Utente:Lupo rosso/Sandbox/antefatti delle foibe

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cartina illustrante occupazione balcani

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La cartina illustra come fu suddivisa la ex Jugoslvia in zone dagli invasori tedeschi , italiani, bulgari, ungheresi.

http://www.criminidiguerra.it/DocumRob.shtml Disposizioni del gen. Robotti Allegato n. 10

al diario storico militare del giorno 4 luglio 1942-XX

COMANDO XI° CORPO D'ARMATA Uff. Operazioni

- - - - - - - - - - - - - - - - -

N.02/6246/Op.

P.M. 46, 4 luglio 1942-XX

OGGETTO: Proclama.

 ALL'ECCELLENZA  EMILIO  GRAZIOLI
 Alto  Commissario  per  la  Provincia  di           L u b i a n a
 E' intendimento dell'Ecc. Generale Roatta che all'inizio del prossimo ciclo di operazioni di grande rastrellamento, venga emanato il proclama annesso.
 Esso è ispirato ai seguenti criteri:

- riassumere brevissimamente i precedenti e le ragioni per cui - per colpa unicamente dei ribelli e dei loro favoreggiatori - si sia passati e si passi da una prassi clemente, e poi più dura, ad una prassi decisamente più drastica; - elencare tutte insieme le principali limitazioni che verranno applicate, ivi comprese alcune già in atto; - lasciare una possibilità di ravvedimento per coloro che si arrendano, consegnando le armi, fuori dall'ambito del combattimento vero e proprio.

 Il proclama verrà pubblicato nel momento stesso in cui inizieranno le operazioni.
 Pubblicarlo prima equivarrebbe a dare l'allarmi e l'effetto sarebbe - d'altra parte - minore.
 La pubblicazione sarà fatta contemporaneamente, con affissione in tutti i presidi e con lancio da aeroplani nelle zone interposte fra i presidi, a cominciare da quelle in cui sono annidate le formazioni ribelli.
 In aderenza a quanto è stato fatto finora, sarebbe opportuno che il proclama portasse le firme di V.E. e mia.
 Allego pertanto copia del testo del proclama e prego V.E. di voler compiacersi di farmi conoscere la sua decisione.
 Alla stampa dei proclami provvederà il Comando Superiore FF.AA. Slovenia - Dalmazia.
 Interesserò poi V.E. per il concorso dei comuni per l'affissione del manifesto che verrà diffuso anche a cura dei comandi operanti ed a mezzo aerei.

IL GENERALE DI CORPO D'ARMATA COMANDANTE F/to Mario Robotti

p. c. c. IL COMANDANTE CAPO DI S.M.

           F.to Annibale Gallo





S L O V E N I  !

- Al momento dell'annessione, l'Italia vittoriosa vi ha dato condizioni estremamente umane e favorevoli. Dipendeva da voi, ed unicamente da voi, di vivere in un'oasi di pace.

 -    Invece molti di voi hanno impugnato le armi contro le autorità e le truppe italiane.

- Queste, per un alto senso di civiltà ed umanità, si sono limitate all'azione militare, evitando misure che gravassero sul'insieme della popolazione ed ostacolassero la normale vita economica del paese. E' solo quando i rivoltosi sono trascesi ad orrendi delitti contro italiani isolati, contro vostri pacifici concittadini e persino contro donne e bambini, che le autorità italiane sono ricorse a misure di rappresaglia ed a qualche provvedimento restrittivo, di cui soffrite per causa dei rivoltosi

- Ora, poichè i rivoltosi continuano la serie di delitti, e poichè una parte della popolazione persiste nel favorire la ribellione, disponiano quanto segue:

1°) - A partire da oggi nell'intera Provincia di Lubiana: - sono soppressi tutti i treni viaggiatori locali; - è vietato a chiunque viaggiare sui treni in transito, tranne a chi è in possesso di passaporto per le altre provincie del regno e per l'estero; - sono soppresse tutte le autocorriere; - è vietato il movimento con qualsiasi mezzo di locomozione, fra centro abitato e centro abitato; - è vietata la sosta ed il movimento, tranne che nei centri abitati, nello spazio di un chilometro dai due lati delle linee ferroviarie. (Sarà aperto senz'altro il fuoco sui contravventori); - sono soppresse tutte le comunicazioni telefoniche e postali, urbane ed interurbane.

2°) - A partire da oggi nell'intera Provincia di Lubiana, saranno immediatamente passati per le armi: - coloro che faranno comunque atti di ostilità alle autorità e truppe italiane; - coloro che verranno trovati in possesso di armi, munizioni ed esplosivi; - coloro che favoriranno comunque i rivoltosi; - coloro che verranno trovati in possesso di passaporti, carte di identità e lasciapassare falsificati; - i maschi validi che si troveranno in qualsiasi atteggiamento - senza giustificato motivo - nelle zone di combattimento.

3°) - A partire da oggi nell'intera Provincia di Lubiana, saranno rasi al suolo: - gli edifizii da cui partiranno offese alle autorità e truppe italiane; - gli edifizii in cui verranno trovate armi, munizioni, esplosivi e materiali bellici; - le abitazioni in cui i proprietari abbiano dato volontariamente ospitalità ai rivoltosi.

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- Sapendo che fra i rivoltosi si trovano individui che sono stati costretti a seguirli nei boschi, ed altri che si pentono di aver abbandonato le loro case e le loro famiglie, garantiamo salva la vita a coloro che, prima del combattimento, si presentino alle truppe italiane e consegnino loro le armi.

- Le popolazioni che si manterranno tranquille, e che avranno contegno corretto rispetto alle autorità e alle truppe italiane, non avranno nulla a temere, nè per le persone, nè per i loro beni.



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 Lubiana -- luglio 1942 - XX



Fonte: Fondo Gasparotto b. ff. 8578-8581, presso archivio Fondazione ISEC (Istituto di Storia dell'Età Contemporanea), Sesto S.Giovanni (Mi).



C O M A N D O X I° C O R P O D' A R M A T A

P.M. 46, 17 luglio 1942-XX

Ufficio Operazioni n. 02/7014 di prot. op.

Oggetto: modalità d'azione contro i ribelli.

Al COMANDANTE DELLA DIVISIONE FANTERIA "GRANATIERI DI SARDEGNA" Al COMANDANTE DELLA DIVISIONE FANTERIA "ISONZO" Al COMANDANTE DELLA DIVISIONE FANTERIA "MACERATA" Al COMANDANTE DELLA DIVISIONE FANTERIA "CACCIATORI DELLE ALPI" Al COMANDANTE DEL RAGGRUPPAMENTO CC.NN. "MONTAGNA" Al COMANDANTE DELL'XI RAGGRUPPAMENTO G.a.F. Al GENERALE DE RIENZI COMANDANTE RAGGRUPPAMENTO MANOVRA

 e, per conoscenza:

Al COMANDO SUPERIORE FF.AA. "SLOVENIA-DALMAZIA" (2^ Armata)

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 Porto a conoscenza di tutti la giusta sensazione che ha avuto il comando della Divisione Granatieri e cioè che il nemico stia lasciando dei piccoli nuclei di briganti indietro col compito di lasciarsi sorpassare dalle nostre truppe marcianti attraverso i varchi non potuti rastrellare, e colpirli alla schiena.
 Questo fatto trova conferma nell'episodio delle cc.nn. della 105^ legione che a Krka Vas, dopo la partenza ed avanzata verso ovest della divisione Cacciatori, hanno subito 20 perdite, tra cui un ufficiale, inflitte da elementi ribelli ripullulanti a tergo delle colonne operanti.
 Occorre quindi:

1°)- che il rastrellamento sia metodico e completo al massimo, per evitare che attraverso le maglie del dispositivo sfuggano elementi ribelli;

2°)- fucilare senza pietà gli uomini validi che nelle retrovie fossero sorpresi in atteggiamento sospetto lungo le strade ed a tergo delle nostre colonne.

IL GENERALE DI C.d'A. COMANDANTE F/to Mario Robotti



Allegato n. 76

al diario storico militare del giorno 18 luglio 1942-XX

COMANDO XI CORPO D' ARMATA Ufficio Operazioni

P.M. 46, 18 luglio 1942-XX

n. 02/7037 di prot. op.

Oggetto: Applicazione dell'ordinanza del 15 luglio 1942-XX

Al COMANDANTE DIVISIONE FANTERIA "GRANATIERI DI SARDEGNA" Al COMANDANTE DIVISIONE FANTERIA "ISONZO" Al COMANDANTE DIVISIONE FANTERIA "MACERATA" Al COMANDANTE DIVISIONE FANTERIA "CACCIATORI DELLE ALPI" Al COMANDANTE XI RAGGRUPPAMENTO GAF Al COMANDANTE RAGGRUPPAMENTO CC.NN. "MONTAGNA" ^^^^^^^^^^^^

 Mi riferisco alle disposizioni emanate ieri con foglio 02/6953 circa le misure da prendere affinchè i temperamenti applicati in vista dei lavori agricoli e della circolazione da centro abitato a centro abitato, non rendano inoperanti i provvedimenti restrittivi contenuti in proposito nell'ordinanza.
 Intendo che dette misure siano immediatamente e molto energicamente applicate.
 Se i comandi in indirizzo constateranno che esse non siano sufficienti ad assicurare che i provvedimenti dell'ordinanza raggiungano lo scopo proposto, provvedano immediatamente a darmene avviso senza attendere che ciò mi risulti direttamente nei controlli che io effettuerò e che ho preannunziato nel foglio a riferimento.

Circa l'esecuzione dei rimanenti provvedimenti sanciti dall'ordinanza preciso:

a)- Le misure di cui al numero II e III dell'ordinanza debbono essere applicate con la massima energia e senza falsa pietà.

b)- Chi compie comunque atti di ostilità alle autorità o truppe italiane - chi venga trovato in possesso di armi, munizioni ed esplosivi - chi favorisca comunque i rivoltosi - chi venga trovato in possesso di passaporti, carte di identità e lasciapassare falsificati. deve essere passato per le armi. Non ammetto che gente colpevole di quanto sopra venga deferita ai tribunali od internata; dev'essere soppressa.

c)- Gli edifici da cui partono offese alle autorità e truppe italiane - gli edifici in cui vengano trovate armi, munizioni ed esplosivi o materiali bellici - le abitazioni i cui proprietari abbiano volontariamente dato ospitalità ai rivoltosi (e - per logica conseguenza - ancora di più le abitazioni appartenenti ai ribelli) devono essere inesorabilmente distrutti.

d)- Le misure di cui sopra non si applicano solo nella zona in cui operano le truppe mobili, ma nella intera provincia di Lubiana.

e)- La misura ultima del n.II dell'ordinanza (""... saranno passati per le armi...i maschi validi che si troveranno in qualsiasi atteggiamento - senza giustificato motivo - nella zona di combattimento"") deve essere intesa ed applicata nel modo seguente: 1°) I maschi validi trovati, in qualsiasi atteggiamento, in zona di combattimento, in aperta campagna dall'avanti sino alla linea di schieramento delle artiglierie, non possono essere considerati (per ovvi motivi) che come ribelli o favoreggiatori dei ribelli. E pertanto passati per le armi. 2°) I maschi validi trovati in abitazioni isolate, gruppi di case e centri abitati, sempre quando non siano rei degli atti contemplati nei precedenti articoli del n.II dell'ordinanza, saranno tutti arrestati. Quelli che fra essi non siano del luogo saranno passati per le armi come quelli incontrati in aperta campagna. 3°) Saranno pure arrestati i maschi validi che affluiscono in abitazioni isolate, gruppi di case e centri abitati, dopo la nostra occupazione. Quelli che fra essi non risulteranno del posto, o che non rientrino colle proprie famiglie (circostanza questa che giustificherebbe la loro assenza al momento della nostra occupazione) saranno passati per le armi. 4°) La procedura di cui al n.1°, 2° e 3° sarà seguita anche nel caso che gli abitanti nel loro complesso accolgano favorevolmente le nostre truppe.

 I rivoltosi cui è stata ... coll'ordinanza, e deve - per conseguenza - essere garantita salva la vita, sono esclusivamente coloro che, in località e al momento in cui non siano materialmente in corso combattimenti, si arrendono in forma evidente, consegnando le armi.
 Chi si arrende, combattimento durante, non godrà di tale trattamento.

IL GENERALE DI CORPO D'ARMATA COMANDANTE F/to Mario Robotti



Allegato n. 90

COMANDO XI CORPO D' ARMATA Ufficio Operazioni

P.M. 46, 21 luglio 1942-XX

n. 02/10046 di prot. op.

Oggetto: Atteggiamento verso ribelli e loro favoreggiatori

Al COMANDANTE LA DIVISIONE FANTERIA "GRANATIERI DI SARDEGNA" Al COMANDANTE LA DIVISIONE FANTERIA ISONZO Al COMANDANTE LA DIVISIONE FANTERIA MACERATA Al COMANDANTE LA DIVISIONE FANTERIA CACCIATORI DELLE ALPI Al COMANDANTE IL RAGGRUPPAMENTO CC.NN. "MONTAGNA" Al COMANDANTE L'XI RAGGRUPPAMENTO GAF ^^^^^^^^^^^^

 Nelle mie visite alle truppe in operazione ho notato che non tutti i comandanti sono immedesimati della necessità assoluta della repressione energica.
 Tale circostanza è suscettibile non solo di indebolire l'azione intrapresa, ma altresì di diversificare la linea di condotta delle singole unità, linea di condotta che deve invece essere fermamente ed inesorabilmente unitaria.
 Spero che ogni dubbio sia scomparso dopo la mia circolare numero 02/7037 in data 18/7, ad ogni modo pongo e prego di porre ai vostri dipendenti il dilemma netto seguente:

- o si sentono di procedere come intendo, ed allora applichino senza falsa pietà i miei ed i vostri ordini; - o non si sentono di procedere in tale maniera, ed allora lo dichiarino, affinchè vengano destinati ad altri incarichi.

IL GENERALE DI CORPO D'ARMATA COMANDANTE F/to Mario Robotti



Allegato n. 89

COMANDO XI CORPO D' ARMATA

P.M. 46, 21 luglio 1942-XX

Ufficio Operazioni n. 02/10052 Op.

Oggetto: Favoreggiamento all'attività ribelli

Al COMANDANTE DIVISIONE FANTERIA "GRANATIERI DI SARDEGNA" Al COMANDANTE DIVISIONE FANTERIA ISONZO Al COMANDANTE DIVISIONE FANTERIA MACERATA Al COMANDANTE DIVISIONE FANTERIA CACCIATORI DELLE ALPI Al COMANDANTE RAGGRUPPAMENTO CC.NN. "MONTAGNA" Al COMANDANTE XI RAGGRUPPAMENTO GAF ^ ^ ^ ^ ^ ^ ^ ^ ^ ^ ^ ^

1) - Rammento - per gli opportuni provvedimenti - che l'ordinanza del 15 luglio prevede che sia passato per le armi chiunque alloggi volontariamente dei ribelli favorendone in tal modo l'azione.

2) - In relazione a quanto sopra, dato che risulta esistano presso l'ospedale civile di Lubiana parecchi ricoverati feriti di arma da fuoco, - il che lascia supporre che altri si trovino negli ospedali degli altri centri abitati, nelle cliniche e case di cura private, nelle abitazioni, ecc. - presi gli ordini dall'Eccellenza il Comandante Superiore FF.AA. Slovenia-Dalmazia, dispongo:

- tutti i sanitari di Lubiana e dei presidi da noi tenuti ed occupati, i direttori di ospedali, di cliche, di case di cura et similia siano riuniti ed avvisati che: a) - possono accogliere negli stabilimenti sanitari e curare in essi e presso abitazioni feriti di armi da fuoco, ma hanno l'obbligo di fare immediata denuncia del fatto ai CC.RR. là dove esistono, oppure ai comandanti di presidio militare; b) - le omesse o ritardate denunce costituiranno atto di favoreggiamento verso i ribelli: saranno pertanto severamente punite, anche con la pena di morte; c) - sia detto ben chiaramente che la prassi sinora seguita si deve, nelle attuali circostanze, considerare integrata con le prescrizioni sopra riportate;

- siano passate frequenti ispezioni ai luoghi di cura pubblici e privati per accertare che si ottemperi all'ordine sopra riportato. Qualsiasi infrazione sia prontamente e severamente repressa;

- i feriti di arma da fuoco per i quali sussista anche il solo sopetto che abbiano partecipato all'azione ribelle siano riuniti in apposito locale, curati e considerati in stato di arresto. Una volta guariti saranno deferiti al tribunale militare.

 Mi sia data assicurazione dell'avvenuta partecipazione ai medici di quanto li riguarda. Attendo di conoscere dal comando raggruppamento cc.nn. località e data della riunione che verrà in proposito indetta in Lubiana.

IL GENERALE DI CORPO D'ARMATA COMANDANTE F/to Mario Robotti



 F O N O G R A M M A   A   M A N O

P.M. 46, 21 luglio 1942 XX

DAL COMANDO XI CORPO D'ARMATA

ALL'ALTO COMMISSARIATO PER LA PROVINCIA DI LUBIANA

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02/10048 ALT COMUNICO D'AVER AUTORIZZATO I COMANDANTI DELLE GRANDI UNITA' OPERANTI AD INTERNARE SECONDO LORO CRITERIO DISCREZIONALE I MASCHI VALIDI DAI 18 AI 55 ANNI TROVATI NELLE ZONE DI OPERAZIONE ALT.

F/TO GENERALE ROBOTTI

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .



Allegato n. 97

COMANDO XI CORPO D' ARMATA

P.M. 46, 23 luglio 1942-XX

Ufficio Operazioni n. 02/10084 di prot. Op.

Oggetto: Risultati dei primi due complessi operativi

Al COMANDANTE DIVISIONE FANTERIA "GRANATIERI DI SARDEGNA" Al COMANDANTE DIVISIONE FANTERIA CACCIATORI DELLE ALPI Al COMANDANTE DIVISIONE FANTERIA ISONZO Al COMANDANTE DIVISIONE FANTERIA MACERATA Al COMANDANTE RAGGRUPPAMENTO CC.NN. "MONTAGNA" Al COMANDANTE XI RAGGRUPPAMENTO GAF Al COMANDANTE RAGGRUPPAMENTO MANOVRA (Generale De Rienzi) ^ ^ ^ ^ ^ ^ ^ ^ ^ ^ ^ ^

   Siamo al termine della 1^ parte del 2^ complesso operativo.
   I risultati pratici sono i seguenti:

a)- nemici uccisi in combattimento n.32 b)- ribelli catturati e passati per le armi n.84 c)- ribelli volontariamente presentatisi n.50 d)- individui arrestati per cui sono in corso accertamenti n.13 e)- armi consegnate e prese: fucili 38 - fuc.mitr. 3 - cartucce un migliaio f)- apprestamenti tattici e logistici distrutti.

  In complesso non vi sarebbe da stare allegri - data l'entità della forza impiegata nelle operazioni di controguerriglia, se nelle operazioni in grande non si fosse accertato che i nostri soldati hanno fatto tutto quanto si poteva per avere risultati migliori. Ma evidentemente, le difficoltà del terreno, la vastità del territorio da rastrellare in confronto alla truppa impiegabile, l'astuzia volpina dei briganti comunisti, rotti alla vita dei boschi ed aiutati direttamente ed indirettamente dalla popolazione, e la loro possibilità di celarsi nelle loro case e di apparire come innocui cittadini, hanno concorso a ridurre i risultati che si speravano dal nostro lavoro ...
   Mentre esorto non soltanto a continuare, nei futuri complessi operativi, con lo stesso spirito con cui sono stati intrapresi i primi due, ma anche ad affinare sempre più la nostra tecnica per riuscire ad accerchiare meglio od almeno ad agganciare i gruppi nemici prima che il loro esodo in Croazia - come pare - ce ne sottragga la massima parte; rilevo ancora una volta la necessità, in vista appunto delle difficoltà di catturare in gran numero i briganti, di sopprimere senza pietà non solo i colpevoli, ma anche i sospetti, e di internare gli uomini validi che sembra facciano ritorno ai paesi già occupati dai ribelli. Questi, non c'è da illudersi, ce li ritroveremo ancora in agguato nei boschi contro i nostri soldati, al termine del ciclo operativo.
   Ricordare che ogni cittadino può mascherare un partigiano che, seppellito il fucile ed impugnata la vanga, è pronto a riprenderlo per tirare nella schiena ai nostri soldati; ricordare che le circolari 02/7037 del 18 e 02/10052 del 21 luglio sono ordini chiari e tassativi e rispondono alla dura necessità della situazione e alle esigenze del nostro prestigio.

IL GENERALE DI CORPO D'ARMATA COMANDANTE F/to Mario Robotti



 T E L E G R A M M A

P.M. 46, 4 agosto 1942 XX

DA COMANDO XI CORPO D'ARMATA

. . . . . INDIRIZZI . . . . .

02/10216 ALT DISPONGO CHE CHIUNQUE SIA TROVATO IN POSSESSO DI STAMPATI ET TESSERE COMUNISTE O DOCUMENTI ANALOGHI SIA PASSATO PER LE ARMI ALT. LE ABITAZIONI IN CUI SARANNO TROVATI DOCUMENTI DI CUI SOPRA DOVRANNO ESSERE DISTRUTTE. ALT.

F/TO GENERALE ROBOTTI




COMANDO DEI CC.RR. DELL'XI CORPO D'A R M A T A

P.M.10, 5/8/1942 XX

N. 5/323 di prot.

   AL COMANDO DELLA 209 SEZIONE MISTA CC.RR.   SEDE
   AL COMANDO DELLA 375 SEZIONE MISTA CC.RR.   SEDE
   AL COMANDO DELLA 210 SEZIONE MISTA CC.RR.   SEDE

. . . . . per norma.-

IL MAGGIORE COMANDANTE I CARABINIERI REALI F/to Angelo d'Amato



 COPIA FONOGRAMMA

DA COMANDO DIVISIONE CACCIATORI

AT COMANDO XI CORPO D'ARMATA

   e, per conoscenza:

AT COMANDO DIVISIONE GRANATIERI "SARDEGNA" AT COMANDO DIVISIONE "MACERATA"

N. 5966/op.

RIEPILOGO ATTIVITA' GIORNO 3 CORRENTE

IL BTG. 52° FTR. ESEGUITO RASTRELLAMENTO ZONA TRAVNA GORA (VH-XK). ZONA RAVAC (VO-CD) ZONA PODGORA (DQ-CD) DAI BGT. 51° FTR ZONA LEDENIK(VS-BZ) NESSUNA NOVITA' BRIGANTI COMUNISTI PASSATI PER ARMI UNO. ARRESTATI SOSPETTI DI FAVOREGGIAMENTO DIECI. ARRESTATI SESSANTATRE ABITANTI RAKITNICA PURE SOSPETTI FAVOREGGIAMENTO. DISTRUTTO UN ACCAMPAMENTO RIBELLI, INCENDIATE CINQUE BARACCHE, RIMOSSE ABBATTUTE, DISTRUTTI POSTI VEDETTA, CATTURATE DUE MITRAGLIATRICI SCHVARTZLOSE, TRE FUCILI MITRAGLIATORI, DUE FUCILI, CINQUE CASSE MUNIZIONI CONTENENTI ANCORA 4376 CARTUCCE, UNA CASSA CON 31 BOMBE VARIE, 52 ROTOLI DI MICCIA, 51 CHILI DI ESPLOSIVI VARI, DUEMILA DETONATORI, ULTERIORI 200 METRI DI FILO TELEFONICO, UN BASTO 7 CAVALLI ET VARI INDUMENTI UNIFORME JUGOSLAVA.

F/TO GENERALE RUGGERO

Giunto ore 7,25 del 4/8

[Nota del Generale Robotti ndr]

 Galli, [Capo di Stato Maggiore ndr]

chiarire bene il trattamento dei sospetti, perchè mi pare che su 73 sospetti non trovar modo di dare neppure un esempio è un po' troppo. Cosa dicono le norme della 3 C e quelle successive ? Conclusione : SI AMMAZZA TROPPO POCO !

    4-8    (sigla Robotti)



 COPIA FONOGRAMMA

P.M. 46, 5 agosto 1942 XX Ore 0,45

DA 5 RAGGRUPPAMENTO G.A.F. AL COMANDO XI CORPO D'ARMATA

532.02/OP ALT AZIONE RASTRELLAMENTO ZONA SORGENTI KUPA HABET PORTATO INCONTRO CON NUCLEI NUMEROSI. INGAGGIATO COMBATTIMENTO ET UCCISI 9 E CATTURATI CON FUCILAZIONE IMMEDIATA 32 ALTRI 40 DA INTERROGARE ALT. DISTRUTTI ABITATI RAZLOGE (BL - VK) KRASICEVICA (BL - VK) KAVACEVLOZ (BH - VM) OKRUG (BL - VM) CHE AVEVANO DATO RIPARO AI RIBELLI ARMATI ALT.

F/TO GENERALE FABBRI


[Postilla del Generale Robotti ndr] Bravo Fabbri! Non ha certo gli scrupoli di Ruggero (dirglielo a quest'ultimo per telefono). Non s'insisterà mai abbastanza!



 FONOGRAMMA A MANO

DA COMANDO FANTERIA CACCIATORI

AL XI CORPO D'ARMATA

   e, per conoscenza:

AL COMANDO TATTICO DIVISIONE CACCIATORI

 -----------------------

2418/OP(5°) ATTIVITA' OPERATIVA GIORNO 17.9(.) REPARTO PRESIDIO GROSUPLJE ESEGUITA PUNTATA AT KRIZKA VAS (VO-CZ)(.) FERMATO UN SOSPETTO (.) REPARTO PRESIDI SMARJE EFFETTUATA PUNTATA ZONA GLOBUSCEK - FUCIHAN (US-DECZ) (.) NESSUNA NOVITA'(.) REPARTO PRESIDIO DBREPOLJE CON CONCORSO PRESIDIO CUSPERK RASTRELLATA ZONA ILOVA GORA (VO-CS)(.) RECUPERATI UN FUCILE ET UNA CANNA MITRAGLIATORE(.) REPARTO PRESIDIO KOPANJ CON CONCORSO PRESIDIO SLIVNICA RASTRELLATA ZONA DA SOLI (VM-CU)(.) NESSUNA NOVITA'(.) REPARTO PRESIDIO V. LASCE ESEGUITA PUNTATA ZONA KRKOVO (US-CO)(.) NESSUNA NOVITA'(.) PRESIDIO VIDEM KRKA EFFETTUATO RASTRELLAMENTO ZONA OVEST ROTABILE PER STIGNA (.) RECUPERATI UN FUCILE ET MUNIZIONI(.) REPARTO PRESIDIO STIGNA COMPIUTO RASTRELLAMENTO ZONA BOJANJI VRH(VS-CU)(.) NESSUNA NOVITA'(.) PRESIDIO S. VID CON CONCORSO FORMAZIONE M.V.A.C. RASTRELLATA ZONA NORD TEMENICA (ZI-DE)(.) UN BRIGANTE COMUNISTA UCCISO IN COMBATTIMENTO(.) TRE CATTURATI(.) RECUPERATI QUATTRO FUCILI(.) UN MOSCHETTO(.) DUECENTOTRENTA CARTUCCE(.) TRE BOMBE A MANO ALT 21001709

F/TO GENERALE MAGGIORE

[Nota a margine ndr] La zona è un po' a Sud di Poljane dove si sta facendo l'azione stamane.

[Nota del Generale Robotti ndr]

 Richiamo  tutti  sulla  dizione  "catturati" !   Cosa  vuol  dire ?  Se  sono  ribelli  vanno  passati  per  le  armi !
    18-9   Robotti

[Nota ulteriore ndr]

 I  3  catturati  sono   stati   passati   per   le   armi.

[Commento del Generale Robotti ndr]

 ma  lo  dicano  subito  perdio !
    18-9   Robotti



P.M. 110, 23 marzo 1943 XXI

AL DISTACCAMENTO SPECIALE MILIZIA FERROVIA

S U S S A


MILIZIA NAZIONALE FERROVIARIA = AI COMANDI STAZIONE MILIZIA FERROVIARIA COMANDO COORTE AUTN. LUBIANA = ZAGABRIA NOVO MESTO = KARLOVAC = METLIKA = KOCEVJE = ZALOG

N. XXI/12497/305 = S

OGGETTO: Scambio prigionieri

^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^

   Per opportuna conoscenza si trascrive qui di seguito una comunicazione pervenuta dall'XI° Corpo d'Armata in data 23 andante relativa la trattamento da usare nei riguardi dei partigiani catturati in combattimento.
   02/1551 ALT si trasmette per norma et per ottemperanza seguente disposizione pervenuta supersloda:
   "Allo scopo facilitare recupero nostri prigionieri mediante scambio partigiani in nostre mani dispongo vengano attenuate disposizioni attualmente vigenti autorizzando che partigiani catturati aut in combattimento non (dico non) vengano passati per le armi, ma vengano trattenuti prigionieri per potercene servire per scambio le presenti direttive che habent carattere eccezionale dovranno essere seguite da codesto comando fino at nuovo ordine" Termina alt.

IL COMANDANTE LA COORTE AUTONOMA F/TO SENIORE MARIO DE FELICE



Segreto

COMANDO XI° CORPO D' ARMATA Ufficio Operazioni

P.M. 46, 27 maggio 43 XXI

n. 02/2493 di prot. op.

OGGETTO: Trattamento ribelli catturati in combattimento.

AL COMANDO DIVISIONE FANTERIA "ISONZO" AL COMANDO DIVISIONE FANTERIA "LOMBARDIA" AL COMANDO DIVISIONE FANTERIA "CACCIATORI DELLE ALPI" AL COMANDO RAGGRUPPAMENTO CC.NN. XXI APRILE AL COMANDO XI RAGGRUPPAMENTO G.A.F. ALLA REGIA QUESTURA DI LUBIANA AL COMANDO R.G.F. PER LA PROVINCIA DI LUBIANA AL COMANDO XIV BATTAGLIONE CC.RR. MOBILITATO AL COMANDO COORTE MILIZIA FEROVIARIA AL COMANDO COORTE MILIZIA NAZIONALE FORESTALE AL COMANDO CC.RR. XI CORPO D'ARMATA AL TRIBUNALE MILITARE DI GUERRA 2^ ARMATA SEZ. LUBIANA

   A modifica delle disposizioni emanate dal Comando Superiore, disposizioni trasmesse con fono del 23 marzo u.s. riguardanti il trattamento dei ribelli catturati in combattimento, dietro autorizazione dello stesso comando, dispongo:

1°)- Tutti i ribelli catturati in Slovenia e a qualsiasi nazionalità essi appartengano siano passati per le armi.

2°)- I ribelli catturati in Croazia: a) se di nazionalità slovena o italiana siano passati per le armi; b) se di altre nazionalità siano passati per le armi o tenuti a disposizione per scambio prigionieri ad arbitrio del comandante divisione "Lombardia" e dei comandi G.U. eventualmente operanti in Croazia.

3°)- L'esecuzione - in linea di massima - dovrà avvenire subito dopo l'interrogatorio e comunque non oltre le 40 ore dalla cattura, nel caso sia reputato necessario procedere ad ulteriore interrogatorio.

4°)- I ribelli che non sono stati passati per le armi in virtù delle disposizioni di cui al tele citato - e per i quali non sia già stata effettuata la denuncia - siano denunciati al Tribunale di Guerra della 2^ Armata Sezione di Lubiana. Seguiranno norme definitive - in corso di compilazione - per i ribelli spontaneamente costituitisi.

IL GENERALE DI C.d'A. COMANDANTE F/TO GASTONE GAMBARA

P.C.C. IL COLONNELLO CAPO DI S.M.

     F/TO BRUNO LUCINI



C O M A N D O D E L L A 2^ A R M A T A Ufficio Affari Civili

P.M.10, 23 agosto 1943

N. 11780/AC Oggetto: Trattamento ai ribelli catturati armati.

Al COMANDO DEL V CORPO D'ARMATA POSTA MILITARE Al COMANDO DEL XI CORPO D'ARMATA POSTA MILITARE Al COMANDO DEL XVIII CORPO D'ARMATA POSTA MILITARE Al COMANDO CC.RR. DELLA 2^ ARMATA S E D E Al COMANDO cc.rr. DELLA DALMAZIA S E D E

 Con telescritto n. 2553/AC indirizzato al VI Corpo d'Armata in data 3 marzo 1943, comunicato il giorno 10 marzo seguente al XVIII Corpo d'Armata con telescritto 2865/AC e successivamente portato a notizia anche dei corpi d'armata V e XI con telescritto 3381/AC del 21 marzo, allo scopo di aiutare il recupero dei nostri prigionieri in mano ai partigiani, autorizzavo che in attenuazione delle disposizioni vigenti, fossero mantenuti in vita, anzichè senz'altro passati per le armi, i partigiani catturati armati in combattimento, per poterne costituire un nucleo del quale servirsi per eventuali scambi.
 Non intendo revocare questa disposizione, tuttavia desidero chiarire che l'autorizzazione da me concessa in relazione alle speciali contingenze del momento, non deve essere interpretata nel senso che si debba rinunciare al passaggio per le armi di tutti i catturati.
 Questa del passaggio per le armi è e rimane la regola. La facoltà concessa di mantenerli in vita costituisce un'eccezione la cui applicazione è lasciata alla discrezione dei singoli comandi che potranno avvalersene, o non, a seconda di quanto potrà apparire necessaria di fronte al numero dei prigionieri nostri in mano ai partigiani e le probabilità di effettuare scambi.
 Comunque dispongo che ogni volta che si venga nella determinazione di mantenere in vita un partigiano catturato armato, ne venga informato il Comando d'armata, comunicando, oltre alla generalità, anche il motivo specifico per il quale si è ritenuto di non procedere al suo passaggio per le armi.
 Gradirò essere assicurato che questa mia disposizione è stata portata conoscenza di tutti i reparti dipendenti.

IL GENERALE Comandante Designato d'Armata

           F.to Robotti


Fonte: Fondo Gasparotto b. 10, fasc. 38, presso archivio Fondazione ISEC (Istituto di Storia dell'Età Contemporanea), Sesto S.Giovanni (Mi


Per quanto riguarda l'nvasione da parte degli italiani e' di basilare importanza e' il documentario Fascist Legacy prodotto dalla BBC [1] ovvero "L'eredità del fascismo" che verte sui crimini di guerra commessi e sui criminali di guerra connessi dagli invasori italiani sia in Africa che in Jugoslavia nel corso della seconda guerra mondiale. La Rai ha acquisito i diritti sul lavoro nel 2004 ma non lo ha mai trasmesso. La 7 ne ha trasmesso qualche brano nel 2004, il lavoro e' diretto dal regista Ken Kirby che partendo dalla guerra di Etiopia ricostruisce le invasioni italiane in suolo straniero arrivando all'occupazione dei nazifascisti in Jugoslavia. Il regista in particolare mette a fuoco le feroci repressioni poste in atto dai fascisti nel Montenegro e nei Balcani. Tutta l'opera e' ampiamente ed indiscutibilmente documentata e vengono inoltre spiegati i motivi per cui il Tribunale Militare Internazionale di Norimberga non incrimino' i criminali di guerra italiani che si erano macchiati anche di crimini contro l’umanità. La voce narrante e' di Michael Palumbo, storico americano che ha pubblicato il noto libro tradotto in italiano col titolo L’olocausto rimosso, Rizzoli editore . Per gli italiani vengono ascoltati gli storici Angelo Del Boca, Giorgio Rochat, Claudio Pavone e per gli David Ellwood.


[2]

Dal documentario si evince la presenza di oltre duecento i campi di prigionia organizzati dagli italiani ovvero in numero maggiori di quelli organizzati dai germanici nei Balcani , di tali campi Fabio Galluccio ne ha censito circa 135 , dal libro di Fabio Galluccio[3]

I Lager in Italia: La Memoria Sepolta nei Duecento Luoghi di Deportazione Fascisti, Nonluoghi Libere Eduzioni, Civezzano TN, 2002, pp. 218-220. si traggono i seguenti dati: in totale 135 campi di concentramento di cui 113 in Italia ,15 nella ex Jugoslavia , 7 in Albania. Quelli della ex Yugoslavia erano ovviamente per i depoprtati locali Slavi , Croati , Ebrei ecc. fra quelli italiani , confrontando con Lista_dei_campi_per_l'internamento_civile_nell'Italia_Fascista , il numero ci campi che deteneva gente slava era di 24 : per cui , trascurando dal computo quelli in cui vi e' genericamente indicato stranieri e trascurando che 135 sono quelli censiti ma si ha notizia di circa 200 , ben quarante circa campi di concentramento fascisti detenevano genti porvenienti dalla ex Jugoslavia.

in Italia 113
  1. Agnone (Molise)
  2. Alatri Le Fraschette (Lazio)
  3. Alberobello (Puglia)
  4. Anghiari Rinicci (Toscana)
  5. Aosta (Val d’Aosta)
  6. Aprica (Lombardia)
  7. Ariano Irpino (Campania)
  8. Asti (Piemonte)
  9. Ateleta (Abruzzo)
  10. Bagni di Lucca (Toscana)
  11. Bagno di Ripoli (Toscana)
  12. Boiano (Molise)
  13. Bolzano Gries (T. A. Adige)
  14. Bonefro (Molise)
  15. Borgo S. Dalmazzo (Piemonte)
  16. Borgo Val di Taro (Romagna)
  17. Cairo Montenotte (Liguria)
  18. Calvari di Chiavari (Liguria)
  19. Campagna (Campania)
  20. Carana (Calabria)
  21. Casacalenda (Molise)
  22. Casale Monferrato (Piemonte)
  23. Casoli (Abruzzo)
  24. Castagnevizza (oggi Slovenia)
  25. Castel di Guido (Lazio)
  26. Castello Sereni (Umbria)
  27. Celle Ligure (Liguria)
  28. Chieti (abruzzo)
  29. Cighino (Friuli)
  30. Città S. Angelo (Abruzzo)
  31. Civitella del Tronto (Abruzzo)
  32. Civitella di Chiana (Toscana)
  33. Colfiorito (Umbria)
  34. Colle di Compito (Toscana)
  35. Corropoli (Abruzzo)
  36. Cortemaggiore (E. Romagna)
  37. Ellera (Umbria)
  38. Fabriano (Marche)
  39. Farfa Sabina (Lazio)
  40. Ferramonti dfi Tarsia (Calabria)
  41. Ferrara (Emilia Romagna)
  42. Fertilia (Sardegna)
  43. Forlì (Emilia Romagna)
  44. Fossalon di Grado (Friuli)
  45. Fossoli-Carpi (Emilia Romagna)
  46. Gioia di Colle (Puglia)
  47. Gonars (Friuli)
  48. Isernia (Molise)
  49. Isola Gran Sasso (Abruzzo)
  50. Istonio Marina (Abruzzo)
  51. Lama dei Peligni (Abruzzo)
  52. Lanciano (Abruzzo)
  53. Laterina (Toscana)
  54. Lipari (Sicilia)
  55. Manfredonia (Puglia)
  56. Mantova (Lombardia)
  57. Marsiconuovo (Basilicata)
  58. Massa Carrara (Toscana)
  59. Monigo (Veneto)
  60. Montalbano (Toscana)
  61. Montechiarugolo (Emilia Romagna)
  62. Montefiascone (Lazio)
  63. Monteforte Irpino (Campania)
  64. Monticelli Terme (Emilia Romagna)
  65. Nereto (Abruzzo)
  66. Notaresco (Abruzzo)
  67. Novara (Piemonte)
  68. Osimo (Marche)
  69. Padova-Chiesanuova (Veneto)
  70. Perdasdefogu (Sardegna)
  71. Perugia (Umbria)
  72. Petriolo (Marche)
  73. Pietrafitta (Umbria)
  74. Pisticci (Basilicata)
  75. Pollenza (Marche)
  76. Ponza (Lazio)
  77. Prestine (Lombardia)
  78. Reggio Emilia (Emilia Romagna)
  79. Roccatederighi (Toscana)
  80. Rovezzano (Toscana)
  81. S. Martino Rossignano (Piemonte)
  82. Sassoferrato (Marche)
  83. Scipione (Emilia Romagna)
  84. Senigallia (Marche)
  85. Servigliano (Marche)
  86. Sforzacosta (Marche)
  87. Solofra (Campania)
  88. Sondrio (Lombardia)
  89. Spotorno (Liguria)
  90. Suzzara (Lombardia)
  91. Tavernelle (Umbria)
  92. Teramo (Abruzzo)
  93. Terranova di Pollino (Basilicata)
  94. Tolentino (Marche)
  95. Tollo (Abruzzo)
  96. Tonezza del Cimone (Veneto)
  97. Tortoreto (Abruzzo)
  98. Tossicia (Abruzzo)
  99. Treia (Marche)
  100. Tremiti (Puglia)
  101. Tribussa (Friuli V. G.)
  102. Trieste-Risiera di S. Sabba
  103. Tuscania (Lazio)
  104. Urbisaglia (Marche)
  105. Ustica (Sicilia)
  106. Valentano (Lazio)
  107. Vallecrosia (Liguria)
  108. Ventotene (Lazio)
  109. Vercelli (Piemonte)
  110. Verona (Veneto)
  111. Vinchiaturo (Molise)
  112. Visco (Friuli V. G.)
  113. Vo’ Vecchio (Veneto)




in Albania 7





Il trattamento dei prigionieri era di bassissimo livello al punto che i prigionieri morivano anche di sete, episodi di tal genere avvennero a Rab/Arbe. Gli internati furono centinaia di migliaia circa 600000 per fonte Jugoslava , 250mila confermati con documenti provati da commissioni storiche incaricate di indagine per gli storici. Rilevantissima la detenzione nei campi di concentramento italiani di donne e bambini , la cui fragilità ha permesso solo una scarsa sopravvivenza mentre gli uomini fra i 16 ed i 60 anni venivano subito passati per le armi, le commissioni di inchiesta individuarono circa 750 criminali di guerra italiani dei quali nessuno fu condannato e o estradato e Mario Roatta e' uno dei casi più eclatanti la ragione di tale acquiescenza e' ascrivibile per gli storici al periodo in cui inizio' la guerra fredda, coperture similari sono accadute a danno di popolazioni italiani come nel caso della strage nazifascista di Eccidio_di_Sant'Anna_di_Stazzema per tantissimo tempo oscurata per ragioni geopolitiche . [4]

Mussolini e la razza Slava

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«"Di fronte ad una razza inferiore e barbara [5]come la slava, non si deve seguire la politica che dà lo zuccherino, ma quella del bastone. I confini dell'Italia devono essere il Brennero, il Nevoso e le Dinariche: io credo che si possano sacrificare 500.000 slavi barbari a 50.000 italiani"»

Benito Mussolini , 1920[6][7][8][9][10][11][12][13] [14]

«"Per la creazione del nostro sogno.mediterraneo, è necessario che l'Adriatico (si intende tutto l'Adriatico, ndr.),che è il nostro golfo, sia in mano nostra; di fronte alla inferiorità della razza barbarica quale è quella slava".»

[15] il motto e'tratto daldiscosro di Benito Mussolini fatto a Pola 20 settembre 1920 ed a parte ilmodo disprimersi piu' o meno demagocico ha lo stesso contentuoche e' un netto invito alla pulizia etnica.L a secondaversione compare anche nell'articolo da Il Piccolo 27/02/05 Io esule volontario e le foibe di Predrag Matvejević [16]

Relazione della Commissione mista storico-culturale italo-slovena

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«Vengono minuziosamente elencate le colpe.Il fascismo, accusato di aver cercato di "snazionalizzare" le minoranze slovene e croate nella Venezia Giulia "con una politica repressiva assai brutale", il cui intento finale era quello "di arrivare alla bonifica etnica" della regione»

[17] « Il regime d'occupazione fece leva sulla violenza che si manifestò con ogni genere di proibizioni, con le misure di confino, con le deportazioni e l'internamento nei campi istituiti in Italia (Gonars e Renicci)ed in Dalmazia (Arbe/Rab, Melada/Molat, Mamula, Prevlaka, Zlarino/Zlarin), con i processi sommari dinanzi alle corti marziali militari, con il sequestro e la distruzione di beni, con l'incendio di case e villaggi. Migliaia furono i morti, fra caduti in combattimento, condannati a morte, ostaggi fucilati e civili uccisi. I deportati furono approssimativamente 30 mila, per lo più civili, donne e bambini, e molti morirono di stenti. Furono concepiti pure disegni di deportazione in massa degli sloveni residenti nella provincia. La violenza raggiunse il suo apice nel corso dell'offensiva italiana del 1942, durata quattro mesi, che si era prefissa di ristabilire il controllo italiano su tutta la Provincia di Lubiana » [18]

Periodo tra la prima e la seconda guerra mondiale (1919/aprile 1941)

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Il Patto_di_Londra del 26 aprile 1915 prevede che se l'Italia entrerà in guerra al fianco dell'Intesa otterrà, in caso di vittoria, il Trentino, il Tirolo meridionale, la Venezia Giulia, l'intera penisola istriana con l'esclusione di Fiume, una parte della Dalmazia, numerose isole dell'Adriatico, Valona e Saseno in Albania e il bacino carbonifero di Adalia in Turchia, oltre alla conferma della sovranità su Libia e Dodecaneso. Ma, con il Trattato_di_Saint-Germain-en-Laye_(1919) del 10 settembre 1919, che pone fine alla prima guerra mondiale tra l’Italia e l’Austria, l’Italia ottiene il Trentino, il Tirolo meridionale, la Venezia Giulia e l’Istria, nasce così il mito della cosiddetta “Vittoria mutilata” che diverrà uno dei temi della propaganda prima nazionalista poi fascista. La pur ridotta acquisizione di territori pone sotto la sovranità italiana 500.000 sloveni e croati e 200.000 tedeschi. L’annessione italiana comporta per i territori orientali la perdita dei mercati austriaci per gli agricoltori e del commercio navale per i porti di Trieste e Fiume verso la Mitteleuropa, il che determina una grave situazione generale d’instabilità economica dando vita ad un vasto malcontento sociale che sfocia nel 1919 in scioperi e manifestazioni. L’amministrazione italiana, incapace di comprendere la specificità della situazione triestina e giuliana, risponde duramente deportando, come prima misura, in Sardegna un migliaio d’intellettuali, religiosi, tra cui il vescovo di Veglia Giuseppe Srebrnic[19], e funzionari statali considerati filoaustriaci e/o filoslavi. [20] A cinquanta ferrovieri triestini colpevoli di aver scioperato vengono inflitte condanne per complessivi 120 anni, mentre a Pola a metalmeccanici in sciopero sono comminate condanne anche fino a 25 anni di detenzione con la pesantissima accusa di "cospirazione contro lo Stato e incitamento alla guerra civile". I giornali nazionali giustificano tali nefandezze accusando i dimostranti di essere anti-italiani e/o agenti jugoslavi; nello stesso periodo è in corso l'Impresa_di_Fiume mentre Benito Mussolini passa dal fascismo "rivoluzionario" sansepolcrista al fascismo reazionario.

Il 13 luglio 1920 nazionalisti e fascisti radunatisi in piazza Unità di Trieste iniziano la "caccia allo slavo" invadendo il consolato jugoslavo ed incendiando l’hotel Balkan, sede delle istituzioni economico culturali degli sloveni giuliani; in seguito sono distrutte la tipografia "Edinost" e altri locali dove hanno la sede organizzazioni slave : il Piccolo cosi' commenta

«le fiamme del Balkan purificano finalmente Trieste, purificano l'anima di tutti noi»

[21] Poco tempo dopo viene incendiata la casa del popolo a Pola, il comando militare, con l’attiva partecipazione dei fascisti, invece di perseguire questi ultimi, inizia una serie di azioni repressive a danno della popolazione con arresti ingiustificati, la sostituzione di impiegati istriani con funzionari italiani nelle amministrazioni comunali, la chiusura di scuole croate (in Venezia Giulia esistevano 541 scuole slovene e croate frequentate da 80.000 studenti) sopprimendo altresì il giornale Hrvatski List, sempre in lingua locale infine vieta le telefonate oltre la linea d’armistizio bloccando di fatto i contatti fra membri delle stesse famiglie sia a livello economico che affettivo. Sul Popolo d'Italia del 24 settembre 1920 si legge

«in altre plaghe d'Italia i Fasci di combattimento sono appena una promessa, nella Venezia Giulia sono l'elemento preponderante e dominante della situazione politica»

Con il Natale di sangue e la conseguente sconfitta dei Legionari di Gabriele D'annunzio negli ultimi giorni del 1920 ha fine l’esperienza della cosiddetta Reggenza italiana del Carnaro. Subito dopo inizia la fagocitazione da parte del fascismo dell'Impresa_di_Fiume. [22]

Italianizzazione forzata

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Con Regio Decreto del 29 marzo 1923 n. 800 viene stabilita l’italianizzazione dei toponimi, operazione che aveva avuto inizio subito dopo la fine della guerra e vengono italianizzati i nomi di paesi e città e delle località sulle carte geografiche, sono vietate scritte in lingua slava persino sulle tombe e corone di fiori. Alcuni notabili appartenenti alla classe dirigente di Fiume sollecitano i gerarchi fascisti a prendere provvedimenti affinché si possano svolgere pacificamente le normali attività sociali: nella pratica l'intendimento è quello di reprimere il dannunzianesimo considerato non consono all'abito del regime che si stava consolidando. Il 29 agosto 1924 nasce così il secondo fascio fiumano di combattimento, strutturato in uno schema rigido simile a quello del fascio di Trieste ;il "fascismo" dannunziano dei legionari si trasforma in squadrismo di cittadini volontari, dediti, secondo le finalità del movimento, alla repressione anticomunista e razzista, inizia il periodo della cosiddetta fascistizzazione di Fiume. Per conseguenza iniziano violenze, uccisioni (si parla di infoibamenti) e vessazioni a danno delle minoranze croate e slave, manifestazioni non conosciute nel periodo del fascio dannunziano,. Con R. D. Legislativo n. 1796 del 15 ottobre 1925 viene proibito l’uso di lingue diverse dall’italiano nelle sedi giudiziarie «sia negli atti che nei procedimenti orali », provvedimento già messo in atto dai tribunali Trieste e Gorizia fin dal 1922. L'uso di lingua locale in esercizi pubblici comporta il ritiro della licenza d’esercizio.

Vi è ancora un ostacolo per vietare tout court l'insegnamento di sloveno e croato impartito dai sacerdoti ma a questo rimedia Horst Venturi durante il congresso dei fascisti italiani del 23 maggio 1925

«... ci sono in questa regione sacerdoti che non sono italiani e non comprendono cosa significhi essere italiano e cocciutamente insistono nel celebrare le funzioni religiose in lingua slovena. Noi invece affermiamo che in Italia si può pregare solo in italian.»

Nel 1926 il Provveditore agli studi della Venezia Giulia e di Zara con specifico riferimento ai sacerdati invia "ordinanza" ai prefetti in cui compare  :

«"traendo profitto della circostanza che hanno l'incarico d'impartire l'insegnamento della religione nelle classi elementari del luogo, aprono scuole clandestine per l'insegnamento della lingua slovena , con l'evidente proposito di eludere le disposizioni del Governo Nazionale sulla riforma linguistica"»

[23]

Lo stesso anno, con la legge 29 novembre 1926 n. 2008 (Provvedimenti per la difesa dello Stato) è ripristinata la pena di morte per attentati contro la persona del Re e del Capo del fascismo e viene formalizzato il Tribunale Speciale per la Difesa dello Stato con sede giudicante a Roma. Non sono magistrati a giudicare in tale tribunale bensì ufficiali della milizia fascista e membri della polizia politica. Il tribunale resterà attivo fino al 23 luglio 1943, due giorni prima della caduta di Mussolini in quanto di tale data e' l’ultima sentenza emessa dal tribunale. Nel periodo che va dal 1926 al 1943 Mussolini introduce le leggi eccezionali che contemplarono l'eliminazione della libertà di stampa e ogni attività dei partiti, l’epurazione dall’amministrazione dai funzionari non asserviti al regime ( vedi Guido Jurgens, Federico Fusco, Vincenzo Trani ), sotto uno stretto controllo centralizzato delle amministrazioni locali, la riforma dei codici, l'esautorazione dei diritti parlamentari e politici per gli aventiniani, le leggi razziali contro i cittadini ebrei, ecc.

Il tribunale speciale

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L’esame delle condanne comminate dal Tribunale Speciale evidenzia a carico di cittadini della Venezia Giulia le seguenti percentuali: - il 18% dei 4.595 condannati, - il 24% dei 27.752 anni di carcere o confino inflitti, - il 81% delle 42 pene capitali, - il 74% delle condanne a morte eseguite. Infatti presso il Tribunale Speciale di Trieste, sede creata appositamente per "giudicare" antifascisti sloveni e italiani, dal 1927 alla caduta del regime nel 1943 sono sottoposti ad indagine 615 antifascisti di cui 34 condannati a morte, ai restanti vengono inflitti 5418 anni di carcere. Il Tribunale Speciale, trasferitosi a Pola, nel 1929 condanna a morte Vladimir Gortan, a cui verrà intitolata una brigata partigiana e che diverrà uno dei simboli della resistenza croata in Istria, e l'italiano Antonio Sema, L’anno seguente lo stesso tribunale a Trieste condanna a morte quattro sloveni, fucilati al poligono militare di Basovizza. La persecuzione riavvicina gli antifascisti dei due popoli che riprendono i contatti al confino e nella Guerra di Spagna, questa inizia il 18 luglio 1936 dove si ritrovarono insieme a combattere i fascisti di Franco, fra questi i friulani fratelli Marvin Romano, Albino e Giuseppe[24]. Quest’ultimo come molti reduci dalla Spagna si arruolerà nella Legione Straniera francese, combatterà a Narvick in Norvegia, dove verra' decorato per il valore , raggiungerà i maquis in Francia e cadrà fucilato dai tedeschi a St. Germain du Corbeis; Albino, gravemente ferito in Spagna sarà curato in URSS quindi paracadutato in Slovenia dove diverrà capo di stato maggiore della Divisione Garibaldi Natisone; Romano si unirà alle Brigate garibaldine della zona di Gorizia e restera' con queste fino alla Liberazione.

Tra il 1927 e il 1929 viene impressa un’accelerazione all’opera di italianizzazione: sono sciolte le organizzazioni culturali, ricreative ed economiche slovene e croate, le Casse rurali e le cooperative, quindi si passa al sistematico esproprio delle proprietà terriere degli slavi con pignoramenti ed altri sistemi "legali", quali l’impossibile rientro immediato da prestiti bancari. Le proprietà espropriate sono messe all'asta ed acquistate da un ente fascista appositamente costituito, denominato "Per la rinascita agraria delle Tre Venezie" in quanto in teoria avrebbe dovuto occuparsi della rinascita del territorio. In seguito il "Tre Venezie" assegna gli appezzamenti a coloni italiani importati da regioni limitrofe di chiara fede fascista o in stato di povertà. L’operazione dal punto di vista della produttività non ha successo, tanto che gli ex proprietari slavi sono chiamati a fornire la mano d'opera come salariati sulle terre loro espropriate. Elio Apih, uno fra i massimi storici triestini (1922-2005) ha descritto in Italia, fascismo e antifascismo nella Venezia Giulia 1918-1943, due episodi indicativi per i livelli esasperati di nazionalfascismo a cui si pervenne: - Il 12 aprile 1931 giovani fascisti di Trieste incontrano un gruppetto di ragazzi slavi, li identificano come sovversivi e li aggrediscono: uno muore, successivamente il gruppo si rivela essere composto di ottimi fascisti[34], - il questore di Fiume, Temistocle Testa ,[25] Con un telegramma spedito a Roma il 13 luglio, Testa in con documento del giugno 1931, chiede l'internamento in una casa di correzione per un quattordicenne che, a detta di un insegnante, aveva dimostrato in un componimento tendenze anti-italiane Sono italianizzati anche i nomi di coloro che, pur portando un nome slavo, hanno identità italiana, distruggendo in tal modo una cultura multietnica di convivenza pacifica quale era allora quella della zona fiumana.

Periodo bellico occupazione della Jugoslavia

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La testimonianza dell'ebreo Raffello Camerini

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La testimonianza di Raffello Camerini ,ebreo , nato nel 1924 , pubblicata sul giornale Il Piccolo del 5 novembre 2001 può dare un'idea dello sviluppo dei metodi dii repressione dei nazifascisti che proseguiranno durante tutto il periodo dell'invasione e quindi risulta significativa per introdurre il discorso, tale testimonianza e' coincidente in pratica con il resoconto del Brigadiere F.W.D. Deakin, ufficiale dell’Esercito inglese , resoconto che inseriremo cronolocicamente nel proseguo.

«Nel luglio del 1940, ottenuta la licenza scientifica, dopo neanche un mese, sono stato chiamato al lavoro "coatto", in quanto ebreo, e sono stato destinato alle cave di bauxite, la cui sede principale era a S. Domenica d'Albona . Quello che ho veduto in quel periodo, sino al 1941 - poi sono stato trasferito a Verteneglio - ha dell'incredibile . La crudeltà dei fascisti italiani contro chi parlava il croato, invece che l'italiano, o chi si opponeva a cambiare il proprio cognome croato o sloveno, con altro italiano, era tale che di notte prendevano di forza dalle loro abitazioni gli uomini, giovani e vecchi, e con sistemi incredibili li trascinavano sino a Vignes, Chersano e altre localita' limitrofe, ove c'erano delle foibe e dopo un colpo di pistola alla nuca, li gettavano nel baratro . Quando queste cavità erano riempite, ho veduto diversi camion, di giorno e di sera, con del calcestruzzo prelevato da un deposito di materiali da costruzione sito alla base di Albona, che si dirigevano verso quei siti e dopo poco tempo ritornavano vuoti.»

[26]

[27] Ancora in tempi recenti Raffaello camerini e' in aspra polemica con chi ha escendenza fascista

«.....Una seconda manifestazione ( risiera di San Sabba ), alla quale hanno partecipato un centinaio di persone (un terzo della comunità ebraica) si è svolta nel cimitero degli ebrei. A organizzarla un anziano della comunità triestina, Raffaello Camerini, in polemica con la cerimonia della Risiera, alla quale invece ha aderito il presidente della comunità, Nathan Wiesenfeld.Raffaello Camerini, in polemica con la cerimonia della Risiera, alla quale invece ha aderito il presidente della comunità, Nathan Wiesenfeld. Menia è uno di quelli che ancora festeggiano la marcia su Roma - dice Camerini - ma quando è diventato assessore alla Cultura ha assunto automaticamente la carica di presidente della Commissione per la Risiera. E' un insulto alla memoria»

[28]

l'occupazione fascista in Yugoslavia nel periodo e il correlato internazionale

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È in corso la seconda guerra mondiale. L’Italia alla fine dell’ottobre del 1940 ha attaccato la Grecia, a cui secondo lo slogan di Mussolini si sarebbero “spezzate le ossa”, ma i greci prima resistono poi contrattaccano penetrando in territorio albanese, la situazione diviene drammatica per gli italiani. In loro aiuto interviene l’alleato tedesco infatti, il 6 aprile 1941 Hitler senza preavviso, con la complicità dell’'Ungheria, bombarda Belgrado ed invade la Jugoslavia, immediatamente il II Corpo d’Armata italiano, agli ordini del generale Vittorio Ambrosio, valica la frontiera giuliana. Gli jugoslavi sorpresi dalla rapidità e violenza dell’attacco non riescono ad organizzare la difesa, pochi giorni dopo i tedeschi occupano Belgrado, l'esercito jugoslavo si arrende, mentre Pietro II e il governo fuggono a Londra aviotrasportati dagli inglesi. L’Italia si annette la Slovenia [29]meridionale con capoluogo Lubiana, la parte centrale della Dalmazia, gran parte delle isole adriatiche e la regione delle Bocche di Cattaro ed ingrandisce a spese della Croazia la provincia di Fiume e quella di Zara. Il 21 Aprile 1941 il Fronte di Liberazione della Slovenia chiama alla Resistenza antifascista mentre sempre nella stessa zona nasce il Movimento di Ribellione formato da ufficiali d’indirizzo nazionalista e contadini di indirizzo politico centrista. Il 5 maggio il partito comunista jugoslavo inizia la lotta armata in tutto il territorio nazionale contro i nazifascisti sotto la guida di Josip Broz Tito, in seguito conosciuto come il Maresciallo Tito. I tedeschi, occupata Zagabria, creano la cosiddetta Croazia indipendente affidandone il governo ai nazifascisti ustascia comandati dal cosidetto führer o "Poglavnik"dei Croati Ante Pavelic. Inizia un periodo di durissima repressione contro ortodossi e comunisti in primis e antifascisti in generale[30]. Il giuramento degli ustascia fatto ai piedi di un crocifisso con la sciabola a baionetta, bomba "Sipe" e rivoltella VIS 9 m/m dum-dum, recitava:

«"giuro, nel nome di Cristo, di sterminare con ogni mezzo e senza pietà , i partigiani e i contadini che li appoggiano, anche se fossero mio padre o mia madre"»

[31](tradotto da Giorgio Visintin)

Nel 1934 a Marsiglia,gli Ustascia il 9 ottobre 1934 mettono in atto l'assassinio di Re Alessandro I di Jugoslavia a Marsiglia.[32] Sempre in maggio viene creato, sotto controllo italiano, il regno di Croazia e ne diventa re il duca di Spoleto Ajmone di Savoia-Aosta denominato Tomislavo II ma lo stermino e la sistematica tortura applicata dagli Ustascia a danno di Serbi, Ebrei, Musulmani ed Ortodossi portano il duca a non accettare il trono. Il 25 maggio 1942 Il cardinale Eugène Tisserant, alto prelato con incarico di segretario per la Congregazione_per_le_Chiese_Orientali , accusa il rappresentante di Ante Pavelic, convocato espressamente in Vaticano, del fatto che gli ustascia croati hanno trucidato in un solo anno circa 350000 ortodossi e serbi con donne e bambini oltre ad un numero non quantificabile per mancanza di precise informazioni, di ebrei di zingari e di musulmani, non essi facendo parte delle comunità di cui il cardinale Tisserant si occupa.[33]

Le vicende documentate da un giovanissimo partigiano scrittore italiano

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Nel luglio 1941 il futuro scrittore e uomo politico Giorgio Visintin scrive nel suo "Diario di Guerra", [34] da cui e' tratta buona parte della cronologia qui riportata, e' in villeggiatura presso la famiglia Furlan e diviene amico di Stojan Furlan, comunista e cattolico , che studia nel seminario diTrieste, dove essendo in contatto con studenti albanesi viene a conoscenza di quanto subiscono gli albanesi dall'invasione fascista. Visentin ha 12 anni e Stojan Furlan 17 anni fra i due amici e Stojan Furlan parla con Giorgio Visintin sia di problemi politici inerenti il comunismo sia di come strutturare la Resistenza antifascista al giovanissimo Giorgio che per tradizioni familiari di antifascismo militante non e' per nulla digiuno dell'argomento. Giorgio accompagna l'amico piu' grande a visitare diversi villaggi del Carso, qui il seminarista incontra altri giovani che si vogliono opporre al nazifascismo ed in seguito Stojan Furlan diverrà il comandante della prima formazione partigiana nella zona giuliana. Nel 1944 Giorgio Visintin non ha ancora compiuto 15 anni quando abbandona studi e famiglia, entra nella Resistenza e compie numerose azioni contro i nazifascisti, assumendo come nome di battaglia "tempesta" e "lupo" , viene catturato 5 volte e 5 volte riesce la fuggire .

Repressione della Resistenza Armata Antifascista

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Il Comando italiano nei Balcani, a capo di 650.000 uomini suddivisi in dieci Corpi d’Armata, ha giurisdizione sull’Albania, il Kossovo, la provincia slovena di Lubiana, la Dalmazia, il Montenegro, laGrecia, parte della Bosnia e della Croazia. La prima azione dei partigiani sloveni è la distruzione del ponte di Verd nei pressi di Vrhnika 19 ottobre 1941, a cui seguono altri attentati tutti tesi ad interrompere le vie di comunicazione degli occupanti. Le autorità militari italiane prese alla sprovvista reagiscono attuando tre pesanti rastrellamenti contro il fronte partigiano sloveno: ottobre 1941/ febbraio 1942, aprile/ giugno 1942 e luglio/novembre 1942, con l’uccisione di partigiani combattenti, la fucilazione di ostaggi, l’incendio e la spogliazione di paesi e la deportazione degli abitanti scampati alla morte. Nel corso dell’ultimo vengono uccisi in combattimento 1.807 partigiani, fucilati dopo la cattura , assassinati 167 civili , 847 tra cui 11 donne e deportati…. La deportazione degli abitanti dei villaggi è una delle disposizioni contenute nella circolare 3C del 1 marzo 1942 del generale Mario Roatta, divenuto comandante della II Armata, insieme all’eliminazione dei partigiani catturati, anche se feriti, alla distruzione dei villaggi ed alla requisizione del bestiame. Da ricordare: -16 giugno 1942 nei villaggi di Castua, Marcagli, Rubessi, Spinici: 12 fucilati, case bruciate dopo il saccheggio, bestiame requisito, 34 famiglie per un totale di 131 persone deportate, -13 luglio per la fucilazione nel villaggio di Pothum di due spie dell'OVRA da parte dei partigiani, il prefetto di Fiume Temistocle Testa sollecita dall’esercito una pronta rappresaglia. Lo stesso giorno il generale Alberto Ferrero dà ordine ai suoi uomini di bruciare il villaggio, dove vengono fucilati 108 uomini e deportati in campo di concentramento 800 abitanti.

Altri quattro uomini del villaggio di Zavrh di Cerknica sono fucilati dopo aver fatto scavare loro le fosse prima della fucilazione (fatti comprovanti da foto dell’archivio privato di Giorgio Visintin) [35] .

«Il prefetto di Fiume Temistocle Testa fa arrestare tutti gli ebrei maschi tra i 18 ed i 60 anni.Giovanni Palatucci riesce a far liberare molti di questi ebrei ed evita loro, almeno per ora, l`internamento in campi di raccolta italiani. Il 6 aprile 1941 l`Italia e la Germania invadono la Jugoslavia»

[36]

Il 31 luglio passati per le armi cinque contadini di Dane nella Loska Dolina e Krizna Gora: Franc Znidarsic, Janez Krajk, Franc Skerbec, Feliks Znidarsic ed Edward Skerbec. Alcuni brani di lettere di militari italiani danno idea del periodo e delle repressioni cruentissime scatenate:

«4 Luglio 1942Lorenzo Tamburini di Tuscania scrive:"...Cara Tota... non ti spiego che stragge abbiamo fatto..."6 Luglio 1942Il soldato Luigi Fioravanti di Palombara Sabina scrive : "... Carissimi Genitori ...avemo fatto un macielo...tutte le case bruciate..." ;8 Luglio 1942 Antonio Modica scrive a Bice Modica di Genova:"... mi sento un boia, a furia di vedere barbarie incattivisco, non ho pietà nemmeno io adesso..."»

[[37]] e' ovvio che tali lettere non arriveranno mai ai destinatari perchè fermate dalla censura militare. Nell’autunno 1941 la sezione staccata del Tribunale Speciale di Trieste cessa di funzionare, e a Roma sono "giudicati" una sessantina di imputati di terrorismo e comunismo di cui nove sono condannati a morte : Pinko Tomazic [38], Viktor Bobek, Ivan Ivancic, Simon Kos, Ivan Vadnal, cinque dei quali passati per le armi il 15 dicembre nel poligono di tiro di Opicina[39] .

le operazioni di polizia contro gli antifascisti

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Pesanti operazioni di polizia colpiscono Lubiana, ritenuta a ragione il centro operativo della guerriglia slovena. La città viene cinta da un reticolato di filo spinato lungo 41 Km con sessanta posti di guardia e quattro entrate. In due riprese vengono controllati tutti gli uomini tra i 15 e i 50 anni, migliaia sono arrestati e altre migliaia sono arruolati in battaglioni speciali, disarmati in zone lontane dai teatri di guerra come mano d’opera militarizzata, come avveniva per i giovani di leva. I rastrellamenti se non riescono a distruggere, malgrado le pesanti perdite le forze partigiane, le obbligano a spostare le loro basi in zone più interne, Alcune bande partigiane, grazie alla loro estrema mobilità, attraversano i vecchi confini italiani, ed estendono la guerriglia nelle zone di di Trieste e Gorizia cercando di insediarsi anche nella zona di Udine. L’Italia ha la Resistenza armata in casa, si apre così un fronte interno assai prima dello sbarco alleato in Sicilia che dato il metodo di lotta usato dalla guerriglia impegna forti contingenti militari. Nel febbraio 1942 il gruppo sotto il comando di Stojan Furlan inizia la guerriglia facendo saltare i binari nella piu' lunga galleria che attraversa il Carso nella zona di San Daniele del Friuli. Le autorità decidono di non divulgare la notizia per non mettere in luce che l'antifascismo diffuso fra la popolazione incomincia a passare all'azione militare. Il giorno del Corpus Domini del 1942 , Giovanni Premoli, ex ufficiale dell'esercito italiano, e Stojan Furlan attaccano il presidio della milizia fascista sempre a San Daniele, procurandosi le armi con cui viene costituita la prima Squadra d'Assalto partigiana. L'evento è clamoroso e la compattezza antifascista della popolazione rende vane le indagini per la cattura dei responsabili dell'ardita azione malgrado sull'accaduto indaghino sia la questura di Trieste che i carabinieri. Nel Marzo 1942 il Ministero degli Interni istituisce l' “Ispettorato Speciale di Polizia per la Venezia Giulia", l'incarico di dirigerlo viene affidato al commissario Giuseppe Gueli, coadiuvato da Gaetano Collotti e Remigio Rebez. Questi aguzzini applicheranno sistematicamente la tortura tanto che il gruppo prenderà il nome di "banda Collotti" [40] dal dirigente più "bravo" nell'applicare tale metodo. Verrà torturato dal Colotti Ercole Miani che nel proseguo rifiuterà la medaglia d'oro al valor militare proprio a causa di una medaglia d’argento alla memoria data allo stesso Collotti, giustiziato immediatamente dopo la Liberazione dai partigiani. Di fronte all’intensificarsi della guerriglia che le rappresaglie non frenano, Benito Mussolini il 31 luglio 1942 si reca a Gorizia e convocati i piu' alti gradi dell'esercito impone di mettere in atto nell'immediato un ordine impartito in precedenza:

«"…fucilare ai minimi sospetti, bruciare le case ed i villaggi dei contadini"»

.

[41] ed istituisce un bando, con taglie da L. 50.000 per la cattura di ogni "ribelle", vivo o morto In lettere di servizio tra militari, che non sono bloccate dalla censura, si trovano frasi di questo tono: Lettera N° 5024/31 del maggiore Silvio Santucci che sovrintende al presidio di Lubiana al responsabile del comando centralizzato generale Montagna) :

esecuzione “ribelli” del 17 orrente

«… il plotone d’esecuzione non ha eseguito il fuoco a comando.Conseguentemente uno dei condannati è rimastoincolume ed altri feriti solo leggermente. Per quantosi sia provveduto a dare dei colpi di grazia individuali,tale fatto può aver dato agio a maggiormente impressionaregli spettatori.”»

[42][43] .Giovanni Premoli con Stojan Furlan, Carlo Màslo, Giovanni Pezza, Janez Kribar e Armido Fontanot fu uno dei primi organizzatori di bande partigiane . Premoli cadra' nel combattimento della valle del Vipacco a Gradiscutta il 23 febbraio , Armido Fontanot appartiene alla storica famiglia antifascista dei Fontanot, famiglia di antifascisti [44] Giovanni era cugino di Giacomo e Giuseppe Fontanot con i figli Licio e Armido mori' in un campo di concentramento germanico dove era anche il padre di Vinicio, comandante del 3° Battaglione della "Brigata Proletaria" , nome di battaglia di "Petronio", la Brigata Proletria , forte di 1500 uomini in massima parte operai dei cantieri di Monfalcone combatte' assieme ai partigiani slavi nella Battaglia_di_Gorizia_(1943) [45] , il cugino Giacomo era figlio di Giuseppe, che nel 1923 aveva dovuto lasciare Ronchi in quanto antifascista , anche lui antifascista, aveva riparato in Francia , come molti antifascisti , con la moglie e Nerone suo figlio. I due fratelli entrarono nel Partito comunista francese ed avevano insegnato ai figli gli ideali di libertà. All'inizio della seconda guerra mondiale i fratelli furono portati al campo di concentramento di Gurs, dopo la disfatta della Francia fuggirono e ma furono ricatturati e ancora internati nel 1942 perché parteciparono alla manifestazione per il centocinquantenario della vittoria dei delle milizie rivoluzionarie a Valmy. Liberato dai maquis partecipa alla Resistenza francese fino a cadere in combattimento nel '44. A Gorizia nello stesso periodo vengono assassinati 130 antifascisti. L'incrudimento dell'indiscriminata repressione per fermare le nascenti Brigate Partigiane provoca, come sarebbe stato prevedibile da accorti " strateghi", un’espansione a macchia d'olio della Resistenza antitaliana.

Promotori del disposto della succitata circolare 3C i generali Mario Robotti ed Angelo Bergonzi, incaricato dell’organizzazione dei campi di deportazioni il generale Taddeo Orlando (tutti e tre inseriti nella lista dei criminali di guerra presentata dalla Jugoslavia alla fine del conflitto). Gli italiani, agli ordini del generale Mario Roatta, (n. 105 della lista), riuscirono a superare come percentuale di deportati le stesse SS deportando circa 35 mila persone (pari al 10% degli abitanti dell’intera Slovenia) tra cui molti donne e bambini. La vita nei campi fu oltremodo dura, in certi casi peggiore di quella dei lager nazisti di Polonia e Germania, dove se non era programmata l’eliminazione fisica dei prigionieri, lo scarso cibo, la sistemazione inumana in tende e le violenze dei carcerieri procurarono la morte di migliaia di deportati. Ad Arbe vengono deportati circa 25000 persone fra fine '42 ed inizio 1943 e si ebbero 1.345 decessi, 500 a Macula e Prevlaka, 954 a Melada, (quest’ultimo campo fu definito dal vescovo di Selenico “un sepolcro di viventi”). Tra i morti non si conosce se sono compresi anche quanti, internati come ostaggi, venivano di volta in volta prelevati per essere fucilati per rappresaglia ad azioni dei partigiani contro le truppe occupanti. Nella fattispecie nel campo di concentramento di Gonars[46] n. 89 si e' riusciti nel dopoguerra a ridare il nome a 453 dei 7000 morti per mancanza di cibo e infezioni con un gran numero di donne e bambini : i piu' deboli, gli altri sono spariti nel "nulla" Con riferimento ai decessi a causa della deportazione di civili un’informativa privata del dicembre 1942 fra i colonnelli Annibale Gallo e Bruno Lucini, , recita:

«"... i decessi avvenuti sono dovuti al quantitativo rilevante di vecchi ed agli spaventi provati dai bambini e dalle madri all'atto dell'avvenuto rastrellamento ed ai disagi del viaggio..."»

Sempre sui campi di concentramento del periodo : Emilio Grazioli che ricopre l'incarico di alto commissario in riferimento alla zona di Lubiana, invia al Comando del Corpo d'Armata la nota riservata N° 1642/2

«" ... il medico provinciale ha visitato un gruppo di internati riscontrando che presentavano, nell'assoluta totalità, i segni più gravi dell'assoluta inanizione da fame ... e cioè: dimagramento patologico con assoluta scomparsa dell'adipe anche orbitario, ipotonia e ipotrofia grave dei muscoli , edemi da fame degli arti inferiori, emeralopia, intolleranza alimentare (vomito, diarrea o grave stipsi) lieve atassia, auto-intossicazione febbrile ..."»

[47] ma il generale Gastone Gambara con una dimostrazione di raro cinismo[24] aggunge in calce[48] [49]

«"Logico ed opportuno che campo di concentramento non significhi campo d'ingrassamento... Individuo malato, equivale a individuo che sta tranquillo"»

Il cappellano militare Cristiano Cociani chiedendo il congedo manda una letterera alla Curia Vescovile di Lubiana con queste raccomandazioni:

«" Vi prego di volervi interessare degli internati…dato il numero dei malati e il numero di mortalità… ”»

[50] L'accorata lettera e' ovviamente censurata ed il famigerato generale Mario Robotti noto per il detto "se n’ammazzano troppo pochi" aggiunge il calce

«"Molto bene, non era adatto per la carica che ricopriva"»

[51] Il generale Mario Robotti resterà famoso oltre che per il cinismo anche per la frase se ne ammazzano troppo pochi che sarà il titolo di un libro dedicato agli invasori nazifascisti

Tra la caduta del fascismo e l’armistizio

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Nel marzo 1943 in Italia iniziano gli scioperi operai che saranno una delle cause fondamentali della rimozione di Benito Mussolini dal governo: il regime fascista inizia la sua rapidissima parabola discendente. Il 10 luglio dello stesso anno gli alleati sbarcano in Sicila, Mussolini si dimette il 25, Vittorio Emanuele III nomina capo del governo italiano il maresciallo d'Italia, Pietro_Badoglio, che ancora una volta cambia "casacca". A dimostrazione della scarsa accortezza del Maresciallo, [27] Badoglio affida la custodia di Benito Mussolini a Giuseppe Gueli[52] che nel '42 era responsabile del famigerato "ispettorato Speciale di Polizia" per la Venezia Giulia.[[53]]. Non essendovi prove certe di complicità con il fascismo, o piuttosto non se ne vollero trovare, è escluso che Badoglio non conoscesse Giuseppe Gueli e se non lo conosceva il suo gesto d’affido fu di una trascuratezza che non si addice alla sua "carriera" infatti l'episodio e' così "singolare"da far nascere dubbi. Gueli dichiarerà:

«fra milioni d'ltaliani restati fedeli al Duce, dava a me l'occasione favorevole, dovevo fare di tutto per salvarlo»

[54].Pietro Badoglio affida la custodia di Benito Mussolini sul Gran Sasso a Giuseppe Gueli [55].

Fu Gueli che decide il trasferimento del Duce al Gran Sasso, da dove viene liberato dai paracadutisti guidati nell'operazione dal futuro terrorista/mercenario internazionale Otto Skorzeny mentre il Gueli sta tranquillamente a Trieste a riprendere il comando della sua banda di torturatori. A guerra finita sarà pure decorato alla memoria come il suo stretto collaboratore Gaetano Collotti. Con la caduta del fascismo, la popolazione slava si aspetta un rapido ritorno a condizioni di vita più accettabili ma gli invasori italiani non modificano il loro atteggiamento, anzi si avrà un inasprimento del livelli di barbarie [26] della repressione e questo contribuirà ad ulteriormente a rinforzare fra la gente slava il concetto che italiano e' uguale a nazifascista, considerazione che genererà in seguito tragiche conseguenze.


Testimonianze sugli italiani di F.W.D. Deakin capo missione alleata in Jugoslavia

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Il Brigadiere F.W.D. Deakin, ufficiale dell’Esercito inglese, fu durante la guerra capo della Missione Alleata “Typical” dal 25 maggio al 2 dicembre 1943 presso il quartier generale dell’Esercito di Liberazione della Jugoslavia. Per sei mesi egli condivise la dura vita dei partigiani comunisti, visse in prima persona gli scontri dell’operazione “Schwarz” (conosciuta anche come la Sesta Offensiva) lanciata dai tedeschi dal 10 maggio al 16 giugno 1943 per distruggere le forze partigiane ed eliminare il loro capo Josip Broz, Tito. Paracadutato in Montenegro nel settore del monte Durmitor fu testimone del tentativo di sottrarsi all’accerchiamento da parte di forze, tedesche, italiane e bulgare, coadiuvate da elementi cetnici. L’operazione di sganciamento riuscì e i partigiani raggiunsero la Bosnia centrale dopo una marcia di 500 Km che si concluse con l’attraversamento del fiume Sutjerka, che diede nome alla battaglia nel corso della quale morirono 5.697 partigiani, compresi i feriti uccisi dal nemico, 1.437 civili e nel corso della quale furono bruciati 50 villaggi. Nel suo libro “La montagna più alta” (Giulio Einaudi editore, Torino, 1971) Deakin racconta le sue esperienze in Jugoslavia ed ha modo di segnalare fatti riguardanti gli italiani.

«Vi erano in mezzo a noi dei prigionieri italiani, miseri e storditi, commoventi nella loro muta ansia di rendersi utili. Molti di loro trasportavano le barelle dei feriti, altri con naturale abilità spingevano i muli carichi…»

(pag. 29).

«Tedeschi, italiani e bulgari, avanzando da oriente s’impadronirono di Zabljak e scalarono il Durmitor, … Ebbero inizio le operazioni di rastrellamento, affidate in particolare alle truppe italiane che cominciarono la ricerca dei feriti rimasti vivi nella battaglia. Con l’aiuto di cani poliziotti e di informatori locali che guidarono il nemico sugli altipiani e i valloni privi di sentiero, quasi tutti i gruppi nascosti furono scoperti e trucidati.»

pag. 50

«Il bollettino 26 giugno 1943 del XIV Corpo d’Armata italiano.:“Uccisi centocinquanta partigiani feriti (o malati) che non era possibile trasportare”»

. pag. 63

«L’ospedale centrale partigiano ebbe l’ordine di seguire la stessa strada… Gli unici mezzi di trasporto per circa duemila feriti erano un centinaio di muli e due o tremila prigionieri italiani come portabarella.»

pag. 7

«Nelle ultime fasi dei combattimenti bande di cetnici provenienti dall’Erzegovina si mossero verso nord come pattuglie di esploratori agli ordini degli italiani, uccidendo i partigiani feriti e gli sbandati.»

pag. 106 Parla di 1.140 civili uccisi e gettati in burroni [56]o fosse comuni (i partigiani denunceranno 1.437 civili massacrati).

i tentativi di mediazione del brigadiere F.W.D. Deakin

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Il Brigadiere F.W.D. Deakin va a Spalato per incontrare il generale Becuzzi [57]comandante della Divisione Bergamo dell’VIII Corpo d’Armata italiano l’11 settembre 1943 per convincerlo a cedere le armi dei 14.000 soldati ai suoi ordini ed eventualmente seguire i partigiani. Ma la pretesa dei partigiani di fucilare undici italiani qualificati come criminali di guerra (saranno in effetti quarantuno), intralcia la trattativa ma alla fine il generale si convince lasciando liberi i suoi sottoposti nella decisione. Becuzzi si imbarcò con 3.000 soldati per l’Italia, 9.000 furono catturati e deportati dai tedeschi, che fucilarono due generali e cinquantacinque ufficiali.

La Resistenza Antifascista organizzata all’attacco

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Subito dopo l’armistizio l’operaio Mario Fantin [58]partigiano, con il nome di battaglia "Sasso", organizza la Resistenza nella regione Giulia, radunando sul Collio 120 prigionieri alleati fuggiti dai campi di concentramento di Gonars[59], San Giorgio e Palazzolo. Fantin assumera' nel prosieguo il comando della divisione Garibaldi Natisone[60], col compito di operare principalmente nella parte più avanzata delCarso, sopra Monfalcone fino a Gorizia" le testiminianze di Ondina Peteani sono conservate presso Associazione Nazionale ex Deportati Politici nei Campi Nazisti di Milano}}.La formazione partigiana era composta di un migliaio di combattenti in stragrande maggioranza operai di Monfalcone . La Brigata Proletaria partecipa alla Battaglia_di_Gorizia_(1943) (11/26 settembre 1943), primo importante scontro tra resistenti italiani e tedeschi). Al comando del 1° battaglione della Brigata Proletaria e' Giordano Tomasig[61], che diverra' commissario politico della 24a brigata d'assalto Garibaldi intitolata ai "Fratelli Fontanot". [62] Il 9 settembre del 1943 1000 operai di Monfalcone vanno a Gorizia e formano la Brigata Proletaria al comando di Camillo Donda e di Ferdinando Marega, (Ondina Peteani[63]sara' una loro staffetta), e confluiscono nella brigata di Stojan Furlan. La Brigata Proletaria partecipa alla Battaglia_di_Gorizia_(1943) (11/26 settembre 1943), primo importante scontro tra resistenti italiani e tedeschi). Al comando del 1° battaglione della Brigata Proletaria e' Giordano Tomasig, che diverra' commissario politico della 24a brigata d'assalto Garibaldi intitolata ai "Fratelli Fontanot". Durante la battaglia nasce la Brigata/battaglione Carlo Pisacane, al comando di Arturo Bullo e Attilio Planassi, che occupa l'autocentro di Sant'Andrea mentre Antonio Zalateo e Bruno Pettarin tengono San Pietro. Il 10 settembre 1943, ai partigiani sloveni già operanti dal mese di febbraio si unisce un gruppo d’antifascisti scarcerati ed insieme costituiscono la Brigata Triestina – Istriana, formazione di 450 uomini, della quale diventa comandante Giovanni Zoll, e commissario politico Luigi Fransin, nome di battaglia "Franz". Due giorni dopo sul Collio, nella zona del villaggio di Cobaler , sotto il Monte Corada, si uniscono ai partigiani guidati da Mario Modotti, nome di battaglia "Tribuno", quelli di Fantin e di Giuseppe Gargano , nome di battaglia "Boris". Dopo l'uccisione di Tribuno, fucilato con Mario Foschiatti[[64] le Brigate partigiane operanti nella zona di Pordenone formano la Divisione Garibaldi “Mario Modotti”. Su Tribuno, ben conosciuto per il suo valore Luigi Cominesi Raimondi ha raccontato la biografia e le vicende partigiane nel libro intitolato Mario Modotti “Tribuno”: Storia di un comandante partigiano, Udine gli ha intitolato una via[[65]]. Al gruppo così' formato si uniscono gli uomini del sottotenente di complemento Giannino Bosi , nome di battaglia "Battisti", che prendera' il comando delle brigate sud Garibaldi Friuli nella zona di Pordenone , cadrà, armi in pugno nelle Prealpi Carniche l'8 dicembre 1944, [66]

I reduci italiani nella Resistenza

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Con la firma dell’armistizio,l’8 settembre 1943, tra l’Italia e gli Alleati si ha la disintegrazione dell’Esercito Italiano. La mancanza di precise disposizioni da parte dei Comandi Centrali e dei loro stessi ufficiali crea confusione tra le truppe che altro non pensa che rientrare in patria. Ma oltre la metà di loro (390.000 per la precisione) è fatta prigioniera dai tedeschi ed internata in Germania, 50.000 dai partigiani jugoslavi, mentre 40.000 confluiscono nell’esercito di Liberazione di Tito. Con 20.000 caduti gli italiani riscattarono l'onore del loro paese, infangato dal fascismo dall'aggressione dell'aprile 1941 e dalla terribile occupazione protrattasi fino al settembre 1943. La Divisione «Garibaldi», che operò in Montenegro e in Bosnia, non fu l'unica a combattere sotto la bandiera italiana con la stella rossa contro il nazifascismo in quel paese. Italiani formarono compagnie, battaglioni e brigate in tutte le diverse zone della Jugoslavia:a Divisione «Italia» operò dalla Bosnia alla Serbia e poi in Croazia fino alla liberazione di Zagabria; la Divisione «Garibaldi-Natisone» operò in Slovenia dove combatterono pure le brigate autonome «Triestina d'Assalto» e «Fratelli Fontanot»; un battaglione «Mameli» operò nel retroterra di Zara; nella II Brigata della Krajina (Croazia) fu costituito il Quinto battaglione italiano al comando del tenente Domenico Flores, siciliano; nella III Brigata dalmata (poi nella IV Brigata di Spalato) operò il battaglione italiano «Ercole Ercoli»; varie compagnie italiane furono inserite nella V e nella IV Brigata della Krajina bosniaca; una compagnia «Garibaldi» divenne il secondo nucleo della Prima Brigata partigiana che combattè in Kossovo e Macedonia. Troviamo poi un gruppo d’artiglieria composto da più di 300 italiani nella XIII Divisione croata del Litorale croato e Gorski Kotar; un altro battaglione italiano fa parte della XIII Brigata d'assalto della XXIX Divisione dell'Erzegovina; un battaglione «Garibaldi» forte di 800 uomini, formato da soldati dei disciolti reparti di Guardie alla Frontiera, combatte per alcuni mesi alle spalle di Fiume prima di venir sbaragliato dai tedeschi ed i superstiti vengono accolti in diverse formazioni slovene e croate.

A fine guerra il governo jugoslavo nel presentare alla Commissione alleata [67]per i crimini di guerra la lista di 729 italiani denunciò che nei campi erano morti 11.606 sloveni e croati. Nella stesse zone si ebbero 1.500 ostaggi civili fucilati, 2.500 partigiani uccisi dopo la cattura, deceduti per sevizie 187. Com’era avvenuto in Libia e in Etiopia i comandi italiani utilizzarono elementi locali, particolarmente feroci con i loro connazionali: ustascia in Croazia, cetnici in Serbia, domobranci o belogardisti in Slovenia. La ferocia di queste formazioni ricadde sugli italiani e generò nel popolo una violenta sete di vendetta, che si espresse già nel breve periodo che intercose tra l’armistizio dell’8 settembre 1943, con la dissoluzione dell’esercito italiano, e l’occupazione da parte dei tedeschi del litorale adriatico, annesso al Reich tedesco, con la denominazione di Adriatisches Küstenland. Qui alla ferocia dei nazisti si unì quella dei fascisti inquadrati nella neonata Repubblica Sociale di Mussolini; efferatezze e massacri si intensificarono. La situazione geopolitica avrebbe influito non poco sulle tragedie del dopoguerra che ebbero come vittime molti italiani, non solo compromessi con i nazifascismo ma anche contro quelli che potevano dissentire dal progetto del nuovo stato socialista voluto da Tito fino a che questi (con azioni violente all'interno del partito comunista jugoslavo stesso) non modificasse la sua politica liberandosi dalla dipendenze di Mosca ed instaurando un lungo periodo di pace per la federazione dell'ex-Jugoslavia. La commissione italo-slovena, nella sua relazione dell'aprile 2001, ha cercato di analizzare il contesto storico che portò a queste efferatezze: «Tali avvenimenti si verificarono in un clima di resa dei conti per la violenza fascista e appaiono essere il frutto di un progetto politico preordinato in cui confluivano diverse spinte: l’eliminazione di soggetti legati al fascismo e l’epurazione preventiva di oppositori reali». Il tutto nasceva «da un movimento rivoluzionario che si stava trasformando in regime, convertendo quindi in violenza di Stato l’animosità nazionale ed ideologica diffusa nei quadri partigiani».

i criminali di guerra

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Dal proclama del criminale di guerra Mario Roatta

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Fra i criminali di guerra operanti in Jugoslavia dim particolare importanza e' Mario Roatta ben conosciuto per alcuni ben tristi proclami

«al diario storico militare del giorno 4 luglio 1942-XX - A partire da oggi nell'intera Provincia di Lubiana, saranno immediatamente passati per le armi: - coloro che faranno comunque atti di ostilità alle autorità e truppe italiane; - coloro che verranno trovati in possesso di armi, munizioni ed esplosivi; - coloro che favoriranno comunque i rivoltosi; - coloro che verranno trovati in possesso di passaporti, carte di identità e lasciapassare falsificati; - i maschi validi che si troveranno in qualsiasi atteggiamento - senza giustificato motivo - nelle zone di combattimento

«A partire da oggi nell'intera Provincia di Lubiana, saranno rasi al suolo: - gli edifizii da cui partiranno offese alle autorità e truppe italiane; - gli edifizii in cui verranno trovate armi, munizioni, esplosivi e materiali bellici; - le abitazioni in cui i proprietari abbiano dato volontariamente ospitalità ai rivoltosi.»

«che il rastrellamento sia metodico e completo al massimo, per evitare che attraverso le maglie del dispositivo sfuggano elementi ribelli;

fucilare senza pietà gli uomini validi che nelle retrovie fossero sorpresi in atteggiamento sospetto lungo le strade ed a tergo delle nostre colonne

«Le misure di cui al numero II e III dell'ordinanza debbono essere applicate con la massima energia e senza falsa pietà.»

[68]

dalle comunicazioni fra generali:

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«Galli, [Capo di Stato Maggiore] chiarire bene il trattamento dei sospetti, perchè mi pare che su 73 sospetti non trovar modo di dare neppure un esempio è un po' troppo. Cosa dicono le norme della 3 C e quelle successive ? Conclusione SI AMMAZZA TROPPO POCO !»

«Nota del Generale Robotti ndr] Richiamo tutti sulla dizione "catturati" ! Cosa vuol dire ? Se sono ribelli vanno passati per le armi !


[Nota ulteriore ] I 3 catturati sono stati passati per le armi.

[Commento del Generale Robotti ] ma lo dicano subito perdio !»

«Postilla del Generale Robotti ndr] Bravo Fabbri! Non ha certo gli scrupoli di Ruggero (dirglielo a quest'ultimo per telefono). Non s'insisterà mai abbastanza!»

[69] Inoltre dal Bollettino n. 1/aprile 1976 dell'Istituto regionale per la storia del Movimento di liberazione del Friuli Venezia Giulia si trae questa informazione ; Italo Sauro figlio di Nazario Sauro in un appunto per il duce riferisce un colloquio avuto con l'SS Brigade Fuehrer Guenter nel quale Italo Sauro propone per rendere efficace la repressione antipartigiana (l'eroe della Prima guerra mondiale), Italo Sauro, di fra deportare dai germanici tutta la popolazione allogena di eta' tra i 15 e i 45 anni fatte salve eccezioni specifiche ma ottiene un diniego da parte germanica a tale ipotesi tale informazione e' riportata anche in un articolo di Gian Luigi Falabrino docente si storia della comunicazione visiva del Politecnico di Torino.

la "fuga" di Roatta

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«Ma nel dopoguerra, (siamo ancora nel 45) nel corso di un processo che si celebrò a Roma, la verità venne a galla, con la certificazione della responsabilità diretta del duce ed anche quella del maresciallo Pietro Badoglio nell’assassinio dei fratelli Rosselli. Badoglio, che continuava a godere di forti appoggi, riuscì però ad uscire indenne dalla losca storia, e a pagare – se così si può dire – fu soltanto il generale Mario Roatta, l’unico a finire sul banco degli imputati. Comunque per poco. Incredibilmente, proprio alla vigilia del verdetto egli riuscì infatti a fuggire dal carcere-ospedale e a svanire nel nulla, sottraendosi ad una pena (ergastolo) che – secondo una consueta tradizione tutta italiana – gli verrà in seguito amnistiata. Roatta è morto a Roma nel 1968.»

[70]

[71].


Stojan Furlan

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Nel luglio 1941 il futuro scrittore e uomo politico Giorgio Visintin scrive nel suo "Diario di Guerra", Visintin ha scritto libri su tema e zona e' in villeggiatura presso la famiglia Furlan e diviene amico di Stojan Furlan, comunista e cattolico , che studia nel seminario diTrieste, dove essendo in contatto con studenti albanesi viene a conoscenza di quanto subiscono gli albanesi dall'invasione fascista. Visentin ha 12 anni e Stojan Furlan 17 anni fra i due amici si parla sia di problemi politici inerenti il comunismo sia di come strutturare la Resistenza antifascista , la situazione non deve stupire in quanto il giovanissimo Giorgio appartiene a tradizioni familiari di antifascismo militante con l'abitudine anche di avere spesso rifugiato incasa dei genitori lo zio che deve sfuggire al carcere fascista ,fra l'altro, quindi Giorgio non e' per nulla digiuno dell'argomento. Giorgio accompagna l'amico piu' grande a visitare diversi villaggi del Carso, qui il seminarista incontra altri giovani che si vogliono opporre al nazifascismo ed in seguito Stojan Furlan diverrà il comandante della prima formazione partigiana nella zona giuliana e nel '44 Giorgio Visintin , non ancora compiuto quindicenne quando studi e famiglia, entra nella Resistenza e compie numerose azioni contro i nazifascisti, assumendo come nome di battaglia "tempesta" e "lupo" , viene catturato 5 volte e 5 volte riesce la fuggire .La prima azione partigiana su teritorio itakiano avviene ben prima dell'Armistizio ed e' opera Stojan Furlan e della sua banda , l'audace aziione avvine nel giorno a giugno 1942 .E' stato insediato un presidio della milizia fascista a San Daniele, presso il presidio della milizia fascista, e Stojan , in quel momento seminarista a Trieste , assieme a Giovanni Premoli,gia' ufficiale nell'esercito italiano, a comando di una banda di giovani contadini ed operai approffittando che i fascisti son distratti dal rancio rubano miunizioni ed esplosivi al presidio , si forma cosi' la prima Compagnia d'Assalto . Molti dei giovanissimi partigiani provengono dei contadini dai paesi di Branizza, Gabrovizza, Cobia, S. Vito e Cobidil, memtre gli operai e gli studenti provengono da Monfalcone, ve ne sono anche di unduicenni e tredicenni , probabilmente uno di questi e' Giorgio Visintin . Tale ardito accadimento mette in agitazione anche i quadri superiori dei militari fascisti e viene fatta intervenire sia questura che carabinieri che non conclude niente a livello investigativo a causa della solidarieta' della popolazione della zona con la appena nata banda partigiana.Iniziano le prime scaramucce e scontri con i fascisti che alla fin fine dopo aver tentato di nascondere i fatti ammettono gli scontri con la "compagnia d'assalto" a comando di Furlan e Premoli, che , ironia del discorso , sta usando contro i fascisti una mitrragliatrice pesente sottratta ai fascisti in scontri precedenti. La "compagnia d'assalto" subisce una perdita di otto partigiani in uno scontro in val Vipacco. Su Premoli piu' facilmente individuabile in quanto ex ufficiale italiano viene posta una taglia di 50.000 Lire ,cifra ragguardevolissima per il periodo ma nesuno lo tradira' e Premoli morira' un ano dopo sempre in val Vilpacco in uno scontro a fuoco

Il ) settembre 1943 operai di Mofalcone , circa 1000 formano la Brigata Proletaria e riuniscono le proprie forze a Gorizia .A comando vi e' Camillo Donda e Ferdinando Marega, a loro si uniscono partigiani sloveni e la Compagnia d'Assalto di Stojan Furlan.

Stojan Furlan cade Ossegliano in val di Vipacco 10 Dicembre 1943.

Voci Correlate

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  • F.W.D. Deakin – La montagna più altaEinaudi Editore Torino, 1971,
  • Carlo Spartaco Capogreco[72]I campi del duce - Einaudi Editore Torino, 2006 [73]
  • ANED Fascismo – Foibe – Esodo, Atti a conclusione Convegno dell’ANED alla Risiera di San Sabba, Trieste 23.92004
  • Angelo_Del_BocaItaliani, brava gente? Neri Pozza Editore,Vicenza - 2005
  • Eric Gobetti – L’occupazione allegra. Gli italiani in Jugoslavia (1941 – 1943) Carocci, Roma, 2007 (cap. 9)[74]
  • Tone Ferenc La provincia "italiana" di Lubiana: documenti 1941-1942, Istituto friulano per la storia del movimento di liberazione fondato da Ercole Miani, Pubblicato da Istituto friulano per la storia del movimento di liberazione, 1994
  • Kersevan Alessandra [75] Lager italiani. Pulizia etnica e campi di concentramento fascisti per civili jugoslavi 1941-1943
  • Claudia Cernigoi Operazione foibe fra storia e mito Edizioni Kappa Vu,2005, Udine
  • Michael Palumbo l'olcausto dimenticato Rizzoli
  • Raimondi Cominesi Luigi Mario Modotti «Tribuno». Storia di un comandante partigiano Editore: Ist. Friulano Mov. Liberazione
  • Tone Ferenc Ravel Kodrič, Damijan Guštin, Nevenka Troha , Neupogljivi zakon Rima: fasizem in osvobodilni boj primorskih Slovencev 1941-1943 : documenti La legge inflessibile di Roma : il fascismo e la lotta di liberazione degli Sloveni nella Venezia Giulia 1941-1943

Pubblicato da Društvo piscev zgodovine NOB, 2004 ISBN 961604933X, 9789616049337

  • Tone Ferenc Pavel Kodrič Si ammazza troppo poco: condannati a morte, ostaggi, passati per le armi nella provincia di Lubiana ; 1941-1943 ; documenti

Pubblicato da Società degli scrittori della storia della Lotta di Liberazione, 1999 ISBN 9619026160, 9789619026168

  • Tone Ferenc La provincia 'italiana' di Lubiana, documenti 1941-1942 Studi e documenti Pubblicato da Istituto friulano per la storia del movimento di liberazione, 1994
  • Tone Ferenc L`amministrazione partigiana slovena civile e militare nella Venezia Giulia nell`autunno 1943 , Trieste , Istituto Friulano per la Storia del Movimento di Liberazione[76]
  • Tone Ferenc La zona libera del IX Korpus d'Armata sloveno nella Venezia Giulia
  • Tone Ferenc Milizia volontaria per la sicurezza nazionale: MVSN
  • Tone Ferenc , Mojca Širok, Ali H. ŽerdinFašisti brez krinke
  • Tone Ferenc Ljudska oblast na Slovenskem 1941-1945

Pubblicato da Partizanska knjiga, 1987

  • Tone FerencQuellen zur nationalsozialistischen Entnationalisierungspolitik in Slowenien, 1941-1945: Viri Nacistični Raznarodovalni Politiki V Sloveniji, 1941-1945 Pubblicato da Založba Obzorja, 1980
  • Tone Ferenc , Martin Cregeen There is Not Enough Killing: Condemned to Death, Hostages, Shot in the Ljubljana Province, 1941-1943: Documents

Pubblicato da Institute for Contemporary History : Society of the Writers of the History of the Liberation War in Slovenia, 1999 ISBN 9619026179, 9789619026175

  • Tone Ferenc Nacistična raznarodovalna politika v Sloveniji v letih 1941-1945

Pubblicato da Založba "Obzorja,", 1968 Originale disponibile presso la la University of MichiganDigitalizzato il 13 lug 2006

  • Tone Ferenc Kapitulacija Italije in narodnoosvobodilna borba v Sloveniji jeseni 1943

Pubblicato da Zalozba "Obzorja,", 1967

Collegamenti esterni

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di Giuseppe Casarrubea[77]

deportati sull’isola di Arbe e in Italia

°Istituto Regionale per La Storia del Movimenti di Liberazione Nel Friuli Venezia Giulia fondato da Ercole Miani nel 1953[80] [81]

[82]

Disposizioni del gen. Robotti Allegato n. 10

al diario storico militare del giorno 4 luglio 1942-XX

COMANDO XI° CORPO D'ARMATA Uff. Operazioni

- - - - - - - - - - - - - - - - -

N.02/6246/Op.

P.M. 46, 4 luglio 1942-XX

OGGETTO: Proclama.

 ALL'ECCELLENZA  EMILIO  GRAZIOLI
 Alto  Commissario  per  la  Provincia  di           L u b i a n a
 E' intendimento dell'Ecc. Generale Roatta che all'inizio del prossimo ciclo di operazioni di grande rastrellamento, venga emanato il proclama annesso.
 Esso è ispirato ai seguenti criteri:

- riassumere brevissimamente i precedenti e le ragioni per cui - per colpa unicamente dei ribelli e dei loro favoreggiatori - si sia passati e si passi da una prassi clemente, e poi più dura, ad una prassi decisamente più drastica; - elencare tutte insieme le principali limitazioni che verranno applicate, ivi comprese alcune già in atto; - lasciare una possibilità di ravvedimento per coloro che si arrendano, consegnando le armi, fuori dall'ambito del combattimento vero e proprio.

 Il proclama verrà pubblicato nel momento stesso in cui inizieranno le operazioni.
 Pubblicarlo prima equivarrebbe a dare l'allarmi e l'effetto sarebbe - d'altra parte - minore.
 La pubblicazione sarà fatta contemporaneamente, con affissione in tutti i presidi e con lancio da aeroplani nelle zone interposte fra i presidi, a cominciare da quelle in cui sono annidate le formazioni ribelli.
 In aderenza a quanto è stato fatto finora, sarebbe opportuno che il proclama portasse le firme di V.E. e mia.
 Allego pertanto copia del testo del proclama e prego V.E. di voler compiacersi di farmi conoscere la sua decisione.
 Alla stampa dei proclami provvederà il Comando Superiore FF.AA. Slovenia - Dalmazia.
 Interesserò poi V.E. per il concorso dei comuni per l'affissione del manifesto che verrà diffuso anche a cura dei comandi operanti ed a mezzo aerei.

IL GENERALE DI CORPO D'ARMATA COMANDANTE F/to Mario Robotti

p. c. c. IL COMANDANTE CAPO DI S.M.

           F.to Annibale Gallo





S L O V E N I  !

- Al momento dell'annessione, l'Italia vittoriosa vi ha dato condizioni estremamente umane e favorevoli. Dipendeva da voi, ed unicamente da voi, di vivere in un'oasi di pace.

 -    Invece molti di voi hanno impugnato le armi contro le autorità e le truppe italiane.

- Queste, per un alto senso di civiltà ed umanità, si sono limitate all'azione militare, evitando misure che gravassero sul'insieme della popolazione ed ostacolassero la normale vita economica del paese. E' solo quando i rivoltosi sono trascesi ad orrendi delitti contro italiani isolati, contro vostri pacifici concittadini e persino contro donne e bambini, che le autorità italiane sono ricorse a misure di rappresaglia ed a qualche provvedimento restrittivo, di cui soffrite per causa dei rivoltosi

- Ora, poichè i rivoltosi continuano la serie di delitti, e poichè una parte della popolazione persiste nel favorire la ribellione, disponiano quanto segue:

1°) - A partire da oggi nell'intera Provincia di Lubiana: - sono soppressi tutti i treni viaggiatori locali; - è vietato a chiunque viaggiare sui treni in transito, tranne a chi è in possesso di passaporto per le altre provincie del regno e per l'estero; - sono soppresse tutte le autocorriere; - è vietato il movimento con qualsiasi mezzo di locomozione, fra centro abitato e centro abitato; - è vietata la sosta ed il movimento, tranne che nei centri abitati, nello spazio di un chilometro dai due lati delle linee ferroviarie. (Sarà aperto senz'altro il fuoco sui contravventori); - sono soppresse tutte le comunicazioni telefoniche e postali, urbane ed interurbane.

2°) - A partire da oggi nell'intera Provincia di Lubiana, saranno immediatamente passati per le armi: - coloro che faranno comunque atti di ostilità alle autorità e truppe italiane; - coloro che verranno trovati in possesso di armi, munizioni ed esplosivi; - coloro che favoriranno comunque i rivoltosi; - coloro che verranno trovati in possesso di passaporti, carte di identità e lasciapassare falsificati; - i maschi validi che si troveranno in qualsiasi atteggiamento - senza giustificato motivo - nelle zone di combattimento.

3°) - A partire da oggi nell'intera Provincia di Lubiana, saranno rasi al suolo: - gli edifizii da cui partiranno offese alle autorità e truppe italiane; - gli edifizii in cui verranno trovate armi, munizioni, esplosivi e materiali bellici; - le abitazioni in cui i proprietari abbiano dato volontariamente ospitalità ai rivoltosi.

- - - - - - - - - - - - - - - - -



- Sapendo che fra i rivoltosi si trovano individui che sono stati costretti a seguirli nei boschi, ed altri che si pentono di aver abbandonato le loro case e le loro famiglie, garantiamo salva la vita a coloro che, prima del combattimento, si presentino alle truppe italiane e consegnino loro le armi.

- Le popolazioni che si manterranno tranquille, e che avranno contegno corretto rispetto alle autorità e alle truppe italiane, non avranno nulla a temere, nè per le persone, nè per i loro beni.



- - - - - - - - - - - - - - - - -

 Lubiana -- luglio 1942 - XX



Fonte: Fondo Gasparotto b. ff. 8578-8581, presso archivio Fondazione ISEC (Istituto di Storia dell'Età Contemporanea), Sesto S.Giovanni (Mi).



C O M A N D O X I° C O R P O D' A R M A T A

P.M. 46, 17 luglio 1942-XX

Ufficio Operazioni n. 02/7014 di prot. op.

Oggetto: modalità d'azione contro i ribelli.

Al COMANDANTE DELLA DIVISIONE FANTERIA "GRANATIERI DI SARDEGNA" Al COMANDANTE DELLA DIVISIONE FANTERIA "ISONZO" Al COMANDANTE DELLA DIVISIONE FANTERIA "MACERATA" Al COMANDANTE DELLA DIVISIONE FANTERIA "CACCIATORI DELLE ALPI" Al COMANDANTE DEL RAGGRUPPAMENTO CC.NN. "MONTAGNA" Al COMANDANTE DELL'XI RAGGRUPPAMENTO G.a.F. Al GENERALE DE RIENZI COMANDANTE RAGGRUPPAMENTO MANOVRA

 e, per conoscenza:

Al COMANDO SUPERIORE FF.AA. "SLOVENIA-DALMAZIA" (2^ Armata)

^^^^^^^^^^^^

 Porto a conoscenza di tutti la giusta sensazione che ha avuto il comando della Divisione Granatieri e cioè che il nemico stia lasciando dei piccoli nuclei di briganti indietro col compito di lasciarsi sorpassare dalle nostre truppe marcianti attraverso i varchi non potuti rastrellare, e colpirli alla schiena.
 Questo fatto trova conferma nell'episodio delle cc.nn. della 105^ legione che a Krka Vas, dopo la partenza ed avanzata verso ovest della divisione Cacciatori, hanno subito 20 perdite, tra cui un ufficiale, inflitte da elementi ribelli ripullulanti a tergo delle colonne operanti.
 Occorre quindi:

1°)- che il rastrellamento sia metodico e completo al massimo, per evitare che attraverso le maglie del dispositivo sfuggano elementi ribelli;

2°)- fucilare senza pietà gli uomini validi che nelle retrovie fossero sorpresi in atteggiamento sospetto lungo le strade ed a tergo delle nostre colonne.

IL GENERALE DI C.d'A. COMANDANTE F/to Mario Robotti



Allegato n. 76

al diario storico militare del giorno 18 luglio 1942-XX

COMANDO XI CORPO D' ARMATA Ufficio Operazioni

P.M. 46, 18 luglio 1942-XX

n. 02/7037 di prot. op.

Oggetto: Applicazione dell'ordinanza del 15 luglio 1942-XX

Al COMANDANTE DIVISIONE FANTERIA "GRANATIERI DI SARDEGNA" Al COMANDANTE DIVISIONE FANTERIA "ISONZO" Al COMANDANTE DIVISIONE FANTERIA "MACERATA" Al COMANDANTE DIVISIONE FANTERIA "CACCIATORI DELLE ALPI" Al COMANDANTE XI RAGGRUPPAMENTO GAF Al COMANDANTE RAGGRUPPAMENTO CC.NN. "MONTAGNA" ^^^^^^^^^^^^

 Mi riferisco alle disposizioni emanate ieri con foglio 02/6953 circa le misure da prendere affinchè i temperamenti applicati in vista dei lavori agricoli e della circolazione da centro abitato a centro abitato, non rendano inoperanti i provvedimenti restrittivi contenuti in proposito nell'ordinanza.
 Intendo che dette misure siano immediatamente e molto energicamente applicate.
 Se i comandi in indirizzo constateranno che esse non siano sufficienti ad assicurare che i provvedimenti dell'ordinanza raggiungano lo scopo proposto, provvedano immediatamente a darmene avviso senza attendere che ciò mi risulti direttamente nei controlli che io effettuerò e che ho preannunziato nel foglio a riferimento.

Circa l'esecuzione dei rimanenti provvedimenti sanciti dall'ordinanza preciso:

a)- Le misure di cui al numero II e III dell'ordinanza debbono essere applicate con la massima energia e senza falsa pietà.

b)- Chi compie comunque atti di ostilità alle autorità o truppe italiane - chi venga trovato in possesso di armi, munizioni ed esplosivi - chi favorisca comunque i rivoltosi - chi venga trovato in possesso di passaporti, carte di identità e lasciapassare falsificati. deve essere passato per le armi. Non ammetto che gente colpevole di quanto sopra venga deferita ai tribunali od internata; dev'essere soppressa.

c)- Gli edifici da cui partono offese alle autorità e truppe italiane - gli edifici in cui vengano trovate armi, munizioni ed esplosivi o materiali bellici - le abitazioni i cui proprietari abbiano volontariamente dato ospitalità ai rivoltosi (e - per logica conseguenza - ancora di più le abitazioni appartenenti ai ribelli) devono essere inesorabilmente distrutti.

d)- Le misure di cui sopra non si applicano solo nella zona in cui operano le truppe mobili, ma nella intera provincia di Lubiana.

e)- La misura ultima del n.II dell'ordinanza (""... saranno passati per le armi...i maschi validi che si troveranno in qualsiasi atteggiamento - senza giustificato motivo - nella zona di combattimento"") deve essere intesa ed applicata nel modo seguente: 1°) I maschi validi trovati, in qualsiasi atteggiamento, in zona di combattimento, in aperta campagna dall'avanti sino alla linea di schieramento delle artiglierie, non possono essere considerati (per ovvi motivi) che come ribelli o favoreggiatori dei ribelli. E pertanto passati per le armi. 2°) I maschi validi trovati in abitazioni isolate, gruppi di case e centri abitati, sempre quando non siano rei degli atti contemplati nei precedenti articoli del n.II dell'ordinanza, saranno tutti arrestati. Quelli che fra essi non siano del luogo saranno passati per le armi come quelli incontrati in aperta campagna. 3°) Saranno pure arrestati i maschi validi che affluiscono in abitazioni isolate, gruppi di case e centri abitati, dopo la nostra occupazione. Quelli che fra essi non risulteranno del posto, o che non rientrino colle proprie famiglie (circostanza questa che giustificherebbe la loro assenza al momento della nostra occupazione) saranno passati per le armi. 4°) La procedura di cui al n.1°, 2° e 3° sarà seguita anche nel caso che gli abitanti nel loro complesso accolgano favorevolmente le nostre truppe.

 I rivoltosi cui è stata ... coll'ordinanza, e deve - per conseguenza - essere garantita salva la vita, sono esclusivamente coloro che, in località e al momento in cui non siano materialmente in corso combattimenti, si arrendono in forma evidente, consegnando le armi.
 Chi si arrende, combattimento durante, non godrà di tale trattamento.

IL GENERALE DI CORPO D'ARMATA COMANDANTE F/to Mario Robotti



Allegato n. 90

COMANDO XI CORPO D' ARMATA Ufficio Operazioni

P.M. 46, 21 luglio 1942-XX

n. 02/10046 di prot. op.

Oggetto: Atteggiamento verso ribelli e loro favoreggiatori

Al COMANDANTE LA DIVISIONE FANTERIA "GRANATIERI DI SARDEGNA" Al COMANDANTE LA DIVISIONE FANTERIA ISONZO Al COMANDANTE LA DIVISIONE FANTERIA MACERATA Al COMANDANTE LA DIVISIONE FANTERIA CACCIATORI DELLE ALPI Al COMANDANTE IL RAGGRUPPAMENTO CC.NN. "MONTAGNA" Al COMANDANTE L'XI RAGGRUPPAMENTO GAF ^^^^^^^^^^^^

 Nelle mie visite alle truppe in operazione ho notato che non tutti i comandanti sono immedesimati della necessità assoluta della repressione energica.
 Tale circostanza è suscettibile non solo di indebolire l'azione intrapresa, ma altresì di diversificare la linea di condotta delle singole unità, linea di condotta che deve invece essere fermamente ed inesorabilmente unitaria.
 Spero che ogni dubbio sia scomparso dopo la mia circolare numero 02/7037 in data 18/7, ad ogni modo pongo e prego di porre ai vostri dipendenti il dilemma netto seguente:

- o si sentono di procedere come intendo, ed allora applichino senza falsa pietà i miei ed i vostri ordini; - o non si sentono di procedere in tale maniera, ed allora lo dichiarino, affinchè vengano destinati ad altri incarichi.

IL GENERALE DI CORPO D'ARMATA COMANDANTE F/to Mario Robotti



Allegato n. 89

COMANDO XI CORPO D' ARMATA

P.M. 46, 21 luglio 1942-XX

Ufficio Operazioni n. 02/10052 Op.

Oggetto: Favoreggiamento all'attività ribelli

Al COMANDANTE DIVISIONE FANTERIA "GRANATIERI DI SARDEGNA" Al COMANDANTE DIVISIONE FANTERIA ISONZO Al COMANDANTE DIVISIONE FANTERIA MACERATA Al COMANDANTE DIVISIONE FANTERIA CACCIATORI DELLE ALPI Al COMANDANTE RAGGRUPPAMENTO CC.NN. "MONTAGNA" Al COMANDANTE XI RAGGRUPPAMENTO GAF ^ ^ ^ ^ ^ ^ ^ ^ ^ ^ ^ ^

1) - Rammento - per gli opportuni provvedimenti - che l'ordinanza del 15 luglio prevede che sia passato per le armi chiunque alloggi volontariamente dei ribelli favorendone in tal modo l'azione.

2) - In relazione a quanto sopra, dato che risulta esistano presso l'ospedale civile di Lubiana parecchi ricoverati feriti di arma da fuoco, - il che lascia supporre che altri si trovino negli ospedali degli altri centri abitati, nelle cliniche e case di cura private, nelle abitazioni, ecc. - presi gli ordini dall'Eccellenza il Comandante Superiore FF.AA. Slovenia-Dalmazia, dispongo:

- tutti i sanitari di Lubiana e dei presidi da noi tenuti ed occupati, i direttori di ospedali, di cliche, di case di cura et similia siano riuniti ed avvisati che: a) - possono accogliere negli stabilimenti sanitari e curare in essi e presso abitazioni feriti di armi da fuoco, ma hanno l'obbligo di fare immediata denuncia del fatto ai CC.RR. là dove esistono, oppure ai comandanti di presidio militare; b) - le omesse o ritardate denunce costituiranno atto di favoreggiamento verso i ribelli: saranno pertanto severamente punite, anche con la pena di morte; c) - sia detto ben chiaramente che la prassi sinora seguita si deve, nelle attuali circostanze, considerare integrata con le prescrizioni sopra riportate;

- siano passate frequenti ispezioni ai luoghi di cura pubblici e privati per accertare che si ottemperi all'ordine sopra riportato. Qualsiasi infrazione sia prontamente e severamente repressa;

- i feriti di arma da fuoco per i quali sussista anche il solo sopetto che abbiano partecipato all'azione ribelle siano riuniti in apposito locale, curati e considerati in stato di arresto. Una volta guariti saranno deferiti al tribunale militare.

 Mi sia data assicurazione dell'avvenuta partecipazione ai medici di quanto li riguarda. Attendo di conoscere dal comando raggruppamento cc.nn. località e data della riunione che verrà in proposito indetta in Lubiana.

IL GENERALE DI CORPO D'ARMATA COMANDANTE F/to Mario Robotti



 F O N O G R A M M A   A   M A N O

P.M. 46, 21 luglio 1942 XX

DAL COMANDO XI CORPO D'ARMATA

ALL'ALTO COMMISSARIATO PER LA PROVINCIA DI LUBIANA

^^^^^^^^^^^^

02/10048 ALT COMUNICO D'AVER AUTORIZZATO I COMANDANTI DELLE GRANDI UNITA' OPERANTI AD INTERNARE SECONDO LORO CRITERIO DISCREZIONALE I MASCHI VALIDI DAI 18 AI 55 ANNI TROVATI NELLE ZONE DI OPERAZIONE ALT.

F/TO GENERALE ROBOTTI

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .



Allegato n. 97

COMANDO XI CORPO D' ARMATA

P.M. 46, 23 luglio 1942-XX

Ufficio Operazioni n. 02/10084 di prot. Op.

Oggetto: Risultati dei primi due complessi operativi

Al COMANDANTE DIVISIONE FANTERIA "GRANATIERI DI SARDEGNA" Al COMANDANTE DIVISIONE FANTERIA CACCIATORI DELLE ALPI Al COMANDANTE DIVISIONE FANTERIA ISONZO Al COMANDANTE DIVISIONE FANTERIA MACERATA Al COMANDANTE RAGGRUPPAMENTO CC.NN. "MONTAGNA" Al COMANDANTE XI RAGGRUPPAMENTO GAF Al COMANDANTE RAGGRUPPAMENTO MANOVRA (Generale De Rienzi) ^ ^ ^ ^ ^ ^ ^ ^ ^ ^ ^ ^

   Siamo al termine della 1^ parte del 2^ complesso operativo.
   I risultati pratici sono i seguenti:

a)- nemici uccisi in combattimento n.32 b)- ribelli catturati e passati per le armi n.84 c)- ribelli volontariamente presentatisi n.50 d)- individui arrestati per cui sono in corso accertamenti n.13 e)- armi consegnate e prese: fucili 38 - fuc.mitr. 3 - cartucce un migliaio f)- apprestamenti tattici e logistici distrutti.

  In complesso non vi sarebbe da stare allegri - data l'entità della forza impiegata nelle operazioni di controguerriglia, se nelle operazioni in grande non si fosse accertato che i nostri soldati hanno fatto tutto quanto si poteva per avere risultati migliori. Ma evidentemente, le difficoltà del terreno, la vastità del territorio da rastrellare in confronto alla truppa impiegabile, l'astuzia volpina dei briganti comunisti, rotti alla vita dei boschi ed aiutati direttamente ed indirettamente dalla popolazione, e la loro possibilità di celarsi nelle loro case e di apparire come innocui cittadini, hanno concorso a ridurre i risultati che si speravano dal nostro lavoro ...
   Mentre esorto non soltanto a continuare, nei futuri complessi operativi, con lo stesso spirito con cui sono stati intrapresi i primi due, ma anche ad affinare sempre più la nostra tecnica per riuscire ad accerchiare meglio od almeno ad agganciare i gruppi nemici prima che il loro esodo in Croazia - come pare - ce ne sottragga la massima parte; rilevo ancora una volta la necessità, in vista appunto delle difficoltà di catturare in gran numero i briganti, di sopprimere senza pietà non solo i colpevoli, ma anche i sospetti, e di internare gli uomini validi che sembra facciano ritorno ai paesi già occupati dai ribelli. Questi, non c'è da illudersi, ce li ritroveremo ancora in agguato nei boschi contro i nostri soldati, al termine del ciclo operativo.
   Ricordare che ogni cittadino può mascherare un partigiano che, seppellito il fucile ed impugnata la vanga, è pronto a riprenderlo per tirare nella schiena ai nostri soldati; ricordare che le circolari 02/7037 del 18 e 02/10052 del 21 luglio sono ordini chiari e tassativi e rispondono alla dura necessità della situazione e alle esigenze del nostro prestigio.

IL GENERALE DI CORPO D'ARMATA COMANDANTE F/to Mario Robotti



 T E L E G R A M M A

P.M. 46, 4 agosto 1942 XX

DA COMANDO XI CORPO D'ARMATA

. . . . . INDIRIZZI . . . . .

02/10216 ALT DISPONGO CHE CHIUNQUE SIA TROVATO IN POSSESSO DI STAMPATI ET TESSERE COMUNISTE O DOCUMENTI ANALOGHI SIA PASSATO PER LE ARMI ALT. LE ABITAZIONI IN CUI SARANNO TROVATI DOCUMENTI DI CUI SOPRA DOVRANNO ESSERE DISTRUTTE. ALT.

F/TO GENERALE ROBOTTI




COMANDO DEI CC.RR. DELL'XI CORPO D'A R M A T A

P.M.10, 5/8/1942 XX

N. 5/323 di prot.

   AL COMANDO DELLA 209 SEZIONE MISTA CC.RR.   SEDE
   AL COMANDO DELLA 375 SEZIONE MISTA CC.RR.   SEDE
   AL COMANDO DELLA 210 SEZIONE MISTA CC.RR.   SEDE

. . . . . per norma.-

IL MAGGIORE COMANDANTE I CARABINIERI REALI F/to Angelo d'Amato



 COPIA FONOGRAMMA

DA COMANDO DIVISIONE CACCIATORI

AT COMANDO XI CORPO D'ARMATA

   e, per conoscenza:

AT COMANDO DIVISIONE GRANATIERI "SARDEGNA" AT COMANDO DIVISIONE "MACERATA"

N. 5966/op.

RIEPILOGO ATTIVITA' GIORNO 3 CORRENTE

IL BTG. 52° FTR. ESEGUITO RASTRELLAMENTO ZONA TRAVNA GORA (VH-XK). ZONA RAVAC (VO-CD) ZONA PODGORA (DQ-CD) DAI BGT. 51° FTR ZONA LEDENIK(VS-BZ) NESSUNA NOVITA' BRIGANTI COMUNISTI PASSATI PER ARMI UNO. ARRESTATI SOSPETTI DI FAVOREGGIAMENTO DIECI. ARRESTATI SESSANTATRE ABITANTI RAKITNICA PURE SOSPETTI FAVOREGGIAMENTO. DISTRUTTO UN ACCAMPAMENTO RIBELLI, INCENDIATE CINQUE BARACCHE, RIMOSSE ABBATTUTE, DISTRUTTI POSTI VEDETTA, CATTURATE DUE MITRAGLIATRICI SCHVARTZLOSE, TRE FUCILI MITRAGLIATORI, DUE FUCILI, CINQUE CASSE MUNIZIONI CONTENENTI ANCORA 4376 CARTUCCE, UNA CASSA CON 31 BOMBE VARIE, 52 ROTOLI DI MICCIA, 51 CHILI DI ESPLOSIVI VARI, DUEMILA DETONATORI, ULTERIORI 200 METRI DI FILO TELEFONICO, UN BASTO 7 CAVALLI ET VARI INDUMENTI UNIFORME JUGOSLAVA.

F/TO GENERALE RUGGERO

Giunto ore 7,25 del 4/8

[Nota del Generale Robotti ndr]

 Galli, [Capo di Stato Maggiore ndr]

chiarire bene il trattamento dei sospetti, perchè mi pare che su 73 sospetti non trovar modo di dare neppure un esempio è un po' troppo. Cosa dicono le norme della 3 C e quelle successive ? Conclusione : SI AMMAZZA TROPPO POCO !

    4-8    (sigla Robotti)



 COPIA FONOGRAMMA

P.M. 46, 5 agosto 1942 XX Ore 0,45

DA 5 RAGGRUPPAMENTO G.A.F. AL COMANDO XI CORPO D'ARMATA

532.02/OP ALT AZIONE RASTRELLAMENTO ZONA SORGENTI KUPA HABET PORTATO INCONTRO CON NUCLEI NUMEROSI. INGAGGIATO COMBATTIMENTO ET UCCISI 9 E CATTURATI CON FUCILAZIONE IMMEDIATA 32 ALTRI 40 DA INTERROGARE ALT. DISTRUTTI ABITATI RAZLOGE (BL - VK) KRASICEVICA (BL - VK) KAVACEVLOZ (BH - VM) OKRUG (BL - VM) CHE AVEVANO DATO RIPARO AI RIBELLI ARMATI ALT.

F/TO GENERALE FABBRI


[Postilla del Generale Robotti ndr] Bravo Fabbri! Non ha certo gli scrupoli di Ruggero (dirglielo a quest'ultimo per telefono). Non s'insisterà mai abbastanza!



 FONOGRAMMA A MANO

DA COMANDO FANTERIA CACCIATORI

AL XI CORPO D'ARMATA

   e, per conoscenza:

AL COMANDO TATTICO DIVISIONE CACCIATORI

 -----------------------

2418/OP(5°) ATTIVITA' OPERATIVA GIORNO 17.9(.) REPARTO PRESIDIO GROSUPLJE ESEGUITA PUNTATA AT KRIZKA VAS (VO-CZ)(.) FERMATO UN SOSPETTO (.) REPARTO PRESIDI SMARJE EFFETTUATA PUNTATA ZONA GLOBUSCEK - FUCIHAN (US-DECZ) (.) NESSUNA NOVITA'(.) REPARTO PRESIDIO DBREPOLJE CON CONCORSO PRESIDIO CUSPERK RASTRELLATA ZONA ILOVA GORA (VO-CS)(.) RECUPERATI UN FUCILE ET UNA CANNA MITRAGLIATORE(.) REPARTO PRESIDIO KOPANJ CON CONCORSO PRESIDIO SLIVNICA RASTRELLATA ZONA DA SOLI (VM-CU)(.) NESSUNA NOVITA'(.) REPARTO PRESIDIO V. LASCE ESEGUITA PUNTATA ZONA KRKOVO (US-CO)(.) NESSUNA NOVITA'(.) PRESIDIO VIDEM KRKA EFFETTUATO RASTRELLAMENTO ZONA OVEST ROTABILE PER STIGNA (.) RECUPERATI UN FUCILE ET MUNIZIONI(.) REPARTO PRESIDIO STIGNA COMPIUTO RASTRELLAMENTO ZONA BOJANJI VRH(VS-CU)(.) NESSUNA NOVITA'(.) PRESIDIO S. VID CON CONCORSO FORMAZIONE M.V.A.C. RASTRELLATA ZONA NORD TEMENICA (ZI-DE)(.) UN BRIGANTE COMUNISTA UCCISO IN COMBATTIMENTO(.) TRE CATTURATI(.) RECUPERATI QUATTRO FUCILI(.) UN MOSCHETTO(.) DUECENTOTRENTA CARTUCCE(.) TRE BOMBE A MANO ALT 21001709

F/TO GENERALE MAGGIORE

[Nota a margine ndr] La zona è un po' a Sud di Poljane dove si sta facendo l'azione stamane.

[Nota del Generale Robotti ndr]

 Richiamo  tutti  sulla  dizione  "catturati" !   Cosa  vuol  dire ?  Se  sono  ribelli  vanno  passati  per  le  armi !
    18-9   Robotti

[Nota ulteriore ndr]

 I  3  catturati  sono   stati   passati   per   le   armi.

[Commento del Generale Robotti ndr]

 ma  lo  dicano  subito  perdio !
    18-9   Robotti



P.M. 110, 23 marzo 1943 XXI

AL DISTACCAMENTO SPECIALE MILIZIA FERROVIA

S U S S A


MILIZIA NAZIONALE FERROVIARIA = AI COMANDI STAZIONE MILIZIA FERROVIARIA COMANDO COORTE AUTN. LUBIANA = ZAGABRIA NOVO MESTO = KARLOVAC = METLIKA = KOCEVJE = ZALOG

N. XXI/12497/305 = S

OGGETTO: Scambio prigionieri

^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^

   Per opportuna conoscenza si trascrive qui di seguito una comunicazione pervenuta dall'XI° Corpo d'Armata in data 23 andante relativa la trattamento da usare nei riguardi dei partigiani catturati in combattimento.
   02/1551 ALT si trasmette per norma et per ottemperanza seguente disposizione pervenuta supersloda:
   "Allo scopo facilitare recupero nostri prigionieri mediante scambio partigiani in nostre mani dispongo vengano attenuate disposizioni attualmente vigenti autorizzando che partigiani catturati aut in combattimento non (dico non) vengano passati per le armi, ma vengano trattenuti prigionieri per potercene servire per scambio le presenti direttive che habent carattere eccezionale dovranno essere seguite da codesto comando fino at nuovo ordine" Termina alt.

IL COMANDANTE LA COORTE AUTONOMA F/TO SENIORE MARIO DE FELICE



Segreto

COMANDO XI° CORPO D' ARMATA Ufficio Operazioni

P.M. 46, 27 maggio 43 XXI

n. 02/2493 di prot. op.

OGGETTO: Trattamento ribelli catturati in combattimento.

AL COMANDO DIVISIONE FANTERIA "ISONZO" AL COMANDO DIVISIONE FANTERIA "LOMBARDIA" AL COMANDO DIVISIONE FANTERIA "CACCIATORI DELLE ALPI" AL COMANDO RAGGRUPPAMENTO CC.NN. XXI APRILE AL COMANDO XI RAGGRUPPAMENTO G.A.F. ALLA REGIA QUESTURA DI LUBIANA AL COMANDO R.G.F. PER LA PROVINCIA DI LUBIANA AL COMANDO XIV BATTAGLIONE CC.RR. MOBILITATO AL COMANDO COORTE MILIZIA FEROVIARIA AL COMANDO COORTE MILIZIA NAZIONALE FORESTALE AL COMANDO CC.RR. XI CORPO D'ARMATA AL TRIBUNALE MILITARE DI GUERRA 2^ ARMATA SEZ. LUBIANA

   A modifica delle disposizioni emanate dal Comando Superiore, disposizioni trasmesse con fono del 23 marzo u.s. riguardanti il trattamento dei ribelli catturati in combattimento, dietro autorizazione dello stesso comando, dispongo:

1°)- Tutti i ribelli catturati in Slovenia e a qualsiasi nazionalità essi appartengano siano passati per le armi.

2°)- I ribelli catturati in Croazia: a) se di nazionalità slovena o italiana siano passati per le armi; b) se di altre nazionalità siano passati per le armi o tenuti a disposizione per scambio prigionieri ad arbitrio del comandante divisione "Lombardia" e dei comandi G.U. eventualmente operanti in Croazia.

3°)- L'esecuzione - in linea di massima - dovrà avvenire subito dopo l'interrogatorio e comunque non oltre le 40 ore dalla cattura, nel caso sia reputato necessario procedere ad ulteriore interrogatorio.

4°)- I ribelli che non sono stati passati per le armi in virtù delle disposizioni di cui al tele citato - e per i quali non sia già stata effettuata la denuncia - siano denunciati al Tribunale di Guerra della 2^ Armata Sezione di Lubiana. Seguiranno norme definitive - in corso di compilazione - per i ribelli spontaneamente costituitisi.

IL GENERALE DI C.d'A. COMANDANTE F/TO GASTONE GAMBARA

P.C.C. IL COLONNELLO CAPO DI S.M.

     F/TO BRUNO LUCINI



C O M A N D O D E L L A 2^ A R M A T A Ufficio Affari Civili

P.M.10, 23 agosto 1943

N. 11780/AC Oggetto: Trattamento ai ribelli catturati armati.

Al COMANDO DEL V CORPO D'ARMATA POSTA MILITARE Al COMANDO DEL XI CORPO D'ARMATA POSTA MILITARE Al COMANDO DEL XVIII CORPO D'ARMATA POSTA MILITARE Al COMANDO CC.RR. DELLA 2^ ARMATA S E D E Al COMANDO cc.rr. DELLA DALMAZIA S E D E

 Con telescritto n. 2553/AC indirizzato al VI Corpo d'Armata in data 3 marzo 1943, comunicato il giorno 10 marzo seguente al XVIII Corpo d'Armata con telescritto 2865/AC e successivamente portato a notizia anche dei corpi d'armata V e XI con telescritto 3381/AC del 21 marzo, allo scopo di aiutare il recupero dei nostri prigionieri in mano ai partigiani, autorizzavo che in attenuazione delle disposizioni vigenti, fossero mantenuti in vita, anzichè senz'altro passati per le armi, i partigiani catturati armati in combattimento, per poterne costituire un nucleo del quale servirsi per eventuali scambi.
 Non intendo revocare questa disposizione, tuttavia desidero chiarire che l'autorizzazione da me concessa in relazione alle speciali contingenze del momento, non deve essere interpretata nel senso che si debba rinunciare al passaggio per le armi di tutti i catturati.
 Questa del passaggio per le armi è e rimane la regola. La facoltà concessa di mantenerli in vita costituisce un'eccezione la cui applicazione è lasciata alla discrezione dei singoli comandi che potranno avvalersene, o non, a seconda di quanto potrà apparire necessaria di fronte al numero dei prigionieri nostri in mano ai partigiani e le probabilità di effettuare scambi.
 Comunque dispongo che ogni volta che si venga nella determinazione di mantenere in vita un partigiano catturato armato, ne venga informato il Comando d'armata, comunicando, oltre alla generalità, anche il motivo specifico per il quale si è ritenuto di non procedere al suo passaggio per le armi.
 Gradirò essere assicurato che questa mia disposizione è stata portata conoscenza di tutti i reparti dipendenti.

IL GENERALE Comandante Designato d'Armata

           F.to Robotti


Fonte: Fondo Gasparotto b. 10, fasc. 38, presso archivio Fondazione ISEC (Istituto di Storia dell'Età Contempo

  1. ^ [1] scheda di confronto storico col colossal Il_leone_del_deserto ( Omar_al-Mukhtar )
  2. ^ Fascist Legacy - Un’eredità scomoda documentario BBC da La_Repubblica Micromega crimini di guerra commessi dagli italiani nei Balcani ed in Africa
  3. ^
  4. ^ scheda presentazione
  5. ^ Ginnasio Statale Alessandro Manzoni
  6. ^ La verità sulle foibe.Di Marco Ottanelli
  7. ^ pag 160 Luigi Salvatorelli, Giovanni MiraStoria d'Italia nel periodo fascista , Einaudi
  8. ^ Francesco Piazzapag 28L'altra sponda adriaticaCierreISBN 8883141253, 9788883141256
  9. ^ Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nel Friuli-Venezia Giulia pag 227Friuli e Venezia GiuliaISBN 8886928165, 9788886928168
  10. ^ Franco Monteverde , pag. 223 , I liguri, un'etnia tra Italia e MediterraneoVallecchi , 1995
  11. ^ Buon senso in fondo al pozzo di Paola Lucchesi
  12. ^ [http://www.patriziafornaciari.it/alpa2/Esempi%20di%20lavori%20di%20Didattica%20multimediale/Le%20Foibe%20e%20la%20questione%20di%20Trieste.pdf Le Foibe e la questione di Trieste di Patrizia Fornaciari curriculum culturale Patrizia Fornaciari
  13. ^ Enzo Santarelli Scritti politici Di Benito Mussolini pag.196 Feltrinelli , 1979
  14. ^ Enrico Miletto, Marcella Filippa pag 13 Istria allo specchio Franco Angeli , 2007 ISBN 8846484983, 9788846484987
  15. ^ Predrag Matvejević le foibe e i criminiche le hanno precedute
  16. ^ Il Piccolo 27/02/05 Io esule volontario e le foibe di Predrag Matvejević
  17. ^ Ecco il testo definitivo dell’analisi bilaterale pronta da otto mesi ma bloccata alla Farnesina e al ministero degli Esteri di [Lubiana Corriere della Sera, mercoledì 4 aprile 2001, p. 13
  18. ^ Relazione della Commissione mista storico-culturale italo-slovena
  19. ^ Molto dopo un altro vescovo di Veglia da crimini di guerra italiani chiedera' di visitare il campo di concentramento fascista di Arbe con lettera al prefetto del 1 settembre 1943
  20. ^ Arbe, un inferno italiano dimenticato
  21. ^ La persecuzione antislava nella regione Giulia fino all'aggressione dell'Italia alla Jugoslavia
  22. ^

    «Emilio Lussu scriveva che gli ex combattenti erano tutti dei socialisti potenziali: avevano maturato una concezione internazionalista in trincea… Per capire la contraddittorietà, ma anche la sincerità di quelle tensioni ideali, pensa alle simpatie che la rivoluzione Russa riscuote tra molti legionari Fiumani!… Si tratta di una pagina di storia che poi è stata “accomodata” e nascosta, ma fa pensare… Perché per il fascismo era importante appropriarsi anche dell’esperienza Fiumana? E’ semplice: perché il fascismo non aveva la storia del partito socialista, non aveva dietro di sé la cultura cattolica del partito popolare, non aveva neppure le vecchie tradizioni risorgimentali dei liberali; si trattava di un movimento nuovo, che si muoveva solo nella logica della presa del potere, privo di solide radici ideologiche o simboliche, che cercava di “mettere il cappello” ad un’ampia fetta di popolazione in cui era percepibile un disagio istintivo… Il fascismo aveva, insomma, l’esigenza di appropriarsi di una “storia” altrui, non avendone una propria…»

    da intervista di [2] Ivan Tagiaferri autore di morte alla morte, libro, fra gli altri dell'autore, sulla storia degli Arditi del Popolo] da intervista di Ivan Tagiaferri autore di morte alla morte, libro sulla storia degli Arditi del Popolo.
  23. ^ La persecuzione antislava nella regione Giulia fino all'aggressione dell'Italia alla Jugoslavia
  24. ^ foto di Giuseppe Marvin da archivio Giorgio Visintin foto dei fratelli Marvin da archivio Giorgio Visintin, da sinistra , in piedi: Albino Marvin, Ilio Barontini e Antonio Roasio; seduti: Romano Marvin e Anello Poma
  25. ^

    «Ancora piu' terribile fu la sorte toccata agli abitanti della zona di Grobnico, a nord di Fiume : per ordine del prefetto Temistocle Testa, reparti di camicie nere e di truppe regolari, irruppero nel villaggio di Podhum all'alba del 13 luglio.L'intera popolazione fu condotta in una cava di pietra presso il campo di aviazione di Grobnico, mentre il villaggio veniva prima saccheggiato e poi incendiato . Piu' di cento maschi furono fucilati nella cava : il piu' anziano aveva 64 anni, il piu' giovane 13 anni appena . Finirono nei campi di internamento italiani donne e bambini di 185 famiglie .»

    «Con un telegramma spedito a Roma il 13 luglio, Testa informo': "Ieri sera tutto l'abitato di Pothum nessuna casa esclusa est raso al suolo et conniventi et partecipi bande ribelli nel numero 108 sono stati passati per le armi et con cinismo si sono presentati davanti ai reparti militari dell'armata operanti nella zona, reparti che solo ultimi dieci giorni avevano avuto sedici soldati uccisi dai ribelli di Pothum stop Il resto della popolazione e le donne e bambini sono stati internati stop." Nel solo Comune di Castua subirono spedizioni punitive diciassette villaggi : furono passate per le armi 59 persone, altre 2311 furono deportate ( 842 uomini, 904 donne e 565 bambini ) , furono incendiate 503 case e 237 stalle»

    da ANPI Pianoro articolo di Atos Benaglia

    Segretario ANPI Pianoro che si basa sul lavoro di Giacomo Scotti edito su "Il Manifesto" del 04/02/2005,Giacomo Scotti e' un giornalista e scrittore di Fiume/Rijeka

    
    
  26. ^ da ANPI Pianoro a cura di Atos Benaglia Segretario ANPI Pianoro fonte Giacomo Scotti, giornalista e scrittore di Fiume/Rijeka - "Il Manifesto" 04/02/2005
  27. ^ Trieste ha ospitato la mostra "Trieste. La porta di Sion", del ciclo "Shalom Trieste",testimonianza della grande presenza ebraica nella Mitteleuropa. La mostra riguardava l'emigrazione con partenza da Trieste di 150'000 persone della gente ebraica verso Israele che furono assititi e curati dalla popolazione di Trieste. Il nucleo principale erano foto di Riccardo Camerini donate dal fratello Raffaello Camerini al Museo di Storia della Fotografia Fratelli Alinari di Firenze.Trieste la porta di Sion
  28. ^ Ciampi ai giovani: non dimenticare è un dovere 2002 Corriere della Sera
  29. ^

    «Bilancio delle vittime slovene in 29 mesi di terrore fascista, nei 4.550 Km quadrati di questo territorio:

    Ostaggi civili fucilati .............................… n. 1.500 Fucilati sul posto........................................ n. 2.500 Deceduti per sevizie.................................. n. 84 Torturati e arsi vivi……………………… n. 103 Uomini, donne e bambini morti nei campi di concentramento……………………..… n. 7.000

    Totale ………………………………… n. 13.087»

    dossier foibe ANPI
  30. ^ Studi demografici indipendenti, prima quello del demografo e esperto di statistica dell'Unesco, dr. Bogoljub Kocovic, poi quello del demografo delle Nazioni Unite Vladimir Zerjavic, sono giunti a risultati analoghi e concordi. Zerjavić calcola che il numero dei caduti in territorio croato, ovvero nello "Stato indipendente croato"(NDH) governato da Pavelić, e li suddivide per etnie e non per impostazione politica : 322.000 serbi, 255.000 croati e musulmani, 20.000 ebrei e 16.000 zingari. Compresi in questa cifra ci sono le vittime del campo di Jasenovac, dove sarebbero morti 48.000 - 52.000 serbi, 13.000 ebrei, 12.000 croati e 10.000 zingari.Nel Campo_di_concentramento_di_Jasenovac furono trucidati curca e per difetto 80000 persone dai dati del Holocaust Memorial Museum
  31. ^ La ribellione armata contro le forze di occupazione italo-tedesche
  32. ^

    «Chernozemski dal bulgaro VMRO, in collaborazione con il croato Ustascia, eseguito dopo VMRO ha emesso una condanna a morte per il re come una punizione per la sua atrocità contro la popolazione bulgara in Macedonia e contro soppresse le altre nazionalità in Jugoslavia.»

    tradotto da
  33. ^ Alla fine della guerra sarà durissima la ritorsione dei partigiani jugoslavi contro i compatrioti che collaborarono con l’invasore italo-tedesco, si calcola che non meno di 200.000 ustascia e cetnici compresi i loro famigliari (civili, donne e bambini) siano stati massacrati alla fine del conflitto, in Slovenia si contano circa 1.000 fosse comuni.
  34. ^ Visentin ha scritto parecchi libri su tema e zona
  35. ^ foto comprovanti comprovanti foto comprovanti da archivio personale di Giorgio Visentin
  36. ^ ufficio stampa RAI
  37. ^ antefatti foibe periodo bellico
  38. ^ fotografia del coro di canti partigiani triestino intitolato a Pinko Tomazic
  39. ^ Commemorati i martiri di Opicina - TR Gennaio 1983 da ANED
  40. ^ Gaetano Collotti e L’ISPETTORATO SPECIALE DI PUBBLICA SICUREZZA
  41. ^ "Foibe" e "Deportazioni": gli antefatti
  42. ^ gli antefatti
  43. ^ taglia sul comandante Premoli dall'archivio storico di Giorgio Visentin
  44. ^ da ANPI
  45. ^ La Brigata Proletaria non si arrende
  46. ^ galleria di foto dei deportati nel campo di concentramento di Gonars e di Rab/Arbe
  47. ^ antefatti foibe '42foto notazioni di Gambara
  48. ^ antefatti foibe '42foto notazioni di Gambara
  49. ^ foto notazioni di Gambara ingrandita
  50. ^ antefatti foibe fine '42
  51. ^ antefatti foibe fine '42
  52. ^

    «Gueli, Ispettore Generale. "Allorché mi convocò, il capo della Polizia mi chiarì che si trattava di salvaguardare la persona di Mussolini e di impedire, in tutti i modi, che i tedeschi lo rapissero. In tal caso, bisognava far fuoco sul prigioniero e far trovare un cadavere. Risposi che ero un uomo di battaglia non un assassino e allora lui mi disse che della bisogna erano stati incaricati i Carabinieri. Badoglio, volle conoscermi e a presentarmi al Capo del Governo provvide Senise. Il Maresciallo ripeté a me la consegna già data a Polito e io, come Polito, assicurai che l'avrei fedelmente e, occorrendo, personalmente eseguita. Nella notte, trascorsa insonne, però, presi la mia decisione: poiché la sorte, fra milioni d'ltaliani restati fedeli al Duce, dava a me l'occasione favorevole, dovevo fare di tutto per salvarlo. L'indomani, mi recai in Sardegna e constatai che, per clima e per sicurezza Mussolini si trovava molto male. Se gli inglesi avessero avuto notizia della sua presenza alla Maddalena, avrebbero potuto facilmente impadronirsene o seppellirlo sotto le macerie della villa con quattro cannonate delle loro navi"»

    CorsaInfinita sito dei bersaglieri. Fu Gueli che stabilì il trasferimento al Gran Sasso che nel '42 era responsabile del famigerato "ispettorato Speciale di Polizia" per la Venezia Giulia: Benito Mussolini viene fatto evadere dai paracadutisti guidati nell'operazione del futuro terrorista mercenario/internazionale Otto Skorzeny
  53. ^ Gaetano Collotti e L’ISPETTORATO SPECIALE DI PUBBLICA SICUREZZA
  54. ^ Corsa Infinita sito dei bersaglieri
  55. ^

    «Gueli, Ispettore Generale. "Allorché mi convocò, il capo della Polizia mi chiarì che si trattava di salvaguardare la persona di Mussolini e di impedire, in tutti i modi, che i tedeschi lo rapissero. In tal caso, bisognava far fuoco sul prigioniero e far trovare un cadavere. Risposi che ero un uomo di battaglia non un assassino e allora lui mi disse che della bisogna erano stati incaricati i Carabinieri. Badoglio, volle conoscermi e a presentarmi al Capo del Governo provvide Senise. Il Maresciallo ripeté a me la consegna già data a Polito e io, come Polito, assicurai che l'avrei fedelmente e, occorrendo, personalmente eseguita. Nella notte, trascorsa insonne, però, presi la mia decisione: poiché la sorte, fra milioni d'ltaliani restati fedeli al Duce, dava a me l'occasione favorevole, dovevo fare di tutto per salvarlo. L'indomani, mi recai in Sardegna e constatai che, per clima e per sicurezza Mussolini si trovava molto male. Se gli inglesi avessero avuto notizia della sua presenza alla Maddalena, avrebbero potuto facilmente impadronirsene o seppellirlo sotto le macerie della villa con quattro cannonate delle loro navi"»

    CorsaInfinita sito dei bersaglieri
  56. ^ e cio' si riaggancia alla gia citata testimonianza di Raffelo Camerini , ebreo , da ANPI Pianoro a cura di Atos Benaglia Segretario ANPI Pianoro fonte Giacomo Scotti, giornalista e scrittore di Fiume/Rijeka - "Il Manifesto" 04/02/2005
  57. ^ le indecisioni del generale che portarono alla cattura di tantissimi soldati italiani da parte dei germanici
  58. ^ biografia da ANPI
  59. ^ foto dgli internati del campo di Gonars
  60. ^ elenco Brigate Partigiane operanti nella zona e in zone limitrofe

    «

    • Divisione italiana partigiana "Garibaldi": zona d'operazioni Montenegro. 5000 uomini circa e circa 3200 caduti.

    Inoltre nel settore della Slovenia-Venezia Giulia in seno all'Esercito Popolare di Liberazione Jugoslavo operarono:

    • Brigata "Triestina d'assalto" costituita nel settembre 43 aveva una forza di circa mille uomini.
    • Brigata "Fratelli Fontanot" costituita il 16/12/1944 aveva una forza di 840 uomini. Partecipo' alla liberazione di Lubiana.

    In Istria:

    • Battaglione "Pino Budicin" circa 2000 combattenti e 600 caduti.

    In Dalmazia:

    • Battaglione "Antonio Gramsci" aggregato alla I Brigata Proletaria Dalmata. Composta da circa 850 uomini e 300 caduti.

    In Croazia:

    • Battaglione volontari italiani "Ercole Ercoli" aggregato alla III Brigata Dalmata. Dei circa 400 soldati di questa unita' ne rimpatriarono solo 8, caddero quasi tutti nella battaglia di Mostra.»
    da ANPI Invrea Brigate Partigiane iperanti in zona e zone liimitrofe
  61. ^ foto di Giordano Tomasig
  62. ^ .Mario Fantin sara' decorato con Medaglia d'argento al valor militare .
  63. ^ La Brigata Proletaria non si arrendee da atuttascuola

    «Ondina a questo proposito scriveva: "Da parte del comando partigiano viene impartito l'ordine a Fontanot Vinicio (Petronio) di scendere a Ronchi per reclutare largamente fra i compagni del terreno. A Selz incontra Marega Ferdinando alla testa di un nutrito gruppo di operai del cantiere che si arruolano volontari tra i partigiani. Si forma così la prima brigata partigiana italiana che assume provvisoriamente il nome di Brigata Triestina, col compito di operare principalmente nella parte più avanzata delCarso, sopra Monfalcone fino a Gorizia" le testiminianze di Ondina Peteani sono conservate presso Associazione Nazionale ex Deportati Politici nei Campi Nazisti di Milano»

  64. ^ da ANPI
  65. ^ ricordando Tribuno da Carnia libera
  66. ^ Medaglia d'oro al valor militare
  67. ^ La questione dei processi ai criminali di guerra tedeschi in Italia: fra punizione frenata, insabbiamento di Stato, giustizia tardiva (1943-2005) di Filippo Focardi

    «Sarebbe auspicabile infatti che nella coscienza storica del paese trovasse posto non solo la memoria dei crimini nazifascisti subiti, ma anche il ricordo dei crimini di guerra commessi da militari e civili italiani contro popolazioni straniere aggredite, etiopiche, libiche, greche, albanesi, jugoslave e russe, non meno incolpevoli dei civili trucidati dai tedeschi alle Fosse Ardeatine, a Marzabotto o a Sant'Anna di Stazzema.»

    Filippo Focardi e' docente di Storia dell’integrazione europea all’Università Roma Tre , collaboratore dell’Istituto storico germanico di Roma e del dipartimento di Studi internazionali dell’Università di Padova, storico specialista sul problema dei criminali di guerra italiani e tedeschi
  68. ^ procama Roatta
  69. ^ procama Roatta
  70. ^ da corsainfinita sito bersaglieri
  71. ^

    «Gueli, Ispettore Generale. "Allorché mi convocò, il capo della Polizia mi chiarì che si trattava di salvaguardare la persona di Mussolini e di impedire, in tutti i modi, che i tedeschi lo rapissero. In tal caso, bisognava far fuoco sul prigioniero e far trovare un cadavere. Risposi che ero un uomo di battaglia non un assassino e allora lui mi disse che della bisogna erano stati incaricati i Carabinieri. Badoglio, volle conoscermi e a presentarmi al Capo del Governo provvide Senise. Il Maresciallo ripeté a me la consegna già data a Polito e io, come Polito, assicurai che l'avrei fedelmente e, occorrendo, personalmente eseguita. Nella notte, trascorsa insonne, però, presi la mia decisione: poiché la sorte, fra milioni d'ltaliani restati fedeli al Duce, dava a me l'occasione favorevole, dovevo fare di tutto per salvarlo. L'indomani, mi recai in Sardegna e constatai che, per clima e per sicurezza Mussolini si trovava molto male. Se gli inglesi avessero avuto notizia della sua presenza alla Maddalena, avrebbero potuto facilmente impadronirsene o seppellirlo sotto le macerie della villa con quattro cannonate delle loro navi"»

    CorsaInfinita sito dei bersaglieri
  72. ^ articolo inerente dello storico Carlo Spartaco Capogreco
  73. ^ associazione nazionale ex deportati di guerra ;alcuni di libri di Capogreco:
    • Il piombo e l'argento. La vera storia del partigiano Facio Donzelli editore , 2007
    • I campi del Duce. L'internamento civile nell'Italia fascista (1940-1943)Einaudi , 2004
    • Renicci. Un campo di concentramento in riva al Tevere
  74. ^ recensione da associazione nazionale ex deportati di guerra
  75. ^ storica, nello specifico si ocupa del novecento e degli avvenimenti accaduti sui confini orientali italiani , nel 1995 da alle stampe Porzûs provando a rinquadrare gli avvenimenti in in certo momento storico ed analoghe considerazione fara' monsignor Aldo Moretti , nel 2003 su indicazione del comune di Gonars si dedica a ricerca ed approfondimento degli accadimenti nel campo di concenramento fascista di Gonars scrivendo Un campo di concentramento fascista. Gonars 1942-1943. Nel 2005, su indicazione della Commissione europea e del Comune di Gonars, fa un documentario The Gonars Memorial 1942-1943: il simbolo della memoria italiana perduta. È coordinatrice della collana dal titolo “Resistenzastorica” facente capo alle edizioni KappaVubiografia Kersevan Alessandra
  76. ^ Istituto Friulano per la Storia del Movimento di Liberazione
  77. ^ dall'articolo:

    «Meno note sono, dunque, le foibe fasciste, dove già dalla fine della prima guerra mondiale, gli irredentisti nostrani che volevano estendere la nazionalità italiana ai territori occupati dagli sloveni e dai croati, buttavano i corpi trucidati dei “resistenti” jugoslavi, fin dopo l’epilogo della guerra d’Albania, quando Vittorio Emanuele III ne fu dichiarato imperatore. Di queste foibe fasciste prima e naziste dopo, non se ne sa nulla, come poco si sa delle atrocità commesse dagli italiani nelle campagne d’Africa, in Libia, in Etiopia e in Somalia e in tutto il corno d’Africa. Il fenomeno dell’infoibamento dei “nemici” ebbe una sua recrudescenza tra l’8 settembre 1943 e il mese di aprile del 1945, quando, ad opera del movimento di liberazione jugoslavo, parecchie centinaia di vittime furono gettate, dopo processi sommari, in quegli sprofondamenti carsici così frequenti, oltre che in Istria, nelle zone di Trieste e Gorizia.»

  78. ^

    «Segretario dell'Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nel Friuli-Venezia Giulia. Autore di saggi e volumi sulla Resistenza nella regione, sui rapporti fra classe operaia e regime fascista nel Cantiere di Monfalcone, sulle articolazioni del collaborazionismo a Trieste. Fra i contributi ed i volumi pubblicati, Sotto l'occupazione nazista nelle province orientali, Le brigate Osoppo-Friuli, Le zone libere in Friuli, L'antifascismo operaio monfalconese fra le due guerre, Nazionalismo e neofascismo a Trieste fra guerra e dopoguerra. E' responsabile della rivista dell'Istituto "Qualestoria"»

    da Trieste, Irsml, "I quaderni di Qualestoria"

    «"la violenza dello Stato fascista tocco' apici di parossismo: internamenti di massa di civili sloveni e croati, arresti a valanga di antifascisti italiani, rappresaglie di stampo nazista con esecuzioni collettive e incendi di villaggi, insediamento di organi polizieschi come l'Ispettorato Speciale di P.S. dove si torturavano anche le donne incinte, pogrom di aggressioni e devastazioni contro la comunita' israelitica di Trieste... Una violenza indiscriminata e suicida incalzata dalle direttive impartite da Mussolini a Gorizia nel 1942... II 1941 preparo' il disastro del 1943, l'occupazione nazista, le foibe istriane dopo l'armistizio" (Galliano Fogar, in Foibe e deportazioni, in Qualestoria 1989. Fogar viene considerato uno degli storici piu' preparati sulla questione, e certamente il piu' documentato)»

    da lettera di Giorgio Tosi docente diDIRITTO DELL'INFORMAZIONE GIORNALISTICA E MULTIMEDIALE universita' di Padova
  79. ^ brano estratto

    «Alcuni gerarchi, alcuni ricchi possidenti terrieri, ma anche semplici fascisti' e perfino innocenti furono massacrati. I più, tuttavia, vennero consegnati agli improvvisati "tribunali del popolo" che dal 15 settembre avevano cominciato a funzionare a Pisino, Pinguente ed Albona. Quasi sempre i "giudici" condannavano gli imputati alla fucilazione dopo processi sommari ed i cadaveri trovarono oltraggiosa sepoltura nelle cavità carsiche dette "foibe" o nelle cave di bauxite, alcune delle quali erano state già adoperate allo stesso scopo dai fascisti nel periodo fra le due guerre mondiali. Nella loro maggioranza le vittime dell'insurrezione furono italiani, ma non ci fu un piano preordinato di genocidio, né si può parlare di genocidio.»

    , le foibe continueranno ad essere usate dai fascisti anche durante la lotta di Liberazione antifascista ed anche all'inizio della seconda guerra mondiale secondo la citata nel testo testimonianza di Raffaello Camerini e del Brigadiere inglese Deakin
  80. ^

    «L'Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nel Friuli Venezia Giulia, fondato nel 1953 da Ercole Miani, svolge un'intensa attività scientifica che riguarda le complesse problematiche del confine orientale e ha rapporti di collaborazione con studiosi sloveni, croati, austriaci e tedeschi. Le tematiche portanti della ricerca scientifica riguardano lo studio della Risiera di San Sabba e della deportazione dal territorio regionale e dall'Istria, i problemi dell'esodo e delle foibe...»

  81. ^ da ANPI 1941-1943: i regimi d'occupazione italiani in Jugoslavia a cura di Teodoro Sala in cui vengono citati come riferimento sia Istituto che Ferenc
  82. ^ dalla stessa fonte

    «Nel numero di novembre 1985 del mensile “Storia Illustrata” è pubblicato un documento redatto nell’autunno del 1945 da Aldo Gamba, comandante del 1° Squadrone autonomo, già Polizia Militare di sicurezza dipendente dall’O.S.S., (la futura C.I.A.) sul “piano Graziani” risalente all’ottobre 1944. L’idea del maresciallo Graziani di infiltrare elementi fascisti nelle organizzazioni clandestine antifasciste fu esposta in una riunione segreta avvenuta a Milano presso la sede della “Muti”. Citiamo dal documento: «immettere il maggior numero di fascisti entro le nostre organizzazioni clandestine, mandando in galera gli antifascisti veri (...), iscriversi in massa ai partiti antifascisti, attizzarvi le tendenze più estremiste, sabotare ogni opera di ricostruzione, diffondere il malcontento e preparare sotto qualsiasi insegna... la resurrezione degli uomini e dei loro metodi fascisti. (...) Gli elementi (...) erano i comandanti delle varie legioni Muti, brigate nere, guardie repubblicane, i capi dei vari servizi di spionaggio. i torturatori, gli aguzzini, ecc.». Secondo Graziani – prosegue Gamba – «non è necessario vincere la guerra perché il fascismo e i fascisti possano salvarsi... basta saper rendere la vita impossibile ad ogni governo che raccolga la nostra successione». E per questo bisognava «organizzare bande armate che funzionino segretamente, che aggiungano altre distruzioni a quelle tedesche, che si mescolino alle manifestazioni popolari per suscitare torbidi. Ma soprattutto mimetizzati, penetrare nei partiti antifascisti e introdurvi fascisti a valanga, propugnare le tesi più paradossalmente radicali..., sabotare e screditare l’opera del governo..., seminando l’Italia di sciagure su sciagure, suscitare il rimpianto del fascismo e (...) riacciuffare il potere». Un piano questo che partì alla fine del 1944 e col quale si possono forse spiegare alcune pagine “oscure” sia della Resistenza (come l’eccidio di Porzûs: si veda a questo proposito la nota 115), che avvenimenti successivi ad essa, come i fatti della Plutone, e tutta l’attività della stessa Gladio nel dopoguerra»