Juventus Football Club
Juventus F.C. Calcio | |
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Campione d'Italia in carica | |
Detentore della Supercoppa italiana | |
La vecchia Signora; Madama La fidanzata d'Italia; Le Zebre I bianconeri; La Goeba [La] Signora Omicidi | |
Segni distintivi | |
Uniformi di gara | |
Colori sociali | Strisce bianche e nere |
Simboli | Zebra |
Inno | Juve (storia di un grande amore) Paolo Belli |
Dati societari | |
Città | Torino |
Nazione | Italia |
Confederazione | UEFA |
Federazione | FIGC |
Campionato | Serie A |
Fondazione | 1897 |
Proprietario | Famiglia Agnelli (attraverso Exor S.p.A.) |
Presidente | Andrea Agnelli |
Allenatore | Antonio Conte |
Stadio | Juventus Stadium (41 000 posti) |
Sito web | www.juventus.com |
Palmarès | |
Scudetti | 28 |
Titoli nazionali | 1 Campionato di Serie B |
Trofei nazionali | 9 Coppe Italia 5 Supercoppe italiane |
Trofei internazionali | 2 Coppe dei Campioni/Champions League 1 Coppe delle Coppe 3 Coppe UEFA/Europa League 2 Supercoppe UEFA 1 Coppa Intertoto UEFA 2 Coppe Intercontinentali |
Stagione in corso | |
Si invita a seguire il modello di voce |
«[…] Perché la Juventus, dopo già un secolo di storia, è diventata una leggenda. Una leggenda che è sorta in un liceo di Torino e che ha finito per conquistare nove, dieci milioni di tifosi in Italia e, certo, altrettanti all'estero con un nome, una maglia e dei colori conosciuti in tutto il mondo.»
La Juventus Football Club S.p.A. (dal lat. iuventus, gioventù),[2] nota anche come Juventus o, più semplicemente, Juve, è una società calcistica italiana per azioni con sede a Torino. Fondata nel 1897 come Sport Club Juventus da un gruppo di studenti liceali torinesi,[3] si tratta del terzo club italiano per anzianità tra quelli tuttora attivi[4] e, insieme al Torino, uno dei due che rappresentano nel calcio professionistico il capoluogo piemontese. Legata fin dagli anni venti alla famiglia Agnelli, il club ha sempre militato nella massima categoria del campionato italiano di calcio (dal 1929 denominata Serie A) sin dalla sua fondazione, eccezion fatta per la stagione 2006-07.
La Juventus è la società calcistica più titolata del Paese, nonché una delle più vittoriose e importanti del mondo,[5][6] essendo stata nominata come miglior club italiano e secondo a livello europeo del XX secolo dall'Istituto Internazionale di Storia e Statistica del Calcio, organizzazione riconosciuta dalla FIFA.[7] Nel 1988 la Juventus fu insignita di uno speciale riconoscimento come prima squadra nella storia del calcio continentale ad avere vinto tutte e tre le maggiori competizioni gestite dall'Unione Europea delle Federazioni Calcistiche, la Coppa dei Campioni, la Coppa delle Coppe e la Coppa UEFA.[8] Con la vittoria nella Coppa Intercontinentale 1985, infine, la Juventus divenne il primo – e rimane tuttora l'unico – club al mondo ad avere conquistato almeno una volta tutti i trofei ufficiali a livello internazionale.[9]
In base a quanto emerge da un sondaggio della società Demos & Pi (settembre 2011), la Juventus risulta essere la squadra con il più alto numero di sostenitori in Italia, avendo riscosso la preferenza del 29,2% del campione.[10] Inoltre, risulta essere la decima squadra per numero di sostenitori a livello continentale contandone circa 13,1 milioni, in base a un rapporto della società tedesca di indagini sul mercato sportivo Sport+Markt AG del settembre 2010.[11]
Cenni storici
Il 1º novembre 1897 vide la luce a Torino lo Sport Club Juventus per iniziativa di un gruppo di studenti del liceo classico “Massimo d'Azeglio”, usi ritrovarsi in corso Re Umberto su una panchina custodita dal 2012 nel museo del club;[12] la prima maglia della squadra fu rosa, con cravatta o papillon nero. Nel 1903 divenne bianconera.[13]
Nel 1900, con il nome di Foot-Ball Club Juventus,[14] la società si iscrisse al suo primo campionato nazionale, ma fu eliminata dal Foot-Ball Club Torinese.[15] Il primo titolo nazionale arrivò nel 1905, all'epoca in cui la squadra giocava allo Stadio Velodromo Umberto I.[3] Nel 1906 il presidente della società, lo svizzero Alfred Dick, a seguito di accese discussioni di spogliatoio, lasciò la Juventus e si unì, assieme a un gruppo di soci dissidenti, al Football Club Torinese dando vita al Foot-Ball Club Torino,[16] segnando così l'origine della più antica rivalità del calcio italiano e l'inizio di una serie di problemi finanziari e sportivi che condussero la squadra bianconera alle soglie della retrocessione in Promozione nel 1913.[17]
Dopo la Grande Guerra la Juventus, risollevatasi con la presidenza di Giuseppe Hess e Corrado Corradini, riuscì a migliorare il suo piazzamento in campionato e a fornire alcuni giocatori, tra cui il portiere Giovanni Giacone,[18] alla Nazionale.
Il vicepresidente della FIAT, Edoardo Agnelli, assunse il controllo della società nel 1923; nello stesso anno fece costruire un nuovo stadio, in Corso Marsiglia, primo impianto sportivo italiano realizzato interamente in cemento armato.[3] Con l'arrivo del primo allenatore professionista, l'ungherese Jenő Károly, giunse anche la vittoria del secondo tricolore nella stagione 1925-26.[3] Il primo grande ciclo vincente della Juventus, grazie all'apporto di elementi come Giovanni Ferrari, Raimundo Orsi, Luis Monti e il celebre trio difensivo Combi-Rosetta-Caligaris,[19] giunse tra il 1930-31 e il 1934-35, epoca dei cinque scudetti consecutivi (primato nazionale), uniti al raggiungimento delle semifinali di Coppa dell'Europa Centrale per quattro anni consecutivi. Allenatore della squadra in quattro delle cinque vittoriose stagioni fu Carlo Carcano,[20] uno dei precursori del Metodo;[3] molti giocatori di quella Juventus formarono il nucleo della Nazionale italiana che si aggiudicò le vittorie nella Coppa Internazionale, progenitrice dell'attuale campionato d'Europa[21] e, soprattutto, nel campionato del mondo 1934 (cui la Juventus contribuì con 9 giocatori).[22]
La prematura morte di Edoardo Agnelli, avvenuta nel 1935, coincise con la fine del cosiddetto Quinquennio d'oro. Per il resto degli anni trenta e quasi tutti i quaranta la squadra bianconera non riuscì più a riconquistare lo scudetto, che giunse solo in fine di decennio, nel 1949-50.
Tra il 1943 e il 1945 la società, che già aveva dovuto rinunciare alla ragione sociale Foot-Ball Club a seguito dell'italianizzazione imposta dal fascismo, assunse il nome di Juventus-Cisitalia, in abbinamento con la Casa automobilistica omonima, la Cisitalia appunto, il cui proprietario era Pietro Dusio, all'epoca presidente del club bianconero[23] (laddove, singolarmente, il marchio FIAT, di proprietà della famiglia Agnelli, fu abbinato al Torino).[23]
Alla fine della guerra la società torinese mutò la denominazione in Juventus Football Club. Sotto la presidenza di Gianni Agnelli e, in seguito, di suo fratello Umberto, la Juventus conobbe un secondo ciclo di vittorie, grazie anche all'arrivo di elementi come l'argentino Omar Sívori e il gallese John Charles che, insieme al talento casalingo, e capitano della squadra, Giampiero Boniperti, formarono quello che la stampa non tardò a denominare Trio Magico:[24][25] tre scudetti tra il 1958 e il 1961, il primo dei quali, il 10º, quello che le valse il diritto a poter esporre sulle maglie la stella.[26] Omar Sívori divenne nel 1961 il primo calciatore proveniente dalla Serie A a vincere il Pallone d'oro. A tale ciclo fece seguito un decennio scarso di vittorie, con la sola eccezione del titolo 1966-67, vinto superando all'ultima giornata l'Internazionale sconfitta sul campo del Mantova.
Il 13 luglio 1971 Giampiero Boniperti diventò presidente del club e il suo primo scudetto in tale nuova veste giunse subito alla sua prima stagione, nel 1971-72, bissato da quello successivo del 1972-73: furono i primi di un nuovo ciclo, che in quindici anni, sotto la conduzione tecnica dapprima di Carlo Parola e poi di Giovanni Trapattoni, portarono a Torino nove scudetti (l'ultimo nel 1986), due Coppe Italia e vittorie internazionali che fecero diventare la Juventus il club primo d'Europa a vincere tutte le competizioni dell'UEFA e, a seguire, il primo del mondo a vincere tutte le competizioni ufficiali per club.
In tale quindicennio fu stabilito anche il record di punti per campionati a 16 squadre (51, contro il Torino fermo a 50, nel 1976-77) alla fine di una stagione definita allora da La Stampa «un'annata entusiasmante, indimenticabile»[27] e, contemporaneamente ad esso, anche la vittoria in Coppa UEFA, al termine di una durissima doppia finale disputata contro gli spagnoli dell'Athletic di Bilbao, con un organico composto esclusivamente da giocatori italiani:[28] di essi, quelli schierati in campo nella circostanza furono Zoff, Cuccureddu, Gentile; Furino, F. Morini, Scirea; Causio, Tardelli, Boninsegna (sostituito al 59' dell'incontro da Spinosi), Benetti e Bettega.
A macchiare la conquista del titolo di campione d'Europa, conseguito a Bruxelles il 29 maggio 1985 sul Liverpool, vi furono gravissimi incidenti pre-gara tra la tifoseria italiana e quella inglese, che portarono alla morte di 39 spettatori.
Lo scudetto vinto nel 1986 chiuse il decennio di Trapattoni: durante la sua gestione, complessivamente 9 elementi della Juventus giocarono nella Nazionale italiana al Campionato del mondo 1978 in Argentina (dove gli Azzurri giunsero quarti) e 6 in quella che si laureò campione del mondo 1982 in Spagna. Inoltre Antonio Cabrini, Gaetano Scirea e Marco Tardelli divennero i primi giocatori al mondo ad avere vinto sia tutte le competizioni per club cui presero parte sia la Coppa FIFA.
Tramontata la generazione di calciatori che avevano costituito l'asse portante della squadra la Juventus affrontò nove anni privo di risultati in campo nazionale, anche se giunsero una Coppa Italia (1990) e due Coppe UEFA (1990 e 1993).[29]
Nel 1994 un cambio ai vertici della società fu il preludio all'arrivo di Marcello Lippi, che corrispose all'ennesimo ciclo vincente in Italia e a livello internazionale: in dieci stagioni, con un intervallo di un biennio di interregno di Carlo Ancelotti, che vinse la Coppa Intertoto (ultimo trofeo internazionale vinto dal club), la Juventus vinse cinque scudetti, raggiunse quattro finali di Champions League vincendo quella del 1996 allo Stadio Olimpico di Roma, una Coppa Intercontinentale e una Supercoppa UEFA.
Nel 2004 giunse sulla panchina bianconera Fabio Capello, fino ad allora allenatore della Roma: nei due anni di gestione del tecnico friulano la Juventus vinse due campionati consecutivi, nel 2004-05 e 2005-06, che nel computo generale del club sarebbero stati rispettivamente il 28º e il 29º; tuttavia, a causa del caso giudiziario giornalisticamente definito Calciopoli a seguito del quale alcuni club di serie A vennero penalizzati, lo scudetto del 2005 fu revocato e non assegnato; quanto a quello del 2006, la Juventus fu retrocessa per illecito sportivo all'ultimo posto della classifica e penalizzata di 17 punti (successivamente ridotti a 9)[30] nel successivo torneo di serie B; stante la contemporanea penalizzazione in punti del Milan giunto secondo alle sue spalle, il titolo fu assegnato all'Internazionale, terza prima delle sentenze della magistratura sportiva. Sotto la nuova dirigenza (Giovanni Cobolli Gigli, presidente, e Jean-Claude Blanc, amministratore delegato) la Juventus, con 28 vittorie e 10 pareggi su 42 incontri (pari a 85 punti al netto delle penalità), fu promossa in serie A un anno più tardi vincendo il campionato di serie B con sei punti di vantaggio sulla seconda, il Napoli. Il nuovo tecnico, Didier Deschamps, si dimise prima della fine del campionato, dopo la promozione matematica: nell'estate del 2007 fu scelto di affidare la conduzione tecnica all'allenatore romano Claudio Ranieri, cui seguirono nell'ordine Ciro Ferrara – alla prima esperienza da allenatore –, già responsabile del settore giovanile, e Alberto Zaccheroni, ufficializzato nel gennaio 2010.[31] Il 19 maggio dello stesso anno, dopo la fine della stagione, l'imprenditore torinese Andrea Agnelli assume la presidenza del club al posto di Blanc – eletto al massimo incarico societario nell'ottobre 2009 – e vengono nominati Giuseppe Marotta come nuovo direttore generale e Luigi Delneri come nuovo allenatore del club, rispettivamente.[32] La stagione seguente, l'unica con l'allenatore aquileiese, vide la Juventus partecipare in Europa League, essendo stata eliminata nella fase a gironi, e concludere, per seconda stagione consecutiva, al settimo posto in campionato. Le cose cambiano nella stagione successiva. Il 31 maggio 2011 il ruolo di tecnico viene assunto dall'ex giocatore e capitano bianconero Antonio Conte[33], con cui la squadra ottiene il titolo del campionato di Serie A 2011-12 stabilendo, inoltre, il record d'imbattibilità stagionale (38 partite).[34]
Cronistoria
Cronistoria della Juventus Football Club | |
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Colori e simboli
Colori
Dal 1903 l'uniforme di gioco della Juventus è una maglia a strisce verticali bianche e nere. I pantaloncini sono normalmente bianchi, talora neri.[13]
La maglia originale era di colore rosa con cravatta nera: tale scelta cromatica fu dovuta a un errore nella spedizione nei corredi ordinati per il club. In seguito, a causa dei frequenti lavaggi, la maglie si scolorirono in maniera talmente evidente che il club ne decise un cambio.[3]
Fu così chiesto all'inglese John Savage, uno dei membri della società, di cercare nel suo Paese un kit da gioco più consono e resistente all'usura; Savage aveva un amico di Nottingham tifoso del Notts County, la cui maglia è a strisce bianconere; per tale ragione fu spedito a Torino un set di uniformi analogo a quello usato dal Notts County.[53]
Simboli
Lo stemma
Eccezion fatta per un particolare simbolo in uso tra la fine degli anni settanta e l'inizio dei novanta (che ha affiancato lo stemma ufficiale), ovvero la silhouette di una zebra rampante,[54] fin dagli anni venti l'emblema identificativo della Juventus è rimasto sostanzialmente invariato,[55] essendo stato soggetto solamente a moderati restyling, il più recente dei quali risalente al 2004.[56]
Esso raffigura uno scudo ovale a strisce verticali bianche e nere, che nella versione più recente sono sette, quattro bianche e tre nere.[56] Il nome del club è impresso in caratteri neri e sottolineato in oro su di un'area bianca convessa. Il gioco di ombreggiature del logo ha lo scopo di conferire ad esso un'apparenza di tridimensionalità.[56] Nella parte inferiore dello stemma, in bianco su sfondo nero, è rappresentato il toro, simbolo civico di Torino.
In passato lo sfondo del nome del club fu anche di colore blu Savoia, omaggio alla tradizione sabauda di Torino, e di forma concava.[55] Anche lo sfondo dello stemma civico fu blu Savoia, mentre il toro e il nome del club erano di colore giallo-oro.[55]
Dal logo attuale sono state eliminate le due stelle, presenti fin dal 1982, in quanto considerate un riconoscimento sportivo (variabile nel tempo) e non un elemento d'identità del club.[56]
Inno ufficiale
L'inno ufficiale della Juventus – il quinto nella storia del club – è Juve (storia di un grande amore), scritto da Alessandra Torre e Claudio Guidetti, nella versione del cantante e musicista emiliano Paolo Belli composta nel 2007.[57]
Vi sono altre canzoni scritte in omaggio alla squadra come Il cielo è bianconero, Vecchia Signora, Juve facci sognare e Magica Juve, tutte a opera del compositore Francesco De Felice.[58] Tra quelle composte dagli artisti più noti, figura Juvecentus, opera di Pierangelo Bertoli nel 1997, in occasione del centesimo anniversario della fondazione del club.[59]
Stadi
In assoluto, i primi impianti utilizzati dal club furono il Parco del Valentino e il Cittadella, nel biennio 1897-1898. Dal 1898 al 1908 fu utilizzato lo Stadio Piazza d'Armi, tranne il biennio 1905-1906, durante il quale il terreno di casa fu lo Stadio Motovelodromo Umberto I.[60]
Dal 1909 al 1922 l'impianto utilizzato fu quello di Corso Sebastopoli e, dal 1922 al 1933, quello di Corso Marsiglia, che fu teatro della conquista di 4 campionati, tre dei quali consecutivi.[61]
Dal 1933 al 1990 il club ha disputato i suoi incontri interni allo Stadio Comunale. Nato come Stadio “Benito Mussolini” per dotare la città di un impianto che potesse ospitare le gare del campionato del mondo 1934, ribattezzato dopo la guerra Stadio Comunale e, in seguito, Stadio Comunale “Vittorio Pozzo”, esso ospitò 890 incontri di campionato della Juventus[62] e, dal 1963, dopo la definitiva dismissione dello Stadio Filadelfia, fu condiviso con il Torino; capace di circa 65.000 posti in piedi, fu utilizzato fino al 1990, anno in cui le due compagini cittadine si trasferirono allo Stadio delle Alpi, riservando il Comunale solo agli allenamenti della squadra bianconera.
Il Delle Alpi, costruito dal consorzio Acqua Marcia di Roma in occasione del campionato del mondo 1990, fu l'impianto interno dal campionato 1990-91 a tutto il 2005-06; situato nel quartiere di Vallette, nella periferia nord-occidentale di Torino, era capace di poco più di 69 000 posti ed era dotato di un impianto di diffusione acustica che lo rendeva idoneo anche all'esecuzione di concerti. Nel periodo di utilizzo del Delle Alpi, comunque, la Juventus in alcune occasioni scelse di disputare le proprie gare interne in stadi di altre città, quali ad esempio il Manuzzi di Cesena (Coppa Italia e Coppa Intertoto), il Meazza di Milano (semifinale e finale di Coppa UEFA 1994-95) oppure il La Favorita di Palermo (Supercoppa UEFA 1996 e il 1º ed il 3º turno della Coppa UEFA 1999-2000).[63]
Il 18 giugno 2002 il Comune cedette il vecchio Comunale a titolo gratuito al Torino in cambio dell'impegno del club granata a ristrutturarlo in tempo per i XX Giochi olimpici invernali del 2006 (tale impegno non fu rispettato per sopravvenuto fallimento societario nel 2005, a seguito del quale il Comune riacquisì la titolarità della concessione dell'impianto) e, nel contempo, concesse lo sfruttamento dell'area del Delle Alpi alla Juventus per 99 anni.[63]
Dalla stagione 2006-07 a quella 2010-11 la Juventus ha disputato quindi i suoi incontri interni nel rinnovato Comunale, ribattezzato Stadio Olimpico. L'Olimpico ha una capacità massima di 27 994 posti a sedere,[62] dopo la ristrutturazione avvenuta in occasione dei Giochi olimpici.
Juventus Stadium
È del 18 marzo 2008 la decisione del consiglio di amministrazione della Juventus Football Club S.p.A. di approvare il progetto per il nuovo stadio, destinato a sorgere sull'area del Delle Alpi;[64] l'investimento complessivo per la realizzazione del nuovo impianto ammonta a 105 milioni di euro.[65]
L'opera, progettata dagli studi GAU e Shesa sotto il coordinamento degli architetti Gino Zavanella ed Eloy Suarez e dell'ingegnere Massimo Majowecki, è stata ufficialmente presentata il 20 novembre 2008 al Lingotto:[66] prevista su un'area totale di 355000 (di cui 45 000 destinati allo stadio, 155 000 ai servizi, 34 000 alle attività commerciali e 30 000 ad aree verdi e piazze),[64] tutta la costruzione è a pianta rettangolare, circondata da due strutture semi-ellittiche che ospitano le attività commerciali, i ristoranti e i bar: l'accesso alle tribune è garantito da specifiche passerelle inserite nei diversi settori dello stadio. Presenti anche palchi cosiddetti VIP – disegnati da Pininfarina Extra – affacciati direttamente sul prato.[64]
Lo stadio, definito «all'avanguardia» nei criteri di sicurezza per esso previsti[64] e nell'abbattimento delle barriere architettoniche, ha 41 000 spettatori seduti,[64] ed è concepito solo per il calcio, non avendo pista di atletica leggera intorno al campo; il terreno di gioco è ribassato di circa un metro e mezzo rispetto alle gradinate più basse, e non ci sono barriere né separazioni fisiche tra spalti e terreno.[67]
Esternamente lo stadio è rivestito da 40 000 lamine d'alluminio oscillanti e riflettenti che, secondo il designer Fabrizio Giugiaro, danno la sensazione di una «bandiera in movimento». Il peso della copertura, studiata in galleria del vento, viene sostenuto, attraverso dei tiranti, da due pennoni. Inoltre è semi-trasparente in modo da garantire il passaggio della luce sufficiente alla crescita dell'erba e contemporaneamente la protezione degli spettatori dai raggi solari.
L'inaugurazione del nuovo Juventus Stadium è avvenuta l'8 settembre 2011, in concomitanza con i festeggiamenti per il 150º anniversario dell'Unità d'Italia, ed è utilizzato a partire dalla stagione 2011-12.[68]
La Juventus nella cultura popolare
Nel corso degli anni la Juventus, oltre a imporsi come realtà sportiva nazionale e internazionale, ha acquisito un posto di rilievo nella cultura della Nazione. Essa fu la prima, al pari del Genoa, ad avere al seguito un “treno speciale” di tifosi: accadde il 1º aprile 1906 in occasione dell'incontro di campionato tra dette due squadre in campo neutro a Milano, ripetizione di quello, disputato a Torino, interrotto il 18 marzo precedente a causa della prima invasione di campo della storia del calcio italiano.[69]
Il 29º derby della Mole disputatosi allo stadio di Corso Marsiglia il 15 maggio 1932 fu il primo evento calcistico trasmesso in diretta radiofonica nazionale dall'EIAR, con la voce di Nicolò Carosio. Inoltre, nel quadro delle trasmissioni sperimentali della RAI (quelle ufficiali, anche sportive, ebbero inizio il 3 gennaio 1954)[70] l'incontro di serie A Juventus-Milan del 5 febbraio 1950 fu oggetto della prima diretta televisiva nazionale, per la voce di Carlo Balilla Bacarelli.[71]
A uno storico 0-5, subìto il 15 marzo 1931 al Campo Testaccio della Capitale a opera della Roma di Fulvio Bernardini, sono ispirati sia il primo fonofilm italiano relativo al calcio: Cinque a zero (1932), per la regia di Mario Bonnard[72] che il romanzo di Mario Soldati Le due città (1964).[73] Il club è stato anche punto di riferimento in altre opere di Soldati, quali America primo amore (1935),[74] Un prato di papaveri. Diario 1947-1964 (1973)[75] e Lo specchio inclinato. Diario 1965-1971 (1975).[76]
Altri riferimenti alla Juventus si trovano in La classe operaia va in paradiso di Elio Petri (1971), film vincitore del Grand Prix al Festival di Cannes 1972,[77] in Vacanze in America di Carlo Vanzina (1984), dove si assiste a una partita tra studenti juventini e romanisti a Zabriskie Point, nella Valle della Morte[78] e in Santa Maradona di Marco Ponti (2001), nel quale si trova una scena ambientata allo Stadio delle Alpi durante l'incontro di campionato tra i bianconeri e l'Atalanta.[79] Per quanto riguarda i film di argomento più legato al calcio e al tifo, sul versante della satira di costume figura Il presidente del Borgorosso Football Club di Luigi Filippo D'Amico (1970), in cui il personaggio eponimo, interpretato da Alberto Sordi, ingaggia l'ex juventino Omar Sívori, presente nel film nella parte di sé stesso;[80] nei primi anni ottanta, in Eccezzziunale… veramente, del citato Vanzina (1982), Diego Abatantuono rappresenta, nei tre episodi di cui si compone il film, rispettivamente un tifoso milanista, uno interista e uno juventino;[78] stesso ruolo interpretò nel sequel, un quarto di secolo più tardi, in Eccezzziunale… veramente - Capitolo secondo… me (2006), ancora di Vanzina.[81] Infine, sul fronte dell'analisi del disagio sociale e del tifo come valvola di sfogo dell'aggressività, figura il film Ultrà di Ricky Tognazzi (1990), che parla delle vicende di un capotifoso della Roma (interpretato da Claudio Amendola) e del gruppo organizzato da lui guidato che si reca in trasferta a Torino, dove ingaggia violenti scontri con i Drughi, frangia di ultras bianconeri.[82]
La poesia-tributo Madama Juve, scritta in piemontese dallo scrittore e giornalista Giovanni Arpino, fu inclusa nel libro Opere (1992), antologia a cura dei poeti Giorgio Bàrberi Squarotti e Massimo Romano.[83] Tale poesia, insieme ad altri omaggi alla Juventus composti da Arpino, è stata tradotta in italiano dal critico letterario torinese Bruno Quaranta e pubblicata nella sua opera Stile e stiletto (1997).[84] Sempre a opera di Arpino sono altri riferimenti alla Juventus, citati in Racconti di vent'anni (1974)[85] e in Opere scelte (2005), antologia letteraria, narrativa e giornalistica a cura dell'italianista veneziano Rolando Damiani.[86] Ancora in ambito letterario la Juventus fa da sfondo, come punto di riferimento della vita del protagonista, nel romanzo di Aldo Nove Puerto Plata Market[87] e, nel romanzo del giornalista Aldo Cazzullo I ragazzi di via Po, è parte del contesto storico-culturale della società torinese degli anni cinquanta.[88] Entrambi i lavori citati sono del 1997. Più recentemente, nel 2003, i giornalisti Mario e Andrea Parodi hanno citato la Juventus di Trapattoni campione d'Italia nel 1977 e 1978 all'interno del contesto storico e sociale della crisi politico-istituzionale dell'Italia di quegli anni, nel loro libro In bianco e nero.[89]
Fuori dall'Italia la Juventus è citata come F.C. Piemonte nell'anime giapponese Captain Tsubasa Road to 2002 (2001) e con il suo nome vero nel manga omonimo.[90] In Inghilterra i tifosi del Notts County sono usi intonare il loro coro da stadio It's just like watching Juve (È proprio come guardare la Juve), in riferimento alla comunanza cromatica delle uniformi dei due club, ogni volta che la loro squadra realizza una grande prestazione.[91]
Il compositore torinese Domenico Seren Gay ha dedicato al club due canzoni: Juventus, presente nell'album Juventus/Maria (1962) e Forza Juve, presente nell'album Forza Juve/Gioanin Pet Pet Sigàla (1968).[92]
Tra gli eventi culturali più recenti aventi come oggetto il club bianconero, figura la mostra Juventus. 110 anni a opera di arte, organizzata in occasione del centodecimo anniversario della fondazione della società[93] e tenutasi a Palazzo Bricherasio a cura della fondazione omonima dal 26 ottobre al 2 dicembre 2007. Tale esposizione, curata dal critico d'arte Luca Beatrice, ha illustrato lo sviluppo della storia, dei personaggi e dei successi della Juventus e il suo rapporto con la città di Torino attraverso un'analisi artistica e culturale sul calcio:[93]
«A Torino, invece, si respira Juventus un po' dovunque: la panchina di corso Re Umberto, il Liceo d'Azeglio, le varie sedi (Galleria San Federico, piazza Crimea e ora corso Galileo Ferraris), gli stadi (da Piazza d'Armi al Comunale, dal Campo Combi al Delle Alpi che in molti cominciamo a rimpiangere), e poi le strade, i quartieri, da Mirafiori alla collina, da San Paolo alla Crocetta, c'è tanta Juve nella storia della capitale sabauda, un percorso che attraversa, decennio dopo decennio, l'arte e la cultura del Novecento.»
L'impegno in campo sociale
La Juventus è attiva nel campo sociale e umanitario. Tra i programmi sociali intrapresi, figurano Fatti e Progetti per i Giovani, orientato al miglioramento della qualità di vita e a favorire l'accesso all'istruzione ai giovani extracomunitari minorenni[95] tramite un centro di accoglienza, e la realizzazione – in collaborazione con la facoltà di Economia dell'Università di Torino – di un corso di formazione allo studio del management sportivo.[95]
In ambito sanitario, in collaborazione con l'Azienda Ospedaliera Regina Margherita-Sant'Anna di Torino partecipa al progetto Crescere insieme al Sant'Anna,[96] programma di ristrutturazione del reparto di Neonatologia Ospedaliera dell'ospedale “Sant'Anna”[96] e sostiene le attività della Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro.[95]
Altro progetto comunitario della società bianconera è il “Centro di accoglienza” intitolato a Edoardo Agnelli e realizzato in collaborazione con l'Associazione Gruppi di Volontariato Vincenziano al fine di dare ospitalità a madri in condizioni disagiate.[95]
Nel 2000, inoltre, la Juventus intraprese il progetto Un sogno per il Gaslini, allo scopo di dotare l'istituto pediatrico “G. Gaslini” di Genova di una dépendance da adibire a luogo di studio e svago per i bambini ivi ricoverati, da realizzarsi tramite il recupero edilizio dell'abbazia di san Gerolamo, che si trova all'interno della struttura dell'ospedale. Per il raggiungimento dello scopo furono necessari 4,5 milioni di euro, dei quali 2 donati dalla famiglia Gaslini, e i rimanenti raccolti dalla Juventus attraverso donazioni e iniziative di beneficenza organizzate dai propri giocatori, come la partecipazione in qualità di ospiti al festival di Sanremo 2003[97] e al programma televisivo Juventus, una squadra per amico,[98] la realizzazione e vendita di libri fotografici e CD, il più famoso dei quali fu, nel 2003, una versione del successo di Lucio Battisti Il mio canto libero.[99]
Organico
Rosa
Rosa e numerazione aggiornate al 31 agosto 2012.[100]
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Staff tecnico
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Settore giovanile
Il settore giovanile della Juventus Football Club è composto di 17 squadre maschili che competono a livello nazionale ed eventualmente internazionale nei vari tornei di categoria.[101] Per tutte, il proprio campo di allenamento è lo Juventus Center, centro sportivo di proprietà della società bianconera con sede a Vinovo (TO).[102]
Analogamente a quanto già intrapreso dagli olandesi dell'Ajax, la Juventus ha istituito alcune scuole calcio sotto forma di club-satellite[103] e campi (Summer Camps) in tutta Italia (riservati ai giovani dagli 8 ai 16 anni) e all'estero, precisamente in Inghilterra (dagli 11 ai 16 anni).[104]
Porta inoltre avanti progetti come Juventus University, la prima università del calcio al mondo (con il supporto dell'Università di Torino),[105] Juventus National Academy che si rivolge, attraverso la creazione di una rete di scuole calcio dislocate sul territorio nazionale e, all'estero, in Malta, ai ragazzi dai 6 ai 12 anni[106] e il programma Juventus Soccer Schools International attraverso la gestione di scuole di calcio negli Stati Uniti, Canada, Messico, Inghilterra, Grecia, Arabia Saudita, Australia e Svizzera.[107]
Storicamente la Juventus ha sempre avuto una rete di osservatori giovanili su tutto il territorio nazionale, e anche all'estero.[103] A titolo di esempio, limitatamente ai giocatori che hanno iniziato a militare in giovane età nella Juventus a partire dagli anni sessanta, figurano Pietro Anastasi (classe 1948, giunto a 20 anni da Catania), Franco Causio (1949, nel 1966 giunto alla Juventus da Lecce), Giuseppe Furino (1946, proveniente da Palermo e alla Juventus dal 1965), Roberto Bettega (1950, torinese e cresciuto nella società), Paolo Rossi (1956, da Prato, che dal 1972 al 1975 militò nelle giovanili della società prima di tornarvi da professionista nel 1981).
Di essi, Furino fu convocato per il campionato del mondo 1970 (unico giocatore della Juventus a prendere parte a tale edizione del torneo), Anastasi per quello del 1974, Causio per quelli del 1974 e 1978 (nonché quello del 1982, quando già tuttavia militava nell'Udinese) così come Bettega (che non prese parte al campionato del 1982 causa infortunio), nonché Rossi, presente nel 1982 (e che nel 1978 partecipò da giocatore in comproprietà con il Lanerossi Vicenza e con la maglia di quest'ultimo).[108][109] Il citato Rossi, inoltre, grazie alla vittoria nel campionato del mondo 1982, oltre a laurearsi campione del mondo, vinse anche il Pallone d'oro di quell'anno nonché la Scarpa d'oro quale miglior marcatore di quell'edizione del torneo, con 6 goal, di cui 3 nel girone sostitutivo dei quarti di finale contro il Brasile, sconfitto 3-2.
Tra gli altri calciatori di prestigio cresciuti nel vivaio della Juventus si segnalano Carlo Bigatto I, Gianpiero Combi (campione del mondo nel 1934), Pietro Rava (vincitore della medaglia d'oro nel torneo olimpico di calcio 1936 e campione del mondo nel 1938), Carlo Parola, Giovanni Viola e, soprattutto, Giampiero Boniperti, da sempre legato alla Juventus, dalle giovanili alla carica di presidente e, dal 1994, a quella di presidente onorario del club.
Dagli anni duemila, dal settore giovanile della Juventus si sono messi in evidenza giocatori come Antonio Nocerino, Sebastian Giovinco, Claudio Marchisio, Paolo De Ceglie e Domenico Criscito, tutti militanti in Serie A tranne l'ultimo, ingaggiato dallo Zenit San Pietroburgo nell'estate del 2011.[110] Essi sono stati anche membri della Nazionale che partecipò al torneo olimpico di calcio 2008 a Pechino[111] e della Nazionale U-21 che raggiunse le semifinali del torneo continentale disputato in Svezia nel 2009.[112] Marchisio, Giovinco e De Ceglie fanno oggi parte della rosa juventina, mentre Marchisio e Giovinco sono stati anche nel gruppo della Nazionale italiana finalista del campionato d'Europa disputato a Polonia e Ucraina nel 2012.
Giocatori celebri
In più di 110 anni di storia hanno vestito la maglia della Juventus oltre 700 calciatori, in gran parte italiani;[113] alcuni di questi ultimi hanno anche militato nella Nazionale italiana.
Tra i calciatori italiani di rilievo che hanno militato nella Juventus figurano i già citati Carlo Bigatto I, considerato il primo calciatore-simbolo della Juventus,[114] Giampiero Boniperti, riconosciuto come il calciatore più rappresentativo della storia della società,[115] Carlo Parola (autore della più famosa rovesciata del calcio italiano, il cui gesto atletico ha ispirato l'inconfondibile marchio dell'album Panini dei calciatori),[116] Dino Zoff (vincitore, tra altri, di sei scudetti e una Coppa UEFA con la Juventus, della quale difese la porta per 330 partite consecutive di campionato tra il 1972 e il 1983 e a tutt'oggi unico calciatore italiano ad avere vinto sia il campionato d'Europa che quello del mondo con l'Italia, nominato dalla FIGC nel 2004 UEFA Golden Player italiano),[117] Gaetano Scirea, Sergio Brio, Antonio Cabrini e Stefano Tacconi, quattro dei cinque soli calciatori ad aver vinto tutte le competizioni ufficiali UEFA per club (il quinto essendo l'olandese Danny Blind),[118] Roberto Baggio, Pallone d'oro 1993 e Alessandro Del Piero, storico capitano e giocatore simbolo della squadra durante l'ultimo decennio,[119] sei volte campione d'Italia e, nel 1996, campione d'Europa e del mondo con la Juventus, nonché campione del mondo 2006 con la Nazionale.
Tra i giocatori non italiani ad aver vestito la maglia della Juventus, inoltre, si segnalano negli anni cinquanta e sessanta l'argentino Omar Sívori (che, oriundo, in seguito militò anche in Nazionale italiana), il gallese John Charles, soprannominato per la sua stazza il gigante buono, centravanti di sicuro rendimento, che insieme al citato Sívori e a Boniperti formò un trio d'attacco che portò alla Juventus 3 scudetti; negli anni settanta il tedesco Helmut Haller, già campione d'Italia con il Bologna, che alla Juventus vinse due titoli; fino al 1980 non fu più possibile ingaggiare calciatori non italiani; tra i più rappresentativi giunti in Italia dagli anni ottanta in avanti, figurano i francesi Michel Platini, soprannominato in patria le Roi (il re), campione d'Europa nel 1984 con la sua squadra nazionale e nel 1985 con la Juventus e Zinédine Zidane, campione del mondo nel 1998 e d'Europa nel 2000 con la Francia, campione del mondo di club con la Juventus e, con essa, vincitrice di due scudetti; il ceco Pavel Nedvěd, primo giocatore straniero per numero di presenze in competizioni ufficiali con il club,[120] nonché vincitore del Pallone d'oro nel 2003, e il franco-argentino David Trezeguet, capocannoniere del campionato di Serie A nel 2002 e maggior marcatore straniero nella storia bianconera con 171 gol.[121]
Presidenti e allenatori
Presidenti
In più di 110 anni di storia societaria, alla guida della Juventus si sono avvicendati 23 presidenti e 2 comitati di gestione.[122] Il primo presidente della società bianconera fu Eugenio Canfari, uno dei soci fondatori.[3]
Il periodo più lungo in carica è appannaggio di Giampiero Boniperti, alla guida della Juventus per 19 anni dal 1971 al 1990;[122] Boniperti, al pari del suo successore Vittorio Caissotti di Chiusano, presidente dal 1990 al 2003, vanta il palmarès più ampio della storia del club.[123]
L'imprenditore Umberto Agnelli, divenuto presidente a meno di 21 anni d'età, nel 1955, fu il più giovane a ricoprire tale carica.[3] Da citare anche le presidenze degli svizzeri Alfred Dick e Giuseppe Hess e del francese Jean-Claude Blanc, gli unici non italiani a divenire presidenti del club.[3] In particolare, Dick fu il presidente del primo scudetto bianconero (1905).
Attualmente in carica è l'imprenditore torinese Andrea Agnelli, eletto presidente il 28 aprile 2010 dall'assemblea degli azionisti del club.[124]
Allenatori
Sono 43 gli allenatori ad avere avuto a tutt'oggi la conduzione tecnica della Juventus; 10 di essi hanno ricoperto l'incarico ad interim.[31]
Fino a tutto il secondo decennio del XX secolo non esisteva un sistema dettagliato di allenamento in preparazione degli incontri di campionato. In pratica i giocatori – studenti e lavoratori – avevano l'abitudine di ritrovarsi un paio di volte alla settimana al velodromo di Corso Re Umberto per gli allenamenti, consistenti in partitelle e corse di velocità e/o resistenza, sempre sotto il coordinamento del capitano della squadra.[125]
Il primo allenatore della storia bianconera fu l'ungherese Jenő Károly, scelto dal presidente Edoardo Agnelli nel 1923 al fine di introdurre innovazioni dal punto di vista tattico e strategico nel gioco della squadra.[3] Károly allenò la squadra per 70 incontri fino alla morte, avvenuta nel 1926.[3]
A vantare il mandato tecnico più lungo è tuttora Giovanni Trapattoni, detto il Trap, rimasto alla guida della squadra per tredici stagioni, di cui dieci consecutive, dal 1976-77 al 1985-86 e poi dal 1991-92 al 1993-94. Sia il numero di stagioni consecutive che quello totale sono record per tecnici di club italiani.[31] Il Trap vanta anche il primato complessivo di panchine (596) e di trofei vinti con il club (14, record tra gli allenatori italiani).[31]
Da menzionare anche Carlo Carcano, tecnico negli anni trenta e unico allenatore in Italia ad avere vinto quattro scudetti consecutivi, tra il 1931 e il 1934.[20]
L'attuale allenatore della prima squadra è Antonio Conte, nato nel 1969, che ricopre l'incarico dal 31 maggio 2011.[33]
Palmarès
Il palmarès della Juventus Football Club, la società calcistica più titolata d'Italia, è uno dei più prestigiosi a livello mondiale.[5][6] Vincitrice del suo primo trofeo ufficiale nel 1905, la Juventus è il club di maggior successo nel campionato nazionale, aggiudicandosi la competizione in 28 occasioni,[52] compresa una striscia di cinque titoli consecutivi dal 1931 al 1935 (record a pari merito con il Torino e l'Internazionale).[126] I bianconeri detengono il record per vittorie nella Coppa Italia, principale competizione di coppa nazionale del Paese (9, a pari merito con la Roma), tra esse due consecutive (1959 e 1960, primato nazionale). Il club vanta, inoltre, 5 Supercoppe d'Italia, per un totale di 42 vittorie in competizioni nazionali (anch'esso record), cui vanno sommate 11 vittorie in tornei internazionali che ne fanno complessivamente il club italiano con il maggior numero di titoli ufficiali vinti, 53. Dalla sua fondazione, solo negli anni 1910 il club torinese non ha vinto alcun trofeo ufficiale, caso unico nel Paese.
La formazione juventina detiene altresì il primato italiano di double, ovvero la vittoria del campionato di massima serie e della coppa nazionale nella stessa stagione (due, accadute nelle stagioni 1959-60 e 1994-95).
Vincitrice del suo primo trofeo internazionale ufficiale nel 1977 (Coppa UEFA, nella circostanza vinta per la prima volta da un club italiano e sudeuropeo),[127] i suoi 11 trofei vinti in competizioni a livello confederale e FIFA, tra cui due titoli di campione d'Europa (1985 e 1996) e due di campione del mondo per club (idem), la rendono attualmente il secondo club italiano per vittorie, il quarto in Europa nonché il settimo nel mondo.[128] La Juventus, uno degli unici tre club italiani ad avere realizzato in due occasioni il cosiddetto double internazionale con i successi in campionato e Coppa UEFA e campionato e Coppa delle Coppe, rispettivamente nelle stagioni 1976-77 e 1983-84, vanta ex æquo con il Liverpool e l'Internazionale il primato per titoli vinti in Coppa UEFA, nota come Europa League dalla stagione 2009-10 (3).[127]
Competizioni nazionali
- 1905; 1925-26; 1930-31; 1931-32; 1932-33; 1933-34; 1934-35; 1949-50; 1951-52; 1957-58
1959-60; 1960-61; 1966-67; 1971-72; 1972-73; 1974-75; 1976-77; 1977-78; 1980-81; 1981-82
1983-84; 1985-86; 1994-95; 1996-97; 1997-98; 2001-02; 2002-03; 2011-12
- Coppa Italia: 9
- Campionato Federale di Prima Categoria: 1
- Campionato Italiano di Prima Categoria: 1
Competizioni internazionali
- Coppa UEFA: 3
Competizioni giovanili
La sezione giovanile della Juventus è una delle più vittoriose della sua categoria sia a livello nazionale, potendo vantare 9 titoli di campione d'Italia, sia internazionale, con più di 70 trofei ufficiali, tra i quali alcuni relativi alle competizioni più importanti al mondo nella categoria come per esempio il torneo di Viareggio, vinto 8 volte, la più recente delle quali nel 2012, con cui ha eguagliato il record di vittorie totali nella competizione appartenente ex æquo alla Fiorentina e al Milan.[131]
Nell'agosto 2007 la squadra Under-19 della Juventus partecipò all'edizione inaugurale della Champions Youth Cup in Malesia, sorta di campionato mondiale per club giovanili organizzato dal G-14, classificandosi al secondo posto finale con la miglior difesa del torneo.[132]
Statistiche
Statistiche di squadra
La Juventus esordì nel campionato federale l'11 marzo 1900. La stagione 2012-13 sarà dunque la sua 108ª stagione sportiva; nelle 107 precedenti, ha partecipato a 99 campionati di massima serie (11 di Prima Categoria Nazionale, 5 di Prima Divisione, 4 di Divisione Nazionale e 79 di serie A propriamente detta) e uno di serie B (nel 2006-07), mentre in altre 7 occasioni non superò le eliminatorie del Comitato Regionale Piemontese. Nel corso delle 101 stagioni in massima serie la Juventus ha vinto 28 volte il campionato (record italiano), giungendo seconda in 20 tornei e terza in 14 (57,94% di piazzamenti nelle prime tre rispetto alle partecipazioni).
La vittoria in gara ufficiale con il maggior scarto fu un 15-0 a casa del Cento, secondo turno di Coppa Italia 1926-27.[133] Limitatamente al campionato, il record fu invece un 11-0 realizzato due volte, nel torneo 1928-29, contro Fiorentina e Fiumana, rispettivamente nella 2ª e 6ª giornata.[133]
La sconfitta con il maggior scarto fu invece uno 0-8 subìto dal Torino nel campionato federale 1912-13.[134]
A fronte delle 9 vittorie in Coppa Italia (record, detenuto a pari merito della Roma) la Juventus ha disputato 14 finali di tale torneo.[135] Singolarmente, pur essendo i due club che vantano il maggior numero di trofei vinti, Juventus e Roma non si sono mai affrontate direttamente in finale di tale competizione.[135]
La Juventus vanta anche, tra tutti i club italiani, il maggior numero di stagioni disputate nelle coppe europee, 49 (inclusa la stagione 2010-11). Di esse, 43 sono relative a partecipazioni a tornei ufficiali dell'UEFA (26 Coppe dei Campioni/Champions League, 4 Coppe delle Coppe e 13 Coppe UEFA/Europa League) e 6 alla Coppa delle Fiere;[136] nel computo globale delle citate competizioni risulta il primo club italiano e quarto a livello europeo per numero di punti conquistati (464). Inoltre, è il club italiano con il maggior numero di partite disputate (352), partite vinte (194), gol realizzati (624), differenza reti (+299) e percentuale di vittorie (55,11%) in competizioni UEFA a tutto il 10 settembre 2011.[137]
La Juventus è anche l'unico club italiano ad aver vinto una manifestazione internazionale ufficiale con una rosa composta esclusivamente da calciatori provenienti da un solo Paese (Coppa UEFA 1976-77).[138]
La formazione bianconera ha disputato un totale di 18 finali in competizioni ufficiali a livello internazionale, sesta al mondo, quarta in Europa e seconda tra i club italiani in questa graduatoria.[139] Delle 18 finali citate, 7 sono state giocate in Coppa dei Campioni/UEFA Champions League (2 vittorie complessive), una in Coppa delle Coppe (una vittoria), 4 in Coppa UEFA (3 vittorie),[127] una in Coppa Intertoto (una vittoria),[140] 2 in Supercoppa UEFA (2 vittorie)[141] e 3 in Coppa Intercontinentale (2 vittorie).[44]
Sempre in ambito internazionale, la Juventus è l'unico club del mondo ad avere vinto tutte le competizioni internazionali per club[142] e uno dei tre club europei ad avere vinto tutte le tre principali competizioni dell'UEFA. La Juventus fu la prima a raggiungere tale traguardo nel 1985, seguita dall'Ajax nel 1992 e dal Bayern Monaco nel 1996 e, per tale ragione, le fu riconosciuta la Targa UEFA.[143]
Statistiche individuali
Il giocatore che detiene il record di presenze in serie A, a tutto il 20 maggio 2012, è Alessandro Del Piero con 478, cui vanno sommate 35 presenze in serie B,[144] che ne fanno complessivamente il giocatore juventino con il maggior numero di presenze nei campionati italiani, 513. Il precedente record di presenze, superato il 6 febbraio 2011, apparteneva a Giampiero Boniperti che, dal 1946 al 1961, scese in campo 443 volte.[145]
Attualmente il già citato Del Piero detiene il record assoluto di presenze ufficiali con la maglia bianconera, 705, nonché quello di gol, 290 (altro record), così ripartiti: 188 in serie A, 20 in serie B, 28 nelle Coppe nazionali, 53 nelle competizioni europee e 1 in Coppa Intercontinentale.[120][121] Il precedente record di gol, superato nel gennaio 2006, apparteneva al citato Boniperti con 182.[121][145]
Il miglior marcatore della Juventus in un campionato a girone unico fu Borel II, con 32 gol in 34 gare nel campionato 1933-34.[146]
L'ungherese Ferenc Hirzer, invece, detiene il record di gol segnati in un campionato di prima divisione, 35 in 26 incontri nel Campionato Federale 1925-26. Analogo numero di reti segnò lo svedese Gunnar Nordahl del Milan, ma in un campionato a girone unico.[147]
Infine, Omar Sívori detiene, insieme a Silvio Piola, il record di marcature in una singola partita: 6 gol, segnati all'Internazionale nella 28ª giornata del campionato 1960-61.
La Juventus e la Nazionale italiana
Al 2 settembre 2012 la Juventus è il club che ha fornito il maggior numero di giocatori alla Nazionale italiana: a tale data, infatti, 134 elementi hanno vestito la maglia azzurra all'epoca della loro militanza juventina (a fronte dei 105 dell'Internazionale e dei 93 del Milan).[149]
Sono 22 in totale i giocatori della Juventus militanti nelle selezioni nazionali italiane campioni del mondo: 9 nel 1934 (Bertolini, Borel II, Caligaris, Combi, Ferrari, Monti, Orsi, Rosetta e Varglien I), 2 nel 1938 (Foni e Rava), 6 nel 1982 (Zoff, Gentile, Cabrini, Scirea, Tardelli e P. Rossi) e 5 nel 2006 (Buffon, F. Cannavaro, Camoranesi, Zambrotta e Del Piero).[150] Tre sono, invece, i calciatori della Juventus laureatisi campioni d'Europa con la Nazionale, nel 1968 (Bercellino, Càstano e Salvadore).
Il contributo maggiore in elementi prestati alla Nazionale in una competizione a livello UEFA/FIFA[151] risale al campionato del mondo 1978, edizione in cui il club bianconero schierò in maglia azzurra nove uomini in due occasioni: la prima è stato l'incontro di prima fase contro i padroni di casa dell'Argentina del 10 giugno, tutti i nove giocatori juventini furono schierati in campo: Zoff, Gentile, Cabrini, Benetti, Scirea, Causio, Tardelli e Bettega dal primo minuto, poi dal 6' Cuccureddu subentrato al bolognese Bellugi;[152] mentre che la seconda è stato l'incontro di seconda fase contro l'Paesi Bassi del 21 giugno, in cui i nove giocatori bianconeri già citati furono schierati in campo dal primo minuto (record italiano in competizioni ufficiali).[153][154]
La Juventus guida la particolare classifica dei club che vantano giocatori campioni del mondo con la propria Nazionale, con 24: ai 22 citati vanno infatti aggiunti Didier Deschamps e Zinédine Zidane, campioni nel 1998 con la Francia: precede in tale graduatoria Internazionale (20), la coppia Bayern Monaco-Roma (16 a testa) e Santos (15).[155]
Quanto al campionato d'Europa, oltre ai tre citati, altri tre giocatori sono vincitori del torneo con Nazionali diverse da quella italiana: Luis del Sol (Spagna, 1964), Michel Platini (Francia, 1984) e il già menzionato Zinédine Zidane (idem, 2000).
Ancora, in occasione della finale del citato campionato del mondo 2006, la Juventus ha stabilito un ulteriore record internazionale in quanto, oltre ai cinque Nazionali italiani dei quali si è fatta menzione, scesero in campo tre bianconeri con la maglia francese: Lilian Thuram, Patrick Vieira e David Trezeguet,[156] per un totale di otto finalisti di uno stesso club sul terreno di gioco.
Struttura societaria
La Juventus Football Club è, dal 27 giugno 1967, una società per azioni[43] a capitale interamente privato. Dal 1º marzo 2009 la società che controlla la maggioranza del capitale azionario della Juventus è la finanziaria Exor, nata dalla fusione di IFIL Investment S.p.A e Istituto Finanziario Industriale, entrambe holding controllate dalla Giovanni Agnelli e C. S.a.p.a,[157] che attualmente detiene il 55,016% della citata Exor e, tramite quest'ultima, il 60,001% del capitale azionario della Juventus.[157][158] Il rimanente capitale azionario è detenuto dalla Libyan Arab Foreign Investment Company (LAFICO) al 7,5% e da azionisti diffusi al 32,5%.[159]
Il campo d'allenamento della Juventus è di proprietà dell'azienda Campi di Vinovo S.p.A, controllata al 71,3% dal club.[160]
Secondo l'attuale organigramma societario, la Juventus è articolata su 7 aree interne: Amministrazione e Finanza, Risorse umane, Informazione tecnologica, Area commerciale, Pianificazione, Controllo e progetti speciali, Area comunicazione e Area sportiva.[161] La società è guidata da un consiglio di amministrazione composto da dieci membri eletti dalla proprietà tra cui il presidente Andrea Agnelli e l'amministratore delegato Aldo Mazzia.[162]
Dal 3 dicembre 2001 la Juventus è quotata alla Borsa italiana[51] nel segmento STAR, uno degli indici azionari di maggior successo in Europa e nel mondo.[163]
Dal 1º luglio 2008 la società bianconera ha implementato un sistema di gestione della sicurezza per i lavoratori e gli atleti in conformità ai requisiti previsti dalla norma internazionale OHSAS 18001:2007[164] e un sistema di gestione della qualità del settore medico secondo la norma internazionale ISO 9001:2000.[165]
In base a quanto emerge del c.d. Deloitte Football Money League 2012, rapporto stilato dalla società di revisione e consulenza aziendale statunitense Deloitte Touche Tohmatsu, la Juventus risulta essere il tredicesimo club a livello mondiale in termini di fatturato (153.9 milioni di euro a tutto il 30 giugno 2011).[166]
Il club torinese è anche uno dei membri fondatori dell'European Club Association (ECA), organizzazione internazionale che ha preso il posto del soppresso G-14, e composta dai principali club calcistici riuniti in consorzio al fine di ottenere una tutela comune dei diritti sportivi, legali e televisivi di fronte alla FIFA.
Organigramma della società
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Sponsor tecnici e ufficiali
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Sedi sociali e campi di gioco
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Tifoseria
I sostenitori della Juventus sono quantificabili in oltre 12 milioni in Italia[10] secondo il più recente sondaggio di settore condotto dall'istituto Demos & Pi e pubblicato nel settembre 2011 sul quotidiano la Repubblica: con il 29,2% di preferenze da parte del campione esaminato, il club torinese risulta essere il più sostenuto in Italia.[10] La società vanta, inoltre, circa 13,1 milioni di sostenitori in Europa.[11] Numerosi sono anche i fan club sparsi per tutto il mondo,[167] in particolare nei Paesi a forte emigrazione italiana.[168]
Il tifo per la Juventus, tradizionalmente eterogeneo dal punto di vista sociologico e geograficamente uniforme in tutto il Paese,[169] è molto marcato anche nel Mezzogiorno d'Italia e nelle isole,[170] il che garantisce un seguito rilevante alla squadra anche durante gli incontri esterni. Tale caratteristica di diffusione del tifo fa della Juventus, dal punto di vista sociologico, una squadra «nazionale».[171] Frequente è anche il caso di tifosi organizzati che, anche da luoghi geograficamente lontani del Paese, raggiungono con regolarità Torino per gli incontri interni della squadra.[171]
Per quanto riguarda gli orientamenti politici delle tifoserie organizzate, in base a un rapporto della Polizia di Stato del 2003 quello della Juventus risultava prevalentemente attestato su posizioni di destra;[172][173] tuttavia, fuori dalle frange organizzate, l'orientamento politico della tifoseria, in ragione della sua eterogeneità sociale e territoriale, risulta non discostarsi in misura significativa da quelli più diffusi genericamente a livello di popolazione nazionale: è quanto emerse da un sondaggio condotto da ACNielsen citato nel 2004 dalla rivista Diario, in cui si stabilì che quella della Juventus è una tra le poche tifoserie a esprimersi elettoralmente in maniera pressoché equanime tra destra e sinistra.[174]
Cenni storici
Il pensiero comune d'inizio XX secolo voleva che il tifo per la Juventus fosse appannaggio delle classi borghesi, laddove quello per la sua rivale cittadina, il Torino, traesse linfa dalle classi popolari e proletarie.[175] Qualche decennio dopo, con l'ingresso degli Agnelli nel capitale societario della c.d. Vecchia Signora (1923), il tifo per la squadra si diffuse anche tra gli operai meccanici dell'industria di proprietà della famiglia, la FIAT. Essendo iniziato un fenomeno migratorio – poi divenuto massiccio nel secondo dopoguerra – verso Torino e gli altri grandi poli industriali del Settentrione da parte dei lavoratori meridionali in cerca di impiego, la Juventus, già dagli anni trenta, divenne il primo club italiano ad avere una tifoseria non più connotata campanilisticamente o, al più, regionalmente, ma a carattere nazionale.[176][177]
Con il consolidamento dei flussi migratori interni avvenuti tra gli anni cinquanta e i primi settanta la Juventus sembrò rappresentare, attraverso i suoi tifosi, lo spirito del nuovo lavoratore immigrato piemontese, mentre la tifoseria del Torino rimase legata all'ambiente culturale di marca prettamente torinese e cittadina.[176] In anni più recenti, comunque, le differenze sociali e culturali fra le due opposte tifoserie si sono sempre più affievolite fino ad essere oramai, di fatto, nulle.
Gemellaggi e rivalità
Non risultano ufficialmente gemellaggi di tifoserie italiane con quelle della Juventus: per circa un ventennio a partire dagli anni ottanta, coincidenti con la presenza in Serie A della compagine irpina, vi fu un gemellaggio con la tifoseria dell'Avellino, poi sciolto per iniziativa di alcune frange di tifosi biancoverdi a fine anni novanta.[178][179] Fuori dal Paese esistono accordi di gemellaggio con i tifosi organizzati dell'ADO Den Haag, compagine olandese dell'Aia, e con quelli del Legia Varsavia, polacca.[180]
La tifoseria rivale d'elezione è, come per tutti i casi di avversarie della stessa città, quella del Torino. A seguire, quella dell'Internazionale, fin dagli anni sessanta,[181] e quella del Milan, nonostante per lungo tempo le due società abbiano tenuto buoni rapporti sportivo-commerciali con reciproci scambi di giocatori.[182]
Più recenti, e legate all'imporsi alla ribalta negli anni ottanta delle loro squadre con conseguente lotta sportiva per la conquista del primato nazionale, le rivalità con la tifoseria della Fiorentina, legata principalmente alla lotta-scudetto del campionato 1981-82,[183] e con quella della Roma, che fino alla metà di quel decennio fu la più valida contendente dei bianconeri al titolo.[184]
La Curva Scirea allo Stadio delle Alpi è sempre stata il settore occupato durante le gare casalinghe dai nuclei più accesi della tifoseria organizzata. Allo Stadio Olimpico, i tifosi hanno invece occupato la Curva Filadelfia. Dal 2011 il luogo di incontro dei gruppi ultrà bianconeri è la Curva Sud dello Juventus Stadium[185].
Note
- ^ La grande storia della Juventus, vol. 1 «Il segreto della Juventus»
- ^ Il nome “Juventus” è una licenza letterale in piemontese del sostantivo lat. iuventus. Cfr. Casimiro Zalli, Dizionario piemontese-italiano, latino e francese (vol. 1), edizione seconda e di nuovi vocaboli arricchita, Carmagnola, Tipografia di Pietro Barbiè 1830, pag. 403
- ^ a b c d e f g h i j k l Juventus – Storia
- ^ Sono tuttora attive in Italia sei società sportive fondate prima del 1897 ma le cui sezioni calcistiche sono nate dopo la fondazione della Juventus oppure, anche qualora nate prima, ormai non sono più esistenti. Esse sono la Ginnastica Torino (fondata nel 1844, sezione calcio esistita dal 1897 al 1902); l'Internazionale Torino (1891-1899), la Ginnastica Sampierdarenese di Genova (fondata nel 1891, sezione calcio nata nel 1911, nel 1946 confluita nella Sampdoria), la Pro Vercelli (nata come società di ginnastica nel 1892 e calcistica nel 1903), il Football Club Torinese (nato nel 1894 e confluito nel 1906 nel Torino) e infine l'Andrea Doria, genovese (fondato come club di ginnastica nel 1895, e la cui sezione calcistica, nata nel 1900, fu un'altra delle squadre che diede origine alla citata Sampdoria).
- ^ a b (EN) Old Lady sits pretty, in Union des Associations Européennes de Football, 26 giugno 2003. URL consultato l'11 agosto 2009.
- ^ a b (EN) Juventus building bridges in Serie B, in Fédération Internationale de Football Association, 20 novembre 2006. URL consultato il 26 settembre 2008.
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- ^ Per delibera della FIF avendo rinunciato a disputare la finale di spareggio contro il Milan Foot-Ball Club.
- ^ L'edizione del campionato federale stagione 1914-15 fu sospesa per gli eventi bellici.
- ^ a b c d e f Per quoziente reti.
- ^ Torneo successivamente interrotto per decisione della FIGC per mancanza di date disponibili per lo svolgimento degli incontri.
- ^ Le prime 9 classificate dei due gironi di Div. Naz. 1928-29 andarono a formare la serie A 1929-30; le squadre dal 10º posto a scendere formarono il campionato di Serie B.
- ^ A causa di illeciti compiuti da alcuni giocatori della squadra cecoslovacca dello Slavia Praga, avversario della Juventus in semifinale, l'incontro fu annullato ed entrambe le squadre furono escluse dalla competizione. Il comitato organizzatore assegnò la vittoria finale al Bologna.
- ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore
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- ^ a b La Juventus partecipò alla Coppa Intercontinentale del 1973 contro l'Independiente in luogo dell'Ajax campione d'Europa. La partita fu disputata in gara unica allo stadio Olimpico di Roma il 28 novembre 1973 e fu vinta dagli argentini con un autogoal di Gentile su tiro di Bochini.
- ^ a b Per differenza reti.
- ^ Incontro disputato, per accordo con il Liverpool campione d'Europa 1984, in gara unica a Torino il 16 gennaio 1985 e vinto dalla Juventus 2-0 (Boniek 2).
- ^ A seguito di spareggio vinto contro il Torino 4-2 dopo i calci di rigore (0-0).
- ^ A seguito di spareggio perso contro l'Udinese 0-0 e 1-1 per la regola dei goal fuori casa.
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- ^ a b c A seguito della sentenza della Commissione di Appello Federale in merito ai fatti oggetto dello scandalo del calcio italiano del 2006, lo scudetto vinto dalla Juventus nel campionato 2004-05 fu revocato e non più assegnato; inoltre, per illecito sportivo, la Juventus fu declassata dal 1º al 20º posto del campionato 2005-06 e retrocessa in Serie B per la stagione 2006-07.
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- ^ L'Internazionale è stata classificata al terzo posto nel campionato 2005-06, ma fu proclammata vincitrice del citato torneo in seguito alle penalizzazioni inflitte alla Juventus (1ª) e al Milan (2ª) dopo le sentenze della Commissione di Appello Federale il 25 luglio 2006.
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- ^ Vittoria del campionato federale di Prima Categoria, uno dei due tornei di massima serie organizzati dalla FIF (ovvero FIGC) nel 1908, ma non riconosciuto valevole per lo scudetto.
- ^ Vittoria del campionato italiano di Prima Categoria, uno dei due tornei di massima serie organizzati dalla FIF (ovvero FIGC) nel 1909, ma non riconosciuto valevole per lo scudetto.
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- ^ Gli 8 giocatori della Juventus presenti in tale formazione erano Romeo Benetti, Dino Zoff, Roberto Bettega, Claudio Gentile, Franco Causio, Antonio Cabrini, Gaetano Scirea e Marco Tardelli. Cfr. (EN) 1978 FIFA World Cup Argentina Match Report: Italy – France, in Fédération Internationale de Football Association, 2 giugno 1978. URL consultato il 4 giugno 2010.
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- ^ La formazione della Nazionale italiana nella gara contro la rappresentativa ungherese del 20 ottobre 1933, per la terza giornata della terza edizione della Coppa Internazionale di calcio, torneo predecessore dell'attuale campionato europeo, era composta da Combi; Rosetta, Caligaris (C); Pizziolo, Monti, Bertolini; Guarisi, Cesarini, Borel II, Ferrari ed Orsi. Da notare il fatto che tutti i calciatori sopracitati, con le sole eccezioni di Mario Pizziolo e Anfilogino Guarisi, rispettivamente tesserati per Lazio e Fiorentina, militavano all'epoca nella Juventus. Il posto di Giovanni Ferrari fu occupato da Giuseppe Meazza (della Ambrosiana-Inter) in formazione del 3 dicembre 1933 contro la Svizzera. Cfr. Tavella, Ossola, pag. 111
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Risorse informative in rete
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- Charity: Crescere insieme al Sant'Anna, su juventus.com, Charity – Sant'Anna. URL consultato il 03-05-2011.
- (DE) FC Juventus Torino, su weltfussballarchiv.com, Weltfußballarchiv. URL consultato il 1º marzo 2009.
- (PDF) Rapporto della Polizia di Stato sulla connotazione politica delle tifoserie (2003) (PDF), su poliziastato.it, Rapporto Polizia di Stato. URL consultato il 01-03-2009.
Videografia
2005 – La grande storia della Juventus, DVD (x11), Rai Trade, LaPresse Group; La Gazzetta dello Sport, EAN 8032807021621, Italia
Voci correlate
Informazione storica
Liste e riconoscimenti
- Lista dei club vincitori delle competizioni UEFA
- Lista dei club vincitori delle competizioni confederali e interconfederali di calcio
- Lista dei club campioni del mondo di calcio
- Lista dei migliori club del XX secolo FIFA
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Informazioni economiche ed altri
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Collegamenti esterni
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