John Lyly
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John Lyly (1553 o 1554 – 1606), scrittore britannico.
- Le astuzie della volpe non entrano nella testa del leone. (da Euphues)
Campaspe
[modifica]- Con noi succede come con queste torce che mentre danno luce agli altri consumano se stesse: e noi offrendo diletto agli altri, svergogniamo noi stessi.
- O fortuna, tu finora non hai mai illuso la virtù, perché la virtù finora non ha mai avuto fiducia della fortuna.
- Ma il destino raramente è preveduto, mai prevenuto.
- La musa è amica di chi digiuna.
- La virtù deve essere cercata, non offerta.
- Cleante, che pensi, chi è più forte: la vita o la morte? | La vita, che sopporta tante pene.
- Cratete, quanto dovrebbe vivere l'uomo? | Fino a che non pensi sia meglio morire che vivere.
- È l'amore un vizio? | Non è una virtù.
- La bellezza è come la mora, che sembra rossa quando non è ancora matura.
- Come s'impara ad essere felici? | Disimparando la bramosia.
- Ho il sospetto che la natura abbia sconfitto l'arte.
- Voi amate e perciò sospettate ogni cosa.
- L'occasione non potrà mancare se non verrà meno la volontà.
- Nella bellezza perfetta v'è sempre qualcosa che supera l'arte.
- Il tempo consumerà ciò che l'amore ha acceso e la ragione spegnerà ciò che la passione ha infiammato.
- L'arte deve piegarsi alla natura, la ragione al desiderio, la saggezza alla voluttà.
- Le stelle son fatte per essere vagheggiate, non per essere raggiunte.
- L'ingegno deve operare lì dove difetta l'autorità.
- L'umile condizione è priva di affanni fino a che si mantiene priva di orgoglio.
- Cessa, Parmenio, perché nel dire ciò che non ti si addice, tu non debba provare ciò che non ti piace. La verità non è mai senza un viso sfregiato e la sua lingua, sebbene non possa essere mozzata, deve tuttavia essere legata.
- Amare non è tradimento.
- Bisogna stare lontano dall'amore dei re, e dal fulmine di Giove.
- O amore, mai prima d'ora ho conosciuto cosa tu fossi, e ora mi hai ridotto che non so cosa sono io stesso? Soltanto questo so, che devo patire intollerabili passioni per piaceri sconosciuti.
- Questo è un mondo fatto per cogliere le occasioni!
- "Valoroso", parola che genera più risse che non possa il senno generare encomi.
- Non potete capire il piacere della pace, se non disprezzate la crudeltà della guerra.
- Cosa pensi dell'amore? | Un poco peggio che dell'odio. | E perché? | Perché è meglio odiare le cose che fanno amare, che amare le cose che danno occasione di odiare. | Ma non sono le donne le migliori creature del mondo? | Dopo gli uomini e le api. | Che cosa ti dispiace di più in una donna? | Una cosa. | Che cosa? | Che è donna. | Secondo me, tu non sei nato di donna, perché stimi così poco le donne.
Galatea
[modifica]- A caro prezzo è la pace che viene comprata con sangue innocente.
- La saggezza guida le stelle.
- Il destino può essere ritardato, non evitato.
- Virtù, ho intenzione di portare alla tomba, non capelli grigi.
- La natura mi ha dato bellezza, la virtù coraggio: la natura deve darmi la morte, la virtù l'onore.
- Amore, mio buon signore? Cosa volete dire con questa parola? O, cos'è che voi chiamate così? | Un fuoco pieno di gelo, un dolce pieno di amarezza, una pena piena di allegria, che fa che i pensieri abbiano occhi, ed i cuori orecchie, nato dal desiderio, allevato dal piacere, svezzato dalla gelosia, ucciso dall'ipocrisia, seppellito dall'ingratitudine. E questo è l'amore. Bella signora, ne vuoi un po'? | Se non è nient'altro, non è che una cosa sciocca. | Provalo, e troverai che è una cosa piacevole.
- L'abitudine renderà facile la cosa; la paura deve renderla necessaria.
- Sei saggio dalla cima dei capelli in su.
- I giovani dovrebbero essere audaci.
- Oh, se egli avesse potuto vedere il mio cuore con i suoi occhi quando cercai il suo occhio con il mio cuore.
- O vano e unico puro nome di castità, che è nata eterna e che muore col tempo, santa ed è corrotta dall'immaginazione, divina ed è ridotta mortale dalla follia.
- Confesso che sono innamorata, e tuttavia giuro che non so cosa sia amore. Sento i miei pensieri sconvolti, la mia vista instabile, i miei capelli non so quanto curati o trascurati, i miei sonni interrotti e pieni di sogni, la mia veglia triste e piena di sospiri, me stessa in ogni cosa diversa da me stessa. Se questo è amore, vorrei che non fosse mai stato inventato.
- Pentirsi è una vergogna.
- O divino amore, che per questo sei chiamato divino perché inganni i più saggi, conquisti i più casti e compi tutte le cose improbabili ed impossibili, perché tu sei amore. Tu fai diventare sfacciati i timidi, pazzi i saggi, lascivi i casti, e fai cose al di fuori della nostra portata, perché tu stesso sei al di fuori di ogni ragionevolezza.
- Il destino non ammette discussioni.
- Quanto felice sarei stata se non fossi stata. Addio vita, inutile vita, disgraziata vita, i cui dolori durano a lungo, la cui fine è oscura, le cui avversità certe, le cui speranze innumerevoli, le cui paure intollerabili. Vieni morte, e sii benvenuta morte, cui la natura non può resistere perché la necessità governa, ne rinviare perché il destino incalza.
- Sono bella, sono vergine, sono pronta. Vieni, Agar, tu orribile mostro; e addio mondo, tu mostro più vile.
- Il destino non può essere impedito con gli inganni, e che la rabbia non può essere placata con la sottomissione.
- Cedete, signore, cedete all'amore, signore, all'amore che si nasconde sotto le vostre palpebre mentre dormite e gioca con le vostre corde del cuore quando siete sveglie; la sua dolcezza non dà mai appagamento, le sue pene stanchezza, ne gli affanni amarezza.
- Perché questo è sicuro che amore vince ogni cosa eccetto se stesso e le signore tutti i cuori eccetto il proprio.
Citazioni su John Lyly
[modifica]- Il Lyly segue davvicino i modelli italiani, imitandone pure l'atmosfera cortigiana: trasportando sulle scene il tipo di dialogo neoplatonico e cortese che egli aveva desunto dall'Italia, e introducendo nei drammi poesie leggere e graziose, come nel Decameron (sebbene di codeste poesie non gli si riconosca oggi la paternità), il Lyly prepara la via alle commedie di Shakespeare. (Mario Praz)
Bibliografia
[modifica]- John Lyly, Campaspe, Galatea, Metamorfosi d'amore, traduzione e cura di Lorenzo Cantini, introduzione di Viola Papetti, Edizioni di storia e letteratura, Roma, 2006. ISBN 88-8498-311-8