Nel pieno svolgimento della seconda guerra mondiale e mentre si cercavano, tra molte difficoltà,[1] delle soluzioni possibili per il nuovo campionato,[2] il Torino, la cui denominazione cambiò in Torino FIAT,[3] sopperì alla mancanza di gare infittendo di amichevoli e piccole competizioni non ufficiali[4] un calendario ancora vuoto, durante una preparazione più lunga del solito, iniziata nel novembre 1943.[3] Per tutto il torneo il Torino sfoggiò sul petto il logo della FIAT, azienda da un ventennio legata ai rivali della Juventus, invece dello scudetto conquistato pochi mesi prima, anche se furono realizzate delle apposite maglie per commemorare la doppietta realizzata nella stagione precedente.
L'attività ufficiale era sospesa, i contratti dei calciatori erano stati dichiarati sospesi. A causa della divisione dell'Italia derivante dalla Linea Gotica, molti giocatori si trovarono impossibilitati a tornare nelle loro città. Questo fece sì che nel campionato di guerra organizzato tra mille difficoltà, molti atleti si accasassero dove poterono. Nel caso del Torino, il centravanti Silvio Piola della Lazio e il portiere Luigi Griffanti della Fiorentina, entrambi nazionali, si trovarono a vestire il granata; al contrario, dovettero rinunciare forzatamente alla compagine torinese Giuseppe Grezar, che giocò nell'Ampelea, e Romeo Menti, che si accasò al Milano.
Il campionato iniziò nel gennaio 1944. Erano previste: una prima fase regionale, che il Torino dominò; una fase semifinale interregionale, che il Torino superò pur con qualche sofferenza; una fase finale, decisiva per l'assegnazione del titolo, dove erano ammesse tre squadre. A quest'ultimo appuntamento insieme al Torino giunsero a sorpresa il 42º Corpo VVFF La Spezia e il Venezia: il pronostico vedeva favoriti i campioni d'Italia.
Il Torino alla fine perse il torneo, anche complice un incontro non ufficiale tra le rappresentative del Piemonte (in realtà costituita pressoché interamente da giocatori granata) e della Venezia Giulia, organizzato per motivi di propaganda e disputatosi a Trieste sette giorni prima della sfida contro gli spezzini. Nonostante la trasferta resa difficoltosa dalle operazioni di guerra, la FIGC fu inflessibile e costrinse il Torino a partire per Trieste: il viaggio si protrasse per sette giorni tra andata e ritorno, e al rientro in sede giovedì mattina i granata ebbero appena un giorno di tempo per riposarsi e ripartire stavolta per Milano, dove il 16 era in programma lo scontro con il VVFF Spezia.[5] La Federazione a dire il vero, su pressioni del CONI, voleva accelerare la disputa delle finali anticipando le partite VVFF Spezia-Torino al 13 e Torino-Venezia al 16, ma la proposta fu respinta dai granata, anche a causa delle traversie nella trasferta in Venezia Giulia.[6][7] Il Torino disputò la partita contro gli spezzini, anticipata di due ore (dalle 17 alle 15) per le contingenze, in condizioni fisiche non ottimali a causa della stanchezza per la lunga trasferta triestina. Il VVFF Spezia, che veniva dal pareggio per 1-1 contro il Venezia, sconfisse i granata per 2-1, rendendo dunque inutile la successiva vittoria dei piemontesi contro i lagunari per 5-2.
Saranno le ultime partite organizzate con una certa ufficialità prima della fine della guerra. Solo nel 1945 l'attività agonistica a livello nazionale riprenderà regolarmente, e il Torino potrà tornare in campo con lo scudetto sul petto. Infatti il torneo del 1944 non è considerato come un regolare campionato nazionale (quale effettivamente non fu, essendosi svolto esclusivamente nel territorio della Repubblica Sociale Italiana), e solo nel 2002 allo Spezia – la società da cui il VVFF Spezia rilevò i propri giocatori – sarà riconosciuto ufficialmente dalla FIGC un titolo "onorifico" per la vittoria nel torneo.
A seguito dell'abbinamento con la FIAT, la formazione granata disputò tutto il campionato con il logo della nota casa automobilistica cucito sul petto, all'altezza del cuore, a mo' di scudetto societario.
1ª divisa
1ª portiere
Per commemorare la vittoria del campionato e della Coppa Italia, la prima storica doppietta del calcio italiano, vennero realizzate, per volontà di Ferruccio Novo, anche delle maglie che contenevano contemporaneamente lo stemma sabaudo corredato di fascio littorio, fregio che contraddistingueva i campioni d'Italia, e lo scudetto tricolore, all'epoca simbolo della vittoria della coppa nazionale.[senza fonte]
N.B. Tutti i trasferimenti sono provvisori e non sono ufficiali. Tutti i calciatori avevano l'obbligo di rientrare alla società di appartenenza al termine della guerra.
^L'Italia, causa il secondo conflitto mondiale, era in una situazione disperata. Tra indisponibilità di campi, assenza dei calciatori, restrizione di mezzi di trasporto, interruzione delle vie di comunicazione, ricordando solo gli ostacoli primari, era impossibile organizzare manifestazioni di vasta portata come il campionato di calcio nazionale. Gli appassionati e gli addetti ai lavori si auspicavano che l'attività calcistica, in quel periodo ripiegata solo sulle amichevoli, potesse riprendere con la pianificazione di tornei regionali. «La ripresa calcistica nonostante le difficoltà».. La Stampa, 20 novembre 1943, p. 2. URL consultato in data 4 gennaio 2012.
^ Lari, Alla ricerca della "ripresa" calcistica, in Corriere dello Sport, 15 novembre 1943, pp. 1, 2. URL consultato il 3 gennaio 2012 (archiviato dall'url originale il 6 gennaio 2012).
^abIl 25 novembre 1943 fu comunicato l'accordo tra la FIAT e l'Associazione Calcio Torino secondo cui tutti i giocatori granata entrarono a fare parte del Gruppo Sportivo FIAT, la squadra aziendale. La prima partita del neonato Torino FIAT si disputò il giorno stesso a Ivrea: Astragalo-Torino FIAT 1-7. Per ulteriori dettagli si legga «I giocatori del Torino sono passati al G.S. FIAT» (archiviato dall'url originale il 29 ottobre 2013).. Corriere dello Sport, 26 novembre 1943, p. 2. URL consultato in data 3 gennaio 2012. Brera, p. 186 afferma che Ferruccio Novo prese questa decisione per ottenere l'esonero dei suoi calciatori.
^Dal 25 novembre 1943, partita inaugurale della preparazione, al 10 gennaio 1944, a pochi giorni dall'inizio del campionato piemontese-ligure, sono documentate nel Corriere dello Sport e ne La Stampa undici partite del Torino FIAT.