Videogioco indipendente
Un videogioco indipendente o videogioco indie (abbreviazione dell'inglese independent) è un videogioco spesso sviluppato da una singola persona o da piccoli gruppi di programmatori,[1] che lavorano senza l'ausilio economico di un editore.[2]
Tra la fine degli anni 2000 e la metà dei 2010, i videogiochi indie sono più conosciuti come videogiochi per PC, smartphone e console da gioco, con risoluzione in 4k ma, più generalmente, con grafica tra gli 8 e i 16-bit.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Lo sviluppo di videogiochi indie nasce su PC[2] durante l'inizio degli anni novanta del XX secolo, quando veniva utilizzato perlopiù il modello distributivo shareware; tuttavia il costante aumento delle aspettative del pubblico, specie dopo l'introduzione della accelerazione 3D, ha fatto calare la produzione di titoli di un certo spessore, spostando l'attenzione degli sviluppatori sulle modificazioni di videogiochi già esistenti.[3]
A partire dalla seconda metà del 2000, il genere ha conosciuto una nuova giovinezza grazie allo sviluppo di Internet e all'introduzione sia di nuove piattaforme per la distribuzione digitale come Xbox Live Arcade, Steam e OnLive, ma anche di strumenti di sviluppo come Adobe Flash, Microsoft XNA e Game Maker, sempre più flessibili e fruibili dal grande pubblico.
Tra il 2008 e il 2010, grazie all'evoluzione delle piattaforme per la distribuzione digitale e degli strumenti di sviluppo, alcuni videogiochi indipendenti sono diventati veri e propri successi commerciali, tra gli altri: Amnesia: The Dark Descent, Braid,[4] World of Goo[5] e Minecraft.[6]
Caratteristiche
[modifica | modifica wikitesto]Spesso i videogiochi indipendenti puntano sull'ideazione di meccaniche innovative più che sulla innovazione tecnologica, grazie anche all'assenza di una qualunque restrizione creativa da parte dell'editore[7] ma anche delle limitazioni implicite derivate dal numero limitato di persone coinvolte nella lavorazione,[8] e fanno affidamento sulla distribuzione digitale.[9] Un gioco indie è un gioco progettato con la volontà di accettare i rischi insiti nel dare la priorità alle scelte creative dell'autore.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Mike Gnade, What Exactly is an Indie Game?, su indiegamemag.com, The Indie Game Magazine, 15 luglio 2010. URL consultato il 10 agosto 2011 (archiviato dall'url originale il 22 settembre 2013).
- ^ a b Juan Gril, The State of Indie Gaming, su gamasutra.com, Gamasutra, 30 aprile 2008. URL consultato il 10 agosto 2011.
- ^ Richard Cobbett, Is indie gaming the future?, su techradar.com, TechRadar, 19 settembre 2010. URL consultato il 10 agosto 2011 (archiviato dall'url originale il 23 dicembre 2010).
- ^ Heather Chaplin, Xbox's 'Braid' A Surprise Hit, For Surprising Reasons, su npr.org, NPR, 27 agosto 2008. URL consultato il 10 agosto 2011.
- ^ Sahana Mysore, How the World of Goo became one of the indie video game hits of 2008, su venturebeat.com, Venturebeat, 2 gennaio 2009. URL consultato il 10 agosto 2011.
- ^ Luke Plunkett, Why Minecraft Is So Damn Popular, su kotaku.com, Kotaku, 4 gennaio 2011. URL consultato il 10 agosto 2011.
- ^ Kevin Kelly, SXSW 2009: Being Indie and Successful in the Video Game Industry, su joystiq.com, Joystiq, 17 marzo 2009. URL consultato il 10 agosto 2011 (archiviato dall'url originale il 21 ottobre 2012).
- ^ Mary Jane Irwin, Indie Game Developers Rise Up, su forbes.com, Forbes, 20 novembre 2008. URL consultato il 10 agosto 2011.
- ^ Nick Iuppa, Terry Borst, End-to-End Game Development: Creating Independent Serious Games and Simulations from Start to Finish, Focal Press, 2009, ISBN 978-0-240-81179-6.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
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