Foza
Foza comune | |
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Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Veneto |
Provincia | Vicenza |
Amministrazione | |
Sindaco | Bruno Oro (lista civica) dal 27-5-2019 |
Territorio | |
Coordinate | 45°54′N 11°38′E |
Altitudine | 1 083 m s.l.m. |
Superficie | 35,21 km² |
Abitanti | 664[1] (30-6-2024) |
Densità | 18,86 ab./km² |
Comuni confinanti | Asiago, Enego, Gallio, Valbrenta |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 36010 |
Prefisso | 0424 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 024041 |
Cod. catastale | D750 |
Targa | VI |
Cl. sismica | zona 2 (sismicità media)[2] |
Cl. climatica | zona F, 4 295 GG[3] |
Nome abitanti | vüutzaren - fozati - fodati |
Patrono | Maria SS. Assunta |
Giorno festivo | 15 agosto |
PIL procapite | (nominale) 16.546 |
Cartografia | |
Posizione del comune di Foza all'interno della provincia di Vicenza | |
Sito istituzionale | |
Foza (Vüüsche in cimbro[4], Vüsche in tedesco[senza fonte]) è un comune italiano di 664 abitanti[1] della provincia di Vicenza in Veneto.
Posto sull'Altopiano di Asiago, fu compreso nella storica Federazione dei Sette Comuni.
Geografia fisica
[modifica | modifica wikitesto]Territorio
[modifica | modifica wikitesto]Il paese si trova a un'altitudine di 1.083 m s.l.m., è il secondo capoluogo comunale più alto della provincia dopo il vicino paese di Gallio (1.093 m s.l.m.).
Clima
[modifica | modifica wikitesto]Storia
[modifica | modifica wikitesto]La prima notizia scritta su Foza risale al 29 aprile 1085 (è la più antica attestazione del toponimo tra i Sette Comuni), quando Fugia viene citata quale monte di proprietà degli antenati della famiglia Da Romano, infeudata dalla diocesi di Frisinga[5], che donano questo ed altri immobili, insieme a chiese ed oratori, al monastero benedettino cluniacense, da poco insediatosi, di San Pietro e Santa Eufemia di Villanova (attuale Abbazia Pisani, nel comune di Villa del Conte (PD)).
Una teoria sostiene l'origine del toponimo da fonte latina, con riferimento a fovea cioè "buca"[6], ma molto più probabile l'origine dalla lingua cimbra, nella fattispecie da fukscia cioè "faggeto" (da confrontare con il tedesco buchesche)[7], elemento che da sempre caratterizza l'area nella quale si sviluppa il paese, e che compare pure sull'antico stemma del Comune.
Anche nel secondo documento del 1202 che la cita direttamente con il medesimo nome, risulta di proprietà degli stessi da Romano. Si tratta di un atto con il quale la famiglia vende la stessa località ai monaci del monastero di Campese, i quali successivamente cederanno tale proprietà con investitura enfiteutica al Comune nel 1379.
La toponomastica fa pensare ad un passaggio dei Goti, ma non si ha attestazione che sia stato abitato in modo stabile prima, mentre lo studio della lingua parlata[8] fa ritenere che dopo il 1000 tutto l'Altopiano, e quindi anche il territorio di Foza[9], sia stato colonizzato da popolazioni di origine bavarese e tirolese, i cosiddetti Cimbri, che fondarono le singole comunità. I Cimbri mantennero per secoli una propria identità, distinguendosi dal resto della popolazione veneta per lingua e usanze. Durante il periodo scaligero si riunirono nella Spettabile Reggenza dei Sette Comuni che si mantenne anche nelle successive dominazioni viscontea (1387-1404) e veneziana (1405-1797).
Il 20 febbraio 1405 anche Foza, infatti, insieme a tutti i Sette Comuni, ma organizzati in un ordinamento autonomo quale Federazione probabilmente fin dal 1260[10], fanno atto di dedizione alla Repubblica di Venezia.
Il comune di Foza, come tutti gli altri comuni dell'Altopiano, è stato direttamente interessato dagli eventi della prima guerra mondiale per tutti i 41 mesi che durò il conflitto. È anche sulle Melette di Foza che è ambientato il romanzo Un anno sull'Altipiano di Emilio Lussu. Il paese bombardato venne completamente raso al suolo e ricostruito, al ritorno dal profugato negli anni '20, nella forma attuale con l'ampia piazza.
Simboli
[modifica | modifica wikitesto]- Stemma
Lo stemma è stato concesso con regio decreto del 31 ottobre 1941.[11]
- Gonfalone
Il gonfalone è stato concesso con D.P.R. del 12 marzo 1959.[13]
«Drappo partito di azzurro e di verde, riccamente ornato di ricami d'argento e caricato dello stemma comunale con l'iscrizione centrata in argento: Comune di Foza; le parti in metallo e i cordoni argentati, l'asta verticale ricoperta di velluto dei colori del drappo, alternato con bullette argentate poste a spirale. Nella freccia è rappresentato lo stemma del Comune e sul gambo inciso il nome. Cravatta e nastri tricolorati dai colori nazionali frangiati d'argento.[12]»
Monumenti e luoghi d'interesse
[modifica | modifica wikitesto]Tra i territori comunali di Foza e di Enego, in Valgàdena, si trova l'omonimo ponte, ed è uno dei viadotti più alti d'Italia.
Da visitare anche la Chiesetta di San Francesco posta sul punto più alto del promontorio dove si sviluppa il paese, della quale abbiamo notizia fin dal 1641: ricostruita qui nel 1926 dopo le distruzioni della Grande Guerra, la nuova chiesetta venne progettata dall'architetto ferrarese Annibale Zucchini ed inaugurata il 15 agosto 1926. L'altarino in marmo è opera della ditta Donazzan di Pove del Grappa; la campana maggiore, dedicata a san Francesco (nota 'Mi', 180 kg) è opera della fonderia Colbachini di Bassano del Grappa. In questo luogo un tempo stava un'antica Croce, mentre l'originaria posizione della chiesetta era invece più avanti, sul monte San Francesco, proprio al limitare del bosco in uno spiazzo prospiciente la Valsugana, luogo chiamato oggi Croce di San Francesco, spzaio dove fin dal 1645 si trovava anche il primo e per secoli l'unico eremo dell'Altopiano, abitato dai terziari del Terzo Ordine Francescano: da qui si gode uno dei panorami più belli di tutto l'Altopiano, con la visione della Valsugana e della pianura veneta fino alla laguna di Venezia.
Durante la Prima Guerra Mondiale questo fu il limite fino al quale arrivò l'avanzata dell'esercito austriaco: poco prima e dopo la chiesetta sono ancora ben visibili lungo la strada le antiche trincee.
Chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta
[modifica | modifica wikitesto]Antico giuspatronato del monastero di Campese, è citata per la prima volta in un testamento del 1424. Con la soppressione del cenobio nel 1796, lo giuspatronato passò direttamente al comune di Foza, che lo mantenne sino al 1948.
Nel 1488 fu visitata dal vescovo di Padova Pietro Barozzi, che nell'occasione consacrò i tre altari. Subì un ampliamento nel 1647 e una ricostruzione tra il 1863 e il 1865. Distrutta dai combattimenti della grande guerra, fu ricostruita negli anni successivi e consacrata il 12 agosto 1926, in stile neoromanico con pietra bianca di Foza scalpellata a mano. Nel 2006 ha conosciuto un significativo intervento di restauro, in particolare nella parte pittorica.
Di grande pregio è la pala dell'altare maggiore, raffigurante la Madonna in trono con il Bambino e i santi Giovanni evangelista e Benedetto. Incerta sia la datazione che la paternità: collocata tra il 1485, il 1489 e il 1519, è stata attribuita a Francesco Bassano il Vecchio e ai Nasocchi[14]. Di grande pregio pure il Cinquecentesco crocifisso ligneo di scuola feltrina che campeggia sulla navata principale.
Società
[modifica | modifica wikitesto]Evoluzione demografica
[modifica | modifica wikitesto]Abitanti censiti[15]
Amministrazione
[modifica | modifica wikitesto]Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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19 giugno 1985 | 28 maggio 1990 | Giovanni Alessio Oro | DC | Sindaco | |
25 giugno 1990 | 19 febbraio 1993 | Giovanni Alessio Oro | DC | Sindaco | |
19 febbraio 1993 | 24 aprile 1995 | Severino Lunardi | DC | Sindaco | |
24 aprile 1995 | 14 giugno 1999 | Carlo Lunardi | centro-sinistra (liste civiche) | Sindaco | |
14 giugno 1999 | 14 giugno 2004 | Carlo Lunardi | lista civica | Sindaco | |
14 giugno 2004 | 7 giugno 2009 | Giovanni Alessio Oro | lista civica Vivere Foza | Sindaco | |
7 giugno 2009 | 12 luglio 2013 | Giovanni Alessio Oro | centro-destra (liste civiche) Vivere Foza | Sindaco | [16] |
12 luglio 2013 | 26 maggio 2014 | Francesco Montemarano | - | commissario prefettizio | |
26 maggio 2014 | 27 maggio 2019 | Mario Oro | lista civica Vivere Foza | Sindaco | |
27 maggio 2019 | in carica | Bruno Oro | lista civica Vivere Foza | Sindaco |
Gemellaggi
[modifica | modifica wikitesto]Altre informazioni amministrative
[modifica | modifica wikitesto]Nel 2006 la popolazione degli otto comuni dell'Altopiano (Asiago, Conco, Enego, Foza, Gallio, Lusiana, Roana e Rotzo) votò a grande maggioranza (94%) a un referendum per il distacco del territorio dalla Regione Veneto e per la successiva aggregazione alla Regione Trentino-Alto Adige. L'anno seguente arrivò il parere negativo da parte sia della provincia di Bolzano che da quella di Trento, mentre il Parlamento, che doveva dare l'esito definitivo, non si espresse mai.
Cultura
[modifica | modifica wikitesto]- Il "museo etnografico della comunità di Foza", dal 2009 ospitato nell'ex municipio, ha una sezione dedicata alla Grande Guerra[17]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2024 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
- ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
- ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
- ^ AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani, Milano, Garzanti, 1996, p. 283.
- ^ Carlo Bertelli e Giovanni Marcadella (a cura di), Ezzelini, Signori della Marca nel cuore dell'Impero di Federico II, Skira, 2001, p. 28.
- ^ AA. VV., Nomi d'Italia. Origine e significato dei nomi geografici e di tutti i comuni, Novara, Istituto geografico De Agostini, 2006, p. 280.
- ^ Franco Signori, Foza, una comunità una storia, Cittadella, Artigrafiche Bertoncello, 1991, p. 4.
- ^ Johann Andreas Schmeller, Sui cosiddetti cimbri dei VII e XIII Comuni delle Alpi Venete e sulla loro lingua, in Francesco Valerio Rodeghiero (a cura di), Ricerche della Federazione Cimbri 7 Comuni, traduzione di Francesco Zuin, n. 1, Pergine, Publistampa Edizioni, 2020.
- ^ Zuin Francesco e Ermenegildo Bidese (a cura di), L'antico cimbro di Foza nei Sette Comuni, collana Ricerche della Federazione Cimbri 7 Comuni, a cura di F.V. Rodeghiero, vol. 2, Pergine Valsugana, Publistampa Edizioni, 2021.
- ^ Franco Signori, Foza, una comunità una storia, Cittadella, Artigrafiche Bertoncello, 1991, p. 140.
- ^ Foza, su Archivio Centrale dello Stato. URL consultato il 4 luglio 2023.
- ^ a b Statuto del Comune di Foza (PDF), Art. 5 (Stemma e Gonfalone).
- ^ Bozzetto del gonfalone del Comune di Foza, su ACS, Raccolta dei disegni degli stemmi di comuni e città. URL consultato il 21 settembre 2024.
- ^ S. Maria Assunta - Foza - Foza, su parrocchiemap.it, Diocesi di Padova - Atlante delle parrocchie. URL consultato il 22 marzo 2018.
- ^ Statistiche I.Stat ISTAT URL consultato in data 28-12-2012.
Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno. Fonte: Popolazione residente per territorio - serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it. - ^ Deceduto durante il mandato.
- ^ Musei e forti, su avgg.provincia.vicenza.it. URL consultato il 10 agosto 2023.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Foza
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Sito ufficiale, su comune.foza.vi.it.
- Fòza, su sapere.it, De Agostini.
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