della rete SATIP proposti da vari soggetti pubblici e privati, alcuni dei quali prevedevano varianti di percorso in sede propria, elettrificazione (o dieselizzazione) e trasformazione a scartamento normale[26], il 30 novembre 1948 le tratte Pilone Virle-Carmagnola, Saluzzo-Cuneo, Cuneo-Dronero e Costigliole-Venasca furono chiuse e sostituite da autobus[27]; dopo proteste da parte dell'utenza[28] rimase attiva solo la Torino-Saluzzo, che chiuse il 10 aprile 1950 sostituita da autobus della Nuova SATIP[29], nuova denominazione della SATIP[30].
Caratteristiche
[modifica | modifica wikitesto]Percorso[31] | ||||||||
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0 | Torino piazza Nizza | ||||||
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2 | Torino Stazione | ||||||
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4 | Millefonti | ||||||
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5 | Lingotto | ||||||
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ferrovia Torino-Genova | |||||||
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torrente Sangone | |||||||
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ferrovia Torino-Pinerolo | |||||||
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6 | Ponte Sangone | ||||||
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8 | Moncalieri | ||||||
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10 | Tetti Piatti | ||||||
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Tetti Preti | |||||||
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13 | La Loggia | ||||||
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15 | Borgata Brassi | ||||||
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18 | Carignano | ||||||
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Pilone Virle | ||||||
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3 | San Grato | ||||||
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6 | Borgo Salsasio | ||||||
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7 | Carmagnola | ||||||
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23 | Ceretto | ||||||
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25 | Campagnino | ||||||
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26 | Lombriasco | ||||||
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28 | Strada Pancalieri | ||||||
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fiume Po | |||||||
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29 | Casalgrasso | ||||||
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torrente Varaita | |||||||
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33 | Polonghera | ||||||
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34 | Faule | ||||||
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37 | Cascina Motta | ||||||
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40 | Moretta | ||||||
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ferrovia Moretta-Cavallermaggiore (* 1886 † 1959) | |||||||
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43 | Torre San Giorgio | ||||||
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46 | Fornaca | ||||||
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48 | Scarnafigi | ||||||
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50 | Torazza | ||||||
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ferrovia Saluzzo-Airasca (* 1884 † 1986) | |||||||
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54 | Saluzzo Porta Torino | ||||||
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Linee per Cuneo, Pinerolo e Revello-Paesana |
La linea tranviaria era a scartamento ridotto di 1100 mm, e si sviluppava per 61,528 km, di cui 7,518 km la diramazione per Carmagnola; il raggio minimo di curva era di 50 metri, la pendenza massima del 20 per mille. La velocità massima ammessa era di 36 km/h, ridotta a 24 km/h sulla Pilone Virle-Carmagnola[32].
Fino alla fermata di Millefonti il percorso era a doppio binario in comune con la rete tranviaria torinese; per via del diverso scartamento, condivideva solo una delle due rotaie[33].
Percorso
[modifica | modifica wikitesto]La linea partiva da piazza Nizza a Torino, transitando quindi per la barriera di Nizza e per il Lingotto (per la quale il "trenino di Saluzzo" fu l'unico collegamento con Torino sino al 1911[34]).
Uscita da Torino la linea imboccava la statale per Saluzzo[35], toccando Moncalieri, La Loggia ed entrando a Carignano, nella quale effettuava fermata in piazza Carlo Alberto[36]. All'incrocio delle strade per Saluzzo e Carmagnola sorgeva la stazione di Pilone Virle[37], da cui si diramava la tratta per Carmagnola.
La linea proseguiva sulla statale per Saluzzo toccando quindi Ceretto, Lombriasco, Casalgrasso, Polonghera, Faule, Moretta, Torre San Giorgio, Fornaca, Scarnafigi e Torrazza di Saluzzo.
Arrivata a Saluzzo la linea effettuava fermata in piazza Denina, prima di terminare la corsa a porta Cuneo[9].
Nel 1926 il capolinea torinese fu arretrato da corso Vittorio Emanuele a piazza Nizza[38]; nel 1944 fu ulteriormente arretrato alla barriera Nizza[39] e negli ultimi periodi d'esercizio in piazza Bengasi[24].
A Saluzzo la stazione (raccordata con la ferrovia[33]) si trovava in piazza XX Settembre; dopo la chiusura della tranvia fu utilizzata come autostazione per le autolinee SATIP; parzialmente modificata negli anni successivi, chiuse nel 1977 sostituita dalla nuova autostazione di via Circonvallazione[40], e successivamente fu demolita: al suo posto furono costruiti alcuni condomini[41].
La linea aveva diversi raccordi merci[33]:
- a Moncalieri con la Fabbrica Nazionale Estratti Tannici;
- a Saluzzo con la ditta di laterizi Pellini Albonico;
- a Torino con la ditta di trasporti Pietro Sicco.
Materiale rotabile
[modifica | modifica wikitesto]Motrici
[modifica | modifica wikitesto]Sulla tranvia prestarono inizialmente servizio locomotive a vapore Henschel & Sohn e carrozze di costruzione Grondona[9]. Con l'acquisizione delle linee di Berrier-Delaleu entrarono nel parco rotabili CGTP anche le otto locotender costruite dalla SLM per la Cuneo-Dronero e la Cuneo-Saluzzo, radiate entro il 1920, e una locomotiva Hagans; entrambi i tipi erano a due assi[42].
Ad esse seguirono altre locomotive tranviarie, costruite da Krauss e Henschel, consegnate sino al 1909, oltre a due Breda; due Borsig furono acquistate dalla tranvia Pinerolo-Perosa Argentina. Il parco CGTP giungerà a contarne complessivamente 40.[42].
Nel 1925 la CGTP ordinò un'automotrice DWK Tipo IV alla Romeo per la propria rete sociale, sulla quale prestò servizio per circa un decennio[43] con scarsi risultati[44].
Poco dopo si sperimentò la trazione ad accumulatori, già provata su altre linee tranviarie italiane: le Officine di Savigliano costruirono due automotrici sui telai di carrozze a due assi Grondona, spinti da due motori da 13 CV l'uno: tali elettromotrici diedero buoni risultati, riducendo i tempi di percorrenza del 30%[45]. Fu successivamente allestita un'ulteriore serie di quattro automotrici, due costruite dalle officine di Savigliano e due dalle officine CGTP sulla base di carrozze, mosse da due motori per complessivi 40 CV[18].
La sperimentazione ebbe successo, tanto che la CGTP ordinò nel 1929 tre automotrici a carrelli[46], costruite dalla Carminati e Toselli con parte elettrica TIBB, in servizio dal 1930; nel 1933 ne furono consegnate altre tre[47].
Carrozze e carri merce
[modifica | modifica wikitesto]Le prime carrozze furono fornite dalla Locati di Torino (non più di 12 unità, a due assi e terrazzini); successivamente la Grondona fornì una sessantina di carrozze, sempre a due assi e terrazzini ma più comode. Le carrozze Locati furono radiate tra il 1910 e il 1920; in quegli anni le Officine Meccaniche di Pinerolo fornirono 28 carrozze a vestiboli chiusi (quattro miste di I e II classe, le altre di II classe), più lunghe delle precedenti e impiegate principalmente sulle linee Torino-Carmagnola, Torino-Saluzzo-Cuneo e Cuneo-Dronero[48], inoltre parte delle vetture Grondona furono trasformate a terrazzini chiusi[49]. Nei primi anni trenta arrivarono due carrozze a due assi e terrazzini provenienti dalla tranvia Messina-Barcellona Pozzo di Gotto, i cui soci erano gli stessi della CGTP, ma non prestarono mai servizio[50].
Nel 1930 risultavano in servizio circa 400 carri merce, di cui 60 chiusi e 45 a sponde basse[51].
Materiale motore - prospetto di sintesi
[modifica | modifica wikitesto]Unità | Anno di costruzione | Costruttore | Tipo | Note |
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1÷5 | 1879-1880 | SLM | Locotender a 2 assi | ex Berrier-Delaleu per la Cuneo-Dronero |
1÷3 | 1879-1880 | SLM | Locotender a 2 assi | ex Berrier-Delaleu per la Saluzzo-Cuneo |
4 | 1881 | Hagans | ex Berrier-Delaleu | |
5÷7 | 1881 | Krauss | A 2 assi | costruite per la Pinerolo-Cavour |
10÷17 | 1881 | Henschel | A 2 assi | |
18 | 1909 | Henschel | A 2 assi | |
19÷27 | 1882 | Henschel | A 2 assi | |
28÷35 | 1888 | Henschel | A 2 assi | |
36÷38 | 1907 | Henschel | A 2 assi | |
1÷2 | Breda | |||
1÷2 | Borsig | ex Pinerolo-Perosa Argentina | ||
51, 57 | 1925 | SNOS | Automotrici ad accumulatori a due assi | costruite per la Torino-Carmagnola |
3÷4 | 1927 | SNOS | Automotrici ad accumulatori a due assi | costruite per Saluzzo-Revello-Paesana, Revello-Barge, Costigliole-Venasca |
5÷6 | 1927 | SNOS | Automotrici ad accumulatori a due assi | costruite per Saluzzo-Revello-Paesana, Revello-Barge, Costigliole-Venasca |
101÷106 | 1929-1932 | C&T-TIBB | Automotrici ad accumulatori a carrelli | costruite per Torino-Saluzzo-Cuneo, Cuneo-Dronero, Cuneo-Boves |
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Ogliari, Sapi, op. cit., vol. 8, p. 114
- ^ Ogliari, Sapi, op. cit., vol. 8, pp. 114-115
- ^ Ogliari, Sapi, op. cit., vol. 8, p. 115
- ^ Ogliari, Sapi, op. cit., vol. 8, p. 122
- ^ Ogliari, Sapi, op. cit., vol. 8, p. 147
- ^ Deliberazioni della Deputazione Provinciale di Torino nell'adunanza di giovedì 24 febbraio 1881, in Gazzetta Piemontese, 8 marzo 1881, p. 4
- ^ Molino, op. cit., p. 121, indica come data d'apertura della Torino-Carmagnola il 14 agosto 1881, mentre per la Carignano-Moretta il 9 ottobre
- ^ Tranvia Torino-Carignano-Carmagnola-Moretta, in Gazzetta Piemontese, 26 ottobre 1881, p. 3
- ^ a b c Tranvia Torino-Carignano-Saluzzo, in Gazzetta Piemontese, 26 luglio 1882, p. 2
- ^ Molino, op. cit., p. 12
- ^ Molino, op. cit., p. 13
- ^ Brogiato, op. cit., p. 59
- ^ Molino, op. cit., p. 56
- ^ Ogliari, Sapi, op. cit., vol. 9, p. 486
- ^ Molino, op. cit., p. 58
- ^ Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n° 304 del 31 dicembre 1929 Archiviato il 31 ottobre 2016 in Internet Archive.
- ^ Ogliari, Sapi, op. cit., vol. 9, p. 489
- ^ a b Molino, op. cit., p. 59
- ^ Il primo convoglio elettrico Torino-Saluzzo, in La Stampa, 3 novembre 1930, p. 6
- ^ Molino, op. cit., p. 93
- ^ Ogliari, Sapi, op. cit., vol. 9, p. 493
- ^ Ogliari, Sapi, op. cit., vol. 9, p. 624
- ^ SATIP. Società Anonima Tranvie Interprovinciali Piemontesi, su museotorino.it, http://www.museotorino.it. URL consultato il 22 settembre 2015.
- ^ a b Molino, op. cit., p. 124
- ^ Molino, op. cit., p. 104
- ^ Molino, op. cit., pp. 106-118
- ^ Necessita d'una generale sistemazione nel servizio delle tranvie interurbane, in La Nuova Stampa, 17 gennaio 1950, p. 2
- ^ Sospesa la soppressione della Torino-Saluzzo, in La Nuova Stampa, 1º dicembre 1948, p. 2
- ^ Giuseppe Grosso, Quel trenino che a Saluzzo da trent'anni non arriva più, in La Stampa - Cuneo e Provincia, 2 agosto 1981, p. 1
- ^ Ogliari, Sapi, op. cit., vol. 9, p. 660
- ^ Orario generale Ferrovie dello Stato e secondarie - Tranvie - Servizi lacuali ed automobilistici - Navigazione marittima - Linee aeree, quadro 790, Fratelli Pozzo Editori, Torino, luglio 1939, p. 363
- ^ Ogliari, Sapi, op. cit., vol. 9, p. 766
- ^ a b c Molino, op. cit., p. 15
- ^ Leonardo Gambino, Il Lingotto una volta, Città di Torino - Circoscrizione 9, Torino, 1987, p. 26
- ^ Governato, op. cit., p. 106
- ^ Governato, op. cit., p. 107
- ^ Governato, op. cit., p. 124
- ^ Molino, op. cit., p. 123
- ^ Molino, op. cit., p. 97
- ^ Saluzzo: nuova stazione pullman in La Stampa - Cronache di Alessandria Asti e Cuneo, 16 aprile 1977, p. 11
- ^ Saluzzo, la vecchia stazione del tramway, in La Stampa - Cuneo e provincia, 29 novembre 1991, p. 38
- ^ a b Molino, op. cit., p. 28
- ^ Domenico Molino, Le prime automotrici FS, in Italmodel Ferrovie, n. 231, Modeltecnica, Verona, ottobre 1979, p. 21
- ^ Molino, op. cit., p. 56, riporta che dopo sei-sette mesi di prove insoddisfacenti fu ritirata dal servizio
- ^ Molino, op. cit., pp. 58-59
- ^ Molino, op. cit., p. 63
- ^ Molino, op. cit., p. 70
- ^ Molino, op. cit., pp. 34-35
- ^ Molino, op. cit., p. 42
- ^ Molino, op. cit., p. 43
- ^ Molino, op. cit., p. 39
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Francesco Ogliari, Franco Sapi, Scintille tra i monti. Storia dei trasporti italiani vol. 8 e 9. Piemonte-Valle d'Aosta, a cura degli autori, Milano, 1968.
- Giovanni Brogiato, Le tramvie extraurbane in Piemonte 1875-1914, in Cronache Economiche - Rivista della Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Torino, n° 1-2/1977, pp. 55–63.
- Nico Molino, Il trenino di Saluzzo. Storia della Compagnia Generale Tramways Piemontesi, Immagini e Parole, Torino, 1981.
- Mario Governato, C'era una volta il tram. Tranvie intercomunali di Torino nelle immagini d'epoca 1880-1950, Edizioni del Capricorno, Torino, 2016, ISBN 978-88-7707-274-0.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]- Linee tranviarie italiane
- Rete tranviaria di Torino
- Tranvia Saluzzo-Cuneo
- Torino
- Carignano
- Carmagnola
- Saluzzo
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su tranvia Torino-Saluzzo
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Museo Virtuale dei Tram di Torino - Torino-Carignano-Saluzzo, su museodeltram.it. URL consultato il 22 settembre 2015 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).