Villa Aldobrandini (Roma)
Villa Aldobrandini | |
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Villa Aldobrandini vista da largo Magnanapoli | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Lazio |
Località | Roma |
Indirizzo | via Mazzarino, 11 |
Coordinate | 41°53′47.86″N 12°29′16.75″E |
Informazioni generali | |
Condizioni | In uso |
Inaugurazione | 1926[1] |
Realizzazione | |
Costruttore | Stato italiano |
La Villa Aldobrandini è situata sull'estremità del colle del Quirinale detta dagli antichi romani Collis Latiaris e si trovava sul percorso della via detta Alta Semita, che dava il nome alla VI Regio augustea, vicino alle Terme di Costantino, affacciata sui Mercati traianei e la salita di Magnanapoli.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]La prima villa era stata edificata sui resti di costruzioni del II secolo, ancora visibili sull'ingresso da via Mazzarino. Appartenuta in passato alle famiglie Este e Vitelli[2], negli ultimi anni del secolo XVI vi lavorò Carlo Lambardi su commissione di Giulio Vitelli. Venne acquistata nel 1601 dal cardinale Pietro Aldobrandini (1571-1621), nipote di Clemente VIII (Aldobrandini, appunto), che ne fece ricostruire il corpo principale orientandolo su via Panisperna, e fece costruire il primo padiglione (quello a destra nella foto). Già agli inizi dell'800 apparteneva alla famiglia Borghese.
La villa era sontuosamente decorata e ospitò una preziosissima collezione di opere d'arte che nel tempo si arricchì di opere di tutti i maggiori artisti italiani, da Giovanni Bellini a Correggio a Giorgione, Leonardo da Vinci, Mantegna, Tintoretto, Tiziano, Veronese e altri ancora. Ne facevano parte anche le cosiddette Nozze Aldobrandini, affresco romano del I secolo oggi alla Biblioteca Apostolica Vaticana, e molti marmi antichi. Ancora a metà dell'Ottocento lo splendore della residenza meritava una nota nella Topografia statistica dello stato pontificio[3].
Passata durante il XVIII secolo alla famiglia Pamphili come descritta nella pianta del Nolli (al n.169), le collezioni sono andate disperse nelle vicende ereditarie della famiglia Aldobrandini[4], e l'apertura di quella che è oggi via Nazionale, tra il 1876 e il 1901, ha profondamente modificato il contesto urbanistico circostante, riducendola a grande belvedere alberato. Nel 1929 lo Stato italiano acquistò la villa, aprendone al pubblico il giardino. Il palazzo padronale fu invece concesso in uso dallo Stato all'UNIDROIT, che tuttora vi ha sede.
Nelle vicinanze
[modifica | modifica wikitesto]Dal giardino della villa, la cui facciata è orientata verso via Panisperna, si dominano le chiese di Sant'Agata dei Goti, Santa Caterina a Magnanapoli, Ss. Domenico e Sisto, la Torre delle Milizie e i Mercati di Traiano.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Villa Aldobrandini, su 060608.it. URL consultato il 25-05-2010.
- ^ Mariano Vasi, Itinerario istruttivo di Roma antica e moderna: ovvero descrizione generale..., 1807, T. 1°, pp.255-256.
- ^ Si veda in Adone Palmieri, Topografia statistica dello stato pontificio, Roma 1857, p. 188:
«Assai comodo e ricco di magnifiche pitture è il palazzo del Principe Aldobrandino in via Magnanapoli con molti bassi rilievi all'esterno, e vi è annessa una gaja Villa e giardino con cafè hause, viali, boschetti, statue, iscrizioni di molto pregio, e vi si vedono alcune vestigia dei bagni di Agrippina. Entro il palazzo ristorato con disegno del Lombardi vi si mirano superbi quadri d'Ingres, di Granet, Wenstappen, Asparisio e di vari altri illustri moderni.»
- ^ Estinto il ramo "papale" della famiglia Aldobrandini, dal 1832 l'eredità Aldobrandini passò nella famiglia Borghese (cfr. A. Majanlahti, Guida completa alle grandi famiglie di Roma, Milano 2005, p. 207).
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Villa Aldobrandini (Roma)
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Villa Aldobrandini, su Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali. URL consultato l'11 dicembre 2019.
- La Villa Aldobrandini al Colle Quirinale in Roma, su paulahowarth.com. URL consultato il 19 giugno 2010 (archiviato dall'url originale l'11 giugno 2010).
Controllo di autorità | VIAF (EN) 223334795 · GND (DE) 4735402-1 |
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