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Hans Jonas

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Hans Jonas durante una conferenza all'Università di San Gallo nel 1983.

Hans Jonas (Mönchengladbach, 10 maggio 1903New York, 5 febbraio 1993) è stato un filosofo tedesco naturalizzato statunitense di origine ebraica.

Allievo di Martin Heidegger e Rudolf Bultmann e compagno di studi di Hannah Arendt nel corso degli anni venti, laureatosi a Marburgo, si dedicò allo studio dello gnosticismo.

Jonas sarà costretto, come molti altri intellettuali a lui contemporanei, a emigrare dapprima in Inghilterra dopo l'avvento del nazismo e poi a trasferirsi in Terra d'Israele. Partecipò come volontario alla seconda guerra mondiale, militando nella Brigata ebraica dell'esercito inglese. Contribuì alla liberazione dell'Italia e nell'ultima fase della guerra si spostò in Germania.

Tornato in Palestina, partecipò alla guerra arabo-israeliana del 1948, quindi iniziò la sua carriera di docente alla "Hebrew University" di Gerusalemme, prima di trasferirsi a New York dove visse tutto il resto della sua vita.

Continuò negli Stati Uniti la professione di insegnante, in varie università.

«Concedendo all'uomo la libertà, Dio ha rinunziato alla sua potenza»

Il percorso teoretico di Hans Jonas si divide in tre tappe: la prima è caratterizzata dallo studio del passato in una prospettiva di storia dello spirito che individua il rilievo filosofico delle religioni gnostiche nell'essere la forma originaria del nichilismo contemporaneo (Germania, 1920-33); la seconda segna un passaggio verso lo studio del presente, come filosofia della natura elaborata in un serrato confronto con il metodo e i risultati delle scienze naturali (Canada, 1949-55); la terza tappa è marcata da un sentimento di preoccupazione per il futuro che porta Jonas a varcare la soglia della filosofia teoretica per l'elaborazione di una filosofia pratica volta alla ricerca di un'etica e di una politica adeguate alla civiltà tecnologica (Stati Uniti, 1955-93).

L'eterogeneità solo apparente di temi come la religione, la natura e l'etica si rivela nella sostanziale continuità di intenti di tutta l'opera, una riflessione ininterrotta sugli atteggiamenti fondamentali dell'uomo occidentale verso il “mondo” che ha come tema centrale la crisi del rapporto tra l'uomo e la natura, l'incapacità culturale di cogliere la trama delle loro relazioni.

Questo orientamento radicale verso il mondo provocherà Jonas, attraverso la sua partecipazione diretta ai catastrofici eventi del secolo breve, ad includere il presente nella propria filosofia. L'impatto con la storia, scritta "a tratti di sangue e di fuoco", porta nell'opera filosofica le questioni "perenni e fondamentali della filosofia", l'essere della natura, l'essere dell'uomo, la storia; in breve il nostro posto nel mondo. Dunque si può dire che in tutte le tappe del suo percorso teoretico Jonas assume i motivi di crisi del presente come sfida filosofica per ripensare la filosofia stessa.

Filosofia della natura

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Nella raccolta di saggi dal titolo Organismo e libertà: verso una biologia filosofica (1964) Jonas ci offre la propria

«interpretazione 'ontologica' di fenomeni biologici [...] ridando così all'unità psicofisica della vita il posto nel tutto teoretico che ha perso a partire da Cartesio a causa della divisione del mentale dal materiale.[2]»

Attraverso questa "revisione dell'idea della natura" l'etica viene ad essere una parte della filosofia della natura, come già in Schelling che parla dell'organismo come schema della libertà, ed entrambe vengono sorrette da una ontologia fondamentale, ossia "da una interpretazione della realtà [o almeno della vita] come un tutto". Nell'Epilogo del libro, Natura ed etica, Jonas dichiara necessario il "riaprire la questione ontologica dell'essere umano nell'essere complessivo del mondo [...]"[3].

Filosofia della tecnica

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«Nessuna scienza ha bisogno di dirci che procedere in ceppi è impossibile. Il solo pensiero di ciò che questo vaso di Pandora [l'idea di guidare l'evoluzione] potrebbe liberare fa inorridire. Per quanto mi riguarda, io non temo gli abusi dovuti a malvagi interessi di potere: temo invece coloro che amano l'umanità, e che sognano un grandioso miglioramento della specie.»

Nella raccolta di saggi dal titolo Dalla fede antica all'uomo tecnologico (1972) Jonas riserva ampio spazio alla questione della scienza e della tecnica moderna, sia dal lato dei presupposti epistemologici che dal lato delle applicazioni pratiche, che oggi minacciano sotto più di un riguardo sia il genere umano che la biosfera. In questa raccolta di saggi sono presenti importanti temi di etica medica, nello specifico alcune importanti riflessioni sui trapianti di organo e sulla sperimentazione sui soggetti umani. Jonas, infatti, partecipò al convegno Aspetti etici della sperimentazione sui soggetti umani del 1968, occasionato da due eventi di capitale importanza per la medicina: il 3 dicembre 1967 il chirurgo sudafricano Christiaan Barnard effettuò il primo trapianto di cuore e il 5 agosto 1968 una commissione della Harvard Medical School nominata a tal scopo pubblicò un importante articolo che proponeva una ridefinizione della morte[4].

Etica per la civiltà tecnologica

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La paura e la responsabilità di fronte alla realtà come un "tutto" sono al centro della sua opera più conosciuta, Il principio responsabilità (1979). Quest'opera è dedicata ai delicati problemi etici e sociali sollevati dall'applicazione incessante della tecnologia in tutti gli aspetti della vita. In questo testo, che porta all'ordine del giorno della riflessione filosofica europea l'emergenza ecologica, confluiscono tutte le ricerche precedenti dell'autore: religione, natura, tecnica.

Il punto di partenza dell'autore è che "il fare dell'uomo è oggi in grado di distruggere l'essere del mondo".

«Si prenda ad esempio, quale prima e maggiore trasformazione del quadro tradizionale, la vulnerabilità critica della natura davanti all'intervento tecnico dell'uomo - una vulnerabilità insospettata prima che cominciasse a manifestarsi in danni irrevocabili. Tale scoperta, il cui brivido portò all'idea e alla nascita dell'ecologia, modifica per intero la concezione che abbiamo di noi stessi in quanto fattore causale nel più vasto sistema delle cose [...]. Un oggetto di ordine completamente nuovo, nientemeno che l'intera biosfera del pianeta, è stato aggiunto al novero delle cose per cui dobbiamo essere responsabili, in quanto su di esso abbiamo potere e che oggetto di sconvolgente grandezza, davanti al quale tutti gli oggetti dell'agire umano appaiono irrilevanti! La natura come responsabilità umana è certamente una novità sulla quale la teoria etica deve riflettere[5]

Dal Principio responsabilità:

«non si deve mai fare dell'esistenza o dell'essenza dell'uomo globalmente inteso una posta in gioco nelle scommesse dell'agire[6]

Jonas formula un nuovo imperativo categorico per il nostro presente:

«Agisci in modo che le conseguenze della tua azione siano compatibili con la sopravvivenza della vita umana sulla terra[7]

Etica applicata o bioetica

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Hans Jonas riguardo a questioni etiche di particolare rilevanza bioetica come l'eugenetica, la clonazione, il prolungamento della vita, la limitazione delle nascite, le nuove tecniche di procreazione assistita e la libertà di ricerca scientifica, assume una posizione definita e chiara. Al riguardo però bisogna fare una premessa: quando si scende nel terreno particolare delle scelte (rapporto valori-fatti) non è possibile senza entrare nel fanatismo, mantenere la propria idea fissa su un principio, o meglio: un principio diventa pura forma se non tiene conto dell'articolazione e della multiformità del reale. Le risposte quindi non potranno mai essere univoche e definitive perché è l'argomento stesso che richiede di essere compreso nella sua peculiarità e nella sua imponderabilità. In generale Jonas basa le sue risposte su un unico filo conduttore, vale a dire il fatto che l'uomo non è in grado di conoscere tutto di sé stesso: l'ignoranza riguardo alle cose ultime è positiva, e non va intesa come una carenza dell'intelligenza umana. In poche parole noi non dobbiamo né possiamo intrometterci in quel profondo segreto che è l'uomo: la vita racchiude in sé una propria sacralità, questa richiede il massimo rispetto in quanto "noi non siamo i soggetti che possono creare l'uomo, noi siamo già stati creati". Prendiamo in esame alcuni casi di bioetica.

L'eugenetica: la disciplina che si propone come scopo il miglioramento delle specie umana. Jonas distingue tra eugenetica preventiva o negativa ed eugenetica migliorativa o positiva. La prima ha come compito quello di impedire la trasmissione di geni patogeni, come ad esempio nel caso di un diabetico congenito. In questa situazione si fa affidamento sul suo senso di responsabilità, affinché il soggetto non metta al mondo dei figli. Questa è secondo Jonas, una richiesta lecita perché si può dire al diabetico che la scienza gli ha salvato la vita (attraverso l'insulina che gli viene somministrata), permettendogli così di raggiungere l'età della riproduzione; come quid pro quo gli si potrebbe domandare di sacrificare questo diritto. Caso diverso invece è quello dell'eugenetica positiva che rappresenta una vera e propria manipolazione biologica, che mira non al controllo dei portatori di un gene, ma al controllo di quelli recessivi, sostituendosi così all'autoregolazione naturale. Questo tipo di eugenetica porta alla scelta degli esemplari più idonei all'accoppiamento. Questo non vuol dire avere un'idea fissista della natura umana, ma significa stabilire una differenza tra i processi regolativi interni alla natura, e le modifiche fatte dall'uomo alla sua stessa costituzione biologica. I primi sono contraddistinti da apertura e da indeterminatezza che rende ricco l'organismo, ovvero capace di un adattamento futuro a nuove condizioni di vita; le seconde invece restringono e impoveriscono la specie, inoltre la selezione deliberata dovrà avvenire in base a criteri e preferenze il cui valore non potrà mai venir condiviso da tutti, ma sarà imposto da chi avrà maggior ricchezza economica, prestigio e potere. Chi può affermare che queste modifiche avverranno per il "bene comune" e non per uno scopo utilitaristico in base al quale, si potrebbe arrivare anche a sbarazzarsi degli individui creati con tali tecniche? Un esempio eloquente è la clonazione: da un soggetto clonato ci si attende che esso sia così come lo conosciamo, sarebbe "atteso al varco" e l'azzardo della vita, la sua imprevedibilità che consiste nel cadere e nel rialzarsi, gli verrebbero sottratti. Analogamente il corpo individuale è indisponibile per esperimenti scientifici, anche per quelli mirati ad ottenere miglioramenti nelle cure di alcune gravi malattie. La scienza non ha alcun diritto sul corpo dei cittadini, ma in alcuni casi pretende di compiere esperimenti umani: in quella situazione se proprio lo ritengono necessario, gli scienziati possono usare loro stessi come cavie. La vita, non può essere frutto di scommesse, neanche se queste ultime sono votate al miglioramento, poiché il miglioramento non può andare a scapito della vita stessa, ossia della sopravvivenza dell‘integrità morale e biologica della specie umana, che costituiscono il punto cardine nella filosofia di Jonas.

L'eutanasia e il differimento della morte. Per Jonas il diritto di vivere comprende in sé anche il diritto a morire. Bisogna precisare che deve trattarsi di un'eutanasia passiva, dove viene assolutamente evitato l'accanimento terapeutico, e non di quella attiva in cui il medico somministra al soggetto un'iniezione letale. La missione del medico non è uccidere, stroncare una vita non è tra i suoi compiti, se così fosse in ogni paziente nascerebbe il dubbio che da curante, il dottore potrebbe trasformarsi in boia. Ma tutto questo riguarda il medico nella sua professione. Questione diversa è se altri possano o meno dare la morte in casi disperati, nei quali sia presente la lucida richiesta del malato. Per quanto sia difficile stabilire se un paziente sia nel pieno delle sue facoltà mentali, esistono casi in cui questa evidenza non si può di certo mettere in dubbio. D'altro canto, la nozione di "coscienza piena e consapevole" si basa su criteri che noi stessi determiniamo, e se cerchiamo una dimostrazione assoluta di questa coscienza, si arriverà alla conclusione che essa è praticamente irraggiungibile anche in molti casi che riguardano il cosiddetto "uomo sano". Qui l'etica della responsabilità deve conciliarsi con l'etica della compassione, come nel caso in cui un congiunto, per amore, desidera porre fine alle sofferenze del proprio caro. Si entra in un campo non semplice, che non può nemmeno essere sottoposto a norme giuridiche; questo gesto è infatti "una possibilità riservata alla vita in quanto fonte d'amore".

Ricerca scientifica

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Riguardo a questo tema Jonas non assume una posizione netta pro o contro, ma nelle ultime fasi della sua vita dimostra una maggiore apertura nei confronti della libertà di ricerca, in quanto "il sapere non può mai rinunciare alla sua chance. In mezzo ad ogni incertezza, esso deve sempre e comunque compiere il suo dovere". Questo pensiero esprime una grande fiducia nelle capacità conoscitive e autoregolative della ragione umana.

Limitazione delle nascite

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Su questo argomento Jonas prende invece una posizione netta e precisa a favore del controllo delle nascite, venendosi così a trovare in polemica con tutte le politiche demografiche che lui definisce irresponsabili, tanto quanto le posizioni etiche della chiesa cattolica. Jonas se ne dice dispiaciuto, ma ritiene che, riguardo alle questioni relative alla natalità, il magistero del Papa vada rifiutato.

Opere in ordine cronologico

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  • Augustin und das paulinische Freiheitsproblem. Ein philosophischer Beitrag zur Genesis der christlich-abendländischen Freiheitsidee, Vandenhoeck & Ruprecht, Göttingen, 1ª ed. 1930, 2ª ed. 1965 [trad. it. Agostino e il problema paolino della libertà, a cura di C. Bonaldi, Moricelliana, Brescia, 2007].
  • Der Begriff der Gnosis. Inaugural-Dissertation zur Erlangung der Doktorwürde der Hohen Philosophischen Fakultät der Philipps-Universität zu Marburg, Hubert & Co, Göttingen, 1930.
  • Gnosis und spätantiker Geist: Teil I: Die Mythologische Gnosis, Vandenhoeck & Ruprecht, Göttingen, 1934 [trad. it. Gnosi e spirito tardo-antico, Bompiani, Milano, 2010].
  • Gnosis und spätantiker Geist: Teil II: Von der Mythologie zur mystischen Philosophie, Vandenhoeck & Ruprecht, Göttingen, 1954 [trad. it. vedi sopra].
  • The Gnostic Religion. The Message of the Alien God and the Beginnings of Christianity, Beacon Press, Boston, 1ª ediz. 1958, [trad. it Lo gnosticismo, SEI, Torino, 1973. Questo è stato il primo libro di Hans Jonas a essere pubblicato in Italia].
  • Zwischen Nichts und Ewigkeit. Zur Lehre vom Menschen. Göttingen, Vandenhoeck & Ruprecht, 1963 [trad. it. Tra il nulla e l'eternità, a cura di G. R. Rilke, Gallio Editore, Ferrara, 1992].
  • The Phenomenon of Life: Towards a Philosophical Biology, Harper and Row, 1966 [trad. ted.Organismus und Freiheit: Ansätze zu einer philosophischen Biologie, Göttingen, 1973; it. Organismo e libertà. Verso una biologia filosofica, a cura di Paolo Becchi, Einaudi, Torino, 1999].
  • Philosophical Essays: From the Ancient Creed to Technological Man, Chicago, 1974 [trad. it. Dalla fede antica all'uomo tecnologico, a cura di Alessandro Dal Lago, Il Mulino, Bologna, 2001].
  • On Faith, Reason and Responsibility: Six Essays, San Francisco, Harper and Row, 1978.
  • Das Prinzip Verantwortung. Versuch einer Ethik für die technologische Zivilisation, Suhrkamp, Frankfurt/M, 1979 (trad. it. Il principio responsabilità. Un'etica per la civiltà tecnologica, a cura di P.P. Portinaro, Einaudi, Torino, 1990).
  • On the Power or Impotence of Subjectivity, in “Philosophical Dimensions of the Neuro-Medical Sciences”, Dordrecht-Boston, D. Reidel Publishing Co., 1976 [ed. ted. Macht oder Ohnmacht der Subjektivität? Das Leib-Seele-Problem im Vorfeld des Prinzips Verantwortung, Frankfurt/M, Insel, 1981; trad it. Potere o impotenza della soggettività?, Brossura, Medusa Edizioni, 2006].
  • Was für Morgen Lebenswichtig ist. Unentdeckte Zukunftswerte, Basel-Wien, 1983.
  • Der Gottesbegriff nach Auschwitz. Eine jüdische Stimme, in Reflexionen finsterer Zeit. Zwei Vorträge von Fritz Stern und Hans Jonas, Tübingen, 1984 [trad. it. Il concetto di Dio dopo Auschwitz. Una voce ebraica, a cura di G. Angelino, Il Nuovo Melangolo, 1993].
  • Technik, Medizin und Ethik. Zur Praxis des Prinzips Verantwortung. Frankfurt/M., Insel, 1985 [trad. it. Tecnica, medicina ed etica. Prassi del principio responsabilità, a cura di P. Becchi, Einaudi, Torino, 1997].
  • Wissenschaft als persönliches Erlebnis, Göttingen, Vandenhoeck & Ruprecht, 1987 [trad. it. Scienza come esperienza personale. Autobiografia intellettuale, Morcelliana, Brescia, 1992].
  • Materie, Geist und Schöpfung. Kosmologischer Befund und kosmogonische Vermutung. Frankfurt/M., Suhrkamp, 1988 [trad. it. Materia, spirito e creazione, Morcelliana, Brescia, 2012].
  • Erkenntnis und Verantwortung, Gespräch mit Ingo Hermann in der Reihe “Zeugen des Jahrhunderts”, Göttingen, Lamuv, 1991.
  • Philosophische Untersuchungen und metaphysische Vermutungen, Frankfurt/M., Insel, 1992. ISBN 3-518-38779-0
  • Dem bösen Ende näher, Gespräche über das Verhältnis des Menschen zur Natur. Hrsg. Wolfgang Schneider. Frankfurt/M., Suhrkamp, 1993 [trad it. Sull'orlo dell'abisso. Conversazioni sul rapporto tra uomo e natura, Einaudi, Torino, 2000].
  • Philosophie: Rückschau und Vorschau am Ende des Jahrhunderts, Frankfurt/M., Suhrkamp, 1993 [trad. it. La filosofia alle soglie del Duemila. Una diagnosi e una prognosi, a cura di Carlo Angelino, Il Nuovo Melangolo, 1994].
  • Due lettere, in «Ragion Pratica», 15, 2000, pp. 17–32.
  • Sulla sofferenza, in «Ragion Pratica», 15, 2000, pp. 33–52.
  • Anima e corpo, conversazione di Vittorio Hösle con Hans Jonas, in «Ragion Pratica», n. 15, vol. VIII, 2000, pp. 53–65. Trad. it. di F. Li Vigni di un'intervista risalente al 1990 nell'ambito del programma televisivo Enciclopedia Multimediale delle Scienze Filosofiche
  • Dio è un matematico? Sul senso del metabolismo, titolo originale : Ist Gott en Mathematiker ? Vom Sinn des Stoffwechsels, tr. Anna Patrucco Becchi, Il Melangolo, Genova 1995 ISBN 88-7018-262-2
  • Erinnerungen, a cura di Christian Wiese e Rachel Salamander, con una prefazione di Lore Jonas, Insel Verlag, Frankfurt/M., 2003. [trad. fr. Souvenirs. D'après des entretiens avec Rachel Salamander, Payot & Rivages, Paris, 2005; trar it. Memorie, Il nuovo Melangolo, 2008].
  • Heidegger e la teologia, titolo originale: Heidegger und die Theologie (1964), trad. it. Medusa, Milano, 2004.
  • Il principio gnostico, Morcelliana, Brescia, 2011.
  1. ^ Hans Jonas, Il concetto di Dio dopo Auschwitz, Il Melangolo, Genova 1990, p.36
  2. ^ p. 3
  3. ^ p. 305-6
  4. ^ A Definition of Irreversible Coma: Report of the Ad Hoc Committee at Harvard Medical School to Examine the Definition of Brain Death, in Journal of American Medical Association, vol. 205, 5 agosto 1968, n. 6 pp. 337-340
  5. ^ PR, p. 10
  6. ^ PR, p. 47
  7. ^ PR, p. 15
  • Luigi Alici, Hans Jonas: Il male come irresponsabilità del potere, in Il male politico, a cura di Roberto Gatti, Città Nuova, Roma, 2000.
  • Ioan Petru Culianu, Gnosticismo e pensiero moderno: Hans Jonas, Roma, L'Erma di Bretschneider, 1985
  • Tiziano Bagarolo, Responsabilità per il futuro ed utopia, in Giano. Pace ambiente problemi globali, n. 8, maggio-agosto 1991, Idis, pp. 161–178.
  • Claudio Bonaldi (a cura di), Hans Jonas. Il filosofo e la responsabilità, AlboVersorio, Milano, 2004.
  • Claudio Bonaldi, Bibliografia su Hans Jonas. Integrazione fino al 1993 e aggiornamento (1994-2002), in Magazzino di Filosofia, III, n. 9, 2002, pp. 161–90.
  • Francesco Borgia, L'uomo senza immagine. La filosofia della natura di Hans Jonas, Mimesis, Milano, 2006.
  • Luigi Cortesi, Hans Jonas e il “principio responsabilità”, in Giano. Pace ambiente problemi globali, n. 5, maggio-agosto 1990, Idis, pp. 155–158.
  • (DE) Harms, Klaus: Hannah Arendt und Hans Jonas. Grundlagen einer philosophischen Theologie der Weltverantwortung. Berlino: WiKu-Verlag (2003). ISBN 3-936749-84-1.
  • G. Fornero, Hans Jonas, in Id., Protagonisti e testi di filosofia, vol. IV, tomo II, cap. 41, Torino, 2000.
  • Roberto Franzini Tibaldeo, La rivoluzione ontologica di Hans Jonas. Uno studio sulla genesi e il significato di "Organismo e libertà", Mimesis, Milano-Udine, 2009.
  • Maria Loredana Furiosi, Uomo e Natura nel pensiero di Hans Jonas, Vita e Pensiero, 2003.
  • Maria Loredana Furiosi, Recensione a H. Jonas, Organismo e libertà, in Medicina e Morale, LXI, n. 4, 2000, pp. 811–14.
  • Antonio Gargano (intervista a cura di) Hans Jonas. Uomo, natura, futuro, in Giano. Pace ambiente problemi globali, n. 6, settembre-ottobre 1990, Idis, pp. 141–147.
  • Vittorio Hösle, Filosofia della crisi ecologica, Einaudi, Torino, 1993.
  • G. Hottois, M. G. Pinsart (a cura di), Hans Jonas. Natura e responsabilità, trad. it. a cura di P. Pellegrino, Lecce, 1995, pp 5–63.
  • Angela Michelis, Libertà e Responsabilità, la filosofia di Hans Jonas, Città Nuova, Roma, 2007.
  • Marcello Monaldi, Tecnica, vita, responsabilità. Qualche riflessione su Hans Jonas, Guida, Napoli, 2000.
  • Paolo Piccolella, Il Limite di Prometeo. Pensare Uomo, Natura e Dio con Hans Jonas, Roma, Lithos, 2006.
  • (FR) Marie-Geneviève Pinsart, Jonas et la libertè. Dimensions Theologiques, ontologiques, etiques et politiques, Vrin, Paris, 2002.
  • Nicola Russo, La biologia filosofia di Hans Jonas, Guida, Napoli, 2004.
  • AA.VV., Paradigmi, numero monografico su Hans Jonas, n. 66, Anno XXII, settembre-dicembre 2004.
  • AA.VV., Ragion Pratica, numero monografico su Hans Jonas, n. 15, 2000.
  • Emidio Spinelli (a cura di), Hans Jonas. Problemi di libertà, traduzione di Angela Michelis, Aragno, Torino, 2009.
  • Paolo Nepi, La responsabilità ontologica. L'uomo e il mondo nell'etica di Hans Jonas, Aracne, Roma, 2008.
  • Fabio Fossa, Il Concetto di Dio dopo Auschwitz. Hans Jonas e la gnosi, ETS, Pisa, 2014.

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